Presidente e fratello Evo Morales
Dal 2008 Bolivia ha mostrato al mondo la capacità di decidere su questioni fra le più cruciali del nostro tempo. Abbiamo ottenuto il riconoscimento del Diritto umano all'acqua e ai sistemi sanitari, e dato forza ad una visione della società che vede nel Vivere Bene, e non nel denaro, la propria base. Nonostante ciò, bisogna essere coerenti con quello che diciamo e facciamo. Non si può parlare della difesa della Madre Terra e al contempo, promuovere la costruzione di una strada che ferisce la Madre Terra, non rispetta i diritti indigeni e viola in maniera imperdonabile i diritti umani.
La Ottava Marcia Indigena mostra forti incoerenze su tematiche come gli idrocarburi e la vendita di carbone derivante dai boschi, che mercantilizzano la Madre Terra (il REDD). Ma ciò che viene detto sulla costruzione della strada, è giusto. Mille delegati dai cinque continenti che parteciparono alla Prima Conferenza Mondiale dei Popoli sul Cambio Climatico ed i diritti della Madre Terra, sono profondamente contrariati per la posizione del governo boliviano
Come paese sostenitore della Giornata Internazionale della Madre Terra, abbiamo la grande responsabilità di dare l'esempio a livello mondiale. Noi non possiamo riproporre la ricetta di sviluppo fallimentare, che ci ha portato ad un punto di rottura nel nostro equilibrio con il Pianeta.
E' incomprensibile che promuoviamo la realizzazione di una conferenza Mondiale delle Nazioni Unite dei Popoli Indigeni per il 2014 se non siamo all'avanguardia nell'applicazione della "consultazione preventiva, libera ed informata" alle stesse popolazioni indigene del nostro paese.
Il conflitto del TIPNIS (“Territorio Indígena y Parque Nacional Isiboro Secure”) non doveva proprio esistere. Lo sviluppo stradale è necessario, ma non attraverso un parco nazionale e territorio indigeno. Sarà più costoso costruire una strada che non passi attraverso il TIPNIS. Ma cercare di risparmiare 2 o 300 milioni di dollari senza tener conto dei costi ambientali, è andare contro i principi stessi del Vivere Bene.
Per bloccare il passo alla Destra che vuole strumentalizzare la protesta per farci fare un balzo indietro nel tempo, dobbiamo sfrozarci più che mai di essere rispettosi dei diritti umani e di quelli delle popolazioni native, nonchè dei diritti della Madre terra.
E' ancora possibile risolvere questa crisi se si sospende subito la costruzione della strada attraverso il TIPNIS: portiamo davanti ai giudici i responsabili della repressione della marcia indigena ed inziamo un ampio processo partecipativo di dibattito nazionale per definire una nuova agenda nel marco del Vivir Bien.
Pablo Solón (oggi ambasciatore ONU)
http://www.lostiempos.com/diario/actualidad/economia/20110929/pablo-solon-en-onu-pide-suspension-definitiva-de-la_143670_296145.html