Si apre oggi, 29 novembre a Medellin, in Colombia, il seminario internazionale dedicato alla difesa dell’acqua e ai sistemi di vita alternativi e sostenibili, organizzato dall’Osservatorio per i diritti collettivi e dell’ambiente. Francesca Carpini di Yaku, parte del Comitato ABC di Trento, porterà l’esperienza della grande vittoria referendaria del Forum italiano dei movimenti per l’acqua.
Un grande evento in Colombia, nel Paese delle impunità e dei diritti negati, che riunisce le comunità dell’occidente colombiano in lotta contro l’avanzare della privatizzazione e della svendita degli acquedotti comunitari, insieme ai movimenti sociali colombiani e del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, per intraprendere un possibile cammino comune per difendere l’acqua e i beni collettivi.
Due Paesi che si guardano.
Colombia, giugno 2010: il governo appena insediato di Juan Manuel Santos, in stretta continuità con il precedente, con un artificio burocratico dittatoriale, nega ai movimenti sociali il referendum sull’acqua bene comune, malgrado la raccolta di due milioni di firme da parte dei movimenti sociali.
Italia, giugno 2011: dopo la raccolta di 1 milione e 400 mila firme e malgrado i molteplici tentativi da parte del governo di affossare il Referendum, 27 milioni di italiani, il 57% degli aventi diritto, si esprimono a favore della ripubblicizzazione della gestione dei servizi idrici integrati e contro i profitti sull’acqua.
Colombia novembre 2011: continua la mobilitazione e la resistenza contro i processi di privatizzazione e di svendita degli acquedotti comunitari ad opera del governo colombiano. Parte delle comunità del Meta, del Cauca, di Valle del Cauca, Huila e Putumayo rifiutano di sottoscrivere i piani dipartimentali delle acque, in applicazioni dei piani industriali voluti dal governo centrale per smantellare, in forma progressiva ma inesorabile, le forme autonome di autogestione dei servizi comunitari, acqua compresa.
Italia novembre 2011: migliaia di persone in piazza chiedono il rispetto e l’applicazione dell’esito referendario. In particolare che i profitti assicurati alle aziende che gestiscono il servizio idrico siano sottratti dal calcolo delle tariffe. I governi che si succedono in Italia sembrano ugualmente sordi alla chiara e incontrovertibile volontà popolare. E allora dal gennaio 2012 partirà in tutto il Paese la campagna di Obbedienza civile di autoriduzione delle bollette: le cittadine e i cittadini italiani pagheranno soltanto la tariffa “legittima”, quella calcolata senza i profitti “illegali” che ancora si intascano le imprese.
Dopo il seminario di Medellìn il cammino di Yaku proseguirà nei territori del sud occidente colombiano per svolgere le attività preliminari collegate al progetto di Cooperazione internazionale Acqua Giustizia e Pace in Colombia, che Yaku ha promosso in collaborazione con la Commissione Intereclesiale Agua Justicia y Paz.
Il tema del conflitto e dei desplazados in Colombia si sovrappone a quello della perdita di sovranità e di controllo da parte delle comunità locali sulle risorse territoriali e sui beni collettivi, come gli acquedotti comunitari e i sistemi igienici sanitari. Il progetto Acqua giustizia e Pace in Colombia si propone di sostenere nei territori di conflitto del sud occidente colombiano, attraverso opere strutturali e di rafforzamento dei processi sociali, l’autonomia delle Comunità locali nella gestione degli acquedotti e dei beni comuni anche per rispondere alla grave crisi sanitaria dovuta alla contaminazione delle risorse idriche.