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SOLDATI D'INVERNO, VITTORIE D'ESTATE
Francesca Caprini
[21/06/2008 15.00.07]



Documento senza titolo

Il Tar del Veneto ha detto stop ai lavori di ampliamento della base Usa di Vicenza, la «Ederle 2», presso l'aeroporto militare vicentino Dal Molin. L'ordinanza del Tar dice testualmente che «nessuna traccia documentale di supporto è stata riscontrata» sull'atto di consenso «presentato dal Governo Italiano a quello degli Stati Uniti d'America, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali». Una vittoria del presidio No dal Molin, che per mesi ha lottato pacificamente e generosamente, e quindi una vittoria per tutti noi; una dimostrazione cocente di come la voce del Potere, in Italia, in fatto di armi e militarizzazioni non corrisponda in alcuna maniera alla volontà popolare. Ma anche negli Stati Uniti degli ultimi mesi dell'era Bush, il dissenso per il vergognoso dramma della guerra In Iraq sta prendendo corpo. Addirittura il corpo dei marines, molti dei quali, una volta tornati in patria, si organizzano per racconatre le atrocità nascoste delle guerre marchio USA. James Gilligan, reduce dell'Iraq, fa parte degli Iraq Veterans Against the War, i veterani contro la Guerra, che si battono strenuamente per il ritiro delle truppe statunitensi. James l'abbiamo incontrato e intervistato. E, come i No dal Molin, ci ha dato una grande speranza. Di seguito, l'intervista.

Se verrà la guerra, Marcondiro'ndero
se verrà la guerra, Marcondiro'ndà

sul mare e sulla terra, Marcondiro'ndera
sul mare e sulla terra chi ci salverà?

Ci salverà il soldato che non la vorrà
ci salverà il soldato che la guerra rifiuterà. [Fabrizio De Andrè]

“Oggi ci impegniamo a portar a termine un'ultima missione: quella di sradicare anche l'ultimo rimasuglio di questa guerra barbara, per pacificare finalmente i nostri cuori, per sconfiggere l'odio e la paura che hanno governato questa nazione nell'ultimo decennio”. E’ un soldato statunitense che parla.

E continua: “di modo che quando, tra trent'anni, i nostri fratelli cammineranno per strada senza una gamba o senza un braccio, o con il volto devastato, e i bambini chiederanno perché, potremo rispondere loro 'Vietnam' senza che questa parola significhi un deserto, un ricordo osceno..."

Trent’anni sono passati. Nuovi fratelli camminano per le strade americane devastati nel corpo e nella mente. Altre migliaia di fratelli sono sepolti in altri deserti di morte: in Iraq sono 92.004 gli iracheni ammazzati, 4094 i soldati USA rimasti vittime dal 19 marzo 2003, alcune altre centinaia di altre nazionalità(dati ufficiali aggiornati all’11 giugno). Era John Kerry il soldato che sperava nel nuovo volto del suo paese, parlando davanti alla Commissione Affari Esteri del Senato degli Stati Uniti, nel ‘71.

Ma la storia è beffarda e gli uomini senza memoria.

L’11 giugno scorso Roma sembrava un campo d’addestramento militare. Soldati, carabinieri, finanzieri in tenuta antisommossa a presidiare ogni strada e stradina del centro storico per la visita del presidente Bush, arrivato a chiedere ancora più uomini per la “missione di pace” in Afghanistan, trovando ovvia sponda nel nostro neopresidente del Consiglio e forse una benevola stretta di mano dal nostro Papa. Il corteo dei no-war, dei pacifisti, dei cittadini che ripudiano la guerra, sfila fra due ali di divise e di mezzi militari che quasi superano per numero i manifestanti stessi. Il percorso che gli è stato assegnato parte da Piazza della Repubblica e scivola dietro il Ministero della Finanze. Il corteo non riesce a coinvolgere la gente lungo le strade perché passa in una zona di hotel ed uffici vuoti. Gli slogan puntano sul ritiro immediato delle truppe italiane dall'Afghanistan e dal Libano, sull’ opposizione alle basi Nato in Italia, per il taglio delle spese militari in favore di quelle sociali. Quando i circa 10.000 manifestanti arrivano in Piazza Barberini, a parlare c’è James Gilligan: “Sono stato sia in Iraq che in Afghanistan e ho partecipato alla cosiddetta guerra del terrore. Il messaggio che vi porto è che il mio paese deve ritirarsi, subito, perché laggiù, in quesi paesei, gli Stati Uniti non stanno facendo nulla per migliorare la vita delle persone. Noi stiamo opprimendo quella gente. Noi stiamo torturando quella gente. Noi stiamo bombardando donne e bambini per cosiddette missioni di sicurezza. Questa guerra è Guantanamo e Falluja. La mia organizzazione si chiama Veterani dell’Iraq contro la Guerra e vi dice che noi dobbiamo lottare assieme contro la guerra. Noi possiamo sperare”. La gente lo ascolta. Lui è conciso, diretto, accorato. In questa manifestazione sotto tono il discorso di James pare l’unico momento di unità fra i presenti.Dietro di lui ci sono Dick Cheney e Condoleeza Rice con le manette. Ballano – ovviamente sono due caricature – ma ricordano bene come in questa guerra illegale dai costi umani ed economici esorbitanti, ad esempio le azioni dell´Halliburton, compagnia di Cheney, siano alle stelle. E le compagnie petrolifere in festa.

James si è fatto tutto il corteo sventolando una bandiera dell’Iraq. E’ diverso dallo stereotipo – ammesso che ce ne sia uno – del veterano americano. Forse sotto mimetiche e giubbotti sono tutti così. James è magro e nerboruto – niente bicipiti prominenti e mascella squadrata. Ha occhi scuri e profondi e sorride in modo decisamente affascinante. Indossa la maglietta della sua organizzazione - Iraq Veterans Against the War (IVAW). Ha 27 anni. Gli ultimi sei gli ha passati tra Afghanistan e Iraq. E’ tornato da due. Dunque, è partito a 19 anni.

“Proteggere la Costituzione americana contro tutti i nemici domestici e stranieri: è il giuramento che noi soldati dobbiamo fare appena ci arruoliamo. Per me è stato il 19 luglio del ’99”. Come dire: la Costituzione ora la proteggo in altro modo. “Appena arrivato in Iraq, ricordo tutto quel petrolio che schizzava in aria dai pozzi, quella ricchezza che ci cadeva addosso, sui capelli, sulla faccia. E la nostra prima missione era quella di ottenere il controllo dei giacimenti petroliferi. Molti miei compagni erano sconvolti per come viveva la gente: non avevo mai visto tanta povertà. E noi non facevamo niente per aiutarli: solo a proteggere i pozzi col fucile in mano. Regalavamo ai civili tutto quello che potevamo, le nostre razioni, le sigarette”. Perché sono immagini che sanno di dejavù, i soldati che lanciano sigarette e cioccolate? Perchè sembrano parole di anni fa? Ma perché sei partito, James? Stupida domanda. “Difendi il tuo Paese. E poi guadagni soldi”. Già. Ma come ti mantieni, James, ora?, chiediamo, visto che viene da Napoli, dove il 2 giugno ha partecipato all’evento “Il vero volto della guerra”, con il Comitato Pace e Disarmo campano, e dopo Roma sarebbe andato in Germania ed Olanda. “Mi hanno dato l’80% di disabilità. Per lo stress”, dice, e mentre parla continua a guardare l’elicottero che durante tutta la manifestazione ha sorvolato il corteo, evidentemente urtato da quel rumore prepotente. Non è bello pensare che un ragazzo di 27 anni non riesce a dormire perché i suoi occhi grondano di orrore. Ma con la Iraq Veterans against the War, James ha trovato un senso. “A marzo – racconta – abbiamo organizzato delle udienze pubbliche a Washington. A maggio, davanti al Gruppo deputati progressisti per il ritiro in Iraq. La IVAW aveva 800 iscritti prima di queste iniziative. Ora siamo a 1200”. Ma riesce ad esercitare pressione politica la IVAW? “Ad esempio prima e dopo l’ultimo discorso alla nazione di Bush, alla CNN, è stato organizzato un dibattito sulla guerra in Iraq con un paio di rappresentanti dei veterani e il conduttore più famoso d’America, Larry King”. L’immagine ci impressiona: come se prima di Berlusconi, Vespa aprisse un dibattito…pazzesco! Assieme alla IVAW, che tra l’altro è diretta da una donna, la ex poliziotta militare Kelly Dougherty, in USA ci sono i Veterans for Peace, Vietnam Veterans against the War, Military Families Speak Out, uniti nel “dovere di denunciare le responsabilità di chi li ha mandati a combattere. Come le famiglie delle vittime degli attentati dell’11 settembre, anche i Reduci dell'Iraq contro la Guerra dicono Non in nostro nome". James ha una scritta tatuata sui due avambracci. “Significa soldato d’inverno”. Nell’agosto del 1970 alcuni reduci della guerra in Indocina fondano i Vietnam Veterans Against the War. Vogliono organizzare un tribunale sui crimini di guerra americani in Vietnam e farci un filmato. Il progetto si chiama Winter Soldier, per un discorso di Thomas Paine, intellettuale della rivoluzione americana, quando i soldati dell’estate, si dileguano durante le gelide ritirate d’inverno. James, però, sulle braccia se l’è tatuato in arabo.

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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