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DAL LOCALE AL GLOBALE LO STESSO MECCANISMO
Publiacqua e Acea: gestioni private per un bene comune
Andrea Lorini
[29/10/2008 21.43.43]



Documento senza titolo

La settimana passata la VI° Commissione “Territorio e Ambiente” della Regione Toscana ha chiamato un’audizione pubblica per svolgere un’indagine conoscitiva sui rapporti in essere tra autorità di ambito territoriale ottimale e gestori del servizio idrico integrato relativamente alle prestazioni e loro incidenza sulle tariffe.

L’oggetto della discussione ha coinvolto direttamente Publiacqua Spa e l’AATO 3 Medio-Valdarno. Non solo per la sentenza del Co.Vi.Ri. che ha ordinato a Publiacqua la restituzione di 6,2 milioni di euro ai cittadini, dopo aver definito illecita la transazione di tale cifra concordata tra l’AATO e la Spa, ma anche per una serie di inefficienze e di comportamenti che fanno pensare a tutto meno che alla erogazione di un servizio pubblico come in teoria dovrebbe essere quello idrico.

Con un’attenta, ma non troppo, lettura dei casi in questione è abbastanza facile intuire quanto Publiacqua Spa rappresenti un caso esemplificativo del funzionamento delle società per azioni nell’erogazione di servizi: per cause endemiche e strutturali tendono come obiettivo principale alla massimizzazione dei profitti.

Una serie di eventi conducono a una tale affermazione.

Una questione sollevata già dal Corriere Fiorentino sottolinea la divergenza di visione, di prospettive e di obiettivi tra una Spa e l’interesse collettivo. All’interno del piano d’investimenti, l’amministratore delegato di Publiacqua Spa, Andrea Bossola, nel 2006 decise di rimandare il più possibile i lavori per il “fognone”, che avrebbe dovuto convogliare i liquami di 160mila fiorentini verso il depuratore, prima di essere scaricati nel fiume. Di fatto adesso si afferma che l’opera non si farà prima del 2012. “La depurazione salva l'Arno ma non porta alcun profitto alla SPA, anzi, costa molto”,dice Tommaso Fattori del Forum dei Movimenti per l’Acqua. Il fine di una SpA risulta essere strettamente utilitarista ed economico e non segue affatto motivazioni di carattere ambientale e di benessere collettivo.

Fu lo stesso Bossola che, in un’altra situazione, dichiarò pubblicamente, al fine di salvaguardare gli utili dell’azienda, di alzare le tariffe se i cittadini scelgono di consumare meno acqua, seppur spinti da una virtuosa volontà di risparmio.
“La responsabilità non è allora di Bossola, che fa il suo (remuneratissimo) lavoro, ma di chi ha privatizzato l'acqua. La Spa deve fare utili, non deve salvare l'ambiente, nè deve far risparmiare acqua ai cittadini”.

Tutto ciò va inquadrato all’interno di un meccanismo che porta, di fatto, alla privatizzazione degli utili e alla socializzazione dei costi. Se la Spa ritarda o annulla l’erogazione dei fondi, da dove arrivano dunque le risorse per gli investimenti infrastrutturali che devono essere fatti per scongiurare una crisi idrica? Chiaramente dal pubblico. In questo senso arriva infatti la dichiarazione del Cispel (Associazione regionale delle imprese di servizio pubblico) che annuncia l’urgenza di 900 milioni da impiegare per fronteggiare le emergenze idriche.

Spesso si ricerca nella vigilanza sul soggetto privato da parte del pubblico la soluzione per risolvere i problemi di gestione di una Spa. Purtroppo, ormai a livello mondiale è accettata la teoria delle asimmetrie informative dalla quale emerge la cronicità di un deficit di controllo dovuto al fatto che le conoscenze e le tecnologie in possesso del gestore privato non sono presenti invece all’interno dell’organo o ente di controllo, il quale si trova costantemente in una posizione di debolezza e subalternità sostanziale.

Davanti a questa situazione la proposta della Regione Toscana è ferma a quella di formare un Gestore unico regionale, che in teoria dovrebbe alleggerire l’amministrazione favorendo una maggiore efficienza e una riduzione dell’apparato clientelare, assai costoso. Probabilmente l’unico effetto sarebbe invece quello di dare il colpo di grazia definitivo alla democrazia e al controllo da parte dei Comuni, che vedrebbero drasticamente diminuito il proprio potere decisionale, in base alla forte riduzione delle quote.
Quando si prospetta auspicabile un ritorno ai Comuni nella gestione dei servizi idrici integrati, la risposta delle istituzioni politiche invece si dirige verso una crescente parcellizzazione del potere di voto degli stessi.

Il quadro idrico toscano, per farla breve, dopo anni di Spa miste pubblico-private, risulta gravemente compromesso e gli unici beneficiari di questa esperienza gestionale risultano essere i soci privati tra i quali spicca, per quantità di pacchetti azionari nei vari AATO toscani, Acea Spa.

La stessa impresa che faceva parte nell’aprile del 2000 del Consorzio di Multinazionali “Aguas del Tunari”, che fu cacciato dalla Bolivia dopo una rivolta della società civile durante le storiche giornate della “Guerra dell’Acqua”. In quella occasione le multinazionali si erano appropriate dell’acqua del paese andino con la connivenza del governo centrale. Le bollette erano aumentate drasticamente in pochi mesi e la spesa per l’approvigionamento idrico arrivò a sfiorare il 23% delle entrate totali di una famiglia di Cochabamba. Addirittura si proibì di raccogliere l’acqua piovana, e là dove il cielo risulta essere l’unico fornitore d’acqua a causa dell’assenza di reti idriche, è facile immaginarsi quanto una tale decisione possa ledere in maniera devastante la vita della gente.
Questo per descrivere uno dei molti luoghi nei paesi del Sud del Mondo dove Acea Spa era o è presente tuttora, all’interno ovunque di processi di privatizzazione dell’acqua.

L’articolo di Elena Comelli sul caso Acea Spa, uscito sul Corriere della Sera il 27 ottobre, annuncia la probabile vendita alla francese Suez di una quota del pacchetto azionario del Comune di Roma, che scenderà dal 51% attuale al 40% o al 30%, facendo così di Acea Spa un’azienda a maggioranza privata. Le notizie parlano di accordi tra giganti: la fusione tra Suez e Gaz de France porterà a un probabile “scambio di mercanzia” con Eni, che, per avere la belga Distrigaz, ha offerto ai francesi Romanagas, ossia la rete di distribuzione del gas nella capitale. La complessa serie di accordi lasciano comunque intravedere che il futuro di Acea si giocherà sul triangolo Comune di Roma, Caltagirone (che pochi mesi fa è salito al 5%) e Suez-GdF, che ne uscirà ulteriormente rafforzata.

A livello locale, nei nostri comuni toscani o umbri, laziali o lombardi, siciliani o pugliesi subiamo gli effetti di questa rete affaristica internazionale. Nei territori viviamo quotidianamente a fianco di interessi che solo apparentemente sembrano circoscritti all’ambito territoriale di riferimento o al quadro politico provinciale e regionale. In realtà le gestioni malsane o corrotte dei sistemi idrici, le negligenze conniventi o strutturali degli organi politici nel controllo del soggetto privato, l’aumento delle tariffe, il peggioramento del servizio e delle condizioni dei lavoratori dell’acqua non sono altro che fattori necessari perchè possa continuare a riprodursi un modello economico capitalista a livello globale.

Un filo che si dipana tra decine di luoghi e nomi. Una macchia che si contrae e si espande alla velocità del denaro. Leggendo delle multiutilities che in tutta italia gestiscono servizi e acqua ci rendiamo conto di quanto effimera sia una vigilanza di un’entità pubblica sulle loro gestioni e azioni, e quanto chimerica sia la sovranità e il controllo di una Nazione, di uno Stato nei confronti del capitale internazionale, che forma e nutre le Spa, innescando un meccanismo perverso di costante depredazione di quella che ancora i nostri padri chiamavano Madre Natura.
Basta citare le parole di Raul Zibechi per capire di cosa si tratta: l’intellettuale uruguaiano, cercando di spiegare la fase attuale del capitalismo globale, parla spesso di “produzione per espropriazione”, evidenziando il fatto che oggi il saggio di profitto, oltre ad essere alimentato con disperate speculazioni finanziarie, si crea e si produce costantemente attraverso il saccheggio della biosfera, lo sfruttamento di ogni forma di vita (non più solo il “fare umano”) passando appunto per la privatizzazione dell’acqua.

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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