Miguel Ángel López Rocha, otto anni di età, è morto mercoledì 13 febbraio, dopo che le autorità dell’Ospedale Generale d’Occidente di Guadalajara, capitale dello stato di Jalisco e seconda città del Messico, avevano comunicato che i risultati di laboratorio confermavano un’intossicazione acuta da arsenico. La famiglia aveva portato il bambino all’ospedale il 26 gennaio, affermando che era caduto accidentalmente ingerendo alcuni sorsi della torba acqua del fiume Santiago. Il bimbo, prima di morire, è rimasto in stato di coma per 19 giorni.
Da almeno cinque anni, organizzazioni delle popolazioni fluviali di Juanacatlán e El Salto, dove viveva Miguel Ángel, hanno messo in guardia le autorità comunali, statali e federali circa i danni alla salute per contaminazione di queto fiume, considerato uno dei più inquinati del paese.
Davanti alla negligenza delle autorità ambientali dei tre livelli di governo nel dare una risposta immediata e forte a questa situazione che mette in pericolo più di 120.000 persone, le organizzazioni e reti, nazionali e internazionali dell’Istituto Messicano per lo Sviluppo Comunitario (IMDEC), A.C. e dell’Istituto dei Valori Integrali e Sviluppo Ambientale (VIDA), A.C., che lavorano per la difesa dei diritti umani e l’uso sostenibile dell’acqua, chiedono ai mezzi di comunicazione nazionali e internazionali di diffondere questa problematica sanitaria e ambientale dove uno dei fiumi più importanti del paese si è convertito in pericolo mortale per la popolazione limitrofa.
In questa zona, il fiume Santiago riceve gli scarichi di più di 250 industrie, in un territorio dove sono insediate multinazionali come IBM, Roche, Nestlé e Calanese.
Inoltre, la città di Guadalajara rilascia qui più di 815 litri al secondo di acque residuali comunali non trattate. Nel 2004, uno studio dell’Università di Guadalajara sui sedimenti del Santiago avvertiva della presenza in esso di metalli pesanti come piombo, cromo, cobalto, mercurio e arsenico.
Al di sopra di questo fiume, ritenuto dal 2003 estremamente inquinato da studi della Commissione Statale dell’Acqua, tra le cittadine di Juanacatlan e El Salto, c’è una cascata di venti metri, conosciuta come il “Niagara messicano”: attualmente è fonte di gas tossici, rilasciati dalla scomposizione dell’acqua. Questa situazione fu giudicata nell’ottobre del 2007 dal Tribunale Latinoamericano dell’Acqua il quale affermò l’esistenza di malattie respiratorie, dermiche, dolori di testa, fatica, insonnia e riduzioni del flusso massimo respiratorio in buona parte della popolazione di El Salto e Juanacatlan.
Miguel Ángel viveva con la sua famiglia nella colonia popolare La Azucena che si trova sulla riva del fiume Santiago. Nei giorni precedenti la sua morte, la dottoressa Luz Maria Cueto, fondatrice del Collegio di Tossicologia di Jalisco, aveva fatto delle analisi dell’urina del bambino ed era risultato un livello di arsenico di 51mg/l, quando la misura va dai 5 ai 12 mg/l in una persona non esposta al metallo. La dottoressa ritiene che l’arsenico proviene esclusivamente da fonti industriali.
Contemporaneamente, il governo di Jalisco ha progettato la costruzione della diga di Arcediano, per rifornire d’acqua potabile più di 3 milioni di persone a Guadalajara. L’Organizzazione Panamericana della Salute ha messo in guardia in un rapporto del marzo 2007 sulle concentrazioni di arsenico e di cadmio registrate, affermando che “esiste un rischio per la popolazione infantile”.
Nel 2003, il medico di El Salto e dell’Isituto VIDA, A.C., Francisco Parra Cervantes, aveva preavvisato: “Sono impaurito per le conseguenze che possono esserci, poichè tutto ciò colpirà le generazioni future in maniera irreversibile”. Quello stesso anno, il direttore regionale della Commissione Nazionale dell’Acqua, l’ingegnere Raul Antonio Iglesias Benitez, dichiarò: “l’intenzione è di bonificare entro il 2006 l’Alto Santiago”. Ancora nel 2008, con l’urgenza della problematica, l’unica opzione che viene pianificata per il breve periodo dal governo statale è quella di intubare 3 km del fiume Santiago.
Il 14 febbraio, attraverso la Carovana per la vita, organizzazioni locali hanno chiesto audienza al Governatore di Jalisco, Emilio Gonzalez Marquez, perchè si dichiari la zona di emergenza ambientale, vengano fissate le scadenze per la bonifica, venga realizzata l’ispezione degli scarichi industriali e definito l’indennizzo per tutti coloro che sono stati colpiti dall’inquinamento.
Per maggiori informazioni:
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