Documento senza titolo
In ben due occasioni i vigili urbani hanno intimato ad attivisti di WWF, Mare Libero e Abruzzo Social Forum di interrompere un normale volantinaggio in base a un articolo di un nuovo regolamento comunale minacciando l'identificazione e sanzioni fino a 800 euro.
In mattinata è stato bloccato il volantinaggio presso il mercato di Portanuova e nel tardo pomeriggio analogo intervento si è ripetuto sulla Riviera nei pressi della Nave di Cascella, poco dopo il passaggio del Sindaco che presenziava alla commemorazione per la recente scomparsa di Pietro Cascella.
I nostri volantini erano relativi alla vicenda dell'acqua contaminata da sostanze cancerogene e all'inchiesta della magistratura che ha confermato quanto da noi denunciato l'estate scorsa.
E' evidente che si tratta di una norma assurda che se applicata con rigore condurrebbe tra l'altro il sindaco di Pescara D'Alfonso all'ergastolo vista la quantità di stampati che è solito distribuire personalmente.
Una cosa del genere non si era mai vista a Pescara e non era venuta in mente neanche alla giunta di destra. In questo Paese il clima e decisamente cambiato da nord a sud, centrodestra destradestra o centrocentrocentro!
Le organizzazioni sociali denunciano il clima intimidatorio nei confronti dei cittadini e cittadine impegnati nella denuncia delle malefatte di esponenti politici del PD che oggi sono indagati per avere fatto bere agli abitanti della Val Pescara acqua contaminata da sostanze altamente tossiche.
Nei prossimi giorni dovremo agire tutti per far emergere e denunciare questa norma liberticida e chiederne l'immediata abolizione.
COMUNICATO STAMPA DEL 24 MAGGIO 2008
Inquinamento della Val Pescara.
WWF, Abruzzo Social Forum e MareLibero: disastro ambientale immenso.
Nelle falde valori di inquinanti cancerogeni e tossici con punte di 3000000 di volte superiori ai limiti di legge.
Avvelenamento delle acque destinate al consumo umano: ora chiarire le conseguenze sulla popolazione
Quello di Bussi e della Val Pescara in Abruzzo è un disastro ambientale di proporzioni inimmaginabili, unico in Italia e in Europa per le potenziali conseguenze per la salute di 500000 cittadini.
Al WWF, in quanto parte offesa, è stato notificato il provvedimento del PM Aceto con cui sono stati inviati ieri 33 avvisi di garanzia. La sua lettura lascia letteralmente esterrefatti. Le analisi ordinate dal PM hanno accertato nella falda la presenza di sostanze cancerogene e tossiche con punte di 3000000 di volte i limiti di legge per il Cloroformio, 420000 volte per il tetraclorometano, decine di migliaia o migliaia di volte per tante altre sostanze pericolose tra cui Mercurio, Cloruro di Vinile, Tricloroetilene ecc.. La falda profonda è pesantemente inquinata da sostanze tossiche e cancerogene. Fino al 1963 era il fiume Pescara, secondo il PM, a ricevere tutti i rifiuti inquinanti delle lavorazioni poi progressivamente stipati nelle megadiscariche lungo le rive dei fiumi Tirino e Pescara.
Il filone relativo all'acqua inquinata distribuita a centinaia di migliaia di cittadini (milioni se si tiene conto dell'arco temporale dell'inquinamento del campo pozzi S. Angelo) nasce da una denuncia del WWF basata, prima, sui referti di analisi condotte e pagate privatamente dall'associazione e, poi, sulla scoperta che gli Enti sapevano almeno dal 2004 in base a decine di analisi ufficiali e documenti ufficiali. In questo caso la condotta delle strutture di gestione e controllo dell'acqua è stata del tutto irresponsabile, tutta volta a minimizzare, cercando pervicacemente di creare incertezza nella popolazione rispetto a fatti incontrovertibili come il grave inquinamento dell'acqua distribuita dai pozzi S. Angelo. Tutto provato da tanti atti pubblici portati alla luce dal WWF e poi confermato addirittura dall'Istituto Superiore di Sanità che nel suo parere dichiarava le acque emunte dal campo Pozzi S. Angelo "non idonee al consumo umano".
Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo "Siamo sgomenti nel leggere quanto ha scritto il PM. La percezione che abbiamo del nostro Abruzzo è cambiata per sempre. Ci troviamo di fronte a ipotesi di reato di gravità inaudita, visto che si parla di avvelenamento delle acque destinate all'uomo. Si rabbrividisce nel leggere quanto sostiene il PM e, cioè, che i responsabili della Montedison erano a conoscenza fin dal 1992 dell'inquinamento delle falde e delle conseguenze sui pozzi destinati all'acquedotto. Dopo la nostra prima denuncia del Luglio 2007 noi cittadini siamo stati lasciati praticamente soli in questo anno e in qualche caso addirittura denigrati nella nostra azione. L'Istituto Superiore di Sanità nel suo parere aveva chiarito che era stata distribuita acqua non idonea al consumo umano e nessun sindaco e amministratore della Val Pescara ha reagito con la dovuta fermezza. Fanno così fatica a comprendere che qui vi è in gioco la salute di 500000 person!
e? Neanche la Direzione Sanitaria della ASL, che in una nota scritta e nonostante le nostre controdeduzioni sull'operato delle sue strutture di controllo, aveva ribadito di appoggiare in pieno la linea del Dr. Rongione, responsabile del SIAN e ora tra gli indagati, ha reagito al parere dell'Istituto di Sanità. Ora, finalmente, ha qualcosa da dire per assicurare il massimo rigore nella difesa dei diritti dei cittadini? Le responsabilità penali ora le chiarirà la Magistratura ma per affrontare l'immane catastrofe che abbiamo davanti serve un radicale cambio di atteggiamento degli amministratori nell'affrontare questa vicenda.
Secondo il WWF, l'Abruzzo Social Forum e MareLibero bisogna:
-mettere immediatamente in sicurezza le megadiscariche che, ogni secondo che passa senza interventi, peggiorano il livello di inquinamento dei fiumi Pescara e Tirino e delle falde;
-realizzare in breve tempo l'indagine epidemiologica, da condurre ai massimi livelli;
-avviare indagini sui livelli di inquinanti presenti nei corpi dei cittadini;
-progettare un intervento di bonifica con la partecipazione dei cittadini e con l'aiuto di esperti di livello mondiale;
-verificare l'impatto ambientale e dei rischi sanitari derivanti dalla presenza di questo inquinamento, ivi compreso l'effetto sulle aree coltivate attorno al fiume;
-sollevare dagli incarichi chi sapeva e ha taciuto, al di là delle risultanze penali, per riformare profondamente un sistema di gestione e controllo sull'intero ciclo delle acque che è letteralmente fallito.