Molto del senso e della resignificazione che si è andata dispiegando nelle lotte sociali degli ultimi decenni in vari paesi poveri dell'America e altri continenti si è costruito sulla base delle identità indigene – originarie, non solo per la lotta per il riconoscimento e contro il colonialismo e il colonialismo interno, bensì perchè molte volte si contrappone alla razionalità del capitale che li alimenta.
Queste razionalità differenti e molte volte contrarie a quella del capitale sono sopravvissute, nel caso concreto delle Ande, perchè hanno frapposto resistenze religiose, culturali, economiche, politiche e sociali sotto lo sguardo della cosmovisione andina.
La cosmovisione andina come forma di comprendere l'universo e l'uomo come parte di esso, costruisce una profonda relazione tra il mondo, l'universo e gli esseri umani. In questo modo, per esempio, la produzione si orienta a soddisfare questo equilibrio reciproco, ancor più poichè quando si parla di acqua si parla del sangue della Pachamama (Madre Terra), di ciò che alimenta questo equilibrio e ordina la società.
Cercheremo di dare alcune linne guida per sviluppare la Scuola Andina dell'Acqua.
1. È necessario fare una contestualizzazione
Ogni regione, ogni località ha delle peculiarità geografiche, idriche, pratiche proprie, usi e costumi diversi, forme di gestione concrete e conflitti interni e esterni particolari (siano legali, comunali, etc.), per i quali è necessario saper fare una contestualizzazione il più precisa possibile per sapere esattamente dove lavorare.
2. È importante costruire una struttura comune di conflitti e problemi
Attraverso la contestualizzazione delle differenti località si può fare una struttura comune di problemi e conflitti. Questa struttura ci permetterà di identificare le principali cause di conflitti e i problemi più comuni per poter cercare soluzioni integrali.
3. L'acqua come bene comune, molto più di un diritto
L'acqua, quindi, per le culture andine, dotata e datrice di vita, non è una proprietà nè una risorsa (nel senso che l'acqua non serve solo a soddisfare le necessità, bensì è il sangue della Pachamama e esige cura e rispetto). Per questo motivo il suo utilizzo deve partire dalla reciprocità e dalla necessità di costruire equilibri tra il mondo degli esseri viventi, il mondo degli spiriti e la Natura.
4. Culture andine e la “società occidentale”
La logica del capitale è quella di ridurre tutto ad una merce, di fare del mondo un grande mercato. Questa logica si contrappone a quella del mondo andino, perchè il senso di organizzazione sociale, economica e politica si sviluppa negli ambiti del collettivo, lontano dalla forma valore.
5. L'educativo deve essere legato al quotidiano: comunità, lavoro, territorialità
L'educazione “universalizzatrice” non serve nel concreto e non comprende le diversità culturali a meno che non venga utilizzata esclusivamente come strumento di dominazione. Da qui la necessità di sviluppare una educazione legata al quotidiano, partendo dalla territorialità e relazionandosi, per questo, con il lavoro come meccanismo.