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"UN PAESE CHE CAMBIA E SPERA".
iniziano oggi i negoziati FARC - Governo colombiano. Un nostro articolo de Il manifesto.
francesca Caprini per Il Manifesto
[18/10/2012 16.37.22]



Raccontano a Sucre, cittadina della regione del Cauca, nel Sud Ovest della Colombia, di quella notte del 7 maggio, quando un battaglione di 17 elenos – appartenenti all'ELN, l' Ejército de Liberación Nacional - scesero in paese dalle montagne circostanti per attaccare il locale Punto de Policia. Il saldo fu di un ferito e danni alle case circostanti, Erano in corso le elezioni municipali, e l'ELN voleva dire la sua. Il candidato sindaco, Hoyos, del Movimiento de Participación Democrática, era il favorito (e fu eletto). Fra i punti del suo programma, l'appoggio all'organizzazione comunitaria dei Bienandantes, contadini organizzati per gestire collettivamente il locale acquedotto. “L'acqua dev'essere di tutti”, dicevano loro, opponendosi ai piani normativi regionali che sostanzialmente spingono alla svendita del patrimonio idrico ad imprese private.

I Bienandantes hanno quello che si chiama un buon “potere di convocatoria”, sono seguiti dalla gente, e Hoyos lo sapeva, e durante la campagna elettorale aveva inserito un punto dedicato all'acqua pubblica. Ma non fu l'unico. Quella notte l'hostigamento dell'ELN aveva lasciato, oltre ai soliti volantini e alla paura per gli scoppi di mortai, la cittadina ricoperta di scritte sui manifesti elettorali: “L'acqua è di tutti, l'acqua è un bene collettivo”.

Ricardo Quinayas, da tutti chiamato "Chonoto", assicura che il battaglione era composto tutto da donne: “La mattina l'esercito ha fatto piazza pulita di tutti quei cartelloni”, racconta el Chonoto. Che non se l'è passata bene, perché essendo lui uno di quelli coinvolti nella gestione dell'acquedotto comunitario, è stato fatto passare come un filo-elenista, è stato interrogato, minacciato, maltrattato. “Il problema invece è che la stazione di polizia, l'esercito l'ha voluta costruire proprio nel mezzo del paese, vicino all'ospedale e alla scuola. Ci mette in pericolo costantemente”, dice lui. E infatti se passi per Sucre, che è un paesello carino fra le colline coltivate a caffè, quel bunker della polizia fatto di bidoni arrugginiti, sacchi di sabbia alle finestre e filo spinato, è davvero un pugno in un occhio. Ma i sucreños hanno una buena honda. Temprati da anni di massacri e sfollamenti – qui il paramilitarismo diede il peggio di sé, alla fine degli anni '90 – e forti del loro percorso autonomo sulla gestione dell'acqua e contro la multinazionale Gold Ashanti, che minaccia sia il fiume che la montagna circostanti per accaparrarsi l'oro, vanno avanti, per ora, con l'appoggio del sindaco e delle organizzazioni sociali.

E' un'immagine che scivola nel romantico, quella di 17 guerrigliere che nella notte, fra scoppi di dinamite, si mettono a scrivere “L'acqua è un bene di tutti” sui cartelloni elettorali di una cittadina di una delle regioni più calde della Colombia, ma ci dice comunque che il Paese sta cambiando. E non solo perchè il prossimo 14 ottobre – previsto inizialmente l'8 - si terrà ad Oslo lo storico incontro fra Governo colombiano, rappresentanti delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC) e - hanno dato conferma in questi giorni – anche dell'ELN: negoziati di pace che potrebbero mettere la parola fine al conflitto militare più antico dell'America latina attraverso la ricerca di una soluzione politica. C'è un cauto ottimismo e la forte richiesta di una partecipazione della società civile, a questo percorso. Raccolta anche dagli studenti colombiani, che il 4 ottobre hanno fatto partire la settimana dell'Indignazione, con appuntamenti ed incontri in varie parti del Paese fino al 12 ottobre.

Il tema dei beni comuni, delle risorse, della loro gestione, è centrale nella dimensione del conflitto della Colombia”, racconta Padre Alberto Franco, sacerdote colombiano della Commision Justicia y Paz, storica organizzazione per i diritti umani che dall'88 è in prima linea al fianco delle comunità contadine, indigene ed afrodiscendenti, vittime della guerra e degli sfollamenti forzati. Padre Alberto è in Italia ed in Europa per una serie di incontri volti al rafforzamento internazionale della rete che appoggia Justicia y Paz, e in procinto di recarsi proprio in Norvegia. “In questo momento recuperare la logica del bene comune, che storicamente appartiene alle popolazioni originarie, significa scontrarsi con il sistema neoliberista. Il capitale è oggi alla base del conflitto colombiano. Camminare verso la Pace, in Colombia, significa disinnescare quelle che sono le cause dell'ingiustizia sociale. La guerra colombiana si è concentrata in regioni dove la politica estrattivista dei governi Uribe prima e Santos dopo – in particolare le coltivazioni intensive di agrocombustibili, i megaprogetti come la diga del Quimbo, il saccheggio delle risorse petrolifere e minerarie – ha radici più profonde. E' evidente la connessione fra il potere politico ed il potere militare, in Colombia. Ma la società civile, le comunità, si stanno organizzando: non solo prendendo coscienza sempre più di quelle che sono le reali cause del conflitto, ma cercando di proteggere i propri territori con una gestione collettiva, creando zone umanitarie e di protezione della biodiversità, in antitesi con le privatizzazioni e le ruberie di terra”. L'acqua potabile, che in Colombia è accessibile a meno della metà della popolazione, ne è un esempio: gli acquedotti comunitari, imprese famigliari, collettive o comunitarie, danno oggi da bere a più di 4 milioni di persone. Si sono costituite in una rete nazionale, hanno una visione globale della gestione del territorio, si oppongono alle miniere a cielo aperto, alla distruzione delle montagne, all'avvelenamento delle fonti con i metalli pesanti. E nei territori di desplazamiento, di sfollamenti forzati, per cui la Colombia è seconda solo al Camerun, nelle classifiche mondiali, con 5-7 milioni di profughi interni, la gestione collettiva del bene comune acqua oltre a garantire la sopravvivenza della gente che ritorna nelle proprie terre originarie, aiuta queste comunità a ritrovare un'identità collettiva.

L'attuale presidente, Juan Manuel Santos, ha voluto dare un segnale forte con l'apertura, il 27 agosto scorso, dei negoziati. “Entrambe le parti si sono rese conto che la soluzione militare non porta più a niente – spiega ancora Franco – la guerra allontana gli investitori, visto che in molti territori le FARC hanno concentrato le azioni militari contro le multinazionali. Ma non dobbiamo dimenticare chi è Santos. Lui ed Uribe sono due momenti diversi di uno stesso cammino. La politica sociale è quasi la stessa, ma l'attuale presidente è un po' più “sociale”, abbracciando lo stile del nonno, Eduardo Santos, avvocato, giornalista e proprietario del quotidiano El Tiempo [ancora nelle mani della famiglia Santos. ndr] che governò negli anni '30. Ne sono un esempio la promulgazione delle leggi “Sulla terra” e “sulle vittime”, che dovrebbero legalizzare le proprietà di molte terre, che hanno aspetti almeno criticabili, ma che creano consenso. L'attuale presidente è apparentemente meno radicale del predecessore, che era legato a doppia mandata a frange narcos e paramilitari. Si potrebbe dire che ammazza con più eleganza e più lentezza”. Perché, spiega, appoggia un sistema economico brutale con le masse povere, che aumenta l'indice di iniquità del Paese e non placa le conflittualità legate alle risorse. “Il parastato che esiste in Colombia è un tipo di politica legato ad uno Stato, legato a sua volta al capitale. Molte imprese sono direttamente connesse con il paramilitarismo. Questo crea un ambiente di opposizione alle organizzazioni sociali che è alla base della crisi umanitaria che stiamo vivendo, dovuta al conflitto armato, e all'impoverimento della popolazione”.

In Colombia si continuano a trovare fosse comuni, ultima tomba di centinaia di persone, per lo più ragazzi, vittime della pratica dei falsos positivos : Uribe lanciava nel 2002 l'età della seguridad democratica, con il pugno duro contro le guerriglie, e prometteva riconoscimenti a chi catturava o uccideva un guerrigliero. I trofei si moltiplicarono a dismisura, trasformando poveri contadini in guerriglieri, con le tute da guerra e magari le scarpe calzate al contrario, ma allora bastava così. Nessuno sta veramente pagando per quelle migliaia di morti, tantomeno Santos che era allora ministro degli Interni e della Difesa.

Manuel Santos ha fatto dunque passi sorprendenti, negli ultimi mesi: dialoga con il presidente venezuelano Hugo Chavez - nemico giurato di Uribe - che sarà anche uno dei supervisori nel secondo incontro dei negoziati di pace, a Cuba, insieme al Cile. “Ma fa parte di una strategia studiata, che vuole cambiare faccia con la comunità internazionale, e che invece non modifica le relazioni di potere all'interno del paese – dice - Anche l'apparente litigiosità fra Santos ed Uribe la definirei con quello che dice la gente: un matrimonio, dove si litiga in pubblico, ma in privato non si arriva mai alla rottura”, conclude Padre Alberto.

A cui, essendo lui un religioso, chiediamo in tutto questo la Chiesa come si pone:” La Chiesa cattolica si è presentata come una delle parti di mediazione, nel processo di pace. Io dico che fino ad oggi la Chiesa ha tenuto posizioni per così dire, molto timide, che in particolare non mettono in discussione il modello capitalista. Che invece è in netta antitesi con il Vangelo, ma in Colombia non abbiamo ancora visto, praticamente, una Chiesa ufficiale schierata”.

Per parte del Governo, ai negoziati in terra norvegese, saranno presenti l'ex vicepresidente Humberto de la Calle Lombana, l'ex direttore della Policía Nacional Óscar Naranjo, ed il comandante dell'Esercito, Jorge Enrique Mora Rangel; il ministro dell' Ambiente, Frank Pearl e Sergio Jaramillo, consigliere per la Sicurezza nazionale. Infine, il presidente dell'associazione degli imprensari, Luis Carlos Villegas. Per le FARC saranno presenti dieci guerriglieri: cinque "plenipotenciarios" - Andrés París, Iván Márquez, Rodrigo Granda, Marco León Calarcá y Simón Trinidad - e cinque soldati semplici --Jesús Santrich, Hermes Aguilar, Rubén Zamora, Bernardo Salcedo y Sargento Pascuas. Per l'ELN ancora non si hanno notizie precise.

Dunque – spiega ancora Padre Alberto – nessun rappresentante della società civile. Noi invece, che appoggiamo i negoziati con speranza, stiamo spingendo perchè i rappresentanti delle organizzazioni indigene, contadine, afrodiscendenti, delle donne, degli studenti, di tutte insomma, quelle vittime che in questi decenni hanno pagato in prima persona il dazio più pesante al conflitto, debbano poter avere voce in questo cammino verso la Pace, che altrimenti non produrrà il reale cambiamento di modello di cui abbiamo bisogno”.

I Punti su cui si accorderanno – spiega anche Danilo Rueda, della Commissione Justcia y Paz, che abbiamo recentemente incontrato a Bogotà – sono 5: vittime, garanzie politiche, restituzione della terra, narcotraffico e coltivazioni illecite. “Con la diminuzione del flusso di denaro che il Plan Colombia aveva fatto arrivare alle casse dello stato, l'attuale governo si è dovuto riorganizzare. In questo ultimo anno gli attacchi alla multinazionali sono aumentati. Questo panorama si connette poi con i fattori internazionali dell'area del Pacifico, con l'accaparramento del Bloque Unasur e del Bloque ALBA delle aree di riserve forestali. Gli USA e l'Asia, la Cina in particolare, secondo investitore a livello globale della Colombia legata al petrolio, hanno fatto capire che l'insicurezza giuridica e militare in quella zona mette in crisi la crescita degli interessi legati all'Alba e al Mercosur”.

Ha del surreale, in effetti: la situazione geopolitica ed economica della Colombia spinge il Governo ad accordi di pace. Ma sono le cifre a parlare: dopo 8 anni di governo Uribe e due di Santos, le guerriglie possono contare ancora su un radicamento capillare in molti territori, e di più di diecimila soldati. “Almeno 3000 elenos e circa 8000 affiliati alle Farc”, dice Rueda. “Di questo passo ci vorrebbero altri vent'anni per fiaccare questi eserciti”. Rueda vede comunque rischi concreti in questi negoziati: “Il modello estrattivista non viene messo in discussione, nonostante sia in una crisi senza precedenti e il tema della terra sia al punto numero uno del dialogo con Farc-Eln. La Pace non è solo deporre le armi. Ci vorrebbero delimitazioni reali all'economia estrattivista, ovvero una democrazia dove anche l'aspetto della difesa ambientale e delle scelte economiche siano compresi. Dove le organizzazioni civili siano realmente coinvolte. E dove non esista più il TLC [trattato di Libero Commercio]”. La Colombia, il paese più filoamericano del continente, si sta allontanando dagli USA?:”Lo sviluppo di un progetto bolivariano sarà l'ennesimo pretesto per esercitare ulteriori ingerenze”, risponde.

Danilo Rueda fa parte dell'organizzazione politica Colombianas y Colombianos por la Paz, fortemente coinvolta nel processo di pace. Nato nel 2008, raccoglie cittadini, attivisti e deputati - fra cui la liberale Piedad Cordoba, leader del movimento Poder Ciudadano Siglo XXI - impegnati nella risoluzione del conflitto colombiano. La loro posizione è netta: “Noi chiediamo giustizia e verità – continua Rueda - Vogliamo un assemblea costituente attraverso un referendum popolare. Vogliamo che gli Stati Uniti e l'Europa assumano le loro responsabilità all'interno del conflitto colombiano. Nell'ultima decada l'Europa in particolare si è impegnata fortemente nella difesa dei diritti umani in Colombia. Ma a questo non fa seguire un cambiamento delle politiche economiche. Dobbiamo anche ricordare che le FARC non nascono come esercito terrorista, ma come esercito guerrigliero che portava avanti precise proposte politiche”. Proposte concrete, dunque. Che fanno capo ad una visione più generale: “Guardiamo con preoccupazione quello che sta succedendo in Europa. Per questo penso che sia necessaria una coordinazione strategica e di analisi per costruire insieme piattaforme politiche e sociali eque. Siamo parte di un Pianeta. Dobbiamo cominciare a ragionare abbattendo barriere. Perché la pace non ha senso senza giustizia sociale”.

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Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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