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“Si, sono una prostituta. Sono una donna che vale, perchè sono stata corggiosa. Prima, a mettermi all'angolo di una strada. Ora, a mettermi di fronte alla società. Ora non sono più sola. Siamo molte. Ed unite, andiamo a cambiare le cose”.
Secondo Lagarde, “puttana” è un concetto generico che designa le donne sotto l’aspetto dell’erotismo, in una cultura che lo ha costruito come tabù per noialtre. Una delle forme di domino ed aggressione più forti che possono essere realizzate dagli uomini verso le donne, è proprio quella di considerarle e trasformarle in prostitute: lo fanno quando esiste una relazione sessuale nella quale le donne sono accondiscendenti verso l’uomo: questa è la condizione voluta e vigilata dalle istituzioni. Da questo consegue che il concetto di prostituzione è una categoria della cultura patriarcale che demonizza l’erotismo delle donne, relegandole nell’oppressione.
Ideologicamente, si identifica il termine “puttana” con quello di prostituta. Ma “puttane” sono le amanti, le amate, le modelle, le artiste, le vedette, le esotiche, le madri sole, le donne perdute, quelle che rimasero incinta del proprio fidanzato, le maleaccasate, le divorziate, le donne seduttrici, quelle che andarono con i mariti di altre, le facili, le calde, le insaziabili, le isteriche…in pratica, tutte le donne sono puttane dal momento che evidenziano il loro desiderio, al di là delle epoche o delle circostanze della loro vita.
Le lavoratrici sessuali e la prostituzione
La prostituzione è lo spazio sociale, cultirale e politico Della sexualita proibita, esplicita e eroticocentrica. La società si è fatta carico di idealizzare la lavoratrice sessuale come donna ai bordi della società, negando in assoluto la sua appartenenza ad altri gruppi di donne, come se essere lavoratrici sessuali non fosse una attività o una professione. Le prostitute sono in gran numero madri, spesso sposate, divorziate, abbandonate, o a volte studentesse, operaie, laureate eccetera. Questo vuol dire che a volte, le prostitute sono parte di altri circuiti sociali, sono donne che affrontano con difficoltà i problemi legati a gravidanze, aborti, malattie, obblighi famigliari, di lavoro e così via.Dunque, qualsiasi altro apsetto presente nella ita di quetse donne è negato e riassunto nell’essere prostitute.
Queste donne si guadagnano la vita attraverso il sesso. Con questo lavoro contribuiscono al sostenere la famiglia. Loro si vedono come donne che, essendo senza altre opportunità, optano per guadagnare il denaro per la propria famiglia in strada.
Come molti settori vulnerabili, il lavoro sessuale si scontra ogni giorno con le terribili condizioni di lavoro, condizioni sociali delineate spesso dallo Stato e dalle istituzioni. In questa maniera, ogni giorno le prostitute sono vittime dei maltrattementi da parte della polizia, dei centri di salute, dalla città stessa. Dalla’ltra, sono vittime costanti dei loro “datori di lavoro”.
Senza dubbio, l’importanza di cambiare le proprie condizioni di vita viene prima di tutto. Per questo, le lavoratrici sessuali hanno deciso di lottare ed organizzarsi: “Le prostitute sono parte del popolo lavoratore dei nostri Paesi. La nostra sfida è quella di riuscire ad organizzarsi, uniti, compagne e compagni, per un mondo più libero e giusto!”.
Le prostitute sono esseri politici, con decisioni proprie e capaci di incidere nella politica pubblica. In Bolivia questo settore è rappresentato dalla Organización Nacional de Activistas por la Emancipación de la Mujer (ONAEM), un’organizzazione che raggruppa le prostitute di otto dei nove dipartimenti del Paese. La ONAEM è un’organizzazione che protegge e difende le compagne coinvolte nella prostituzione. Il raffrozamento delle organizzazioni a livello regionale è uno degli scopi prioritari, assieme all’elaborazione di assemblee informative e per la risoluzione dei conflitti.
La ONAEM è stata creata dalle stesse prostitute, stufe di essere maltrattate, emarginate dalla vita politica, sociale ed economica, e con l’intenzione di tornare ad essere padrone della propria esistenza. Le donne che ne fanno parte realizzano attività su tematiche di salute e sulla campagna permanente contro le violenze subite dalla polizia. Si occupano di sensibilizzazione sui pericoli dell’AIDS e stanno cercando di tenere dei registri anagrafici delle prostitute in Bolivia. Contemporaneamente, stanno stilendo uno statuto dove possano tutte riconoscersi, che racchiuda principi e diritti, perché nessuno possa più parlare al loro posto.
C’è molto cammino da fare, ma in questo percorso tutte loro stanno riuscndo ad essere autrice della loro stessa crescita vreso la propria autodeterminazione.
* Claudia Lopez Pardo è un'attivista politica della Coordinadora de Defensa del Agua y la Vida di Cochabamba. Lavora all'interno della Fundacion Abril, braccio operativo del movimento cochabambino. Negli ultimi anni si è occupata assiduamente del problema della prostituzione sostendendo l'autodeterminazione delle lavoratrici sessuali boliviane e latinoamericane.