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ALLARME: AUMENTANO I SOVVERSIVI D'ITALIA
Dopo Val di Susa e No dal Molin, anche Trento si oppone ad una Grande Opera e scende in piazza. Il 19 aprile scorso, insieme per dire NO alla Monaco – Verona
Francesca Caprini
[24/04/2008 18.36.40]



Ve la ricordate quella prima pagina del Manifesto di qualche tempo fa, dedicata alla protesta dei valsusini contro la TAV? Come m olte altre, era geniale: un paio di pastori – con lo sguardo da pastori! Profondo ed irremovibile.. - coi loro cani seduti, su di un prato. Sullo sfondo, un poco sfocati, bambini che giocavano, signore col foulard. Sotto la foto, il titolo: i sovversivi.
E allora, attenti: i sovversivi si stanno diffondendo. Altri i pastori, altri contadini, altre signore, e ragazzi, ambientalisti, studenti. Stavolta erano in Trentino. sarà pericoloso?
Insieme a quella della val di Susa, c’è infatti un’altra TAV che sta aspettando solo il via libera del Governo per trapanare qualcosa come 180 chilometri di montagne, un’altra “alta velocità” che vorrebbe passare sopra ai diritti dei cittadini attraverso il binario unico della disinformazione e del non ascolto.
E’ la Monaco Verona, la linea ferrovia per l'alta velocità/capacità merci e passeggeri che solo tra il valico del Brennero e Verona sarebbe lunga circa 224 km.I costi sono esorbitanti, l’ impatto ambientale figuriamoci.
Il 19 aprile, come in Val di Susa, la gente di Trento ha detto no. Con una manifestazione cui hanno preso parte almeno un migliaio di persone, e che ha fatto sfilare le vertenze territoriali più simboliche del territorio italiano – i gemelli sudtirolesi del “Kein BBT”, i No Tav della Val di Susa, il No Dal Molin, i comitati contro gli inceneritori, rappresentanti del Patto di Mutuo soccorso – l’uno affianco all’altro. Nel segno di una solidarietà fra comunità e dell’ opposizione trasversale ad un modello di sviluppo insostenibile, che solo l’ottusità della politica mercenaria al denaro fa fatica a riconoscere.
Il bel Trentino offrirebbe il fianco a 80 km di linea, di cui circa 72 in galleria.
Per la precisione, il programma di opere prevede di realizzare una galleria di base, quella del Brennero, lunga 55 km - di cui 32 in Austria e 23 in Italia - e le tratte di accesso Sud in territorio italiano, per circa 200 km e più di 150 km di gallerie tra Fortezza e Verona.
I costi stimati ? Fino ad ora circa 10 miliardi (4 per l'Italia) di euro, quelli per la galleria di base del Brennero, e 19 miliardi quelli per le tratte di accesso Sud.
Costi tutti coperti direttamente o indirettamente con risorse pubbliche. Ma siamo in Italia! Dunque si devono agiungere in preventivo: sprechi, corruzione, l'indebitamento pubblico – il nostro elegante magna magna, insomma - che i meccanismi contrattuali e finanziari dei programmi TAV hanno provocato in Italia (6,20 volte di incremento di costi totali tra il 1991 e il 2006). Potremmo sfiorare costi di 140 miliardi a opere finite.
I danni ambientali sarebbero diffusi, ancora una volta annunciati dagli studi preparatori: gravi interferenze con le risorse idriche, cantieri grandi e piccoli ovunque per 40 anni, grossi depositi di materiali di scavo, distruzione di attività agricole, deturpazioni al paesaggio.
"Questo è il TAV, e a questo ci opponiamo. Siamo convinti che sarà l'inizio di una lotta reale che vedrà gruppi e persone uniti nell'obiettivo comune di fermare la costruzione di questa opera devastante e inutile.
Saremo in piazza per raccogliere le energie e le adesioni, per gridare il nostro No al progetto TAV sull'asse del Brennero. L'obiettivo è fermarlo
”, dicono i trentini.
Che al contrario delle istituzioni, che sarebbero anche pagate per farlo, hanno fatto precedere la manifestazione ad un lungo ciclo di conferenze ed incontri preparatori con interevnto di studiosi ed esperti, per spiegare alla popolazione veramente quello che tava accadendo sotto il loso naso.

Per anni le Province di Trento e Bolzano, i progettisti e le grandi società di costruzione che puntano a dividersi gli appalti hanno lavorato in silenzio, senza nessuna informazione alle popolazioni interessate.

Le popolazioni dei territori attraversati non hanno dato il consenso a questo progetto.

Di fronte alle proteste e alle prime forme di opposizione organizzata le istituzioni e le classi dirigenti che le occupano mostrano indifferenza: nessuna discussione pubblica, nessun riconoscimento che interventi di questa portata–prima di essere progettati e valutati–devono essere dimostrati utili e devono essere condivisi. Il portale Internet della Provincia di Trento, invece, nell’area dedicata alle informazioni sulla nuova ferrovia del Brennero, da molte settimane contiene solo questo avviso: «Il nuovo aggiornamento sullo stato del progetto sarà consultabile non appena disponibile».

Impatti ambientali in generale

Realizzare l’alta velocità e l’alta capacità ferroviaria lungo l’asse del Brennero significa dare un colpo durissimo all’ambiente e alla vita di queste valli già compromesse dalle infrastrutture esistenti.
In Alto Adige, ad Aica e a Mules, sono cominciate le devastazioni con le opere preparatorie della galleria di base. Quello che si annuncia in Trentino è impressionante: circa 80 km di nuova linea, il 90 per cento in galleria e il 10 per cento in tratte all’aperto davanti agli abitati o attraverso terreni agricoli pregiati.
Decine di cantieri diffusi in ogni zona divoreranno in modo irreversibile molta della nostra risorsa primaria, la terra, e peggioreranno gravemente traffico e condizioni di vita; sono in gioco le risorse idriche intercettate dalle gallerie; milioni di metri cubi di materiali di scavo dovranno per forza essere depositati vicino ai cantieri; gli impatti visivi delle opere saranno grandissimi nelle tratte all’aperto.

Caratteri del progetto in Trentino

In Trentino la versione 2008 del progetto per la nuova linea non è ancora depositata ma i suoi caratteri principali si conoscono. Sono quelli della variante che passa a Marco secondo cui si prevedono quasi 80 km di nuova linea, compreso un sottopasso di 7 km sotto la città di Trento verso lo scalo Filzi; una settantina di km in galleria, più la lunghezza del previsto cunicolo esplorativo; 8 km di tratte all’aperto nella piana davanti a Sorni, a Sud di Mattarello di fronte ad Aldeno, tra Marco e Serravalle.

Impatto del progetto in termini di consumo di territorio

La superficie necessaria – solo–per appoggiare un km di questo tipo di linea è di 3,3 ettari; ma con quella divorata dai cantieri e dalle opere accessorie si arriva a numeri spaventosi: un portale di galleria si mangia da 5 a 8 ettari di terra all’intorno; 5 km di linea in galleria richiedono il sacrificio di 5-8 ettari di terra per i cantieri. E si tratta di distruzioni irreversibili: i terreni sconvolti da questi usi non riprenderanno più le funzioni originarie, anche se i progettisti dicono il contrario.
Qui in Trentino i terreni che la nuova linea strapperebbe all’uso naturale sono una buona parte di quelli ancora destinati all’agricoltura in valle dell’Adige. Ai contadini che vedranno espropriati o occupati con la forza i propri fondi qualcuno dirà che queste opere servono per migliorare la nostra vita, per allontanare i camion dall’autostrada. Non è così. Queste opere sono solo un gigantesco affare per chi le decide e per chi le costruisce, un gigantesco inganno che non può mantenere le promesse con cui si fa propaganda.

Impatto del progetto: i materiali di scavo

Questo progetto riverserà nella valle dell’Adige quantità enormi di roccia scavata dalle gallerie.
I progettisti raccontano che il materiale sarà in gran parte utilizzato nei cantieri o destinato alla vendita. Ma sanno di mentire. Per esperienza, almeno il 70 per cento del materiale di scavo rimane depositato nelle aree attraversate dalle opere. Solo in Trentino si può stimare in circa 5 milioni di metri cubi il totale di questi depositi inerti, fonti di polveri, cementificazione di corsi d’acqua, deturpazioni del paesaggio, consumo di territorio. Per un confronto, il Campanile Basso ha un volume di circa 3 milioni di metri cubi.
I progettisti raccontano che gli inerti sarebbero spostati con nastri trasportatori e ferrovia. Non lo crediamo. I trasporti si svolgono solo con gli autocarri. E questo significa ancora più polveri, più inquinamento, più traffico. Per muovere un milione di metri cubi di rocce scavate servono circa 55.500 viaggi di un camion medio. E le rocce scavate vanno frantumate in impianti che producono di nuovo grandi quantità di polveri.
Dove finiscono tutte queste polveri? Sono destinate alle nostre zone abitate, ai nostri polmoni, a depositarsi sui prodotti della terra rendendoli inservibili.

Impatto del progetto: i pericoli per le risorse idriche

Questo progetto annuncia pesantissimi danni a carico delle risorse idriche superficiali e sotterranee delle zone attraversate dalle gallerie. Non crediamo alle rassicurazioni dei promotori. Loro stessi sanno–e lo scrivono perfino nei loro studi–che prima degli scavi non è possibile conoscere le reali interferenze sugli acquiferi. I lavori per il cunicolo esplorativo di Aica sono accompagnati da misure di protezione civile per la fornitura di acqua potabile in caso di insufficienze, con programmi di intervento fino a 30 giorni.

È falso l’argomento che la linea storica è quasi satura

Il progetto per la nuova linea ferroviaria sull’asse del Brennero si basa su presupposti propagandistici non dimostrati. I promotori ci raccontano che la linea esistente sarebbe prossima alla saturazione, che la linea ad alta capacità serve per fronteggiare i futuri flussi di traffico.
Non è così. La ferrovia storica del Brennero ha ancora liberi circa due terzi della sua capacità potenziale di trasporto merci; dopo gli adeguamenti in Austria e in Italia avrà ancora un terzo di capacità residua. E per gli standard svizzeri, ne avrebbe molta di più. La ferrovia storica deve essere organizzata in modo diverso, guardando anche alle possibilità di trasporto attraverso gli altri valichi ferroviari alpini, in una logica di rete.
Non si possono usare le inefficienze e i ritardi di Rete Ferroviaria Italiana per accampare la necessità di una nuova linea. Le risorse disponibili vanno investite per migliorare la gestione della linea esistente.
È un imbroglio progettare nuove linee ferroviarie quando le velocità commerciali di quelle esistenti sono di 20 km/ora. È un imbroglio pensare a nuove linee ferroviarie con velocità fino a 180 km/ora per i treni merci quando il materiale rotabile italiano–su cui non si investe–non è adatto per queste prestazioni.
Invece di avallare progetti che sprecano territorio e soldi pubblici, RFI e le Province di Trento e Bolzano pensino a come rendere funzionale il traffico merci e quello passeggeri sulla linea storica del Brennero.

È falso l’argomento che la nuova linea eliminerà i camion dalla A22

I promotori ci raccontano che la nuova linea è la soluzione per spostare finalmente il traffico merci dalla A22 alla ferrovia. Sanno di imbrogliare. Nei loro studi affermano sempre che la nuova ferrovia sarebbe inutile a questo scopo senza adeguate misure di politica del traffico. Proprio quelle misure che oggi si evita di prendere allo scopo di mantenere aperta l’opzione irragionevole per altre infrastrutture.
Oggi un autocarro di 40 tonnellate per un km di autostrada paga 14 centesimi in Italia e 66 in Austria. L’irrisorio livello italiano dei prezzi–dettato dalle lobbies dell’autotrasporto–produce al Brennero un 30per cento di traffico deviato. Equiparando i nostri prezzi a quelli svizzeri e austriaci, circa un terzo delle merci riprenderebbe il suo percorso logico. E un altro terzo delle merci potrebbe essere allontanato subito dalla A22.
Perché l’Italia rifiuta di introdurre il divieto di traffico notturno degli autocarri pesanti? Perché in Italia sono inesistenti i controlli sul rispetto degli obblighi dell’autotrasporto in termini di velocità, ore di guida, tipologie e pesi delle merci? Si accettano oggi i danni alla salute per chi vive lungo le autostrade e si finge che l’unico rimedio siano altre infrastrutture, altri costi, altri danni all’ambiente.
Servono, invece, subito misure per ridurre il traffico merci sulla A22; basta rinvii e bugie sulla necessità della nuova ferrovia veloce!

I costi del progetto

I promotori del progetto raccontano che la galleria di base del Brennero costerebbe 6 miliardi di euro in tutto e 1,2 miliardi per l’Italia e che le tratte italiane di accesso Sud costerebbero circa 8,5 miliardi di euro. Stime fasulle, sottovalutazioni che non comprendono i costi totali finali. E i finanziamenti privati che i promotori annunciano saranno zero come sempre.
Stime indipendenti valutano mediamente in 10 miliardi il costo della galleria di base [almeno 3 miliardi per l’Italia] e in 19 miliardi quelli per le tratte di accesso Sud. E si tratta di stime riferite alle sole infrastrutture principali.
In Italia i costi complessivi dei programmi Tav sono cresciuti di 6,2 volte tra il 1991 e il 2006. Non c’è nessuna indicazione che esclude questi tassi di incremento per il progetto sull’asse del Brennero. E allora l’Italia si troverebbe costi che nel 2040-2050 potrebbero arrivare a 60 miliardi prendendo a base le stime dei promotori e superare i 130 miliardi prendendo a base le stime indipendenti.

Per info:
http://www.officinambiente.blogspot.com
http://centrosocialebruno.blogspot.com/

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


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Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


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SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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