All’interno di un dibattito in corso a livello internazionale e nazionale sulle forme possibili di gestione pubblica dei servizi idrici, abbiamo ritenuto opportuno, attraverso la voce di Boris Rios Brito, attivista della Coordinadora en Defensa del Agua y la Vida nonché della Fundacion Abril, diffondere l’esperienza di Semapa[1], impresa municipalizzata di Cochabamba.
Ancora una volta i movimenti per l’acqua boliviani, divenuti centrali nella lotta per l’acqua in tutto il mondo, rappresentano un laboratorio politico d’avanguardia nella ricerca di un modello organizzativo finalmente democratico, comunitario e partecipativo.
La Guerra dell’acqua rappresenta, come alcune volte abbiamo già sostenuto, l’irruzione di una temporalità differente da quella statale: le giornate dell’aprile del 2000 furono il climax di un processo che avanzò dalla campagna verso la città e che irradiò altri percorsi che continuarono negli anni successivi e che definirono l’azione collettiva come il meccanismo per reinventare il pubblico, il fare politica. Tuttavia, più concretamente, recuperare l’impresa pubblica d’acqua è rimasto un lavoro da fare, ossia costituire un’impresa pubblica d’acqua con trasparenza, efficienza, giustizia, controllo e partecipazione sociale.
Facciamo un breve ripasso degli ultimi eventi a proposito di ciò che abbiamo messo sul tavolo di discussione e ad un’ intervista a Juan Marcelo Rojas, lavoratore dell’impresa e “guerriero dell’acqua” della Piazza 14 Settembre durante le giornate di aprile del 2000 a Cochabamba.
La corruzione permanente
L’ultimo caso di corruzione all’interno di Semapa ha che fare con Eduardo Rojas Gastelu, che iniziò a dirigere l’impresa la prima settimana di giugno del 2006 dopo aver vinto un ricorso costituzionale grazie ad astuzie legali e manovre dei direttori cittadini di allora Franz Taquichiri, Mario Albino ed Eduardo Villazón. Rojas Gastelú è accusato, tra altri differenti casi su cui si sta investigando, di aver recato danno economico a Semapa, motivo del suo ritiro definitivo dalla carica di amministratore e del giudizio in corso contro di lui. Al di là però di Rojas Gastelú e di tutto ciò che rappresenta nell’immaginario sociale boliviano come istituzione pubblica, ossia come la corruzione endemica che coinvolge ciò che è statale o pubblico, e al di là inoltre delle affermazioni di coloro che hanno innalzato negli ultimi anni la bandiera contro la corruzione[2], la malattia di Semapa sembra causata non solo dalle circostanziali amministrazioni corrotte o dai cattivi e corrotti direttori cittadini bensì da ciò che chiamiamo razionalità istituzionale.
Al fine di chiarificare il tutto e di rafforzare il nostro argomento bisogna dire che la corruzione non solo tocca gli spazi intorno all’amministrazione, ma anche gli spazi dell’operaio, dalle gerarchie del sindacato fino all’ultima pedina da “pala e piccone”: spesso vengono denunciate forme di nepotismo, favoritismo, connessioni clandestine tra i lavoratori stessi.
Il controllo sociale ed il suo fallimento
La proposta di controllo sociale e la sua messa in atto all’interno dell’impresa dal 2003 vengono dai movimenti sociali che parteciparono alla guerra dell’acqua dell’aprile del 2000 a Cochabamba. L’idea era quella di implementare un meccanismo di fiscalizzazione, controllo e di presa delle decisioni che partiva dalle organizzazioni sociali e dagli utenti attraverso i legittimi rappresentanti perché soddisfacessero le loro aspettative e necessità. Tuttavia il risultato ha lasciato a desiderare. Primo perché la forma per designare i rappresentanti degli interessi della gente si colloca sulle basi della democrazia liberale, che riduce al momento di emettere il voto l’unico spazio politico di reale partecipazione degli utenti e delle organizzazioni sociali, automatizzando e distanziando, nell’immediato futuro, gli eletti dagli elettori. Secondo, perché allontana le organizzazioni sociali, almeno quelle con debolezze organizzative, e gli utenti dalle problematiche dell’impresa, ossia dalla gestione e dall’amministrazione, togliendo loro le responsabilità. Per questo motivo non è raro trovare direttori cittadini che vengono accusati di diversi casi di corruzione, come Franz Taquichiri, messo in discussione pubblicamente; questo non significa che non esistano o siano esistiti direttori cittadini che rispondano o abbiano risposto alle richieste e alle inquietudini di coloro che rappresentano, però conferma il fatto che, in ogni caso, esiste una relazione diretta e permanente con le loro organizzazioni sociali, una specie permanente di controllo sociale di coloro che vengono eletti per portare avanti il controllo sociale all’interno di Semapa.
La costituzione di un controllo sociale più effettivo può avvenire solo avvicinando la problematica e la presa di decisioni ancora di più alla gente, non solo a quella che risulta essere utente dell’impresa ma anche a quella potenzialmente utente e a quella che non lo è affatto. In altri termini, così come nella guerra dell’acqua dell’aprile del 2000, si tratta di reinventare il pubblico, come regno della politica, del poter fare e dire, e tutto ciò implica che devono essere superati i meccanismi di alienazione della capacità politica della gente, che derivano dalla democrazia liberale, così come molte volte succede nelle assemblee e riunioni dei comitati d’acqua in molti quartieri della zona sud e nord di Cochabamba e così come si pratica in molte comunità andine.
Circa le razionalità istituzionali e altri mali
In questa argomentazione affrontiamo la contraddizione tra ciò che chiameremo il sociale[3] e ciò che è stato istituito attraverso la temporalità[4]e la razionalità statale (capitaliste). Le norme legali vigenti ed il progetto sociale che costruisce il – da significato al – capitale fanno si che all’interno di Semapa in particolare e all’interno delle imprese “pubbliche” in generale si riproduca lo spazio per la corruzione[5].
Appare sempre più necessario costituire un “momento di eccezione” per ricostruire Semapa sulla base dei principi della guerra dell’acqua del 2000, nel senso che una trasformazione della struttura dello Stato non avviene attraverso un atto di dichiarazione, bensì attraverso un processo contraddittorio e difficile che parte sempre dal basso.
I periodi ciclici di maggiore corruzione all’interno di Semapa sono una norma e si sviluppano al di là delle persone; non possiamo affermare con certezza quale sia il momento di maggior corruzione però possiamo affermare che verrà.
[1] SEMAPA
- Servicio Municipal de Agua Potable y Alcantarillado venne recuperata dopo la Guerra dell’Acqua dell’aprile del 2000, quando fu cacciato dal paese, dopo mesi di mobilitazioni e scontri, il consorzio di multinazionali “Aguas del Tunari”, il quale aveva privatizzato il servizio idrico della città. La nuova gestione si compose di 8 direttori cittadini (3 dei quali eletti dai cittadini), i quali avevano il compito di controllare la trasparenza e il buon governo dentro l’impresa. Le recenti accuse di corruzione nei confronti dei direttori e dei dirigenti hanno affossato la forma di gestione con partecipazione e controllo sociale promossa dopo la Guerra dell’acqua.
[2] “…paragono Semapa ad un corpo umano. Nella guerra dell’acqua, durante le giornate di aprile, con la lotta abbiamo recuperato l’impresa e l’abbiamo risvegliata dallo stato di coma in cui era caduta, successivamente prende l’amministrazione Jorge Alvarado che lascia l’impresa con un debito di due milioni di dollari, viene sostituito da Gonzalo Ugalde che commette azioni di corruzione, introduce gente e ci contagia di cancro, dopodiché entra Ricardo Ayala e ci guarisce dal cancro, subentra Rojas Gastelu e ci contagia di sifilide. Adesso ci troviamo con un tumore di due milioni di dollari di debito”. Da intervista a Juan Marcelo Rojas, lavoratore di Semapa e guerriero dell’acqua della Piazza Principale “14 Settembre”.
[3] Inteso qui unicamente ed esclusivamente come contraddizione/azione alla razionalità e temporalità statali capitaliste
[4] Al rispetto vedi Sergio Tischler, Tempo di reificazione e tempo di insubordinazione: http://redalyc.uaemex.mx/redalyc/pdf/286/28640707.pdf