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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA
Gaia Capogna
[04/02/2012 18.53.20]



INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER  LA VITA

Gaia Capogna

 

Il 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9. Partirà dalle lagune della sierra cajamarchina che rischiano di scomparire se si realizzerà il progetto d’estrazione di oro chiamato Conga,  voluto da un consorzio il cui maggior azionista è la multinazionale statunitense Newmont Mining Corporation, 51,35% delle azioni, l’impresa di produzione di oro più grande del mondo; fanno parte del consorzio anche la Compagnia Buenaventura , 43,65 %, del gruppo peruviano Benavides, e la CFI – Corporación Financiera Internacional, 5%,  istituzione affiliata alla Banca Mondiale.

La Marcia, dalle lagune andine minacciate dal progetto, si recherà alla capitale di Cajamarca dove è prevista una fortissima adesione, passerà per Choropampa, località dove si continua a morire e la maggioranza dei bambini nasce gravemente malata per l’intossicazione da mercurio dovuta alla fuoriuscita, il 2 giugno del 2000, di 151 chili di mercurio allo stato puro, durante un trasporto dalla miniera Yanacocha  a Lima, fatto per cui nessuno ha dovuto rispondere davanti alla legge (vedi: Choropampa El Precio del Oro Ocho años después, Choropampa, el precio del oro parte 2-Ernesto Cabellos su youtube) e seguirà lungo la costa attraversando città, paesi e piccoli insediamenti, da dove via via si uniranno alla marcia sempre più persone.

 

Nelle altre zone del Perù, centro, sud e selva, ci saranno mobilitazioni locali, e da ognuna di queste zone partirà una delegazione per ricevere a Lima, il 9, i partecipanti alla marcia. La marcia non è organizzata da nessun partito politico né dalle tre Confederazioni Contadine del Perù. L’idea è partita da Marco Arana[1], prete da tempo impegnato in prima persona nelle lotte ambientali della zona di Cajamarca, e subito accettata con entusiasmo dal Frente de Defensa Ambiental de Cajamarca e da gran parte della popolazione ed organizzazioni sociali della zona, contadini, studenti, impiegati, intellettuali, uniti dal rifiuto per il nuovo progetto d’estrazione di oro nella loro regione, che finirebbe di distruggere quello che rimane da distruggere dopo 19 anni di devastazione ambientale, avvelenamento delle acque, disgregazione sociale, morti, feriti e contaminati tra la popolazione, il tutto dovuto all’attività della potentissima Empresa Minera Yanacocha, chiamata abitualmente Yanacocha-Newmont.

 

La lunga triste storia della miniera Yanacocha a Cajamarca

L’Empresa Minera Yanacocha RSL, questo il nome del consorzio, iniziò la sua attività a Cajamarca nel 1992, ed iniziò subito male, comprando le terre dei contadini poverissimi della zona a prezzi irrisori, o espropriandole con l’inganno.  Prende il nome dalla laguna Yanacocha (negra laguna) sotto alla quale si trovava l’oro, e che ora non esiste più.

Nel 1993, ad esibire con orgoglio la prima barra d’oro estratta della miniera Yanacocha, fu l’allora presidente del Perù Alberto Fujimori, oggi in prigione per scontare una condanna di 25 anni per gravi violazioni dei diritti umani. Già nel 1999 l’ingegnere Reihnard Seifert, allora presidente del Patronato Culturale di Cajamarca, denunciò pubblicamente l’alto tasso d’inquinamento dell’acqua potabile, ma nell’indagine che seguì le responsabilità della Yanacocha-Newmont furono prima sminuite, e in seguito il processo venne archiviato. Nel corso del tempo si sono succeduti una quantità inverosimile di soprusi per i quali Yanacocha non ha mai risposto: dalla devastazione portata alla cittadina di Choropampa, dove morti, ciechi, malati cronici per intossicazione di mercurio non si contano più, perché sono tuttora, dopo 12 anni dai fatti, il 70% della popolazione, alla dimostrazione, dopo ripetute analisi specialistiche, della presenza di dosi massicce di alluminio, zinco, arsenico ed altri materiali pesanti nel sottosuolo, nelle acque di vari fiumi e nelle viscere dei pesci. Cosa tutto questo abbia potuto rappresentare per la salute della gente e per l’agricoltura della zona è facile immaginarlo, anche tenendo presente che Cajamarca è una delle zone più povere del Perù, dove il 77% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e il 55,8 di questa, in una situazione di povertà estrema.

 

La miniera Yanacocha si trova a soli 48 chilometri a nord della città di Cajamarca, ha 5 impianti d’estrazione a cielo aperto, ed è la più grande miniera di oro dell’America Latina. Il suo giro d’affari e la sua potenza manipolatrice sono immensi, ma quando nel 2004 decise lo sfruttamento del monte Quilish, che nella sua parte più alta dista solo 8 chilometri dalle fonti di acqua potabile e fa parte di un ecosistema molto fragile che, se danneggiato, avrebbe comportato gravi conseguenze per 15.000 contadini della zona e 120.000 abitanti della città, i contadini reagirono con forti azioni di protesta, appoggiati dalla cittadinanza, e li progetto fu annullato.

 

Non finirono però gli irrevocabili danni all’ambiente nella totale indifferenza del consorzio, che ha sempre dichiarato di rispettare gli standard di sicurezza ambientale e di far progredire la regione, malgrado lo stesso New York Time abbia pubblicato il memorandum su Yanacocha di Lorenzo Kulander (ex vice-presidente della Newmont), diretto a Wayne Murdy, massimo rappresentante della Newmont, in cui Kulander ammette di aver constatato, nel corso di un viaggio in Perù con una equipe di dirigenti della Newmon, che lì non operavano usando gli stessi standard di protezione ambientale che adoperano negli Stati Uniti. In previsione del futuro esaurimento della miniera Yanachoca, la Newmon vuole iniziare lo sfruttamento di altre montagne limitrofe, da qui il tentativo d’esplorazione del Charachugo, a cui i contadini reagiscono con blocchi stradali e fortissima determinazione, che porteranno a scontri con le forze di sicurezza private dell’impresa, in cui rimarrà ucciso un contadino.

 

Recentemente Yanacocha – Newmon decide lo sfruttamento di un nuovo giacimento d’oro, ottiene l’ok dal governo di Alan García, ma sottovaluta i contadini e la popolazione urbana della coraggiosa Cajamarca. Per mettere in moto questo nuovo progetto estrattivo bisogna distruggere quattro “cabeceras de cuenca”, le fonti da cui nasce l’acqua, quattro luoghi di bellezza indicibile, fonti di vita per persone, animali e piante, un ecosistema che, se danneggiato, è irriproducibile. Lo chiamano progetto Conga, ma la popolazione non è disposta a sopportare questo nuovo, violentissimo sopruso ai danni della sua salute, della sua vita, della natura e di un rapporto di rispetto e reciproco amore tra l’essere umano e la natura che da tempo innumerevole fa parte della sua idea di vita, e quindi il grido di battaglia di Cajamarca d’ora in poi sarà: Conga no va!

 

Ollanta, ridammi il mio voto!

 

Al primo turno delle elezioni presidenziali, 11 aprile 2011, il più votato dei 5 candidati è Ollanta Humala, con il 31,8 di preferenze, che andrà al ballottaggio contro Keiko Fujimori, la figlia di Alberto. Humala viene definito dai mass media un ex-militare di sinistra, immagine che nella seconda fase della competizione elettorale lui tenderà a smorzare, ma non del tutto, perché i voti della “sinistra” gli servono, eccome! Chi è in realtà Humala? Non si capisce bene, almeno qui in Europa. Promette “la grande trasformazione”.  Nei suoi comizi elettorali a Cajamarca, regione rossa, povera e combattiva, che da 19 anni ha grossi problemi con l’acqua per la via della Yanacocha-Newmont, fa delle affermazioni clamorose in favore “dell’acqua che vale più dell’oro”, sembra invitare allo sciopero generale e ai blocchi stradali se la questione dell’acqua non sarà risolta nella forma che vogliono i cajamarchini, lui è indubitabilmente con loro, in poncho e cappello locale si mischia ai contadini che lo applaudono, che gli credono. Che lo votano. Per fortuna esistono i video di questi comizi, sennò, chi crederebbe ai cajamarchini, chi crederebbe al presidente regionale di Cajamarca, Gregorio Santos, in prima fila nel difendere la popolazione di Cajamarca contro gli abusi della multinazionale, quando afferma che Ollanta gli chiese il suo appoggio per avere i voti della regione?  

 

Il 5 giugno Ollanta Humala vince il secondo turno elettorale, diventa presidente del Perù, e il suo atteggiamento nei confronti della lotta della popolazione di Cajamarca contro la Newmont inizia a cambiare, e mano a mano che si acutizza lo scontro tra la popolazione e la multinazionale cambierà sempre di più. Il 24 novembre 2011 comincia a Cajamarca un “paro indefinido”, uno sciopero a oltranza  convocato dal Frente de Defensa Ambiental de Cajamarca contro il progetto Conga, progetto rifiutato quasi all’unanimità dalla popolazione di Cajamarca per i disastrosi e irrevocabili impatti ambientali che comporterebbe. Dichiarano che lo sciopero durerà fino al ritiro definitivo del progetto. Il primo giorno di sciopero e la marcia nel centro di Cajamarca, capitale dell’omonima regione, sono un successo, pochi giorni prima Humala ha dichiarato che rispetterà gli accordi presi dallo Stato con la multinazionale, ma che è suo dovere garantire l’acqua alla popolazione. Come farà, se l’acqua a Cajamarca già scarseggia perché utilizzata in gran parte dall’attività mineraria, e la distruzione delle cabeceras de cuenca, che fanno parte del progetto Conga, renderà la situazione molto più grave? E perché i cajamarchini dovrebbero rimanere senz’acqua e dovrebbero abituarsi a vivere in un paesaggio lunare, devastato, affinché la Yanacocha- Newmont possa portarsi via l’oro delle Ande? Sono forse le multinazionali le vere padrone del mondo, e i governi eletti dei fantocci corruttibili? Sembrerebbe di si a dar retta ai fatti, perché il governo eletto, di cui Humala è il presidente, a pochi giorni dalla convocazione dello sciopero, che continua in modo pacifico, manderà le forze dell’ordine a sparare sulla gente che protesta disarmata contro la multinazionale e ci saranno feriti gravi tra chi sta gridando no alla Newmont, un ragazzo di 31 anni resterà paraplegico e senza la possibilità di curarsi perché molto povero, un altro contadino rimarrà cieco, lo sciopero a oltranza verrà interrotto dalla dichiarazione di Stato d’Emergenza nella regione di Cajamarca, si incarcereranno a Lima per alcune ore, senza nessun motivo, i dirigenti del Fronte di Difesa Ambientale, si intavoleranno trattative-farsa con rappresentanti che non rappresentano nessuno, e che saranno poi definiti dai cajamarchini “i traditori” perché nessuno li aveva delegati ad andare a Lima a trattare, si farà annunciare ufficialmente da un rappresentante della Newmont, non dello Stato, la sospensione  momentanea dei lavori della miniera per favorire il “dialogo”, un dialogo che spudoratamente ammettono debba servire “a convincere la popolazione che ecc…”, quando la popolazione si è espressa chiaramente: il progetto Conga non si fa, no lo vogliamo. E il progetto Conga, e il no al progetto Conga, diventano così un caso emblematico del significato delle lotte ambientali, lotte in cui è messa a nudo la verità su chi veramente detiene il potere nel mondo attuale.

La storia prosegue con il governo che vira a destra con la sostituzione dei ministri più “morbidi”, con le sue posizioni che diventano sempre più intransigenti; promette un nuovo studio d’impatto ambientale visto che quello della multinazionale risulta palesemente bugiardo, ma nel prometterlo già affermano che servirà affinché la popolazione si convinca che l’acqua gli verrà fornita ugualmente e che “non aveva capito bene”, e poi documenti che spariscono, dichiarazioni contrastanti, e così via…

 

Di serio rimane solo la gente che il 1° febbraio marcerà dalle montaGne fino alla capitale perché il Perù si renda conto di quello che gli stanno facendo, mentre il nazionalista Ollanta Humala, a Davos, lo offre in vendita.                                                                                                                                    

 

Un saluto agli italiani che solidarizzano con la marcia per l’acqua da parte di Hugo Blanco, uno degli organizzatori e partecipanti alla marcia:

 

Spero che il popolo italiano, che nel referendum dell’anno passato ha dimostrato l’amore che ha per l’acqua e che continua a lottare per il rispetto nei confronti della natura contro la TAV, si solidarizzi con la difesa dell’acqua e della vita. Mi auguro che i peruviani residenti in Italia saranno in prima fila in questa solidarietà.

Hugo Blanco

adia

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


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Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


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SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
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Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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