" YAKU - L'acqua é di tutti e di nessuno
  
.: ARCHIVIO NEWS :.
NEWSLETTER
CERCA




    prima pagina > fuoco > america latina

DOPO 18 ANNI D'ATTESA IL POPOLO BOLIVIANO DECIDERÀ ALLE URNE UNA NUOVA COSTITUZIONE
Delfín Arias Vargas
[24/10/2008 15.53.54]



Documento senza titolo

18 anni fa una colonna formata dai popoli indigeni entrava a La Paz dalle regioni delle Yungas in richiesta di terra e territorio, e per una Assemblea Costituente che potesse riconoscerli come boliviani e garantire i loro diritti lungamente violati.

Agli originari delle terre basse dell’Oriente, dell’Amazzonia e del Chaco, si sommarono gli abitanti delle comunità dell’Altipiano, e in una dimostrazione di unità e forza esposero all’allora presidente Jaime Paz Zamora, questi diritti.

Ciò nonostante, dovettero passare sei governi perchè questi stessi popoli, fusi fra loro in una storica marcia nel centro politico del paese, la città di La Paz, oggi conseguissero ciò che si proposero.
“Dietro sono rimasti sofferenze, sforzi, pianti, feriti, detenuti, morti. Però oggi questo sforzo, lo sforzo di questa marcia, di queste migliaia di marce di tutti i boliviani dei nove dipartimenti che volevano una nuova Costituzione, oggi, no è più invano”, afferma il vicepresidente Álvaro García Linera.

Se la nuova Costituzione cominciò ad essere scritta nel 1990, le sue basi si costruirono durante le giornate dell’ottobre 2003 a El Alto, quando un popolo mobilitato espulse coloro che avevano venduto le ricchezze nazionali, pagando però un alto prezzo per la propria dignità: 65 morti e più di 400 feriti. [la cosiddetta Guerra del gas]

Furono 18 anni di marce di un popolo, “che dal più profondo della terra, dai quartieri, dai sindacati, dalle università, dalle fabbriche, dalle mine, scese nelle strade per dire che mai più ci sarebbe stata una Bolivia senza la gente, senza i boliviani, senza i lavoratori, senza la gente semplice, senza la gente umile”, dice ancora García Linera.

Però il vecchio sistema politico non era disposto a sottostare a questa domanda e dalla stessa convocazione dell’Assemblea Costituente, il 6 marzo 2006, cominciò a germinare una strategia delle forze reazionarie e conservatrici per renderla irrealizzabile.

In primo luogo le destre ottennero il numero sufficiente di costituenti e, con la formula dei due terzi di voto per approvare il testo costituzionale, impedirono per mesi che il Magno Foro potesse avanzare negli accordi. La maggioranza rimase alla mercè della minoranza.

Poi venne la richiesta di rendere come capitale piena Sucre: un nuovo stratagemma affinché l'Assemblea Costiuente fallisse.
Una volta che l’Assemblea approvò il testo finale a Oruro, il 9 dicembre 2007, dopo i luttuosi fatti del 24 novembre nel quartiere di Calancha, Sucre, che costarono la vita a tre persone, l’opposizione trincerata in quattro regioni reclamò l’approvazione di altrettanti statuti autonomisti nonostante fossero considerati illegal.

La nuova Costituzione si trovò ad affrontare  un processo molto difficile, fatto di secessioni e rivolte, offese e morti: le prefetture che tra agosto e settembre insorsero  per spodestare il presidente Evo Morales; Le violenze nella regione del Pando, dove sicari, presumibilmente al servizio del ex prefetto del Pando Leopoldo Fernández, fecero un’imboscata e assassinarono almeno 16 contadini, tra i quali un bambino di appena due anni, e fecero 100 dispersi.
Prima che la cospirazione si manifestasse con l’occupazione e il saccheggio delle istituzioni statali a Santa Cruz, Trinidad, Tarija e Cobija, il 10 agosto il popolo è riuscito ad approvare il processo di cambio e la nuova Carta Magna. Il 67,4% dei boliviani ha detto sì al processo di cui è a capo il presidente Evo Morales.   
È questo il contesto e la radice del massacro del Pando. Ed è èer questo che si chiese l’intervento dell’Unione Sudamericana delle Nazioni (Unasur) che espresse un contundente appoggio al Presidente costituzionale e condannò qualsiasi tentativo di colpo di stato e destabilizzazione del governo legalmente costituito.  

È in questo quadro che si riprese il dialogo governo – opposizione che è finalemnte culminato il pomeriggio dello scorso martedì 21 ottobre con la promulgazione presidenziale della Legge di convocazione del referendum risolutivo e approvativo del progetto della nuova Costituzione Politica dello Stato per il 25 gennaio 2009.
Il lavoro che non è riuscita a fare l’opposizione nei 16 mesi che durò l’Assemblea Costituente, ha trovato una svolta nelle ultime settimane.

Però l’accordo non è stato facile. Il 13 ottobre era cominciata a Caracollo la più grande marcia popolare che si fosse vista in Bolivia.

A questa madre delle marce se ne sommarono altre, formate da migliaia di boliviani stanchi di essere ignorati dal potere e per essere finalmente  parte della costruzione del loro stesso destino. 
Sono state giornate di intenso dialogo, dove il presidente Evo Morales ha dimostrato una grande prodigalità in onore dell’unità dei boliviani, così come lui stesso ha oggi confessato.
Non solo ha accettato di rivedere la totalità del testo costituzionale approvato a Oruro, ma ha rinunciato anche alla rielezione presidenziale nei termini che indicava il progetto della Carta Magna approvato il 9 dicembre del 2007, che a tal fine non considerava l’attuale periodo costituzionale.

Evo, tra lunedì e martedì, è stato uno in più fra coloro che reclamavano una nuova Carta Magna, un nuovo paese, una nuova opportunità affinché la  Bolivia possa svilupparsiavere  e, soprattutto, un nuovo futuro basato sulla dignità, sulla proprietà della sua ricchezza, sulla sua sovranità, sulla sua gente.

Gran parte dell’opposizione comprendeva questa domanda nazionale e sapendo che la propria sopravvivenza politica dipendeva dal non dare ancora una volta le spalle al popolo, e si è unita nell’ultima parte alla costruzione della nuova Costituzione.
Però i settori più radicali dell’opposizione, quelli che avevano tentato con tutti i mezzi di far fallire l'Assemblea Costituente sono rimasti impassibili.Si sono chiusi in una posizione che ha ignorato fino all’ultimo secondo il sacrificio di migliaia di boliviani in difesa dei propri diritti marciando per le strade, e di milioni che si erano uniti a distanza a questa domanda di dignità.

La legge di convocazione al referendum costituzionale già è parte delle conquiste popolari e sarà il popolo ad essere finalmente sovrano il prossimo 25 gennaio 2009 .
È un suo diritto e questa volontà dovrà essere assunta da tutti i boliviani, incluso quelli che non hanno mai creduto nell’Assemblea Costituente.

traduzione di Cristina Coletto
Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

...

Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

...

Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

...

rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

...

Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

...

MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

...

El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

...

LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

...

INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

...

FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

...

..................................................................................................................................................................................................................................................
© 2008 - Onlus Yaku - C.F. 96077070223 - redazione@yaku.eu - MAPPA DEL SITO