Acqua giustizia e pace
Il Cammino dell'Acqua in Colombia
Missione di Yaku in visita alle comunità resistenti nel Sud Ovest Colombiano
Il progetto “Acqua giustizia e pace”, il processo di appoggio alle comunità desplazadas della Colombia che Yaku porta avanti con la Commissione Justicia y Paz, comincia nel Cauca, con i Bienandantes e le comunità campesine di Tequendama. Acqua giustizia e pace aiuterà a costruire o migliorare acquedotti comunitari, a potabilizzare fonti idriche, a realizzare bagni secchi, nelle zone di conflitto colpite dagli sfollamenti forzati dovuti alla violenza paramilitare o militare. Si calcola che siano oltre 4 milioni i colombiani vittime di questo meccanismo feroce: contadini ed indigeni che con minacce, assassinii, torture, vengono costretti ad abbandonare le loro terre per l'industria mineraria, la coltivazione di coca o agrocombustibili, per strade, dighe, megaprogetti che hanno come minimo comun denominatore l'acqua.
La Comisiòn Justicia y Paz accompagna da decenni queste comunità, permettendo loro di rientrare nei propri territori o impedendo con l'interposizione nuovi sfollamenti. Gli acquedotti comunitari, in questa dimensione di forte conflittualità, rappresentano non solo l'unica possibilità di accesso all'acqua e dunque di sopravvivenza, ma anche una forma di ricostruzione della dimensione sociale, in comunità spogliate dei loro beni, della loro identitità, martoriate dalle ferite della violenza.
Da martedì 4 giugno una delegazione di Yaku ha cominciato gli incontri con alcune delle comunità che partecipano al progetto: a Sucre i Bienandantes e la straordinaria esperienza di gestione comunitaria dell'acquedotto locale, sono stati i primi ad incontrarci, facendoci conoscere le loro forme di resistenza fra il conflitto armato che in quelle zone vede il transito dei due eserciti guerriglieri, e le pressioni di multinazionali minerarie e del governo colombiano, che spinge verso la svendita e la privatizzazione delle risorse idirche. A Tequendama, sulle montagne circostanti, comunità contadine che furono cacciate dai loro terreni e dalle loro case nella prima ondata di violenza paramilitare dell'85-87, hanno intrapreso forme di gestione collettiva della terra riuscendo a far dichiarare la zona, Zona di Biodiversità. In una visione di bene comune e di sostenibilità, le comunità si sono organizzati per gestire la Casa de Las Semillas, dove si dedicano alla classificazione e protezione delle piante originarie dei boschi locali, fino a qualche anno fa praticamente distrutti dalle fumigazioni contro le piantagioni di coca. La Casa de Las Semillas, spazio collettivo d'incontro e di aiuto rexirpoco, gestisce e protegge anche le fonti d'acqua che dalle montagne servono la locale scuola, che ospita 35 bambini, oltre a sei veredas, piccole fattorie che ospitano attualmente 25 famiglie, circa 110 persone.
La missione continuerà nelle riserve del Valle del Cauca, con le comunità in via di estinzione degli idigeni Nonam e quelle contadine del Bajo Calima.
Acqua giustizia e pace
Il Cammino dell'Acqua in Colombia
Prima missione di Yaku in visita alle comunità resistenti nel Sud Ovest Colombiano
Il progetto “Acqua giustizia e pace”, il processo di appoggio alle comunità desplazadas della Colombia che Yaku porta avanti con la Commissione Justicia y Paz, comincia nel Cauca, con i Bienandantes e le comunità campesine di Tequendama. Acqua giustizia e pace aiuterà a costruire o migliorare acquedotti comunitari, a potabilizzare fonti idriche, a realizzare bagni secchi, nelle zone di conflitto colpite dagli sfollamenti forzati dovuti alla violenza paramilitare o militare. Si calcola che siano oltre 4 milioni i colombiani vittime di questo meccanismo feroce: contadini ed indigeni che con minacce, assassinii, torture, vengono costretti ad abbandonare le loro terre per l'industria mineraria, la coltivazione di coca o agrocombustibili, per strade, dighe, megaprogetti che hanno come minimo comun denominatore l'acqua.
La Comisiòn Justicia y Paz accompagna da decenni queste comunità, permettendo loro di rientrare nei propri territori o impedendo con l'interposizione nuovi sfollamenti. Gli acquedotti comunitari, in questa dimensione di forte conflittualità, rappresentano non solo l'unica possibilità di accesso all'acqua e dunque di sopravvivenza, ma anche una forma di ricostruzione della dimensione sociale, in comunità spogliate dei loro beni, della loro identitità, martoriate dalle ferite della violenza.
Da martedì 4 giugno una delegazione di Yaku ha cominciato gli incontri con alcune delle comunità che partecipano al progetto: a Sucre i Bienandantes e la straordinaria esperienza di gestione comunitaria dell'acquedotto locale, sono stati i primi ad incontrarci, facendoci conoscere le loro forme di resistenza fra il conflitto armato che in quelle zone vede il transito dei due eserciti guerriglieri, e le pressioni di multinazionali minerarie e del governo colombiano, che spinge verso la svendita e la privatizzazione delle risorse idirche. A Tequendama, sulle montagne circostanti, comunità contadine che furono cacciate dai loro terreni e dalle loro case nella prima ondata di violenza paramilitare dell'85-87, hanno intrapreso forme di gestione collettiva della terra riuscendo a far dichiarare la zona, Zona di Biodiversità. In una visione di bene comune e di sostenibilità, le comunità si sono organizzati per gestire la Casa de Las Semillas, dove si dedicano alla classificazione e protezione delle piante originarie dei boschi locali, fino a qualche anno fa praticamente distrutti dalle fumigazioni contro le piantagioni di coca. La Casa de Las Semillas, spazio collettivo d'incontro e di aiuto rexirpoco, gestisce e protegge anche le fonti d'acqua che dalle montagne servono la locale scuola, che ospita 35 bambini, oltre a sei veredas, piccole fattorie che ospitano attualmente 25 famiglie, circa 110 persone.
La missione continuerà nelle riserve del Valle del Cauca, con le comunità in via di estinzione degli idigeni Nonam e quelle contadine del Bajo Calima.