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LA CONAIE ROMPE CON IL GOVERNO CORREA
In gioco la plurinazionalità e la consulta previa sulle risorse naturali
Paola Colleoni
[20/05/2008 15.53.26]



Lo scorso 12 maggio, un graffiante comunicato emesso dalla CONAIE ha sancito una rottura politica con Alianza Pais ritirando l’appogio al presidente Correa.
Il motivo, la risposta negativa da parte dell’Assemblea Costituente di inserire nella nuova costituzione la richiesta irrinunciabile dell’agenda politica del movimento indigeno ecuadoriano: il riconoscimento della plurinazionalità del paese e dell’introduzione di un meccanismo di consulta previa alle nazionalità indigene in materia di sfruttamento delle risorse nei loro territori ancestrali.
I tempi in cui l’allora presidente di CONAIE salutava nel novembre del 2006 l’elezione di Correa riconoscendolo come rappresentante e portavoce delle istanze indigene sembrano lontani anni luce. Ma cosa è successo in quest’anno e mezzo di governo e perché le cose sono precipitate?
Partiamo da un primo controversiale dato politico: l’assenza di una rappresentanza indigena nel governo e nell’assemblea, dato che a Montecristi sono presenti solo 4 rappresentanti del partito Pachacutick, il “braccio politico” di Conaie. Questa assenza, che adesso Correa interpreta come mancanza di peso politico della proposta indigena nel paese, significa altrimenti per il presidente di Conaie. Per Marlon Santi il movimento indigeno ha sostanzialmente dato il suo voto a Rafael Correa, (non una, ma più volte: quando questo ha vinto le elezioni e poi riconfermandogli la fiducia nell’elezione degli assembleisti per l’istallarsi dell’assemblea costituente), ma adesso potrebbe ritirarlo, provocando conseguenze serie alla stabilità politica del paese. E’ quanto si capisce analizzando le ultime dichiarazioni dell’organizzazione nazionale indigena e dei suoi portavoce.
Quando nel marzo scorso Conaie promosse una grande manifestazione per le strade di Quito fino alla piazza del Governo con il fine di consegnare la sua proposta di costituzione all’assembleista Acosta, si stavano già avvertendo i primi segnali che l’incanto tra il governo e il movimento indigeno si stava già rompendo. Nonostante i toni rassicuranti di Acosta sull’apertura del governo rispetto alla posizione del movimento indigeno in tema di plurinazionalità e risorse naturali, Correa in quel momento aveva già più volte dichiarato la sua volontà di aprire il paese agli investimenti nel settore minerario: più di trecento concessioni, che coinvolgono per la maggior parte territori indigeni della Sierra e della zona amazzonica di Zamora e Morona Santiago. Si era pronunciato a favore del corridoio amazzonico Manaos- Manta nel piano di integrazione infrastrutturale dell’IIRSA e stava facendo ben poco per appoggiare la moratoria petrolifera nell’Amazzonia e nel parco Yasuni (la proposta ITT di lasciare il petrolio sottoterra nel parco Yasuni a cambio di buoni monetari internazionali) che “inspiegabilmente” non decolla nonostante l’appoggio del governo). Tutti temi controvesiali e motivo di scontro latente con il movimento indigeno, ma anche, incofessatamente, all’interno del governo stesso, dato che attualmente l’ex ministro dell’ambiente Acosta è in rotta di collisione politica col presidente, e la sua consigliera Esperanza Martinez, della nota ONG Accion Ecologica si è dimessa dal suo incarico a Montecristi.
In quel frangente dello scorso marzo, l’attuale presidente di Conaie Marlon Santi, un leader amazzonico dei Kichwa di Sarayacu, la cui lotta contro l’estrazione petrolifera è una tra le più riconosciute localmente ed internazionalmente, avvertiva che il movimento indigeno reiterava il suo appoggio al presidente Correa, ma soprattutto la sua fedeltà al volere delle comunità indigene di base, che si erano manifestate contrarie al progetto di sviluppo minerario a larga scala, alla privatizzazione dell’acqua e all’ampliamento della frontiera petrolifera.
L’agenda del movimento indigeno in questi mesi ha continuato a ribadire in modo chiaro i suoi punti fondamentali: la questione delle risorse naturali e il suo no ai megaprogetti estrattivi, alla privatizzazine delle risorse idriche, ai servizi ambientali è stato rotondo e fermo.
La tensione è andata crescendo, quando di fronte alla minaccia di Santi di un possibile “levantamiento” indigeno contro le concessioni minerarie il governo ha cominciato a dichiarare la sua stizza verso i “leader indigeni manipolati dagli ecologisti infantili e radicali”. Insomma col passare dei mesi in Ecuador ha cominciato a venire fuori la scollatura e l’incompatibilità tra il progetto sociale sviluppista e populista di Correa improntato sulla sovranità economica nazionale e in ultima istanza su un “capitalismo dal volto umano” e quello delle comunità indigene e della società civile ecologista che appuntano alla creazione di un’economia solidale, post-estrattivista e soprattutto che rispetti le territorialità e forme sociali locali.
Sospetti reciproci si sono inaspriti con il “rapimento lampo” lo scorso marzo della compagna del presidente di Conaie ad opera di sconosciuti, che però, ha assicurato la donna, volevano informazioni sull’agenda di Santi sulle politiche che riguardano le risorse naturali e possibili mobilitazioni in cantiere.
Dovrebbe a questo punto essere chiaro perché il tema delle risorse naturali e del loro uso implichi l’importanza estrema del tema della plurinazionalità e della consulta previa e la sua inclusione nella costituzione.
Se la costituzione del 1998 riconobbe l’Ecuador come paese “multiculturale”, ciò a cui aspira oggi il movimento indigeno, la “plurinazionalità” darebbe un passo ulteriore al riconoscimento dell’autodeterminazione delle popolazioni indigene sulle loro terre e risorse. Più precisamente, implicherebbe il diritto delle nazionalità indigene di autodeterminarsi nei propri territori. E ciò implicherebbe un controllo sulla politica economica del paese. Niente di più contraddittorio rispetto all’idea di popolo e nazione proposta da Correa. Il diritto costituzionale alla “consulta previa” ad esempio, darebbe alle nazionalità indigene ecuadoriane il potere di decidere sui progetti di estrazione, normando finalmente in modo chiaro i meccanismi consultivi che fino a questo momento sono stati vaghi, fumosi e spesso manipolati dalle imprese straniere.
Il diniego degli assembleisti di inserire la plurinazionalità e il diritto alla “consulta previa” come articoli costituzionali segnala in buona sostanza la volontà di frenare e limitare l’autonomia decisionale delle popolazioni indigene. Però, fatto ancora più grave, significa che la proposta politica di Correa, si basa in fondo su un’ideologia criolla di “popolo e nazione” che disconosce, riperpetuando la colonialità del potere che si è manifestato sul dominio economico e culturale dei “bianchi” all’interno del paese, la realtà sociale e culturale dell’Ecuador, costituita in maggioranza da popolazioni indigene che esprimono realtà sociali e culturali composite. Forze sociali che pretendono di poter decidere del destino delle loro terre, delle risorse da cui dipendono per sopravvivere, risorse che usano e di cui si appropriano in modi culturalmente e simbolicamente diversi dalle logiche del mercato e della società dominante. Da qui il conflitto tra Conaie e Correa: nonostante la sua politica economica si basi sull’idea di “ridistribuzione” della ricchezza, la sua visione rimane centralista, sviluppista e di mercato.
Il fatto che negli ultimi mesi il governo si sia distanziato da Santi e dalla dirigenza di Conaie, avvicinandosi invece a leaders come Aviles, conosciuti in Amazzonia per aver diviso il movimento ed essersi schierati a favore dell’estrazione petrolifera è un altro esempio della situazione di crisi tra legittimi rappresentanti del movimento indigeno e Correa.
Il duro comunicato dello scorso 12 maggio, arriva dunque dopo che in questi mesi si è poco a poco venuta delineado una polititica economica che fondamentalmente non pone in discussione il suo impianto estrattivista e sottovaluta la portata del movimento indigeno.
A seguito delle dichiarazioni di Correa di non potere per nessun motivo accettare che le comunità indigene possano decidere sui destini del paese, il presidente ha rincarato la dose, sfidando Santi a mobilitare le sue basi, se è vero che rappresentano una forza politica nel paese.
E mentre il presidente di Conaie annuncia che farà appello all’Organizzazione degli Stati Americani e al convegno 169 affinché vigilino sull’assemblea costituente e sul rispetto dei trattati internazionali che proteggono i diritti delle popolazioni indigene, si annunciano nel paese nuovi ed imminenti scontri politici.
Da: www.yabasta.it

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

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SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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