Il Colectivo de Abogados José Alvear Restrepo CAJAR, Organizzazione non governativa
di difesa dei diritti umani, presenta alla comunità internazionale le ultime scoperte
relazionate alle attività illegali di intelligence sviluppate dal DAS, organismo di sicurezza e
di intelligence più importante dello Stato colombiano, contro le organizzazioni dei diritti
umani.
Riconosciamo che tutti gli Stati hanno bisogno di un sistema di intelligence efficace per
garantire l'esercizio della sovranità, l'autodeterminazione e la sicurezza della società e
dello Stato. Pero, tale servizio di intelligence deve essere fondato nel rispetto assoluto dei
diritti umani e sui principi che supportano uno Stato democratico e sociale di diritto. In altre
parole, le agenzie di intelligence devono sottomettersi alla legge ed alla Costituzione
Politica prima che essere strumenti di un governo o di entità alleate o al servizio delle
organizzazioni criminali organizzate come i gruppi paramilitari.
Nonostante questo in Colombia la storia ci ha dimostrato che gli organismi di sicurezza
dello Stato hanno conferito trattamento di nemici a coloro che dalla società si impegnano
per la difesa e la promozione dei diritti umani. Così a partire dal febbraio 2004, si è
incrementata sostanzialmente la persecuzione contro le organizzazioni dei diritti umani da
parte del DAS. Questa entità ha creato gruppi speciali di intelligence strategica con lo
scopo di perseguitare in maniera strutturale le organizzazioni di diritti umani considerandoli
“una minaccia o rischio per la sicurezza nazionale”.
In questo contesto, il DAS ha deciso di realizzare attività di intelligence contro il CAJAR
attraverso una molto onerosa, prolungata e sofisticata operazione chiamata
“OPERAZIONE TRASMILENIO” finanziata sotto la voce SPESE RISERVATE. La
menzionata OPERAZIONE TRASMILENIO consiste nella raccolta di informazioni su
questa ONG di diritti umani e dei suoi componenti. Nello sviluppo della stessa si sono
ricavate informazioni relative alla difesa dei diritti umani, sulla cooperazione internazionale
e sulle condizioni finanziarie del CAJAR.
Tra le attività di intelligence realizzate dal DAS contro i membri del CCAJAR, si
evidenziano: l'identificazione del loro nucleo familiare, informazioni biografiche, lavorative,
economiche e finanziarie; elaborazione di profili politici e psicologici; recupero di impronte
digitali, individuazione delle routine e spostamenti, realizzazione di pedinamenti in tutto il
paese, così come la vigilanza permanente da punti fissi di osservazione (affittando
abitazioni); registrazioni fotografiche e video degli avvocati e delle loro famiglie, così come
dei loro posti di residenza e lavoro, intercettazione su grande scala di linee telefoniche,
posta elettronica, verifica dei loro movimenti migratori ed elenco dei loro contatti nazionali
e internazionali, ecc. Per ottenere queste informazioni hanno cercato i dati nel data base
del Programma Ufficiale di Protezione a Difensori, enti pubblici e privati e altri che loro
denominano “fonti umani e tecniche” e incluso perquisendo la spazzatura dei luoghi di
residenza e degli uffici di lavoro degli avvocati. Vale la pena far presente, che i lavori di
intelligence hanno incluso temerarie e infondate accuse contro i membri del CCAJAR, le
quali non sono state provate nonostante vari anni di permanente ed esaustiva attività di
intelligence illegale e clandestina.
Ci colpisce particolarmente che la tenace persecuzione contra il CAJAR da parte del DAS,
concorda sia con i segnalamenti realizzati dal presidente della Repubblica e da alcuni dei
suoi più alti funzionari contra questa ONG, sia con le sistematiche minacce e attacchi
contro i suoi membri. Per esempio, il pacco ricevuto per posta nel maggio del 2005 alla
sua residenza dall'allora presidente del CCAJAR che appariva come inviato dal nonno da
un municipio e un indirizzo che corrispondono alla casa dove trascorse la sua infanzia e
che conteneva una minaccia scritta contro la sua famiglia e la sua piccola figlia,
accompagnata da una bambola decapitata, squartata, bruciata e macchiata con smalto
rosso a indicare sangue, dimostra che questo macabro messaggio di minaccia conteneva
informazioni ottenute con lavori di intelligence svolti contro questa avvocata da parte del
DAS.
Le attività del CAJAR che hanno destato maggiormente l'attenzione dei segugi del DAS
sono quelle relazionate alla rappresentazione in sede legale delle vittime, specialmente il
lavoro con la Corte Penale Internazionale, la Commissione e la Corte Interamericana dei
Diritti Umani e le Nazioni Unite. Allo stesso modo c'è stato un interesse speciale per le
missioni internazionali (ufficiali e non governative) sui diritti umani che hanno visitato il
paese. Alcune di esse sono state oggetto di controlli millimetrici e i loro componenti e
passaporti filmati e fotografati con chiaro disprezzo per la comunità e gli organismi
internazionali. Tutto indica che “tutto ciò che puzzava di diritti umani” si convertiva in
obiettivo di intelligence per il DAS che considera i diritti umani ed il lavoro che li rivendica –
in se e per sé – come una minaccia istituzionale, scordando che sono i violatori dei diritti
umani che fanno perdere prestigio e minacciano lo Stato e non chi fa sentire la propria
voce per reclamare verità a giustizia.
Quali scopi persegue il DAS con questa politica ufficiale di persecuzione e repressione
contro le organizzazioni dei diritti umani e contro le attività che li fomentano e difendono?
Con piena convinzione manifestiamo che il DAS ha realizzato e realizza questi lavori di
intelligence contro le organizzazioni dei diritti umani per neutralizzare e sabotare i loro
lavori in difesa e promozione dei diritti umani attraverso il terrore che risveglia la sua
“intelligence offensiva e strategica” come meccanismo di guerra psicologica. Infatti tra i
memorandum e le missioni di lavoro di cui fu incaricato il gruppo G3, spiccavano i
pedinamenti a organizzazioni e persone di tendenze oppositrici rispetto alle politiche
governative con lo scopo di “restringere o neutralizzare le loro azioni” e negli atti delle
riunioni di questo gruppo si sottolinea che queste attività devono condurre alla
incriminazione o alla realizzazione di operazioni di intelligence sotto copertura
(diverse fase della guerra psicologica, di stratagemma politico, ecc.).
Di conseguenza, quelle azioni cercavano o cercano anche di incriminare arbitrariamente i
difensori di diritti umani. La storia ci insegna anche che i rapporti di intelligence sono soliti
essere la fase previa di più gravi attacchi contro le vittime di questi generalizzati e
sistematici compiti di intelligence, che possono includere attentati contra la vita delle
vittime. Senza dubbio, le attività del DAS contro le ONG, mettono in grave rischio la vita
dei difensori di diritti umani e minacciano seriamente l'esercizio delle loro legittima attività.
L'utilizzo arbitrario del DAS per portare avanti azioni di intelligence strategica contro le
ONG dei diritti umani costituisce la prova più indiscutibile dell'assenza di volontà politica
del governo di rinunciare definitivamente alla persecuzione contro i difensori di diritti
umani, il che riafferma la politica ufficiale non dichiarata di chiudere spazi e negare
garanzie alle organizzazioni di diritti umani, così come di perseguitare sistematicamente i
loro componenti. Vale la pena ricordare che la persecuzione ha anche colpito giornalisti,
dirigenti politici e sociali, parlamentari e incluso magistrati della Corte Suprema di
Giustizia, questi ultimi per aver osato fare giustizia contro personaggi che erano sempre
apparsi “intoccabili” e favoriti dall'impunità che offre il potere.
Consideriamo fondamentalmente che le attività di intelligence sviluppate contro il CAJAR e
altre ONG di diritti umani furono pianificate, decise ed eseguite al più alto livello all'interno
del DAS, in ottemperanza alle direttive dell'alto governo, il quale riceve informazioni
periodiche da quei lavori. Infatti, è il potere esecutivo quello che nomina i capi di questa
entità, quattro delle quali sono sotto indagine per questi fatti. Inoltre sotto
l'amministrazione dell'attuale governo, cariche importanti all'interno della struttura del DAS
furono occupate da ex ufficiali dell'Armata, il che ha permesso una crescente
militarizzazione di questa entità di natura puramente civile, il che a sua volta facilitò che i
difensori dei diritti umani si convertissero nel principale obiettivo od oggetto delle sue
azioni di intelligence offensiva e strategica.
Senza dubbio, questa sistematica e generalizzata persecuzione contro le ONG dei diritti
umani, costituisce un crimine di lesa umanità alla luce dello statuto di Roma, così come lo
ha manifestato in un recente dibattito pubblico il senatore Gustavo Petro.
Storicamente, il CAJAR ha rappresentato le vittime in numerosi casi di gravi violazioni ai
diritti umani in cui erano coinvolti funzionari del DAS. Attualmente rappresentiamo le
famiglie dei sindacalisti uccisi dai paramilitari, dopo che Jorge Noguera Cotes nella sua
condizione di direttore del DAS consegnò a queste organizzazioni criminali un elenco di
sindacalisti con lo scopo di farli assassinare. Recentemente, Jorge Aurelio Noguera Cotes,
è stato chiamato in giudizio, per l'omicidio dei sindacalisti, così come per associazione a
delinquere per la sua alleanza con il paramilitarismo.
Alla luce di quanto sopra, responsabilizziamo unicamente ed esclusivamente l'alto
governo nella persona del presidente della repubblica di qualsiasi attacco contro i membri
del Colectivo de Abogados José Alvear Restrepo o contro i membri delle loro famiglie.
Il Colectivo de Abogados José Alvear Restrepo, da questo esposto, esige al governo
colombiano e dallo Stato:
1. Lo smantellamento totale del DAS
2. La creazione legale e partecipativa di una commissione integrata da personalità di
riconosciuto livello accademico e morale che proponga una nuova entità di
intelligence basata nel rispetto totale dei diritti umani, nell'attaccamento ai più cari
precetti democratici che governano uno Stato sociale e di diritto, in armonia con
parametri internazionali sul tema. La nuova identità dovrà avere salvaguardie legali
efficaci per garantire i diritti di cittadinanza, così come meccanismi di monitoraggio
civile e parlamentare, riguardo alla sua funzione d'intelligence.
3. La declassificazione immediata di tutti i rapporti di intelligence presenti nel DAS,
nelle forze militari e di polizia contro le ONG di diritti umani ed in particolare contro il
CAJAR. Questi rapporti devono essere consegnati ai diretti interessati e cancellati
dagli archivi ufficiali.
4.Risultati immediati e concreti nelle indagini penali e disciplinari aperte contro i
quattro ex direttori del DAS (Jorge Aurelio Noguera Cotes; Andrés Mauricio Peñate;
Maria del Pilar Hurtado y Joaquín Polo), così come contro gli altri responsabili di
questi atti. Questi risultati ci dovranno essere, nonostante il cambio recente del
Procuratore Generale ed il prossimo cambiamento del Fiscale Generale della
Nazione.
5.La cessazione immediata e definitiva delle ostilità, persecuzioni, attività di
intelligence, minacce e attacchi contro le ONG dei diritti umani e il CCAJAR in
particolare, da parte dello Stato e dei suoi organismi di sicurezza .
6.La concessione di tutte le garanzie ai difensori dei diritti umani per lo sviluppo del
loro lavoro, così come tutte le misure necessarie per la protezione fisica e
psicologica loro e delle loro famiglie.
Bogotá, Colombia, 25 Giugno 2009