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Riberalta, (SENA). Comunità indigene e contadine del Nord Amazzonico hanno dato tempo al Presidente Evo Morales fino al 3 Luglio perchè si faccia presente alla popolazione di Guayaramerín e si ufficializzi il rifiuto del governo alla costruzione delle dighe del Complesso Idroelettrico del rio Madera, progetto spinto dal governo di Lula per favorire gli interessi delle multinazionali brasiliane.
Dirigenti della Federazione dei Lavoratori e dei Contadini della provincia di Vaca Diez, Centrale Indigena di Guajaramerin, Centrale Indigena della Regione amazzonica della Bolivia CIRABO, OITA, CIPOAP e del Movimento contro le Dighe (MAB) di Rondonia (Brasile) si sono riuniti in emergenza sabato a Riberalta per analizzare la situazione delle comunità riberegne che verranno gravemente danneggiate dalle dighe in entrambi i paesi.
L’assemblea, che ha riunito 171 rappresentanti contadini ed indigeni, è stata convocata dopo che il Presidente, lo scorso 3 giugno, aveva affermato di voler negoziare con il governo del Brasile la mitigazione degli impatti ambientali, sociali ed economici della costruzione delle dighe, senza aver minimamente cosultato le “organizzazioni sociali rappresentative delle comunità riberegne del bacino del Rio Madera, nonostante la questione riguardi interessi e diritti fondamentali delle famiglie del Nord Amazzonico”.
Nel voto risolutivo che è stato emesso, le organizzazioni sociali hanno denunciato che il Foro Amazzonico, tenuto il 18 e 19 giugno 2007 a Guayaramerin “non è stato realizzato col fine di informarci e consultarci sui progetti del Madera, pertanto non abbiamo dato nessun tipo di assenso a tale progetto, al contrario di quanto affermato dal Superintendente dell’Energia”.
Il documento ricorda al Presidente che “non è un mandato delle nostre organizzazioni e non si può negoziare, nel nostro nome, compensazioni e indennizzi con il governo brasiliano”.
Le comunità indigene e contadine rifiutano “completamente i progetti di costruzione delle dighe sul Rio Madera, che colpiscono i nostri interessi di sviluppo regionale, i nostri diritti, la nostra salute integrale, i nostri beni e le nostre famiglie. Oltre a danneggiare le nostre attività agricole, di raccolta e pesca, colpendo la sovranità e la sicurezza alimentare delle nostre regioni.
Le organizzazioni intimano al governo della Bolivia di “non negoziare né firmare nessun tipo di accordo, carta di intenzioni, accordo, analisi e studi di impatto ambientale, sociale ed economico condivisi con il governo del Brasile sulla costruzione delle dighe all’interno del Complesso Idroelettrico del Rio Madera”.
Inoltre, esigono dal Presidente della repubblica che “si presenti personalmente alla Centrale dei Contadini nella città di Guayaramerin, in data 3 Luglio, a partire dalle ore 8 e si riunisca, ascolti e dialoghi direttamente con le comunità indigene, contadine, con le organizzazioni sociali e le persone danneggiate della Bolivia e del Brasile, con le basi e i rispettivi dirigenti, che vivono una situazione di rischio a causa del progetto insensato delle dighe del governo del Brasile”.
Per evitare ogni tipo di problemi per la sicurezza del Capo di Stato, “i convocanti garantiamo la sicurezza del nostro Presidente”. Però, “nel caso in cui il Presidente ometta di cosiderare questo voto risolutivo prenderemo le misure di pressione necessarie una volta conclusa la scadenza data”.
In tale contesto, chiedono a tutte le organizzazioni sociali, contadine ed indigene della Bolivia che si aggiungano al clamore e alle azioni del popolo amazzonico contro un progetto che non beneficia il paese bensì gruppi imprenditoriali del Brasile legati alle transnazionali.
Proposta alternativa
I contadini e gli indigeni in stato d’emergenza propongono al governo boliviano che “porti avanti tutti i progetti di costruzione di microcentrali idroelettriche: Tahuamanu, Machupo, Blanco e Yata che serviranno da base per il nostro sviluppo regionale”.
Questi progetti si avvantaggiano del potenziale esistente nel Nord Amazzonico, si adattano alla scala di necessità locali, è energia rinnovabile che provoca danni ambientali di piccola grandezza, migliorano l’affidabilità del sistema, e il costo e la manutenzione sono ridotte rispetto alle “megadighe” sul Madera.
Analogamanete, le organizzazioni presenti hanno espresso la propria solidarietà “alle comunità contadine ed indigene dello Stato di Rondonia in Brasile, colpite dall’allestimento dei cantieri per le dighe di San Antonio e Jirao” che comincieranno ad essere costruite in questo paese dall’inizio di agosto. Le comunità verrano spostate dalle forze militari e di polizia, in caso di opposizione.
Il complesso del Madera
Il Complesso Idroelettrico sul fiume Madera include la costruzione di una idrovia di 4.200 km di lunghezza che renderà possibile la navigazione di grandi imbarcazioni sui fiumi Madera, Madre de Dios e Beni per il trasporto fluviale della soia brasiliana e di agrocombustibili (palma africana, canna da zucchero, pinoli) dalle regioni del Mato Grosso e Rondonia fino ai porti del Pacifico.
Include inoltre le 4 dighe idroelettriche, situate due in Brasile (San Antonio e Jirau), la terza in acque binazionali in Guajaramerin e la quarta in Bolivia, in Cachuela Esperanza, con una produzione totale di 17.000 MW di elettricità per la salute del Brasile e l’apertura di nuovi territori per l’agronegozio.
VOTO RESOLUTIVO DEI POPOLI DEL NORD AMAZZONICO
Riuniti nella città di Riberalta, dichiarati in stato d’emergenza, in data 28 giugno 2008, la Federazione dei Lavoratori e dei Contadini della Provincia di Vaca Diez, la Cnetrale Indigena di Guajaramerin, la Centrale Indigena della Regione amazzonica della Bolivia CIRABO, OITA, CIPOAP e il Movimento dei Danneggiati dalle Dicghe (MAB) – Rondonia (Brasile), dopo aver analizzato la situazione delle comunità riberegne, indigene, contadine, in solidarietà con i nostri fratelli e sorelle, popolo del Nord amazzonico, esprimiamo le seguenti affermazioni:
CONSIDERANDO:
- che le rappresentanze firmanti, i cui diritti, integrità e interessi vengono colpiti e messo al corrente della Commissione Interamericana dei Diritti Umani, a causa della mancanza di azioni e posizioni sovrane davanti al governo brasiliano;
- che avendo conosciuto dalla riunione governativa del 3 giugno, nella città di La Paz, dove si discusse circa la posizione e decisioni del progetto sulle dighe del Rio Madera, alla quale parteciparono la Ministra dello Sviluppo Rurale, Agropecuario e dell’Ambiente, il Ministro degli Idrocarburi ed Energia, il Ministro dell’Acqua, il Superintendene dell’Energia, il Viceministro delle Risorse Forestali, della Biodiversità e dell’Ambiente;
- che a questo evento menzionato non sono state convocate le organizzazioni sociali rappresentative delle comunità riberegne del bacino del Rio Madera, nonostante che il tema trattato riguardi gli interessi e i diritti fondamentali delle famiglie del Nord Amazzonico;
- che nel Foro Amazzonico del 18-19 giugno2007 in Guayaramerin, noi, comunità indigene e contadine, organizzazioni rappresentative partecipanti di suddetto evento, non siamo stati informati e consultati circa i progetti sul Madera, pertanto non abbiamo dato il nostro consenso a tale progetto, al contrario di quanto detto dal Superintendente dell’Energia;
- che nessun mandato delle nostre organizzazioni prevede che si negozino col governo brasiliano compensazioni e indennizzi in nostro nome;
- che in questo evento governativo e in attività di differenti organi del governo, competenti, siamo stati esclusi, non consultati, limitati nel nostro diritto alla partecipazione, accesso all’informazione e consenso sulla direzione presa dalla politica energetica del nostro paese;
- che a causa dell’esclusione delle nostre organizzazioni del Nord Amazzonico, consideriamo cruciale superare gli ostacoli che fanno si che il nostro Presidente della Repubblica non possa conoscere direttamente le nostre richieste e preoccupazioni;
- che consideriamo che sia la Bolivia che il Brasile devono rispettare la normativa internazionale, come l’Accordo 169 della OIT, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’Accordo Americana dei Diritti Umani, il Protocollo di San Salvador, la Dichiarazione Universale della ONU dei Popoli Indigeni, gli accordi multilaterali ambientali e regionali, le convenzioni circa la protezione dell’acqua dolce ed i principi del diritto internazionale.
DECIDE:
ARTÍCULO 1.- Le comunità indigene e contadine, rifiutiamo completamente i progetti di costruzione delle dighe sul Rio Madera, che colpiscono i nostri interessi di sviluppo regionale, i nostri diritti, la nostra salute integrale, i nostri beni e le nostre famiglie. Oltre a danneggiare le nostre attività agricole, di raccolta e pesca, colpendo la sovranità e la sicurezza alimentare delle nostre regioni.
ARTÍCULO 2.- Intimiamo al Governo della Bolivia di non negoziare né firmare nessun tipo di accordo, carta di intenzioni, convegni, analisi e studi di impatto ambientale, sociale ed economico condivisi con il governo del Brasile sulla costruzione delle dighe all’interno del Complesso Idroelettrico del Rio Madera
ARTICULO 3.- Esigere dal Presidente della Repubblica che si presenti personalmente alla Centrale dei Contadini nella città di Guayaramerin, in data 3 Luglio, a partire dalle ore 8 e si riunisca, ascolti e dialoghi direttamente con le comunità indigene, contadine, con le organizzazioni sociali e le persone danneggiate della Bolivia e del Brasile, con le basi e i rispettivi dirigenti, che vivono una situazione di rischio a causa del progetto insensato delle dighe del governo del Brasile
ARTICULO 4.- Conoscendo la congiuntura politica attuale, i convocanti garantiamo la sicurezza del nostro presidente.
ARTÍCULO 5.- Nel caso in cui il Presidente ometta di considerare questo voto risolutivo prenderemo le misure di pressione necessarie una volta conclusa la scadenza temporale data.
ARTÍCULO 6.- Chiediamo a tutte le organizzazioni sociali della Bolivia che si aggiungano al clamore e alle azioni del popolo amazzonico contro un progetto che non beneficia il nostro paese bensì gruppi imprenditoriali transnazionali.
ARTÍCULO 7.- Proponiamo al governo boliviano di avviare i progetti di costruzione di microcentrali idroelettriche: Tahuamanu, Machupo, Blanco e Yata che saranno la base per il nostro sviluppo regionale.
ARTÍCULO 8.- Esprimiamo le organizzazioni presenti la nostra solidarietà alle comunità contadine ed indigene dello Stato di Rondomia del Brasile, colpite dall’inizio dei cantieri delle dighe di San Antonio e Jirao.
Traduzione di Andrea Lorini