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I MAPUCHE: FORSE SONO FINITE LE REPRESSIONI
Giusto Catania, da Liberazione
[17/12/2008 15.41.33]



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Temuco è la capitale dell'Araucania, la regione dei laghi a sud di Santiago del Cile: il paesaggio bucolico e la folta vegetazione nascondono bene l'anima passionale e indomita della sua popolazione, infatti Temuco è soprattutto l'insediamento storico dei Mapuche, la più numerosa e antica popolazione indigena del Cile.

Anche se, ormai, la maggior parte della popolazione originaria di questo straordinario paese andino vive nelle grandi città e in particolare nell'inquinata e caotica capitale. Nel censimento del 1992 in Cile il 10% dei tredici milioni degli abitanti si definiva indigena, dopo dieci anni malgrado l'aumento della popolazione (oltre quindici milioni) il numero degli indigeni è diminuito a 632 mila.

Secondo gli analisti la ragione di tale diminuzione è da ricercare nel fatto che gli indigeni hanno paura a farsi identificare, poiché si è radicata una tendenza alla loro criminalizzazione che li avrebbe indotto a nascondere la propria identità. A sostegno di questa tesi c'è il fatto che il crollo della presenza indigena è registrato esclusivamente a Santiago del Cile dove, per via delle grandi dimensioni della città (il 40% della popolazione cilena vive nella capitale), è più facile mescolarsi col resto della popolazione. L'inurbamento degli indigeni cileni, tuttavia, non ha affatto cancellato una delle grandi questioni che sta attraversando tutta l'America latina: le rivendicazioni legate al protagonismo dei popoli originari, sopravvissuti al genocidio colonizzatore iniziato da Cortès Pizzarro e Valdivia, continua ad essere una delle priorità nell'agenda politica di Bolivia, Ecuador, Brasile, Venezuela, Colombia, Messico. In Cile l'argomento è considerato marginale, spesso omesso nelle diatribe tra governo e opposizioni, malgrado l'attenzione internazionale riservata alla costante criminalizzazione nei confronti del popolo Mapuche.

Nel luglio del 2003, a seguito delle numerose denunce sulle violazioni dei diritti umani avanzate da associazioni e Ong, il relatore speciale dell'Onu per le libertà e i diritti dei popoli indigeni, Rodolfo Stavenhager, organizzò una missione nel paese. Nel novembre dello stesso anno, la relazione Stavenhager decretava «una stretta relazione tra la diffusa povertà del Paese e l'identità indigena». Inoltre veniva sottolineata la pratica costante di sottrazione della terra, originariamente di proprietà delle comunità Mapuche, effettuata, spesso in modo violento, da parte delle imprese minerarie, idroelettriche, forestali che hanno saccheggiato le terre indigene privatizzando i beni comuni, a partire dall'acqua che per il 90% è nelle mani dei privati, in particolare delle imprese spagnole ed italiane, in primis Endesa ed Enel. La reazione delle popolazioni indigene, in difesa della propria terra e dell'acqua, è stata oggetto di una repressione cruenta che, negli ultimi anni, ha prodotto la morte di due giovani mapuches uccisi dalle forze armate cilene (ovviamente nessuna condanna è stata comminata dal giudice militare che ha competenza sui crimini delle forze armate!) e decine di arresti (sono 21 gli indigeni sotto processo). Nei confronti delle comunità indigene viene puntualmente applicata la legge antiterrorista, una legislazione speciale che lo stesso Stavenhager ha classificato come «un vulnus al giusto processo» e che sancisce una equazione inaccettabile tra diritto degli indigeni e azioni terroristiche. Per tanto tempo, malgrado le promesse elettorali di tutti i Presidenti della Repubblica di centrosinistra che ininterrottamente dal 1990, dal ritorno alla democrazia, si alternano al potere la situazione è rimasta imbalsamata e solo recentemente, con la presidenza di Michelle Bachelet, cominciano a percepirsi i primi segnali di un cambio di rotta rispetto alla condizione indigena.

Come primo atto, Bachelet ha avuto il merito di non aver più costituito il governo come parte civile nei processi contro gli indigeni e ha fissato una nuova agenda di discussione politica tra lo Stato e i popoli indigeni attraverso un documento chiamato "Riconoscere - patto sociale per la multiculturalità", in cui si sviluppa un nuovo approccio sulla politica indigena tesa al riconoscimento multiculturale dello Stato. Inoltre, nel marzo di quest'anno, dopo 18 anni di attesa, il Senato ha approvato la ratifica della Convenzione 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, il più importante strumento giuridico internazionale per i popoli indigeni, in cui si stabiliscono disposizioni sui diritti umani, sul possesso di terra, sulla difesa delle culture originarie e del territorio.

Tuttavia l'interpretazione del Senato cileno alla Convenzione è stata restrittiva poiché non si è riconosciuta l'esistenza dei popoli indigeni ma si è sancita l'esistenza di etnie diverse che sono parte del popolo cileno. È la stessa argomentazione che continua ad impedire l'approvazione delle modifiche costituzionali che dal 1991, giacciono nei cassetti del Parlamento di Valparaiso. È necessario un quorum di 5/7 del Parlamento e la destra impedisce il cambio della Costituzione con la motivazione che il riconoscimento dei popoli indigeni rischia di frammentare l'unità e l'identità del popolo cileno. Un'argomentazione identitaria e nazionalista che espelle dalla Costituzione, che continua ad essere immodificata dall'epoca di Pinochet, la questione della terra, della lingua e della cultura indigena.

Tutto ciò malgrado dal 1993 esista una legge sugli indigeni, voluta dal Presidente Patricio Aylwin, che riconosce l'esistenza di otto distinti gruppi nel territorio cileno: Mapuche, Aymara, Rapa Nui, Atacamenos, Quechas, Collas, Alacalufe e Yagàn. Una legge importante che rimane esclusivamente sulla carta: infatti la sua mancata applicazione è la genesi del nuovo conflitto tra le comunità indigene, le imprese che sfruttano le risorse naturali del territorio e lo Stato.

Le comunità indigene oltre ad essere criminalizzate sono, di fatto, escluse dalla partecipazione politica. Negli ultimi anni nel Parlamento cileno non è presente neanche un Mapuche e il sindaco democristiano di Temuco, Francisco Huenchumilla, che per tanto tempo è stato l'autorità indigena più autorevole del Paese tra qualche giorno dismetterà il suo incarico e, come se non bastasse, per dinamiche di potere interne alla coalizione di centrosinistra, per la prima volta nella città degli indigeni le elezioni sono state vinte da un candidato della destra pinochettista. Per gli indigeni cileni sarà fondamentale il prossimo anno, così come per tutti i cittadini cileni, perché si voterà per le elezioni presidenziali e parlamentari. Le recenti amministrative hanno rafforzato la destra che ha vinto nei più grandi comuni del Paese anche se la Concertacion, la coalizione di governo, continua ad avere la maggioranza nelle elezioni per i consigli comunali.

La politica indigena è un pezzo fondamentale su cui si giocherà la prossima fondamentale partita per impedire che gli eredi di Pinochet possano riprendersi il Paese che, quest'anno, celebra il centesimo anniversario della nascita di Salvador Allende. Le grandi manovre sono già partite e mentre la destra, da tempo, ha già scelto di candidare l'imprenditore Sebastiàn Piñera, espressione del berlusconismo in salsa cilena; nella Concertaciòn invece si profilano primarie tra gli ex Presidenti, il democristiano Eduardo Frei e il socialdemocratico Ricardo Lagos, col presidente dell'Organizzazione degli Stati Americani, il socialista Josè Miguel Insulza che fa la parte del terzo incomodo.

È una partita difficile e, in questo contesto inaspettatamente fluttuante di una politica cristallizzata come quella cilena, giocheranno altri protagonisti che saranno determinanti per il futuro del Cile: il presidente del Senato Adolfo Saldivar che, rompendo con la Democrazia cristiana, ha fondato un partito che alle amministrative ha preso il 7% e il senatore Alejandro Navarro che ha fondato il Mas, uscendo dal Partito socialista, e che potrebbe essere sostenuto alla presidenza della Repubblica dalla coalizione della Sinistra (Partito Comunista, Umanisti e Sinistra Cristiana) che alle amministrative ha raccolto il 9,1%.

Le diplomazie sono già al lavoro poiché una soluzione al doppio turno sembra la più plausibile per le prossime presidenziali. Ognuno si vuole pesare e i boatos parlano pure di un candidato Mapuche, magari con un nuovo partito che possa rimettere insieme tutte le comunità indigene.

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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