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Dal 31 agosto al 15 settembre l'associazione Yaku è in Bolivia. Insieme alla Fundacion Abril e alla Coordinadora del Agua y la Vida di Cochabamba, e con le comunità indigene e campesine di Flores Rancho, si darà inizio al progetto Scuola Andina dell'Acqua. Una Scuola che recupera gli antichi saperi andini per la difesa del bene comune acqua. Una Scuola che diventerà un bene comune.
Molto del senso e della resignificazione che si è andata dispiegando nelle lotte sociali degli ultimi decenni in vari paesi poveri dell'America e altri continenti si è costruito sulla base delle identità indigene – originarie, non solo per la lotta per il riconoscimento e contro il colonialismo e il colonialismo interno, bensì perchè molte volte si contrappone alla razionalità del capitale che li alimenta.
Queste razionalità differenti e molte volte contrarie a quella del capitale sono sopravvissute, nel caso concreto delle Ande, perchè hanno frapposto resistenze religiose, culturali, economiche, politiche e sociali sotto lo sguardo della cosmovisione andina.
La cosmovisione andina come forma di comprendere l'universo e l'uomo come parte di esso, costruisce una profonda relazione tra il mondo, l'universo e gli esseri umani. In questo modo, per esempio, la produzione si orienta a soddisfare questo equilibrio reciproco, ancor più poichè quando si parla di acqua si parla del sangue della Pachamama (Madre Terra), di ciò che alimenta questo equilibrio e ordina la società.
Cercheremo di dare alcune linne guida per sviluppare la Scuola Andina dell'Acqua.
1. È necessario fare una contestualizzazione
Ogni regione, ogni località ha delle peculiarità geografiche, idriche, pratiche proprie, usi e costumi diversi, forme di gestione concrete e conflitti interni e esterni particolari (siano legali, comunali, etc.), per i quali è necessario saper fare una contestualizzazione il più precisa possibile per sapere esattamente dove lavorare.
2. È importante costruire una struttura comune di conflitti e problemi
Attraverso la contestualizzazione delle differenti località si può fare una struttura comune di problemi e conflitti. Questa struttura ci permetterà di identificare le principali cause di conflitti e i problemi più comuni per poter cercare soluzioni integrali.
3. L'acqua come bene comune, molto più di un diritto
L'acqua, quindi, per le culture andine, dotata e datrice di vita, non è una proprietà nè una risorsa (nel senso che l'acqua non serve solo a soddisfare le necessità, bensì è il sangue della Pachamama e esige cura e rispetto). Per questo motivo il suo utilizzo deve partire dalla reciprocità e dalla necessità di costruire equilibri tra il mondo degli esseri viventi, il mondo degli spiriti e la Natura.
4. Culture andine e la “società occidentale”
La logica del capitale è quella di ridurre tutto ad una merce, di fare del mondo un grande mercato. Questa logica si contrappone a quella del mondo andino, perchè il senso di organizzazione sociale, economica e politica si sviluppa negli ambiti del collettivo, lontano dalla forma valore.
5. L'educativo deve essere legato al quotidiano: comunità, lavoro, territorialità
L'educazione “universalizzatrice” non serve nel concreto e non comprende le diversità culturali a meno che non venga utilizzata esclusivamente come strumento di dominazione. Da qui la necessità di sviluppare una educazione legata al quotidiano, partendo dalla territorialità e relazionandosi, per questo, con il lavoro come meccanismo.