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NAZIONALIZZAZIONE E RISORSE
La Bolivia fra difesa della Pachamama e desarrollismo. Mentre la tassa sugli idrocarburi infiamma il Paese
Francesca Caprini, da Left
[07/09/2008 23.06.54]



Documento senza titolo

Parlare di gestione delle risorse in Bolivia è – tentare – di parlare della Bolivia oggi.

La riappropriazione dei beni – la terra, le risorse del sottosuolo, l'acqua – e della loro gestione, è stata una delle bandiere della grande onda rivoluzionaria dei movimenti sociali boliviani. Momenti illuminanti di questo spazio storico sono stati senza dubbio la Guerre dell'Acqua di Cochabamba del 2000 contro la multinazionale statunitense Bechtel, e la cacciata della Suez Lyonesse des Eaux, anni dopo, a El Alto; la Guerra del Gas del 2003, sempre nell'Altiplano Andino. Prima, le grandi marce indigene per rivendicare il possesso della terra alle popolazioni originarie, l'ultima delle quali, la quinta, fu nel 2006.

Momenti, spazi, ritmo di una storia boliviana che hanno - anche -  fatto di Evo Morales un presidente.
In tutte  le guerre citate, il controllo sociale dal basso prendeva il sopravvento su quello legale – ma illegittimo – dello stato: allora erano le dittature militari o neoliberali dei vari presidenti Hugo Banzer, Sanchez de Lozada, Carlos Mesa.

Un grido di ribellione proveniente da un popolo in lotta per la difesa di diritti inalienabili, quali l'accesso all' acqua o contro lo sfruttamento delle  proprie riserve naturali, vedi il gas, di cui la poverissima popolazione boliviana non aveva mai potuto beneficiare, pur possedendo un bacino idrocarburifero di immense dimensioni (lo 0,4 % di quello mondiale, secondo solo a quello del Venezuela). Lo sforzo della gente "sencilla e trabajadora" (semplice e lavoratrice), convogliata nei movimenti indigeni, operai, contadini, studenteschi, aveva non solo come obiettivi il recupero della sovranità popolare e il superamento del modello neoliberale, ma, più in profondità, l'elaborazione e l'attuazione di un nuovo sistema di relazioni sociali. Di un nuovo "ordine". Una speranza non solo della gente boliviana, ma di gran parte del mondo che assisteva ai fatti col fiato sospeso.

Più basicamente, le richieste della popolazione boliviana erano l'acqua pubblica, un'Assemblea Costituente dove fossero rappresentate tutte le categorie della società boliviana e la nazionalizzazione degli idrocarburi.
Se il compito dell'Assemblea Costituente, come è noto, si è già concluso (e non felicemente), il dibattito sulla difesa e la gestione delle risorse della Bolivia è ancora aperto. L'acqua, in particolare, ha una valenza politica e culturale che si riallaccia alla matrice profondamente indigena della Bolivia: fin dai tempi preincaici le fonti d'acqua rappresentavano gli spazi di costruzione ed elaborazione politica. La loro gestione era determinata a livello comunitario. Esisteva – ed esiste – una casta sociale che si occupava della distribuzione delle acque nei campi. Che c'è ancora oggi, ed è al governo: sono i Regantes del senatore Omar Fernandez, appartenenti al partito del Movimento Al Socialismo. L'acqua ancora oggi in Bolivia è gestita per lo più a livello comunitario. Una concezione che coccia contro la gestione centralistica dello stato socialista promosso dal Governo Morales.  E che ha cocciato duramente contro il fallimento delle imprese municipali recuperate durante le guerre dell'acqua: la Semapa di Cochabamba è oggi oggetto di attenta revisione dopo una stagione di corruzione e soprusi e si trova in antitesi con gli oltre 500 comitè dell'acqua che gestiscono di fatto tutta la Zona Sud della città; nella impresa EPSAS di El Alto nessuna delle Juntas Vecinales aymara che autogestiscono la città satellite di La Paz si riesce a riconoscere perché non c'è controllo sociale al suo interno.  

In ballo ci sono poi gli idrocarburi, nazionalizzati due anni orsono.

Il primo maggio del 2006, come promesso, Evo Morales attua il "decreto di nazionalizzazione n. 28701" chiamato "Heroes del Chaco" e platealmente messo in atto con l'occupazione militare dei pozzi petroliferi, appunto, nella macroregione del Chaco – scelto non a caso, visto che nel suo sottosuolo scorre circa un quarto dei 74 trilioni di metri cubi di gas della Bolivia, e che al tempo delle dittature neoliberali fu svenduto alle grandi multinazionali, dalla ispano argentina Repsol – YFB, alla anglo argentina British Petroleum – Bridas, la Shell, la statunitense Transredes S.A..

Tale decreto 28701 permetteva allo stato di assumere la proprietà dei gas e del petrolio, affidata alla rinata - ma tutt'ora fortemente indebitata - impresa petrolifera statale YPFB per il 51% delle azioni, tassate all'82%.
La nazionalizazione del Governo Morales  - la terza dopo quella del '37 e del '69 – è stata definita più una "ricontrattazione" con le imprese (che non hanno messo in pratica le iniziali minacce di lasciare il Paese) ed attualmente non sembra aver raggiunto i risultati promessi. Secondo un Forum tenuto il 13 agosto scorso a El alto, al quale partecipavano intellettuali e docenti della Bolivia - da Roberto Fernández, docente della Università San Simon Cochabamba, a Carlos Arze, del Centro di Studi CEDLA -  "il Governo del MAS ha trasferito alla YPFB, a titolo gratuito, le azioni del cosiddetto Fondo di Capitalizzazione Collettiva delle imprese Chaco, Andina e Transredes, arrivando ad un controllo del 48% delle azioni per le prime due, e al 34% per la terza. Non ha avanzato nella compra delle azioni delle imprese capitalizzate e privatizzate e dunque, l'intenzione di arrivare al 50% di azioni più una non ha raggiunto nessun risultato".

Il Governo si difende e dice che questa è la strada giusta. Solo nel 2007 sono entrate nelle casse dello stato oltre 1500 milioni di dollari (su un PIL di circa 11.000), distribuiti ad Università, Municipi, per le minipensioni a vecchi e bambini, in aumenti salariali. Interventi che pare non scalfiscano la radicata povertà boliviana, ma che hanno contribuito ad un consolidamento del consenso interno. Ci sono poi dei costi sostenuti dallo stato per il recupero delle imprese, di gasdotti, di impianti, che non sono ancora stati restituiti. Nonostante i lauti aiuti dall'amico Venezuela,  previsioni pessimistiche dicono che la Bolivia si troverà in difficoltà, anche perché priva di un vero programma di sviluppo economico "a largo plazo", ovvero a lunga gittata, e per la forte frammentazione politica interna. Dalla sua, il Governo Morales ha potuto contare fino ad ora sul buon andamento dell'economia nazionale, cresciuta del 4,6% nel 2007, sull'aumento delle esportazionie e la riduzione del debito pubblico.
Gli idrocarburi sono argomento all'ordine del giorno: la sotrrazione della tassa IDH (Imposta diretta suggli idrocarburi) alle casse delle prefetture è diventata l'ultima materia di feroce scontro fra Governo del MAS e regioni governate dalle destre (che sono quelle che hanno i giacimenti di gas e petrolio più importanti): negli ultimi giorni nuovi bloqueos stradali hanno paralizzato la Bolivia, isolando le vie d'accesso ad Argentina e in Paraguay e alcuni gasdotti sono stati sabotati.

La situazione delle miniere meriterebbe poi un capitolo a sé. Il caso di Huanuni, ovvero lo scontro fratricida tra minatori cooperativistas e asalariados per lo sfruttamento dell'omonima miniera di stagno che nel 2006 é emblematica. Il Governo anche allora vacillò nella ricerca di una risoluzione, che fu la cessione di una parte del giacimento minerario ai cooperativistas. E comunque, di fatto, la Bolivia è invasa da imprese minerarie straniere che stanno sventrando il sottosuolo del Paese, avvelenando le falde acquifere ed arrivando a spostare un intera cittadina sasso per sasso, come nel caso della miniera di San Cristobal, della statunitense Apex Silver Mines Limited e della giapponese Sumimoto Corporation.

Fra ipercriticismo e ammirazione indefessa, è difficile trarre conclusioni sulla politica nazionalizzatrice in Bolivia. Sicuramente, sono molti i colpi di scena: la Entel controllata dall'italiana Telecom attraverso la olandese ETI, ad esempio. Un altro primo maggio, questa volta di quest'anno, un altro decreto, il 29544, per la nazionalizzazione delle azioni. La Telecom si è rivolta ovviamente al CIADI, l'organo della Banca Mondiale che si pronuncia sugli investimenti, chiedendo 350 milioni di dollari di risarcimento per mancato lucro. E' di pochi giorni fa la risposta del Governo Boliviano: non riconosce il CIADI, Euro Telecom avrebbe registrato in modo irregolare la sua denuncia, e il giudice proposto dalla compagnia italiana (Francisco Orrego Vicuna) sarebbe inadatto perche' membro della Banca mondiale.

L'atteggiamento più equilibrato, come suggerisce l'economista boliviano Jorge Viaña, è quello di considerare l'attuale governo boliviano come un governo di transizione. Questo permette di valutare anche le sue iniziative in campo di nazionalizzazioni – ben lontane dall'essere una vera riapprorpiazione delle risorse, e lontane anni luce dall'essere di marchio anticapitalista o addirittura rivoluzionario – in maniera positiva, come un primo passo verso verso "il necessario approfondimento del cambio". Insomma, non siamo al culmine di un processo, ma nel bel mezzo.

La questione delle risorse in Bolivia, e la loro gestione, non è poi solo economica. Sottende anche alla maniera di intendere la terra, l'acqua. La vita stessa. Il cammino democratico della Bolivia ha appena ricevuto l'impulso determinante del referendum popolare dello scorso 10 agosto, che ha riconfermato con quasi il 70% del consenso il presidente Evo Morales. Forte di questo, il governo socialista boliviano ha accelerato il passo fissando per il prossimo 7 dicembre il referendum per l'approvazione della Nuova Costituzione di Stato. Essa pianifica uno stato plurinazionale di 36  "nazioni" indigene. Oltre alla difficoltà di, per così dire, far incontrare questa visione indigenista dello stato con quella centralista del partito socialista al potere, la cultura indigena dice anche che la Pacha Mama dev'essere rispettata. Che l'acqua è un essere vivo. Che il petrolio è il sangue della terra. Desarrollismo (sviluppismo) e cosmogonia dovranno andare a braccetto.

pubblicato su Left in data 05.09.2008

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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