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Il governo di Evo Morales subisce un attacco simultaneo da parte di forze  di sinistra e di destra in almeno cinque dei nove dipartimenti del paese.  Attivisti civicos di destra hanno  contestato una riunione dei presidenti di Argentina, Venezuela e Bolivia a  Tarija. Contemporaneamente i blocchi stradali degli operai e lavoratori della  COB (Central Obrera Boliviana) hanno causato violenti scontri con il saldo  preliminare di due morti.
I  presidenti Evo Morales, Cristina Fernández de Kirchner e Hugo Chávez dovevano  firmare ieri pomeriggio alcuni progetti sociali e d’integrazione energetica  nella comunità di Portillo, a 10 kilometri dalla città di Tarija. Tuttavia, i mandatari  di Argentina e Venezuela hanno cancellato l’incontro a causa dei tumulti  registrati nelle ultime ore nella capitale chapaca (Tarija).
  Attivisti civicos e universitari di Tarija  hanno occupato l’hotel El Sol, dove avrebbero dovuto alloggiare alcuni  venezuelani del gruppo di Chavez. Alcuni minuti più tardi, gli universitari  hanno istallato un presidio nella piazza Luis de Fuentes per impedire l’arrivo  dei mandatari. Alcuni gruppi radicali hanno provato a occupare l’aeroporto  della città col fine di evitare qualsiasi atto scontrandosi così con le forze  dell’ordine che controllavano il terminal dell’aeroporto.
  Nella  città di Santa Cruz si intensifica il digiuno dei civicos e degli imprenditori che esigono la devoluzione delle  risorse dipartimentali in favore della Tassa Diretta sugli Idrocarburi  (Impuesto Directo a los Hidrocarburos – IDH). A capo del piquete di Santa Cruz c’è l’agro-industriale e presidente civico  Branko Marinkovic, e non si esclude che si aggiunga il prefetto Rubén Costas,  seguendo l’esempio del prefetto del Beni Ernesto Suárez che due giorni fa ha  iniziato lo sciopero della fame per la IDH in Trinidad.
  Il piano  di estrema destra autonomista è quello di logorare il più possibile il governo  attraverso campagne mediatiche, scioperi della fame e mobilitazioni di piazza  alla vigilia del referendum revocatorio di domenica 10 agosto.
  La  ventata di ultradestra ha coinciso con la mobilitazione attivata negli ultimi  giorni dai sindacati operai affiliati alla Central Obrera Boliviana (COB), i  quali esigono dal governo l’approvazione di un nuovo sistema di pensioni  solidali che andrebbero a rimpiazzare il modello neoliberale vigente basato  sulla capitalizzazione individuale.
  Si  tratta della mobilitazione operaia più importante del periodo perché non solo è  riuscita ad articolare la lotta dei maestri, dei lavoratori del settore  sanitario, dei minatori e di altri ma perché ha messo in evidenza il vero  tallone d’Achille del proceso de cambio che porta avanti il governo di Morales. Secondo i sindacalisti, l’Esecutivo  propone di consolidare il modello di pensioni neoliberale attraverso un sistema  “misto” sostenuto principalmente dai contributi individuali dei lavoratori.
  Chiedendo  una legge di pensioni solidale, i minatori di Huanuni bloccavano da lunedì la  strada Oruro-Cochabamba nella località di Caihuasi. Questo martedì i  sostenitori del blocco stradale hanno incendiato un bus dell’impresa Tran Azul,  hanno rotto molti parabrezza e si sono scontrati con la Polizia. Durante lo  scontro violento hanno perso la vita due persone, apparentemente colpiti da un  proiettile.
 A Cochabamba, anche qui per la legge sulle pensioni, maestri rurali e urbani  hanno bloccato per alcune ore le strade principali della città e la strada  statale verso Oruro. Prima di mezzogiorno, migliaia tra padri e madri di  famiglia simpatizzanti del governo del MAS, armati di pali e pietre, hanno  marciato verso i punti dove si trovavano i blocchi stradali, disposti a  scontarsi con i maestri flojos. I docenti  hanno dovuto indietreggiare per evitare gli scontri, però hanno minacciato di  interrompere la comunicazione stradale in qualsiasi momento.
 Il  comitato esecutivo della COB ha convocato un assemblea nazionale d’emergenza  per oggi e ha deciso di continuare con le mobilitazioni e simultaneamente mantenere  le negoziazioni sulla nuova legge delle pensioni nella Camera dei Deputati.
  Traduzione di Andrea  Lorini, da Tarija, Bolivia