Si fisserà un’agenda con le attività per il prossimo anno, nell’intento di avanzare verso la costruzione di un modello pubblico efficiente, partecipativo, trasparente e che possa arrivare oltre le frontiere politiche.
In seguito alle lotte per la difesa della gestione pubblica dell’acqua e del processo di resistenza alla privatizzazione che interessò tutta l’America Latina, e non solo, i movimenti sociali coinvolti nella difesa dell’acqua come diritto umano fondamentale, come bene comune e pubblico, cominciano a discutere rispetto la sfida di costruire un modello efficiente, partecipativo, con controllo sociale. Che includa le diverse visioni di intendere il pubblico e di condividere i beni comuni, e che sia la voce, la sintesi delle esperienze, delle lotte di resistenza, delle proposte, dell’allegria di raggiungere obiettivi, dei diversi protagonisti che negli ultimi anni si sono battuti per la difesa dell’acqua, e della vita.
Nell’anno 2006, nell’“Ottobre azzurro Uruguayano”, a due anni da che le “Acque ebbero voce e voto in Uruguay”, si concretizzò un tavolo di interscambio su queste questioni tra movimenti sociali, operatori e lavoratori del settore acqua potabile e servizi igienico-sanitari dell’Uruguay, Bolivia, Brasile, Venezuela e Argentina.
In questo incontro si decise di partecipare con i governi e gli operatori del settore, per cominciare a costruire un cammino, tutti insieme ed uniti, verso la costruzione di un modello efficiente.
Diversi sono gli accordi di cooperazione pubblico-pubblico già in cammino: tra SOBSA – Argentina e Huancayo – Perù, grazie al lavoro dei compagni del sindacato de SOBSA (affiliati a ISP) e della FENTAP – Perù; tra Uruguay e Bolivia, grazie al percorso iniziato dai compagni della Coordinadora en Defensa del Agua y la Vida – Bolivia, rappresentati di OSE, del sindacato FFOSE e della Comisión Nacional en Defensa del Agua y la Vida de Uruguay (CNDAV).
Si incominciò un cammino in congiunto per scambiare esperienze e conoscenze tecnologiche mirate a concretizzare l’accesso all’acqua pulita e di qualità.
Nel 2007, nella seconda assemblea della Red Vida a Lima – Perù, si definì come prioritaria la costruzione di un modello pubblico efficiente, che possa sfidare le visioni inefficaci, non partecipative, escludenti, come uniche e non questionabili.
Desiderando un buon esito attraverso l’efficienza ed efficacia, la partecipazione e trasparenza, si riscoprì il linguaggio dei saperi ancestrali, le esperienze concrete, che rappresentano la ricchezza delle comunità e delle proprie culture, in una combinazione tra conoscenze e saperi tecnici, con i saperi locali, la condivisione, il dare.
Questa visione rientra nel processo politico internazionale che ha fatto enormi passi in avanti nel dibattito concettuale, come recentemente avvenuto nel Forum Mondiale dell’Acqua a Istanbul, rispetto al diritto umano all’acqua.
In agosto 2008 a Cochabamba, Bolivia, con operatori pubblici dell’acqua di Bolivia, Venezuela, comunità, sistemi comunitari dell’acqua potabile, cooperative d’acqua, sindacalisti, movimenti sociali, ONG, si fece un gran passo avanti verso la creazione di un accordo quadro che stabilisca i primi principi e contenuti rispetto gli accordi Pubblico-Pubblico (PUPs).
Dopo questo incontro di Cochabamba, ci sono state altre opportunità di valutare questo cammino verso i PUPs, in Messico, Belém, Istanbul: da varie parti del mondo già siamo a centinaia promuovendo questa visione.
La visione è la revisione di ciò che evidentemente ha fallito e l’apertura alle nuove forme di espressione della gente e dei suoi rappresentanti.
Verso il lancio della piattaforma PUPs, durante l’Assemblea della Red Vida, a Cali, Colombia, il prossimo 18-20 Maggio.