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LA CAMPAGNA IN DIFESA DELL'ACQUA IN URUGUAY
Adriana Marquisio*
[23/02/2008 20.09.24]



*Presidente – FFOSE, CNDAV – Red VIDA Uruguay

Quando negli anni ’90 si cominciò a criticare lo Stato, a sollevare la questione di “razionalizzare lo Stato” e combatterne le inefficienze, i cittadini appoggiarono questa campagna comprendendo che si dovevano fare le riforme per renderlo più agile e migliorarlo.

Allora, non si percepivano le cause reali, che di fatto si riducevano ai limiti imposti dalle privatizzazioni e alle ondate di discriminazione sociale dei grandi capitali verso le fasce sociali meno visibili.

Nello Stato uruguayano la prestazione dei servizi pubblici è una cultura e una concezione di carattere sociale che non ammette l’idea di una gestione mercantilista da parte dei capitali transnazionali.

L’Uruguay è un paese caratterizzato da una grande partecipazione politica, un paese che ha avuto vari momenti della propria storia segnati da importanti iniziative democratiche in difesa dei diritti.
Nel 1992 (dopo la dittatura militare) si cominciò con i referendum popolari in contrapposizione ai disegni dei governi neoliberali che promuovevano una serie di leggi ed azioni tese a disarticolare tutto ciò che proteggevano le imprese pubbliche.

È così che dietro la questione delle “unità regolatrici” di carattere più tecnico che avrebbero dovuto “dirimere i conflitti tra i diversi erogatori di servizi”, e al di là dei contenuti di alcune proposte che racchiudevano l’idea di una regolamentazione, in realtà si intendeva “deregolamentare” tutto perché i grandi capitali delle multinazionali potessero penetrare senza alcuna limitazione e controllo nella gestione delle infrastrutture, proprietà di tutti gli uruguayani.

In realtà nessuno poteva concepire che il settore dell’acqua potabile e le acque di tutto il nostro Paese potessero essere privatizzate, dal momento che il 99% della popolazione accedeva ad acqua potabile di qualità direttamente dai rubinetti di casa. E quindi il motivo della richiesta di capitali transnazionali non era la causa tecnico-politica tanto sventolata di necessari investimenti sanitari, che non erano più del 45%: loro verranno a investire in infrastrutture per realizzare il risanamento tanto sperato.

OSE (opere sanitarie dello stato uruguayano), è stata creata dalla legge 11907 nel 1952, dopo che gli Inglesi pagarono il loro debito estero con carne, tram e attraverso il controllo per più di un secolo di Aguas Corrientes.
Il nostro sindacato FFOSE, nato parallelamente alla costituzione di questa compagnia inglese, compie adesso 60 anni di storia.
Oggi siamo 4500 lavoratori del settore “acqua potabile” che si occupano dell’intera rete di raccolta, produzione e distribuzione di acqua potabile in tutto il Paese.

Abbiamo nella nostra organizzazione pubblica una visione del servizio che “antepone le ragioni sanitarie a quelle economiche” (articolo 3 della carta Organica dell’ente). La popolazione per tutti i lavoratori dell’acqua è “consumatrice” del servizio e mai è stata considerata “cliente”, termine caro alla corte neoliberista.

Nel 1992 i primi processi di privatizzazione in Uruguay si realizzarono nelle zone più redditizie dal punto di vista sociale ed economico. Ed è stato così che è stata ceduta ad “Aguas de la Costa – Aguas de Barcelona – Suez” la parte Est del fiume Maldonado nella regione che prende il suo stesso nome, e nel 2000 tutta la regione è stata consegnata nelle mani di URAGUA (Aguas de Bilbao, Spagna).

I lavoratori e le comunità locali hanno resistito 5 anni prima della privatizzazione del 2000.
Nel 2002 insieme all’intera popolazione uruguayana abbiamo creato un grande fronte di lotta che abbiamo chiamato CNDAV (Comisión Nacional en Defensa del Agua y La Vida) e abbiamo promosso una Riforma Costituzionale che dichiara “il diritto umano all’acqua”, “il controllo pubblico dell’acqua”, e che “i consumatori e la società civile parteciperanno in tutte le istanze di pianificazione, gestione, e controllo della Politica Nazionale dell’acqua”.

Il 31 di ottobre del 2004, il 64% del popolo uruguayano ha votato alle elezioni nazionali l’inclusione di questa riforma all’articolo 47 per la difesa dell’ambiente.
E’ stata un’esperienza meravigliosa l’appoggio e l’appello del popolo per unirci tutti in difesa della vita.
La spontaneità e la ricchezza del movimento è stata nella libertà della partecipazione e nella orizzontalità con cui ci siamo organizzati.

Il messaggio è semplice: permetteremo che i nostri beni comuni, le nostre risorse alimentino ogni volta la voracità delle grandi multinazionali?

Acqua per la vita o per lo sviluppo del capitale?

Questa esperienza ha segnato molto intensamente la mia vita, quella del mio sindacato e della mia famiglia. Crediamo fermamente che l’unica via sia quella di mantenere viva questa idea ostinata che qualcuno si salverà dalle sofferenze della nostra terra.

Queste lotte in tutte le parti del mondo fanno parte di un grido, quello di “umanizzare” l’umanità. E in questo è coinvolto ognuno di noi.

Sono una lavoratrice dell’acqua in Uruguay da circa 23 anni. Sono nata vicino al fiume Santa Lucia dove si trova l’impianto di potabilizzazione più grande del Paese. I miei due nonni, materno e paterno, sono stati lavoratori dell’acqua nella compagnia inglese. Da loro ho imparato l’amore per questo piccolo popolo e per questo processo che approvvigiona d’acqua quasi due milioni di persone.

La mia condizione di donna molte volte mi ha messo in situazioni difficili in questi anni, però niente mi toglierà la voglia di lottare per la costruzione di un “mondo altro” per i nostri figli, le nostre donne, i nostri padri.

“Induriamoci senza perdere la tenerezza” ci ha detto il Che.

Versione originale in castigliano

Cuando en los años 90 se comenzó a desprestigiar al estado, el discurso de “achique del estado” y sus ineficiencias, la propia población apoyo este discurso entendiendo que se debía hacer reformas para agilizarlo, mejorarlo.

No se veía en ese momento que eran los umbrales de los impactos de privatizaciones y oleadas de discriminación social, del gran capital hacia las poblaciones mas sumergidas.

En el estado uruguayo la prestación de los servicios públicos es una cultura y concepción de carácter social que no admite la concepción mercantilista del manejo de estos por capitales trasnacionales.

Un país con gran participación política, tuvo en varios tiempos de la historia demostraciones de compromiso democrático con la defensa de estos derechos.
En el año 1992, se comenzó (etapa post dictadura militar) con los referéndum populares en contraposición a los diseños de los gobiernos neoliberales que promoverían una serie de legislaciones y acciones para desregular todo lo que protegía estas empresas públicas.

Es así que bajo el discurso de “unidades reguladoras” “de carácter más técnico que “dirimieran conflictos entre diversos prestadores”, era algunos de los contenidos de estas propuestas que encerraban un discurso de regular, cuando lo que verdaderamente se hacía era “desregular” todo para que el gran capital multinacional entrara sin ningún tipo de restricción y control a gestionar las infraestructuras pagas por todos los uruguayos.

Particularmente, en el sector del agua potable, y en las aguas en general de todo nuestro país, nadie concebía que fuera privatizada, ya que el 99% de la población accedía a agua potable de calidad, pasible de consumirse desde el grifo. No siendo así la inversión en saneamiento, que era de no más del 45% y principal argumento técnico – político del llamado a los capitales transnacionales. “Ellos vendrían a invertir en infraestructura para realizar el saneamiento tan esperado”.

OSE Obras Sanitarias del Estado Uruguayo, fue creada por la Ley 11907 en el año 1952, luego que los ingleses pagaran su deuda externa en carnes, con los tranvías y la Cía. de Aguas Corrientes, gestionada por ellos por mas de un siglo.
En esa compañía, nuestro sindicato FFOSE tiene 60 años de historia, desde que se conformó en la propia compañía inglesa. Hoy somos 4500 trabajadores del sector de agua potable que atendemos todas las áreas de captación, producción, distribución del agua potable para todo el país.

Tenemos en nuestro organismo público una visión social del servicio, que “antepone las razones higiénicas sobre las económicas” (artículo 3 de la Carta Orgánica del Ente).
La población para los trabajadores del agua es “usuaria” del servicio y nunca aceptamos la condición de “cliente” promovida por las visiones de corte neoliberal.

Cuando desde el año 1992 se comenzaron a implementar procesos de privatización en el Uruguay, se alojaron por supuesto en las zonas más rentables desde el punto de vista social y económico. Y fue así que en el 1992 se entregó el este del arroyo Maldonado en el departamento que lleva su nombre (Aguas de la Costa – Aguas de Barcelona – Suez) y en el 2000 todo el departamento en manos de URAGUA (Aguas de Bilbao – España).

Los trabajadores y las poblaciones locales resistimos 5 años a la privatización para que en el 2000 finalmente fuera entregada.
En el 2002 con toda la población nacional, creamos un gran frente de lucha que llamamos CNDAV Comisión Nacional en Defensa del Agua y La Vida y promovimos una Reforma Constitucional que declarara el “derecho humano al agua” y el “dominio publico del agua”, así como a rango constitucional definir que “los usuarios y la sociedad civil participarán en todas las instancias de planificación, gestión, y control de la Política Nacional de Aguas.

El 31 de Octubre del 2004, el pueblo uruguayo votó en las elecciones nacionales, por un 64,7 de la población incluir este agregado al artículo 47 del medio ambiente.
Realmente fue una experiencia maravillosa, lograr este apoyo y esa convocatoria del pueblo para unirnos por la defensa de la vida.
La espontaneidad y riqueza del movimiento estuvo en la libertad con que se dio en la participación y la horizontalidad con que nos organizamos.

También el mensaje era y es sencillo: nuestros bienes comunes, nuestros recursos naturales, ¿permitiremos que alimenten cada vez más la voracidad de las grandes transnacionales?

¿Agua para la Vida o Agua para el desarrollo de más capital?

Esta experiencia ha marcado muy intensamente mi vida, la de mi sindicato, la de mi familia. Creemos firmemente que es la única forma de detener la tozuda idea de que alguien se salvará de lo que nuestra tierra está padeciendo.

Estas luchas en todas partes del mundo, forman parte de un grito de “humanizar” a la humanidad. Y en esos estamos cada uno de nosotros.

Soy una trabajadora del sector de agua potable en el Uruguay, que tengo 23 años en el organismo. Nací junto al río Santa Lucía donde se encuentra la plata potabilizadora de agua más grande del país. Mis dos abuelos (materno y paterno) fueron trabajadores del agua en la compañía inglesa y de ellos aprendí el amor por ese pequeño pueblo y ese proceso que abastece casi 2 millones de personas.

Mi condición de mujer muchas veces me ha puesto en difíciles situaciones en estos años pero nada me quitará las ganas de luchar por la construcción “de otro mundo” para nuestros niños, nuestras mujeres, nuestros viejos.

“Endurecernos sin perder la ternura” nos dijo el Ché.

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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