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Perchè gli studenti hanno valutato indispensabile l'unità della lotta con i lavoratori
Lo smantellamento dell’istruzione pubblica ha visto mobilitarsi un fronte vastissimo, che ha riconosciuto nella Riforma Gelmini un attacco ai bisogni materiali e culturali degli studenti, del personale scolastico e dei genitori. La vita nei nostri quartieri cambierebbe drammaticamente con la crisi della scuola pubblica, per questo una città intera si è ritrovata unita in piazza. Le differenti componenti del mondo dell’istruzione hanno così deciso di dare una forma organizzativa autonoma a queste lotte comuni ed è così stata formata l’Assemblea cittadina studenti-lavoratori-genitori.
Ma agli studenti non può bastare difendere la qualità del percorso formativo pubblico; nella crisi dell’istruzione riconoscono la crisi di un modello sociale che non può più rispondere alle esigenze della quotidianità. Soprattutto la dequalificazione dell’Università, una volta garanzia di sviluppo tecnologico e di competenza professionale diffusa, è la spia di un problema che riguarda il mercato del lavoro, ormai incapace di conciliare il profitto delle grandi imprese con una giustizia sociale estesa. La lotta diventa per l’accesso a quei diritti, conquistati dai lavoratori e sanciti dalla Costituzione, che riguardano la sicurezza dell’occupazione, la valorizzazione professionale, la sicurezza sui luoghi di lavoro, un reddito adeguato, la sicurezza previdenziale e di rappresentanza. Le lotte degli studenti sono anche lotte sul lavoro, le lotte sul sapere sono lotte sul welfare.
Tutti questi diritti sono oggi un miraggio per la gran parte dei giovani, studenti o no, che dall’ingresso nel mondo del lavoro ricevono anni e anni di tirocini gratuiti, lavoro nero, lavoro interinale, contratti atipici, lavori a progetto o a tempo determinato, redditi bassissimi e orari sballati. Per i nuovi lavoratori concetti come ferie, assistenza sanitaria, protezioni e vertenza sindacale, straordinari, misure di sicurezza, sono parole prive di senso. Quanto diffuso sia il fenomeno della precarietà giovanile è verificabile da una semplice passaggiata in Università, nei Call-Center, nelle Cooperative di servizi, nei ristoranti, negli studi grafici, nelle fabbriche, ovunque una consistente quota di popolazione giovanile sia messa al lavoro. L’Università pubblica sforna attualmente precariato di massa, altro che la futura classe dirigente!
Insieme al mondo giovanile, una molteplicità di soggetti ricevono i costi più pesanti della crisi economica che stiamo attraversando e di vent’anni di ristrutturazione del mondo del lavoro. In Italia 11 milioni di lavoratori operano senza contratto a tempo indeterminato, di cui 5 milioni senza qualsiasi contratto; operai e lavoratori strutturati ricattati dalla minaccia di delocalizzazione (vantaggiosa per le imprese grazie allo sfruttamento di masse non sindacalizzate dei paesi non-occidentali) che ricevono la cassintegrazione o il licenziamento; donne costrette a scegliere tra maternità e lavoro; migranti soggiogati al lavoro nero; un pubblico impiego con salari sempre meno adatti a contrastare il carovita. Soggetti che conducono forme di esistenza segnate dall’incertezza e dall’isolamento sociale, nella mancanza di un legame collettivo e di una reale solidarietà
Le istanze di partecipazione generalizzata e dal basso, con il loro carattere di radicale autonomia rispetto a partiti e sindacati, fin dall’inizio rivendicate dal movimento studentesco, sono così una naturale conseguenza dell’assoluta incapacità dimostrata da qualsivoglia istituzione di fornire rappresentanza a una condizione sociale così penalizzata. Risolvere il problema della precarietà vuol dire sottoporre a dura critica il modello di sviluppo del capitalismo globale e agire in direzione di una trasformazione dell’esistente.
Come studenti medi e universitari partecipanti all’Assemblea cittadina lavoratori-studenti-genitori, rivendicando la lotta sul lavoro e sull’istruzione come questioni pubbliche, che toccano una collettività e che dipendono dunque dalle forme dell’azione collettiva e della partecipazione, invitiamo tutti i lavoratori e tutto il mondo della scuola al corteo comune che lanciamo in occasione dello sciopero generale generalizzato del
12 Dicembre, così da unire la forza autonoma della protesta studentesca di questi mesi alla lotta dei lavoratori, riconoscendosi dentro un unico momento di rivendicazione e di solidarietà concreta.
VENERDI’ 12 DICEMBRE, ORE 9,30, PIAZZA S.MARCO
UN GRANDE CORTEO DI LAVORATORI E STUDENTI UNITI NELLA LOTTA