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DANNO LA SCADENZA DEL 3 LUGLIO PERCHÉ EVO RIFIUTI LE DIGHE SUL FIUME MADERA
Bolpress.com
[02/07/2008 14.41.06]



Documento senza titolo

Riberalta, (SENA). Comunità indigene e contadine del Nord Amazzonico hanno dato tempo al Presidente Evo Morales fino al 3 Luglio perchè si faccia presente alla popolazione di Guayaramerín e si ufficializzi il rifiuto del governo alla costruzione delle dighe del Complesso Idroelettrico del rio Madera, progetto spinto dal governo di Lula per favorire gli interessi delle multinazionali brasiliane.

Dirigenti della Federazione dei Lavoratori e dei Contadini della provincia di Vaca Diez, Centrale Indigena di Guajaramerin, Centrale Indigena della Regione amazzonica della Bolivia CIRABO, OITA, CIPOAP e del Movimento contro le Dighe (MAB) di Rondonia (Brasile) si sono riuniti in emergenza sabato a Riberalta per analizzare la situazione delle comunità riberegne che verranno gravemente danneggiate dalle dighe in entrambi i paesi.

L’assemblea, che ha riunito 171 rappresentanti contadini ed indigeni, è stata convocata dopo che il Presidente, lo scorso 3 giugno, aveva affermato di voler negoziare con il governo del Brasile la mitigazione degli impatti ambientali, sociali ed economici della costruzione delle dighe, senza aver minimamente cosultato le “organizzazioni sociali rappresentative delle comunità riberegne del bacino del Rio Madera, nonostante la questione riguardi interessi e diritti fondamentali delle famiglie del Nord Amazzonico”.

Nel voto risolutivo che è stato emesso, le organizzazioni sociali hanno denunciato che il Foro Amazzonico, tenuto il 18 e 19 giugno 2007 a Guayaramerin “non è stato realizzato col fine di informarci e consultarci sui progetti del Madera, pertanto non abbiamo dato nessun tipo di assenso a tale progetto, al contrario di quanto affermato dal Superintendente dell’Energia”.

Il documento ricorda al Presidente che “non è un mandato delle nostre organizzazioni e non si può negoziare, nel nostro nome, compensazioni e indennizzi con il governo brasiliano”.

Le comunità indigene e contadine rifiutano “completamente i progetti di costruzione delle dighe sul Rio Madera, che colpiscono i nostri interessi di sviluppo regionale, i nostri diritti, la nostra salute integrale, i nostri beni e le nostre famiglie. Oltre a danneggiare le nostre attività agricole, di raccolta e pesca, colpendo la sovranità e la sicurezza alimentare delle nostre regioni.

Le organizzazioni intimano al governo della Bolivia di “non negoziare né firmare nessun tipo di accordo, carta di intenzioni, accordo, analisi e studi di impatto ambientale, sociale ed economico condivisi con il governo del Brasile sulla costruzione delle dighe all’interno del Complesso Idroelettrico del Rio Madera”.

Inoltre, esigono dal Presidente della repubblica che “si presenti personalmente alla Centrale dei Contadini nella città di Guayaramerin, in data 3 Luglio, a partire dalle ore 8 e si riunisca, ascolti e dialoghi direttamente con le comunità indigene, contadine, con le organizzazioni sociali e le persone danneggiate della Bolivia e del Brasile, con le basi e i rispettivi dirigenti, che vivono una situazione di rischio a causa del progetto insensato delle dighe del governo del Brasile”.

Per evitare ogni tipo di problemi per la sicurezza del Capo di Stato, “i convocanti garantiamo la sicurezza del nostro Presidente”. Però, “nel caso in cui il Presidente ometta di cosiderare questo voto risolutivo prenderemo le misure di pressione necessarie una volta conclusa la scadenza data”.

In tale contesto, chiedono a tutte le organizzazioni sociali, contadine ed indigene della Bolivia che si aggiungano al clamore e alle azioni del popolo amazzonico contro un progetto che non beneficia il paese bensì gruppi imprenditoriali del Brasile legati alle transnazionali.

Proposta alternativa

I contadini e gli indigeni in stato d’emergenza propongono al governo boliviano che “porti avanti tutti i progetti di costruzione di microcentrali idroelettriche: Tahuamanu, Machupo, Blanco e Yata che serviranno da base per il nostro sviluppo regionale”.

Questi progetti si avvantaggiano del potenziale esistente nel Nord Amazzonico, si adattano alla scala di necessità locali, è energia rinnovabile che provoca danni ambientali di piccola grandezza, migliorano l’affidabilità del sistema, e il costo e la manutenzione sono ridotte rispetto alle “megadighe” sul Madera.
Analogamanete, le organizzazioni presenti hanno espresso la propria solidarietà “alle comunità contadine ed indigene dello Stato di Rondonia in Brasile, colpite dall’allestimento dei cantieri per le dighe di San Antonio e Jirao” che comincieranno ad essere costruite in questo paese dall’inizio di agosto. Le comunità verrano spostate dalle forze militari e di polizia, in caso di opposizione.

Il complesso del Madera

Il Complesso Idroelettrico sul fiume Madera include la costruzione di una idrovia di 4.200 km di lunghezza che renderà possibile la navigazione di grandi imbarcazioni sui fiumi Madera, Madre de Dios e Beni per il trasporto fluviale della soia brasiliana e di agrocombustibili (palma africana, canna da zucchero, pinoli) dalle regioni del Mato Grosso e Rondonia fino ai porti del Pacifico.

Include inoltre le 4 dighe idroelettriche, situate due in Brasile (San Antonio e Jirau), la terza in acque binazionali in Guajaramerin e la quarta in Bolivia, in Cachuela Esperanza, con una produzione totale di 17.000 MW di elettricità per la salute del Brasile e l’apertura di nuovi territori per l’agronegozio.

 

VOTO RESOLUTIVO DEI POPOLI DEL NORD AMAZZONICO

Riuniti nella città di Riberalta, dichiarati in stato d’emergenza, in data 28 giugno 2008, la Federazione dei Lavoratori e dei Contadini della Provincia di Vaca Diez, la Cnetrale Indigena di Guajaramerin, la Centrale Indigena della Regione amazzonica della Bolivia CIRABO, OITA, CIPOAP e il Movimento dei Danneggiati dalle Dicghe (MAB) – Rondonia (Brasile), dopo aver analizzato la situazione delle comunità riberegne, indigene, contadine, in solidarietà con i nostri fratelli e sorelle, popolo del Nord amazzonico, esprimiamo le seguenti affermazioni:

CONSIDERANDO:

  1. che le rappresentanze firmanti, i cui diritti, integrità e interessi vengono colpiti e messo al corrente della Commissione Interamericana dei Diritti Umani, a causa della mancanza di azioni e posizioni sovrane davanti al governo brasiliano;
  2. che avendo conosciuto dalla riunione governativa del 3 giugno, nella città di La Paz, dove si discusse circa la posizione e decisioni del progetto sulle dighe del Rio Madera, alla quale parteciparono la Ministra dello Sviluppo Rurale, Agropecuario e dell’Ambiente, il Ministro degli Idrocarburi ed Energia, il Ministro dell’Acqua, il Superintendene dell’Energia, il Viceministro delle Risorse Forestali, della Biodiversità e dell’Ambiente;
  3. che a questo evento menzionato non sono state convocate le organizzazioni sociali rappresentative delle comunità riberegne del bacino del Rio Madera, nonostante che il tema trattato riguardi gli interessi e i diritti fondamentali delle famiglie del Nord Amazzonico;
  4. che nel Foro Amazzonico del 18-19 giugno2007 in Guayaramerin, noi, comunità indigene e contadine, organizzazioni rappresentative partecipanti di suddetto evento, non siamo stati informati e consultati circa i progetti sul Madera, pertanto non abbiamo dato il nostro consenso a tale progetto, al contrario di quanto detto dal Superintendente dell’Energia;
  5. che nessun mandato delle nostre organizzazioni prevede che si negozino col governo brasiliano compensazioni e indennizzi in nostro nome;
  6. che in questo evento governativo e in attività di differenti organi del governo, competenti, siamo stati esclusi, non consultati, limitati nel nostro diritto alla partecipazione, accesso all’informazione e consenso sulla direzione presa dalla politica energetica del nostro paese;
  7. che a causa dell’esclusione delle nostre organizzazioni del Nord Amazzonico, consideriamo cruciale superare gli ostacoli che fanno si che il nostro Presidente della Repubblica non possa conoscere direttamente le nostre richieste e preoccupazioni;
  8. che consideriamo che sia la Bolivia che il Brasile devono rispettare la normativa internazionale, come l’Accordo 169 della OIT, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’Accordo Americana dei Diritti Umani, il Protocollo di San Salvador, la Dichiarazione Universale della ONU dei Popoli Indigeni, gli accordi multilaterali ambientali e regionali, le convenzioni circa la protezione dell’acqua dolce ed i principi del diritto internazionale.

DECIDE:

ARTÍCULO 1.- Le comunità indigene e contadine, rifiutiamo completamente i progetti di costruzione delle dighe sul Rio Madera, che colpiscono i nostri interessi di sviluppo regionale, i nostri diritti, la nostra salute integrale, i nostri beni e le nostre famiglie. Oltre a danneggiare le nostre attività agricole, di raccolta e pesca, colpendo la sovranità e la sicurezza alimentare delle nostre regioni.

ARTÍCULO 2.- Intimiamo al Governo della Bolivia di non negoziare né firmare nessun tipo di accordo, carta di intenzioni, convegni, analisi e studi di impatto ambientale, sociale ed economico condivisi con il governo del Brasile sulla costruzione delle dighe all’interno del Complesso Idroelettrico del Rio Madera

ARTICULO 3.- Esigere dal Presidente della Repubblica che si presenti personalmente alla Centrale dei Contadini nella città di Guayaramerin, in data 3 Luglio, a partire dalle ore 8 e si riunisca, ascolti e dialoghi direttamente con le comunità indigene, contadine, con le organizzazioni sociali e le persone danneggiate della Bolivia e del Brasile, con le basi e i rispettivi dirigenti, che vivono una situazione di rischio a causa del progetto insensato delle dighe del governo del Brasile

ARTICULO 4.- Conoscendo la congiuntura politica attuale, i convocanti garantiamo la sicurezza del nostro presidente.

ARTÍCULO 5.- Nel caso in cui il Presidente ometta di considerare questo voto risolutivo prenderemo le misure di pressione necessarie una volta conclusa la scadenza temporale data.

ARTÍCULO 6.- Chiediamo a tutte le organizzazioni sociali della Bolivia che si aggiungano al clamore e alle azioni del popolo amazzonico contro un progetto che non beneficia il nostro paese bensì gruppi imprenditoriali transnazionali.

ARTÍCULO 7.- Proponiamo al governo boliviano di avviare i progetti di costruzione di microcentrali idroelettriche: Tahuamanu, Machupo, Blanco e Yata che saranno la base per il nostro sviluppo regionale.

ARTÍCULO 8.- Esprimiamo le organizzazioni presenti la nostra solidarietà alle comunità contadine ed indigene dello Stato di Rondomia del Brasile, colpite dall’inizio dei cantieri delle dighe di San Antonio e Jirao.

Traduzione di Andrea Lorini

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


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Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


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SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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