Il 16 aprile ad Abbadia S.Salvatore, alle pendici dell’Amiata, a partire dalle ore 14, un seminario per riprendere nelle proprie mani il futuro di un territorio.
Per fare luce sugli impatti della geotermia su salute e ambiente. E finalmente decidere. Chiamare i cittadini a dire la loro, magari con un referendum locale che coinvolga gli abitanti dei paesi che circondano la montagna.
Al dibattito, organizzato dal Comitato Ambiente Amiata insieme a Yaku, parteciperanno, tra gli altri, Alberto Lucarelli, docente dell’Università di Napoli e membro della Commissione Rodotà, Marco Bersani del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, Aldo Zanchetta studioso dei movimenti sociali latinoamericani, Andrea Borgia geologo di fama internazionale e i rappresentanti di tante lotte territoriali, tra cui quella contro gli inceneritori.
In questi mesi ci troviamo in una coinvolgente campagna referendaria. Il 12 e il 13 giugno i cittadini saranno chiamati a decidere sull’acqua pubblica e sul nucleare.
In questo percorso si articolano tante lotte locali per la democrazia, la difesa dei territori e per la riappropriazione dei beni comuni. Dal basso e orizzontali come quella dei comitati amiatini per proteggere la loro montagna dallo sfruttamento geotermico.
E’energia sicura? Rispettosa dell’ambiente? Rinnovabile? Non nociva?
La Regione e l’Enel dicono ovviamente di sì.
Ma i comitati amiatini sono informati, hanno commissionato studi e degli esperti ne hanno elaborato i dati.
E secondo loro la geotermia inquina aria, acqua e terra, con arsenico, mercurio, boro, acido solfidrico.
Consuma quantità spropositate d’acqua, colpendo il vitale bacino idrico amiatino.
Non rinnova affatto le sue fonti e colpisce la struttura geologica dell’amiata.
La geotermia uccide.
Quindi va fermata.
E i popoli amiatini decideranno come. E lo faranno questo sabato, nell’ennesima tappa di un percorso più ampio che, in altri luoghi del mondo e nella difesa del nostro futuro, richiede il protagonismo di tutti.
E in particolare dalle montagne, dall’Amiata come dai ghiacciai del trentino si alza la voce della “rebeldìa”. Da quei luoghi in cui territorio e comunità si stringono in un amore mai sopito.
Per questo dopo l’Amiata, verso la fine di maggio, saranno le Alpi trentine a dire la loro. E lo faranno con le canzoni rituali di Berito Kowarìa, lo sciamano del popolo U’wa, gli indigeni Colombiani considerati i “Guardiani della Terra”.
Per dire tutti “si” alla vita: riappropriamoci dell’acqua e fermiamo il nucleare. Per ora.
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Leggi l’appello del Comitato Ambiente Amiata