“Bienandantes” difendendo le risorse naturali
Bienandantes: chi siamo
Siamo uomini e donne, campesinos e campesinas che viviamo in Sucre e ci impegniamo per difendere la terra lavorando comunitariamente.
Avevamo l'impressione che nel paese ci fosse una mancanza di organizzazione che faceva sì che la gente non potesse esprimersi di fronte alle ingiustizie. Di fronte a tutto quel che succedeva, la gente si zittiva e non c'era chi potesse affrontare in modo organizzato i problemi. Ci siamo allora sentiti come i portavoce della comunità che ama la terra e vuole difenderla.
Ci siamo costituiti in gruppo con l'obiettivo di allertare la comunità e di aiutare a difendere il territorio. Qualcuno ci vede come sassolini nelle scarpe dato che non promettiamo nulla, stiamo solamente lavorando con il popolo affinché tutti apriamo gli occhi e ci manteniamo svegli. È un lavoro collettivo e comunitario che non cerca l'interesse di qualcuno, quanto piuttosto si pone come obiettivo l'interesse collettivo.
Siamo un'organizzazione di nove famiglie proprietarie di un terreno collettivo che è stato simbolicamente dichiarato “zona di biodiversità” come meccanismo di protezione del territorio con pratiche dimostrative in ambito agropecuario; ci prendiamo cura con lavoro comunitario di questo terreno, “El Arca”: qui piantiamo sementi tradizionali e piante medicinali, coltiviamo in modo biologico, alleviamo galline e anatre,...
Contesto di Sucre
Sucre è un comune di 8600 abitanti, considerando tutto territorio comunale. Nel paese vivono più o meno 2000 persone, mentre le altre vivono nella circostante zona rurale.
Situato nella regione del Cauca, nel sud-ovest della Colombia, si trova nella Cordigliera Occidentale, nel Massiccio Colombiano, dove nascono i tre maggiori fiumi della Colombia (il Magdalena, il Patía e il Caquetá) e dove ci sono vari progetti di sfruttamento minerario da parte di multinazionali. Lo stesso Sucre fa parte di una zona mineraria, a questo municipio appartiene parte del Cerro Negro, montagna dove si trova oro che alcune imprese vorrebbero sfruttare, mettendo in pericolo l'ambiente naturale e le acque che verrebbero inquinate durante l'estrazione.
Sucre si trova nel mezzo del conflitto armato, con presenze della guerriglia (Farc e Eln), paramilitari e militari (polizia ed esercito).
La maggioranza della popolazione di Sucre è campesina e vive del lavoro della terra. Nel territorio del comune ci sono tre zone climatiche diverse, pertanto si coltivano diversi prodotti e la raccolta è in vari periodi dell'anno.
Il municipio è molto ricco di risorse idriche.
Difendendo l'acqua
Nel 2008, sono iniziate a circolare voci di possibili esplorazioni per futuri sfruttamenti minerari da parte della multinazionale Anglo Gold Ashanti, che era già presente nel municipio de La Vega, vicino a Sucre. Preoccupati per la situazione, abbiamo deciso di stilare un inventario ecologico attraverso una spedizione ecologica al Cerro Negro, per conoscere i bacini idrici e per renderci conto delle risorse idriche presenti nel territorio e che avrebbero potuto essere danneggiate da questi progetti. Abbiamo invitato ogni cittadino e cittadina: “unisci le tue impronte alla nostra camminata per la difesa del territorio!”
Durante questo percorso, ci siamo resi conto che l'acqua dei fiumi e la natura della montagna avevano già sofferto dei danni, principalmente a causa della deforestazione (i campesinos, per mancanza di risorse economiche, cercavano possibilità di sopravvivenza nella deforestazione che permetteva di ottenere terre per i pascoli e per le coltivazioni illegali) e a causa delle fumigazioni (il governo stava fumigando, con elicotteri e piccoli aerei, le coltivazioni di coca e papavero ma anche le coltivazioni di prodotti per consumo alimentare).
Abbiamo allora iniziato a promuovere attività di coscientizzazione e di sensibilizzazione sulla minaccia della mega-mineria e sull'importanza di difendere il territorio. Dopo poco giorni, sono arrivati degli incaricati della Anglo Gold Ashanti con collaboratori locali e hanno fatto uno studio di esplorazione lungo il tragitto dove avevamo realizzato la camminata, fino alla cima del Cerro Negro. La multinazionale ha inoltrato la richiesta per due concessioni per l'esplorazione e per l'estrazione: una di 611 ettari nel territorio del comune di Sucre e un'altra di 9.900 ettari che include territori nei municipi di Sucre, La Vega e Almaguer. In questa zona si trovano le sorgenti di acqua delle principali fonti idriche della regione, incluso il bacino del rio Mazamorras da dove sgorga l'acqua dell'acquedotto di Sucre.
In quel periodo, gli incaricati dell'impresa multinazionale hanno chiesto anche dei Bienandantes, offrendo ad un nostro compagno un lavoro con loro, con l'intenzione di screditarci.
Durante la campagna di sensibilizzazione della popolazione, ci siamo recati nei caseggiati dell'area rurale per parlare con le persone, abbiamo proposto un incontro di sensibilizzazione in paese e realizzato eventi artistici, proponendo riflessioni attraverso espressioni artigiane.
No al business dell'acqua
D'accordo con la politica statale nazionale, nel 2008 si stava discutendo, in tutti i municipi del Paese, il “Piano Dipartimentale delle Acque”, una politica di privatizzazione dell'acqua, in particolare dei servizi di acquedotto, fognatura e gestione dei rifiuti. Nel 2008, quando al comune di Sucre chiesero di approvare il Piano Dipartimentale delle Acque (anche se era già stato presentato per la prima volta nel 2007), ci siamo preoccupati. Con l'appoggio di amici di altre organizzazioni, abbiamo promosso un momento formativo per approfondire la tematica ed abbiamo iniziato un lavoro di sensibilizzazione con la gente del paese e con i consiglieri comunali affinché non approvassero il Piano.
Così i consiglieri, sotto la spinta del popolo coscientizzato, non hanno approvato la delibera di inclusione del comune di Sucre nel Piano Dipartimentale delle Acque del dipartimento del Cauca, anche se erano molto forti le pressioni e l'insistenza di alcune delle autorità di quel periodo. Sucre, Miranda, Corinto, Caldono e Almaguer furono gli unici, dei 42 municipi del Cauca, a non approvare il Piano Dipartimentale delle Acque.
In Sucre, l'acquedotto era stato costruito con il lavoro di tutta la comunità, molto prima che Sucre fosse riconosciuto come municipio, nel 1999, e la proprietà era collettiva, della stessa comunità, per questo è considerato “acquedotto comunitario”.
Il tentativo di privatizzazione è cominciato nel 2005, per iniziativa del sindaco di allora, cambiando le reti e implementando i contatori per regolamentare il servizio. Di fronte a questo rischio, la popolazione si è allarmata e si è creata un'organizzazione comunitaria degli utenti per la gestione del pagamento dell'acqua: l'“Associazione degli Utenti dell'Acquedotto di Sucre” che si prende in carico la prestazione del servizio. È stato possibile costituire questa associazione perché la legge permette che la gestione degli acquedotti sia della comunità che si organizza e non necessariamente nelle mani di un'impresa. L'associazione ha permesso che si continuasse con il sistema di prima, che fosse la comunità stessa a stabilire le regole di gestione dell'acquedotto, il contributo di ciascuno, i lavori comunitari che l'acquedotto necessitava, il compenso per coloro che vi lavoravano,... però le amministrazioni municipali non hanno appoggiato questo processo comunitario.
Nel 2009, si è ripreso il processo di privatizzazione attraverso la creazione di un'impresa mista per azioni per la prestazione del servizio di acquedotto, fognatura e gestione dei rifiuti, con il pretesto della necessità di potabilizzazione e dell'adempimento di altri requisiti previsti dalle leggi nazionali (anche se l'amministrazione avrebbe potuto appoggiare l'Associazione degli Utenti perché adempisse ai requisiti) .
Come Bienandantes, abbiamo chiesto al Comune di appoggiare l'Associazione degli Utenti, come previsto dalla legge. Abbiamo organizzato un'assemblea, con l'appoggio di alcuni consiglieri comunali, chiedendo alla comunità se voleva la creazione dell'impresa mista o se preferiva che fosse l'Associazione degli Utenti a continuare la gestione dell'acquedotto. Partecipò molta gente e la assoluta maggioranza dei presenti chiese che l'amministrazione appoggiasse l'Associazione degli Utenti. Nonostante la gente si fosse espressa così esplicitamente contro l'impresa, l'amministrazione ha autorizzato la sua creazione con un atto illegittimo e totalmente contraria alla volontà popolare.
Resistenza contro l'impresa mista e per l'acquedotto comunitario
A partire da quel momento, è iniziato il processo di organizzazione e di resistenza contro l'impresa mista per azioni. Abbiamo coinvolto altre organizzazioni e forze, e insieme abbiamo costituito un comitato a favore della difesa e recupero dell'acquedotto comunitario.
Con questo obiettivo, si è elaborato un piano di azione, con la consulenza della Commissione Interecclesiale Giustizia e Pace:
1. Socializzazione del problema con i membri del Comitato
2. Formazione dei membri del Comitato
3. Dialogo con gli abitanti di ogni quartiere di Sucre
4. Legittimazione del Comitato. In un'assemblea generale la popolazione ha espresso esplicitamente l'appoggio al Comitato che si è allargato con la partecipazione di altre persone.
5. Formazione della comunità
6. Mobilitazioni pacifiche contro l'impresa mista per azioni: marcia per le strade del paese, trasmissione radiofonica nell'emittente comunitaria, visibilità in altri comuni attraverso interviste radiofoniche, installazione di striscioni appesi sopra le strade, murales e scritte dipinte sull'asfalto delle strade con frasi in difesa dell'acqua
7. distribuzione di volantini invitando la gente a non pagare le ricevute dell'impresa con un atto di legittima disobbedienza civile
8. Coordinamento con altri processi di resistenza che si stavano portando avanti in altre parti del Paese
9. Incidenza nelle agende dei politici affinché i candidati (il 30 ottobre 2011 ci saranno le elezioni per il sindaco, il consiglio comunale, il governatore regionale) esprimano le loro posizioni in relazione alla privatizzazione dell'acqua e si impegnino pubblicamente a favore di un acquedotto comunitario.
Continuiamo nel processo di resistenza civile
Oggi, la lotta continua. Stiamo portando avanti, giorno dopo giorno, i molti punti del piano d'azione che sono tuttora attuali. Continuiamo nel processo di resistenza civile, opponendoci all'impresa mista e chiedendo che l'acquedotto torni ad essere ufficialmente nelle mani della comunità.
Continuiamo ad impegnarci nella nostra realtà di Sucre, sognando un mondo diverso e cercando cambiamenti a partire da una coscientizzazione del popolo.
Scritto dall'Associazione Campesina “Bienandantes” – Sucre
Sucre, 15 ottobre 2011
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