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IL GOVERNO PRIVATO
Modificato l'articolo 23 bis della Legge 133/08: l'affondo finale contro i beni comuni
redazione e Marco Bersani
[11/09/2009 17.48.42]



 

“Sono molto soddisfatto per l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri di una norma che, emendando l’articolo 23–bis del decreto legge 112 del 2008, risolve alcuni nodi interpretativi dell’applicazione della precedente norma in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica”. Lo afferma il ministro per i Rapporti con le regioni Raffaele Fitto. “Come è noto – ha proseguito il ministro - l’articolo 23 bis introduce una disciplina comune per il conferimento della gestione, per la definizione della transizione al nuovo regime con una serie di norme a carico dei soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non conferiti mediante procedure competitive e affida al governo il compito di emanare un regolamento di delegificazione. Il decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri – ha precisato Fitto - ha il fine di aumentare la liberalizzazione dei servizi pubblici locali agevolando l’iniziativa dei privati, riducendo i costi per le pubbliche amministrazioni e garantendo una migliore qualità per gli utenti. In particolare, si chiarisce che l’affidamento a società miste pubbliche e private, mediante procedura ad evidenza pubblica per la selezione del socio operativo (cosiddetta ‘gara a doppio oggetto’), rientra tra le modalità ordinarie di affidamento della gestione dei servizi pubblici locali, in linea con la Comunicazione interpretativa della Commissione europea del 5 febbraio 2008, prevedendo, contestualmente, che al socio privato sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento. 

Proviamo a riflettere

 

Proviamo in queste poche righe a dare una prima lettura parziale e a fare alcune prime considerazioni personali sulle modifiche apportate giovedì scorso dal Consiglio dei Ministri all’art. 23 bis della Legge 133/08.

 

Con una premessa “politichese” i cui contorni sono ancora da comprendere.

Infatti, mentre sembrava che l’art. 23 bis fosse ormai stato abbandonato in funzione di una riforma più complessiva della gestione dei servizi pubblici locali, ad agosto è  il Ministro dell’Economia Tremonti a intervenire sulla materia con l’art. 19 della Legge  n. 102 del 4/8/2009 che in estrema sintesi :

a) estende alle SPA a totale capitale pubblico e alle SPA miste gli stessi vincoli gravanti sugli enti locali relativamente alle assunzioni di personale

e

b) assoggetta le stesse al patto di stabilità previsto per gli enti locali (con regolamento da approvare entro il 30 settembre 2009).

Di fronte a questo recente intervento del Ministero dell’Economia, risulta decisamente singolare l’improvviso risveglio del Ministro agli Affari Regionali Fitto che, a poco più di un mese di distanza, fa approvare (in accordo stretto, così dice, con il Ministro Calderoli) le modifiche odierne all’art. 23bis.

Cosa sta dunque succedendo nei blocchi di potere interni al governo e alla maggioranza?

A quali blocchi di potere corrisponde la competizione Tremonti/Fitto?

Il via libera leghista ha a che fare con le prossime candidature alle Presidenze regionali?

Non lo sappiamo, per ora.

 

Ma veniamo al merito di quello che NON è il regolamento attuativo dell’art. 23 bis (da emanare entro il 31/12/2009) bensì un “Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici di rilevanza economica” (inserito come art. 15 in un Decreto legge per l’adempimento degli obblighi comunitari).

 

Una prima parte di modifiche riguarda gli affidamenti dei servizi pubblici locali.

In particolare, si indicano, come vie ordinarie di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica,l’affidamento degli stessi attraverso gara o l’affidamento degli stessi a società mista, in cui il socio privato sia scelto attraverso gara, possieda non meno del 40% e sia socio “industriale”.

L’eccezione –ovvero la gestione attraverso SpA a totale capitale pubblico- può avvenire solo in condizioni straordinarie, che abbisognano del parere preventivo dell’Autorità garante della concorrenza  e del mercato (da emettere entro 60 giorni dalla richiesta, con silenzio-assenso), e a  patto che la SpA rispetti le caratteristiche “in house” previste dall’ordinamento comunitario (controllo analogo e prevalenza dell’attività territoriale).

 

Su questa prima parte si può dire che le modifiche rispetto all’art. 23bis sono :

a)      l’inclusione delle società miste tra le gestioni ordinarie;

b)      la necessità, per le deroghe d gestione, di un parere preventivo da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato;

 

Una seconda parte di modifiche riguarda il regime transitorio.

In questo senso, mentre l’art. 23bis , stabiliva la cessazione di tutti gli affidamenti effettuati senza gara (ad eccezione di quelli in deroga) entro il 2010, le nuove norme stabiliscono con precisione i termini di scadenza per ciascuna tipologia, ovvero :

a)      entro il 2010 decadono gli affidamenti a SpA in house che non rispettano la normativa comunitaria (controllo analogo e prevalenza territoriale dell’attività); gli affidamenti a società miste nelle quali il socio privato non è stato scelto con gara; mentre, e ovviamente, si devono adeguare gli Ato che non hanno ancora provveduto ad affidare il servizio;

b)      entro il 2011 decadono tutti gli affidamenti a SpA in house (anche se rispettano la normativa comunitaria) e gli affidamenti a società miste, nelle quali, pur essendo stato scelto il socio privato con gara, questi non è un soggetto “industriale” ;

c)      entro il 2012 decadono tutti gli affidamenti a SpA quotate in Borsa, nelle quali la partecipazione pubblica non sia nel frattempo scesa al 30%

Si stabilisce inoltre che solo le SpA miste con scelta corretta del socio privato e le SpA quotate in Borsa possano svolgere attività in territori diversi da quello di appartenenza.

 

In questa seconda parte, si può dire che a fronte di una sostanziale proroga dei termini di cessazione delle gestioni, si definiscono con più precisione alcuni elementi :

a)      la fine delle gestioni attraverso SpA in house (quelle che non rispettano la normativa comunitaria entro il 2010, le altre comunque entro il 2011);

b)      la fine della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle SpA quotate in Borsa (deve obbligatoriamente scendere al 30% entro il 2012)

 

Infine il decreto sposta l’approvazione del Regolamento attuativo dell’art. 23 bis a fine dicembre 2009 e riafferma che, con l’approvazione di tale regolamento, le SpA in house saranno soggette  al patto di stabilità interno.

 

Alcune prime considerazioni.

 

E’ evidente come riprenda slancio la spinta privatizzatrice di questo Governo.

 

D’altronde, i ripetuti appelli di Confindustria, perché si mettessero a disposizione delle imprese i servizi pubblici locali come fonte di guadagno assicurato in tempi di crisi, non poteva restare inascoltato.

La spinta privatizzatrice si evidenzia anche nel fatto che la nuova normativa non riguarda solo il servizio idrico –cui era interamente dedicato (bontà loro) l’art. 23bis- bensì norma tutti i servizi pubblici locali (anche energia, gas, rifiuti e trasporto urbano).

 

E’ inoltre chiaro come l’attacco sia soprattutto diretto ad aumentare esponenzialmente la presenza dei privati nella gestione dei servizi pubblici locali, azzerando le gestioni attraverso SpA a totale capitale pubblico (per spingere i Comuni alla gara) e riducendo in maniera verticale le partecipazioni pubbliche a SpA quotate in Borsa (anche perché lì è chiaro anche ai ciechi come a decidere siano i poteri finanziari).

Il recupero delle società miste tra le gestioni ordinarie si deve invece motivare con il forte blocco di potere storicamente espresso dalle stesse, e di cui il governo non poteva non tenere conto (si pensi solo alla Toscana).

 

Si tratta quindi di un attacco generalizzato ai beni comuni e ai servizi pubblici, che deve essere respinto con una forte mobilitazione.

 

Ogni medaglia ha comunque il suo rovescio e alcune riflessioni credo possano rafforzare il percorso finora compiuto dal movimento per l’acqua.

 

Perché appare ogni giorno più evidente come, con quest’ulteriore attacco diretto dei privatizzatori, siano progressivamente venute meno tutte le motivazioni che in questi anni hanno prodotto la trasformazione delle gestioni dei servizi pubblici locali attraverso la nascita delle SpA.

Infatti, con il combinato disposto di questa normativa e dell’art. 19 della Legge 102/09 (Tremonti),decade la motivazione per cui, attraverso le Spa, gli enti locali potevano bypassare i vincoli alle assunzioni di personale e il patto di stabilità interno.

Con l’attacco quasi definitivo alle SpA a totale capitale pubblico, decade la motivazione per cui la loro istituzione serve ad arginare l’ingresso dei privati.

Con la caduta verticale della partecipazione pubblica nelle società quotate in Borsa, si rende manifesta l’insussitenza di un qualsiasi controllo pubblico nella gestione dei servizi pubblici locali, quando sia partecipata da soggetti privati (come del resto, le pur salvaguardate gestioni a capitale misto hanno ampiamente dimostrato in venti anni di realtà).

 

L’attacco è dunque pesante ma la dimensione dello stesso credo renda ancor più evidente come l’unica possibilità per i movimenti e gli enti locali che non vogliano farsi sottrarre l’acqua e il servizio idrico, sia esattamente la sottrazione dello stesso alla dimensione delle SpA, la ripubblicizzazione dello stesso attraverso gli enti strumentali comunali e consortili, la riappropriazione sociale dello stesso attraverso la partecipazione popolare.

 

E se l’art. 15, approvato ieri, s’intitola significativamente “Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici di rilevanza economica”, credo che il primo passo sia proprio quello diottenere dagli enti locali –titolari del servizio- atti che sottraggano a questa normativa il bene acqua, dichiarandola bene comune, e il servizio idrico, dichiarandolo “privo di rilevanza economica” perché colmo di rilevanza sociale, ambientale e culturale.

 

Insomma, l’attacco è forte e conseguente alle politiche governative.

Ma la strada intrapresa dal movimento per l’acqua può rappresentare non solo l’argine, bensì soprattutto l’inversione di rotta.

A patto che tutte/i assieme sappiamo costruire un movimento ancor più capace di diffusione, di radicamento territoriale e di inclusione, per costruire nuova massa critica e adeguati rapporti di forza.

E’ una battaglia aperta : abbiamo le menti e i cuori per affrontarla.

 

 

Marco Bersani (Attac Italia)

 

 

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

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Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


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SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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