Dal cuore dell'Oriente Boliviano e dal leader della Guerra dell'Acqua di Cochabamba, il richiamo più forte all'unione della Bolivia.
Oscar Olivera ha deciso di scendere nuovamente in piazza. E lo fa insieme a tutti i portavoce dei maggiori movimenti sociali boliviani, da quattro mesi riuniti nella Coordinadora Nacional de los Movimientos Sociales. Questo nuovo organismo nazionale ha raccolto contadini, operai, autorità locali, dirigenti della COD, la Centràl Obrera Departamentàl, fino agli Aymara del Municipio ribelle di Achacachi con il loro sindaco Eugenio Rojas.
"Abbiamo capito che l'unica maniera di ribaltare l'attuale situazione nel nostro paese, che non rispecchia assolutamente la volontà popolare, è la mobilitazione dei settori sociali", ha detto Olivera, che è anche presidente del sindacato dei Los Fabriles, i metalmeccanici di Cochabamba, durante la coraggiosa manifestazione tenutasi il 12 aprile scorso a Plan Tres Mil, vicino Santa Cruz. "La Coordinadora Nacional è una organizzazione autonoma, sia nei confronti del Governo che dei partiti politici. La nostra militanza è prima di ogni cosa verso il popolo. Poi ognuno è libero di seguire il partito che vuole. Ma noi ci opponiamo a qualunque intento divisionista che oggi è portato avanti da questi gruppuscoli di impresari che vogliono solo la frammentazione del nostro Paese".
Attorno ad Oscar Olivera i movimenti sociali hanno trovato nuova compattezza, superando ogni divisione ideologica in vista di un obiettivo più alto ed urgente: la salvaguardia del progetto democratico boliviano, iniziato due anni fa con l'elezione del presidente Evo Morales, che le minacce sempre più violente dei capi politici della parte ricca e bianca della Bolivia, la cosidetta Media Luna, stanno mettendo in serio pericolo.
Dunque, ci siamo. Dopo le feroci campagne mediatiche e gli annunci di secessionismo degli ultimi mesi, i proprietari terrieri dell'Oriente Boliviano lanciano l'attacco finale. In vista del prossimo doppio referendum - fissato per il prossimo 4 maggio – il primo sulla Nuova Costitucion del Estado, già approvata dall'Assemblea Costituente il 9 dicembre, il secondo sul numero di ettari che stabiliscono un latifondo (5000 o 10.000), i sei dipartimenti – su nove - attualmente in mano all'opposizione disconoscono ufficialmente la Costituzione e il presidente Morales.
Riuniti nei partiti conservatori di Podemos, del Mnr, del Adn; capeggiati da personaggi come il Prefetto di Santa Cruz Rubén Costas - che ora si fa chiamare "comandante" – il Presidente del Comitè Civico di Santa Cruz, il magnate della soia di origine croata Branko Marinkovich, e l'ex presidente della repubblica, Jorge Tuto Quiroga; ben fiancheggiati dai settori politici conservatori di Chuiquisaca e Cochabamba, coloro che storicamente sono i padroni degli immensi appezzamenti terrieri dell'est del Paese, e soprattutto, dei giacimenti minerari e idrocarburiferi che stanno nel sottosuolo - tentano il tutto e per tutto e annunciano la costituzione di un sedicente governo autonomo in cui si riconoscono le regioni di Santa Cruz, Tarija, Beni, Pando, Cochabamba y Chuquisaca riuniti nel Consiglio Nazionale Democratico (CONALDE), e lanciano per lo stesso giorno, il 4 maggio, un illegale referendum di autonomia.
Eppure la nuova Costituzione aveva previsto forme autonomiche: l'articolo 270 riconosce nello Stato diversi tipi di autonomie, quella regionale, dipartimentale, municipale ed indigena – campesina, come dal referendum autonomico del 2006; l'articolo 287 riconosce anche la decentralizzazione fiscale e normativa del governo di ogni dipartimento autonomo. Ma tutto questo non basta ai signori della terra, che hanno chiesto senza mezze misure di "non obbedire alla nuova Costituzione, di organizzarsi in resistenza civile in una lotta per l'autonomia che parta da ogni angolo, da ogni quartiere , da ogni piccolo paese".[così l'estremista Branko Marinkovich].
Oscar Olivera, con l'annuncio del 12 aprile scorso, dà loro la risposta più forte: quella dell'unità dei movimenti sociali ed operai al fianco della popolazione civile: " La Bolivia si oppone a qualunque progetto di divisione", ha affermato."Dopo il 4 maggio, dobbiamo rimanere uniti per affrontare anche lo strapotere delle multinazionali". E gli fa eco il sindaco di Achacachi Eugenio Rojas, che dice: "Il 4 maggio saranno convocati tutti i movimenti sociali di tutto il paese, gli emarginati, i lavoratori, gli studenti e gli universitari. Quel giorno ci mobiliteremo tutti per rifiutare il referendum autonomico di Santa Cruz".
E lo fa,Oscar, insieme a moltissimi, proprio durante le giornate della Guerra dell'Acqua, di cui in questi giorni si conta l'ottavo anniversario.