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BOLIVIA 2000-2009
Francesca Caprini, da La Nuova Ecologia
[03/12/2008 16.57.52]



Documento senza titolo

Il cosiddetto “masacre de El Porvenir”, nella sua drammaticità, racconta molto della Bolivia. Della sua indole rivoluzionaria. Delle sue battaglie civili. Dei suoi lutti.

E’ un evento storico forte – una strage di contadini – che è anche un ideale spartiacque del percorso politico di un Paese, il più povero dell’America latina, che fino a qualche anno fa in pochi sapevano esistere se non quelli che ne sfruttavano avidamente le ricchezze naturali. E che è diventato il simbolo del cammino verso il futuro del continente desaparecido.

L’11 settembre scorso una banda di paramilitari dell’ultima ora, agli ordini del prefetto Leopoldo Fernandez della regione del Pando – una delle cinque regioni che pretendevano l’autonomia – ha teso un’imboscata ad una colonna di contadini che si recavano ad una riunione della propria confederazione. Stavano attraversando la foresta pluviale della loro terra quasi amazzonica assieme a donne e bambini e a qualche animale, per giungere alla cittadina di El Porvenir. Sono stati attaccati con mitra e pistole e trucidati. I morti accertati sono stati subito 30, oltre 100 sono rimasti dispersi per molte settimane. Ad oggi la stima dei caduti è ancora incerta.

Una strage senza precedenti, quella de El Porvenir, nonostante la storia della Bolivia parli di migliaia di morti in scontri civili e contro i vari eserciti agli ordini di vari dittatori. Non solo per la brutalità, ma anche perché ad uccidere i contadini del Pando c’erano altri boliviani. Giovani esaltati che rispondevano ai governatori regionali di destra, oppositori del governo Morales. Galvanizzati, caricati da mesi e mesi di campagne razziste dove si tornava a dire, come nel secolo passato, “morte agli indios”. Di colpo, le fazioni avverse al presidente boliviano aymara Evo Morales tornavano a sbandierare la propria supposta superiorità di blancos cambas – i bianchi delle terre d’Oriente, discendenti dei conquistadores  – rispetto ai kollas, indigeni degli altipiani andini. Il maggio scorso le regioni di Santa Cruz, Tarija, Beni, Pando e infine anche Chuquisaca, avevano proclamato la secessione dal governo centrale ed indetto proprie costituzioni e, purtroppo, anche propri eserciti. Che, riuniti nella “Junion Juvenil” e spesso addobbati di stemmi nazisti, erano stati caricati come bombe ad orologeria. E fatti esplodere.

Ma El Porvenir è stato diverso da altri sanguinosi accadimenti anche per quello che è successo dopo: pronta la reazione del presidente Morales, che evitando di mandare l’esercito armato riesce ad arginare la guerra civile. Pronta la solidarietà di tutti i Paesi latinoamericani – salvo la Colombia di Uribe e il filostatunistense Perù – che riuniti nell’Unasur si danno appuntamento in Cile ed avvertono gli USA di non intromettersi ulteriormente (all’indomani, l’ambasciatore Usa Philip Goldberg viene considerato “persona non gradita” in Bolivia ed espulso). Una alzata di scudi mai vista contro gli USA che di fatto interrompe la lunga stagione del patio trasero - il giardino ricco di petrolio, di minerali e metalli, di gas naturali, di terra fertile e di mano d’opera per secoli a disposizione degli Stati Uniti, che è stata l’America latina – e profila un nuovo equilibrio americano. Tutti a difendere la Bolivia e il suo cammino verso la democrazia, incarnato dal primo presidente indigeno della sua storia e lanciato verso l’approvazione popolare della Nuova Costituzione, il prossimo 29 gennaio.

L’11 settembre boliviano dunque, come l’acmè di una parabola politica: un decennio straordinario di un Paese straordinario, che da ultimo del proprio continente si conforma come laboratorio democratico e sociale ed elabora una nuova dottrina economico politica: no al neoliberalismo, si alla difesa dei beni comuni, così come le stesse culture indigene insegnano.

Una evoluzione democratica di cui possiamo leggere i passi nel decennio 2000 – 2009 e che parte idealmente con la Guerra dell’Acqua di Cochabamba, nell’aprile del 2000: la popolazione boliviana – per il 60% indigena, per il 50% sotto la soglia della povertà – è la prima al mondo a battere lo strapotere di una multinazionale, la statunitense Bechtel, che ne stava privatizzando l’acqua e anche la pioggia. L’immagine di Oscar Olivera Foronda, vociero della Coordinadora de Defensa del Agua y la Vida di Cochabamba – il coordinamento cittadino che si forma all’indomani della Guerra dell’Acqua – che si affaccia alla terrazza dell’edificio dei fabriles, la storica sede del sindacato operaio nella Plaza 14 Septiembre, e strappa il contratto con Aguas del Tunari, la società boliviana in mano al cartello di multinazionali straniere che aveva privatizzato l’acqua, è passata alla storia: “Quando la Bechtel se n’è andata, abbiamo capito che il nostro compito non era finito – racconta Oscar – ma appena cominciato”. Questo cammino verso l’autodeterminazione infatti prosegue: con la Guerra del Gas, nel 2003, con l’elezione del primo presidente indigeno Evo Morales nel 2005, con le storiche marce contadine ed indigene che hanno attraversato il Paese in lungo e in largo per chiedere più terra, meno analfabetismo e povertà; per il referendum revocatorio che il 10 agosto 2008 rinnova il consenso alla politica del cambio di Evo Morales e lo acclama con il 67% di voti. Passa per le oltre 30 vittime civili del suo biennio governativo. E arriva fino al gennaio 2009: la Bolivia voterà con un referendum popolare la sua Nuova Costituzione.

Approvata dall’Assemblea Costituente nel dicembre 2007, non condivisa da molti movimenti sociali, cambiata in corso d’opera con operazioni spesso non chiare, la Nuova Costituzione è comunque il risultato di tante battaglie civili, di tante lotte in nome dei diritti ancestrali delle popolazioni indigene, della difesa dei beni comuni come l’acqua e la terra, del riscatto di cinque secoli di silenzio e sottomissione. Non risponderà a tutte queste aspettative. Ma, come dicono loro, quelli che “de pie, nunca de rodillas” (mai sulle ginocchia, sempre in piedi: il motto degli aymara, gli antichi abitanti delle Ande, mentre fronteggiavano l’esercito in difesa del proprio gas; ma anche di tutti quelli che “dal basso” hanno contribuito al cambiamento dello status quo), la democrazia, la politica, il mondo intero, è un processo, è un divenire. Pachacuti, lo chiamano: il cambiamento rivoluzionario dell’esistente.

La riappropriazione dei beni – la terra, le risorse del sottosuolo, l'acqua – e della loro gestione, è stata una delle bandiere della grande onda rivoluzionaria dei movimenti sociali boliviani. In tutte  le "guerre" citate, il controllo sociale dal basso prendeva il sopravvento su quello legale – ma illegittimo – dello Stato vigente: le dittature militari o neoliberali dei vari presidenti Hugo Banzer, Sanchez de Lozada, Carlos Mesa. Lottava per la difesa di diritti inalienabili, quali l'accesso all' acqua o allo sfruttamento del proprio gas, di cui la poverissima popolazione boliviana non aveva mai potuto beneficiare pur possedendo un bacino idrocarburifero di immense dimensioni (lo 0,4 % di quello mondiale, secondo solo a quello del Venezuela). Lo sforzo della gente "sencilla e trabajadora" (semplice e lavoratrice), convogliata nei movimenti indigeni, operai, contadini, studenteschi, aveva come obiettivi non solo il recupero della sovranità popolare e il superamento del modello neoliberale, ma, più in profondità, l'elaborazione e l'attuazione di un nuovo sistema di relazioni sociali. Di un nuovo "ordine". Una speranza non solo della gente boliviana, ma di gran parte del mondo che assisteva ai fatti col fiato sospeso.

La forza e l’attualità rivoluzionaria di un evento come la Guerra dell’Acqua la vediamo ogni giorno: l’America latina sfrutta quella spinta innovatrice e fa passi avanti: nel 2004 l’Uruguay, con un grande plebiscito, fa dell’acqua un diritto costituzionale e manda a casa la francese Suez (attraverso Aguas de Barcelona) e la spagnola Aguas de Bilbao. In Colombia in settembre  sono state consegnati milioni di firme per un referendum per il diritto all'acqua.

L’Ecuador festeggia la sua neonata Costituzione, dove l’acqua è diritto umano e l’ambiente gode degli stessi diritti delle persone. E il 21 settembre scorso a Malmoe è stata finalmente fondata la rete Europea dei Movimenti per l’Acqua e sottoscrivere i principi comuni nel manifesto di Malmoe. Da noi, in Italia, la tendenza istituzionale è invece contraria: privatizzano l’acqua e beni comuni come il diritto allo studio – l’approvazione della legge 133 comma 23, avvenuta il 6 agosto scorso mentre l’Italia era in vacanza, apre alle privatizzazioni ed obbliga i comuni a rimettere sul mercato le proprie reti idriche entro il 2010 – ma i movimenti sociali si sono organizzati nella piattaforma comune del Forum italiano dei Movimenti per l’acqua e danno battaglia.

El Porvenir ha segnato il picco della strategia della tensione orchestrata dai partiti oppositori di destra che, contrapponendo la Bolivia ricca a quella indigena, ha tentato di spaccare il Paese. E’ stato come una corda che si è spezzata, l’esplosione delle contraddizioni di un Paese indigente ed orgoglioso che comunque da sempre influenza la politica dell’intero continente latinoamericano. “Es el corazon de Latinoamerica”, ti dicono sempre i boliviani, “è il cuore dell’America latina”. In effetti , la Bolivia è il centro geografico dell’america del Sud. E con i suoi battiti, sembra ritmare la vita fino Ande, e molto oltre.

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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