La chiamata alle urne fotografa - ed acuisce - la polarizzazione politica e sociale del Paese. Dopo giornate di scontri, la domenica elettorale si svolge senza incidenti di rilievo. Il popolo boliviano dà il suo appoggio alla política del “cambio” del Presidente in carica , i quattro governatori delle regioni secessioniste vengono riconfermati con larga maggioranza ed escono rafforzati dalla votazione popolare. Sconfitto a Cochabamba Manfred Reyes Villa, il prefetto del “enero negro” del 2007. Mandato a casa anche quello di La Paz. Il MAS perde Oruro ma stravince a Potosì.
Il Presidente della Bolivia Evo Morales e il Vicepresidente Alvaro García Linera ce l’hanno fatta: con un risultato soddisfacente ma non travolgente – attorno al 60 %, secondo le primissime stime, giunte alla stampa alle 18.00 ora locale - le due prime cariche dello Stato escono vincitrici dal referendum revocatorio che ha portato alle urne questa domenica poco più di quattro milioni di boliviani. Un risultato, quello di Evo, comunque ben superiore a quello ottenuto durante le elezioni presidenziali del 2005, nelle quali aveva vinto col 53,7 %.
Il Referendum revocatorio, convocato ufficialmente il 12 maggio scorso per la situazione di grave instabilità política del Paese, chiedeva alla popolazione di esprimersi anche sulle politiche di 8 dei 9 prefetti dipartamentali: con la decisa vittoria del prefetto di Santa Cruz, Rubén Costas – confermato con il 74% - del Prefetto del Beni, Ernesto Suárez – con oltre il 75% - con quello di Tarija, Mario Cossío – con oltre il 57% - del Pando, Leopoldo Fernández – anch’egli con oltre il 57% - la cosiddetta Media Luna boliviana, che da mesi ha disconosciuto l’autorità del Governo centrale, conferma la propia posizione di forza e dichiara apertamente il proprio “orgoglio camba” (cambas si definiscono gli abitanti dell’Oriente Boliviano, per differenziarsi dagli indigeni k’ollas, abitanti degli Altipiani).
Dei restanti prefetti di destra, la sconfitta di José Luis Paredes, di La Paz, e di Manfred Reyes Villa, a Cochabamba. Un risultato, quest’ultimo, particolarmente significativo: l’11 gennaio del 2007 il prefetto della città – già braccio destro del dittatore Banzer, già sindaco della città con l’altro presidente dittatore, Gonzalo Sanchez de Lozada – aveva fomentato lo scontro fratricida fra la parte indígena della popolazione e quella “bianca” e neofascista. Il cosiddetto “enero negro”, che aveva lasciato a terra 3 morti e centinaia di feriti, può essere considerata la prima tragica tappa del cammino di violenza e razzismo, intrapreso dai partiti di destra per tutta la tornata elettorale. Reyes Villa in ogni caso ha dichiarato “di non riconoscere la legalità della consulta popolare”.
Nota negativa per Evo Morales, la perdita del prefetto di Oruro, Luis Alberto Aguilar, appartenente al partito al Governo, il MAS: un duro colpo per la lotta territoriale che sta colorando la vita política della Bolivia.
La giornata del referéndum, iniziata alle 8 di questa domenica 10 di agosto e terminata alle 16.00, è trascorsa senza incidenti di rilievo, se si esclude un tentativo di aggressione contro il Prefetto di La Paz, José Luis Paredes, ed alcuni supposti tentativi di frode elettorale. I prefetti “secessionisti” hanno votato durante lo sciopero della fame da loro dichiarato tre giorni orsono contro le politiche governative, e che conta un seguito di oltre trecento scioperanti.
Il Presidente Morales ha votato in una scuola del Chapare, la regione cocalera che rappresenta il suo “feudo” político (è tutt’ora il presidente del Sindacato dei cocaleros, i coltivatori delle piante di coca). Senza mai aver dimostrato alcun dubbio sulla sua vittoria – dichiarando più volte che il referéndum sarebbe stata una scelta fra “la Patria e l’Antipatria”, Morales ha condotto una faticosa campagna elettorale, tarpata dalle proteste provenienti da molte parti del Paese e da molti settori social: a pochi giorni dal voto, scontri e minacce avevano di fatto impedito al Presidente boliviano di raggiungere la capitale costituzionale Sucre, oltre che Tarija e la regione del Beni; e scioperi e manifestazioni anche di settori storicamente vicini al MAS si erano conclusi tragicamente con la morte di due giovani minatori.
Morales ha dichiarato come quella del referendum sia stata “una giornata storica per la democrazia nel Paese”. Dopo la votazione, il Presidente ha tenuto una conferenza stampa a Cochabamba, durante la quale ha confermato la sua intenzione di cercare il consenso necessario per l’approvazione della Nuova Costituzione Statale, ratificata dall’Assemblea Costituente lo scorso dicembre.
Il buon andamento della votazione referendaria è stato assicurato dalla presenza di osservatori internazionali provenienti da ogni parte del mondo. Il suo risultato è considerato di grande importanza per l’equilibrio político di tutto il continente latinoamericano. I risultati definitivi verranno forniti dalla Corte Elettorale fra circa una settimana.
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