Il Monte Amiata è un antico vulcano, la cui attività si colloca tra i 400.000 e i 300.000 anni fa. Si staglia maestoso nella Toscana del Sud e domina la Maremma,la Val d’ Orcia,(sito UNESCO:Patrimonio dell’Umanità), le crete senesi, il Chianti,coperto fino alla sommità da boschi secolari di castagni,abeti e dalla più grande faggeta d’Europa. E’ stato il primo bosco d’Italia con una certificazione di gestione sostenibile,ha ottenuto infatti il marchio PEFCT (Pan European Forest Certification),che testimonia il suo essere un grande patrimonio di biodiversità.. Gli Etruschi la consideravano la “Montagna Sacra”, fonte di vita,al centro di quella che consideravano la “Terra Sacra Inviolabile”,dove regnava incontrastata la protezione degli dei nei confronti della nazione etrusca. Energia spirituale rimasta intatta nei secoli se nel 1981 il maestro Norbu, fuggito dal Tibet in seguito all’invasione cinese, fonda nell’Amiata la Comunità Merigar o “Residenza della Montagna di Fuoco”,inaugurata dal Dalai Lama in persona. Vi si apprende l’antichissimo insegnamento dello “Dzogchen”,la più alta via per il progresso spirituale. Un lembo di Tibet in Italia,un rifugio per la cultura buddista, oppressa dalla violenza inaudita dei cinesi. La storia moderna del Monte Amiata inizia con l’arrivo dei Longobardi nel VII secolo d.c. ,con la fondazione per volere di Re Ratchis della splendida Abbazia Benedettina del San Salvatore,posta a controllo della “Via Francigena”,che da Canterbury portava migliaia di pellegrini a Roma alla ricerca della “perduta patria celeste”. Nell’Abbazia a partire dall’XI secolo venne conservata per sette secoli la “Bibbia Amiatina”,(VII secolo d.C.), il codice più antico della Bibbia nella sua versione latina. Di fondamentale importanza è la “Postilla Amiatina”,scritta nel 1087,considerata dai linguisti la prima voce volgare proveniente dalla Toscana. L’antico nome latino dell’Amiata era “Ad Meata”,cioè alle sorgenti,per la ricchezza di acque,che allora come oggi dissetano gran parte del sud della Toscana,rifornisce di acque termali centri come Saturnia,Bagno Vignoni e Bagni San Filippo, frequentati questi ultimi da Papa Pio II Piccolomini e da Lorenzo il Magnifico. Purtroppo questo enorme patrimonio storico e ambientale rischia di essere distrutto. Il bacino idrico del Monte Amiata,il più importante del Centro Italia,negli ultimi anni si è ridotto del 60%,la falda acquifera si è abbassata di circa 300 metri,tanto è vero che le sorgenti a quota 1200 mt. sono in secca e la Regione ha decretato l’emergenza idrica. Tutto questo non dipende solo dalle scarse precipitazioni nevose ma,come sostengono molti studiosi e i Comitati di Salvaguardia Ambientale,dai prelievi intensivi dell’acqua da parte delle Centrali Geotermoelettriche dell’ENEL,ubicate nel territorio amiatino. Il prof. Borgia, vulcanologo di fama,a cui nel 2006 la Regione Toscana ha commissionato uno studio sul problema, scrive che dall’analisi dei dati rilevati dalla Dott.ssa Manzella (altra ricercatrice incaricata dalla Regione Toscana di eseguire uno studio sulla falda acquifera) l’acquifero dell’Amiata è ormai ridottissimo e il volume dell’acqua potabile si è ridotto ad un quarto rispetto al volume presente prima dello sfruttamento geotermico, mentre il volume dell’acqua inquinata dai vapori geotermici è ormai superiore a quello dell’acqua potabile; l’abbassamento della falda inoltre può indurre eruzioni idrotermali, che in altri paesi hanno in passato anche ucciso persone. In risposta l’Assessore in un convegno tenuto ad Arcidosso il 22 Febbraio 2008 ha affermato che se l’ipotesi del Prof. Borgia si rivelasse esatta la situazione sarebbe critica, e si dovrebbe intervenire a limitare o azzerare lo sfruttamento geotermico. Cresce sull’Amiata la richiesta in virtù del principio di cautela e di precauzione di ridurre l’attività delle Centrali Geotermiche,almeno per sei mesi. Si potrebbe controllare la ricarica del bacino acquifero e avere la prova empirica della correlazione o meno tra sfruttamento geotermico e diminuzione dell’acqua. La Regione in risposta ha affidato all’Università di Siena uno Progetto articolato in studi geostrutturali, idrogeologici, geochimica ambientale,ecotossicologici, che in tempi brevi(4 mesi),dovrà dare risposte certe,compreso indicare le eventuali limitazioni della geotermia fino “all’opzione zero”,cioè la chiusura definitiva delle Centrali Geotermoelettriche. Nell’attesa degli Studi,molte persone continuano a bere acqua con percentuali di arsenico che arrivano a 28 microgrammi al litro,mentre il limite stabilito per legge è di 10 microgrammi-litro,soglia oltre la quale i rischi per la salute sono altissimi. Anche qui la Regione ha risposto alzando con una deroga la soglia di tollerabilità di arsenico a 30 m/l e con la promessa che presto saranno installati abbattitori del veleno. In conclusione non va dimenticato che le Centrali amiatine emettono anidride carbonica (maggiore responsabile dell’effetto serra), in quantità molto superiore alle centrali di Larderello e acido solfidrico che, scrive il prof. Graniglia dell’Università di Siena: ”è il più pericoloso tra i gas in condensabili presenti nei fluidi geotermici,a concentrazioni più alte rispetto ai valori limite,si hanno sulla salute effetti sempre più gravi,dall’irritazione agli occhi,alla paralisi olfattiva e nei casi estremi la morte,che avviene in pochi minuti per blocco del sistema respiratorio”.(Corso Anno Accademico 2005-2006).
I Comitati di Salvaguardia Ambientale hanno preparato per Sabato 10 Maggio una grande Manifestazione Popolare ad Abbadia San Salvatore per l’Acqua, per l’Aria, per l’Amiata.