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Senza dubbio è poderosa la lotta indigena-popolare in Bolivia, però allo stesso tempo abbiamo un governo che ha ceduto nuovamente di fronte a una destra sconfitta moralmente, politicamente e ideologicamente.
1. In particolare nel tema terra perchè “mai” si elimineranno i latifondi, e la questione dei 5 mila o 10 mila ettari è per il futuro. Non adesso. Chissà mai. Questa è la cosa più grave. Noi, IL MOVIMENTO DE LOS PONCHOS ROJOS (guerrieri aymara di Achacachi) abbiamo prospettato una RIVOLUZIONE AGRARIA nell’Oriente, però questo non è né riforma né niente.
2. Nei seggi, gli indigeni non compaiono in assoluto. Siamo tornati al precedente sistema di rappresentanza di 130 deputati e 36 senatori.
3. L’altra cosa è che immediatamente entreranno in vigore gli statuti autonomisti separatisti di Santa Cruz e altri, però le altre autonomie, quella indigena, regionale, avranno un lungo processo costituente.
4. Non dice niente in assoluto rispetto al da farsi circa le politiche di diffamazione degli impresari della comunicazione.
5. L’indigeno appare come perno fondamentale del nuovo stato plurinazionale, però in concreto lo si riduce a pochi rappresentanti nei 4 poteri dello stato plurinazionale.
6. Nel controllo sociale si è eliminata il potere decisionale delle organizzazioni, che quindi lo potranno mettere in pratica solo vigilando sulle autorità.
7. Si protegge l’impresa privata e la si potenzia. Un principio neoliberale ed espropriante del potere sociale.
8. Si mantengono le scuole equiparate, un privilegio della chiesa cattolica colonialista e discriminatoria. Non c’è un’educazione decolonizzatrice.
9. Malgrado ciò, ovviamente, questa costituzione senza queste concessioni sarebbe stata una costituzione piuttosto interessante per la grande quantità di diritti e il principio di uguaglianza tra tutti. Per il fatto che lo Stato è laico. O era, o forse è tuttora, strategica per andare oltre in futuro. Nei fatti reali, deve esserci un NUOVO PAESE INDIGENO-POPOLARE. BOLIVIA È QUESTO O NON LO È.
10. L’incombenza immediata è discutere e raggiungere una grande offensiva anti-oligarchica, o incluso, anti-governativa? che oggi come oggi resiste in piedi, nonostante la sua sconfitta storica.
Pablo Mamani è un sociologo aymara che negli utlimi anni ha rafforzato con pubblicazioni importanti la lotta delle comunità dell'Altipiano e dei Ponchos Rojos, il gruppo di "guerrieri" aymara di cui fa parte.