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SPRECO E MAFIA, L'AFFARE ACQUA
Nel 1979 il giudice Di Lello scrisse che "Palermo è forse l´unica città d´Italia che sta liquidando la sua falda e che censisce i suoi pozzi"
Gabriello Montemagno
[31/07/2008 22.22.21]



Non c´è isola del Mediterraneo, come la Sicilia, che non abbia problemi di siccità. Questo, fino a qualche anno fa, era uno degli argomenti che servivano per giustificare i rubinetti a secco di Palermo e della Sicilia. Ora, non senza una certa sorpresa di noi utenti palermitani, l´azienda acquedotto afferma: "Palermo, città d´acqua". È questo, infatti, il titolo di un volume edito dall´Amap, con un interessante corredo fotografico e una rievocazione storica di Maria Di Piazza. Il libro descrive le varie fonti di approvvigionamento idrico di Palermo, spiegando le tecniche di adduzione e distribuzione nelle diverse epoche, seguendo il corso di fiumi e torrenti. La parte certamente più interessante è quella che descrive l´evoluzione tecnica della distribuzione, fin dal 1894, quando il sindaco Giulio Benso duca della Verdura bandì un concorso per la realizzazione dell´acquedotto di Scillato.

Dopo aver penato tanto per la mancanza d´acqua anche in anni recenti, è sorprendente leggere - secondo quanto correttamente scrive Maria Di Piazza - come «Palermo possa essere definita a tutti gli effetti una "città d´acqua"; la ricchezza e la varietà delle sorgenti, dei fiumi ipogei, delle costruzioni che, nel tempo, sono state realizzate per trarre il massimo profitto da questa abbondanza di acqua, rendono Palermo una città unica».

L´iniziativa editoriale, voluta dal presidente dell´Amap, Bruno La Menza, comprende anche uno speciale dvd destinato agli studenti delle elementari e delle superiori, «perché l´acqua che scorre dal rubinetto è l´ultimo atto di una catena che parte da lontano, anni e chilometri addietro, che in pochi conoscono».

Quello di cui il libro non parla sono le drammatiche vicende dovute alla carenza idrica e alle inefficienze dell´azienda acquedotto, che hanno caratterizzato quarant´anni di vita palermitana, dai primi anni Sessanta al Duemila. Ripercorriamo allora alcune tappe di questa "epopea della sete", che ebbe inizio intorno al 1960, quando la storica risorsa delle sorgenti di Scillato non bastò più per una città in caotica espansione.

Il 1956 vede l´acquedotto passare in mano pubblica. Incaricato dal Comune di gestire il passaggio dal privato al pubblico è Vito Ciancimino, che decide anche le nomine dei primi dirigenti, le nuove assunzioni e i primi meccanismi di controllo. L´Amap diventerà subito, e lo resterà fino al 1983, un feudo esclusivo di Ciancimino, che nel ´77 farà pure nominare presidente un suo parente, Vincenzo Zanghì. E Zanghì sarà un presidente molto silenzioso, farà parlare di sé pochissime volte: una quando, appena insediato, decide che l´ascensore della sede di via Volturno è riservato solo a lui (impiegati ed utenti salgano a piedi); l´altra quando, insieme ai vecchi boss Michele e Salvatore Greco, è coinvolto per peculato e ricettazione nel processo ai "signori dell´acqua" istruito dai magistrati Di Lello e Conte, che però si conclude con l´assoluzione degli imputati. Giuseppe Di Lello nel ´79 aveva scritto che «Palermo è forse l´unica città d´Italia che sta liquidando la sua falda, che non ha un serio censimento dei suoi pozzi, che non li ha iscritti nell´elenco delle acque pubbliche, che non li controlla, che li compra se sono salmastri, che non li concede per usi pubblici, ma che paga i privati per sfruttarne l´acqua».

Quella dei pozzi privati, spesso di proprietà mafiosa, e della commercializzazione dell´acqua, è una questione che si trascina per decenni, fin quando, nel 1983, l´Alto commissario antimafia Emanuele De Francesco comincia a requisirli.

Ma, come si diceva, è dai primi degli anni Sessanta che la città comincia a soffrire della carenza idrica. La situazione palermitana di quegli anni la sintetizza bene Giuliana Saladino in un articolo del 1978 su "Rinascita": «Malcostume, marasma, inefficienza sono parole oltre che logore, deboli a rendere l´idea. Né sono le parole che il palermitano medio oggi ha in testa, dopo essere stato abilmente dirottato sul sole: a scrutare le nuvole anziché la composizione della giunta comunale, a prendersela col clima anziché con l´Acquedotto, feudo di Ciancimino, a protestare contro il cielo sereno anziché contro la Dc che da trent´anni governa la città. Lo stesso palermitano d´oggi, senza scomodare gli arabi e le cinquecento fontane, senza scomodare gli zampilli e i giochi d´acqua settecenteschi, se ha una certa età annovera tra i suoi ricordi il gusto e quasi il vanto dell´acqua di Scillato, una limpida delizia che fluiva - per le classi agiate - 24 ore su 24 e appannava i bicchieri tanto era fresca».
In questo bailamme idrico, un ulteriore disagio per gli utenti arrivò nel 1976 dal Comitato provinciale prezzi, su disposizione del Governo centrale. Fu un provvedimento talmente surreale che fu presto revocato, e che molti forse non ricordano più. In ogni casa, cioè, pervenne una scheda perforata che l´utente doveva restituire all´Azienda con la previsione del proprio consumo di acqua. Questo "totometrocubo" - concepito per ripianare il deficit dell´Azienda - si risolveva in un gioco d´azzardo, basato sulla fortuna: io dichiaro che consumerò, per esempio, 100 metri cubi al quadrimestre; se ne consumerò meno, pagherò sempre per 100 metri cubi; se ne consumerò di più, mi scatterà una tariffa punitiva, molto più alta.

Gli anni Ottanta vedono acuirsi il problema dell´approvvigionamento idrico. L´Oreto non era più utilizzabile perché la sua acqua superava i limiti di inquinamento consentiti dalla legge Merli. La diga di Garcia, a Roccamena, ottenuta dopo le mobilitazioni di massa e i digiuni di Danilo Dolci, era completata ma ancora non collaudata e l´acqua veniva scaricata e dispersa. I lavori della diga Rosamarina, sotto Caccamo, erano sospesi. L´invaso Poma, sullo Jato, mancava dei necessari allacciamenti. Tutte opere, appaltate dalla Regione e dalla Cassa per il Mezzogiorno, che avrebbero dovuto risolvere ogni problema idrico, ma che non venivano mai portate a termine, con una impressionante girandola di miliardi di lire. L´acqua in città veniva erogata solo per qualche ora e non tutti i giorni. Ogni casa si muniva di motori sempre più potenti anche per succhiare l´acqua del vicino e conservarla in serbatoi sempre più fitti, prima in eternit e poi in plastica blu.
Nell´86 l´emergenza acqua della città viene posta all´attenzione del ministro per la Protezione civile, Giuseppe Zamberletti, che arriva a Palermo conferendo poteri eccezionali al sindaco Orlando e promettendo opere di emergenza, come una "condotta volante" di 10 chilometri, definita dai tecnici assolutamente inutile. Nell´agosto dell´89 i direttori delle scuole di Palermo dichiarano che non potranno avviare l´anno scolastico perché gli istituti sono a secco. Dei grandi serbatoi, allora, verranno installati per strada nei pressi delle scuole: orribili silos cui affluisce la gente assetata, la cui immagine farà il giro del mondo, e che verranno rimossi dopo tre anni.

Un altro fenomeno si verifica alla fine degli anni Ottanta, quello dei "cercatori d´acqua". E non in senso metaforico. Perché i palermitani avviliti dalla siccità l´acqua la cercavano realmente. Come? Scavando pozzi ovunque. Anche con l´aiuto di qualche rabdomante. Il fenomeno era diffusissimo, chiunque scavava pozzi dovunque, anche all´interno dei condomini, anche negli scantinati.

Insomma, in queste condizioni, fra pioggia e siccità, si arrivò fino ai primi anni del 2000. L´emergenza toccò l´apice nel 2001 con l´esaurimento dei tre grandi bacini artificiali dello Scanzano, del Poma e di Piana degli Albanesi, nonostante la preghiera per far piovere recitata da Totò Cuffaro.

Ma intanto, anche se con enormi ritardi e spreco di soldi, tante opere sono state portate a termine. Si è finalmente realizzata la canalizzazione della diga Rosamarina. Si sono installate tubazioni per 400 chilometri. Si sono realizzate in città sei nuove sottoreti. Le vecchie tubazioni in ghisa sono state sostituite da condotte in polietilene. La dispersione delle acque si è ridotta della metà. E un più razionale utilizzo delle numerose risorse hanno consentito negli ultimi tre anni di far dimenticare alla città le pene sofferte. Speriamo.

23 luglio 2008

da Repubblica.it

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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