Sono stati tre giorni importanti quelli messi in campo dal popolo dell’acqua nello scorso week end. Tre giorni che hanno dimostrato l’avvenuta sedimentazione di un movimento nazionale e reticolare che, dopo uno straordinario 2007 di forte mobilitazione sociale, ha tracciato i binari del suo percorso futuro.
Il riuscito convegno di venerdì 14 a Bassiano è servito a sottolineare la forte interlocuzione del movimento per l’acqua con quella parte di enti locali che ha consapevolmente scelto, e prova a praticare, la ripubblicizzazione dell’acqua, come elemento di riappropriazione del proprio ruolo di luogo della democrazia locale e di tutela degli interessi delle comunità, svilito da decenni di consegna dei beni comuni nella mani dei grandi capitali finanziari.
A Bassiano (LT), come a Corchiano (VT) o ad Anghiari (AR) –non a caso piccoli Comuni- si apre la partita di una ricostruzione del legame sociale basato sulla lotta per una gestione pubblica e partecipativa dei beni comuni territoriali, a partire dall’acqua.
E che il terreno ben fertilizzato dai movimenti per l’acqua cominci a produrre frutti lo dimostra l’analoga iniziativa promossa in contemporanea da sette comuni campani dell’area sarnese vesuviana –capofila Roccapiemonte- che hanno aperto il fronte della ripubblicizzazione chiedendo l’immediata interlocuzione coi movimenti.
Se la costruzione di un movimento e di una vertenza nazionale sull’acqua è stata resa possibile dalle gigantesche energie prodotte dalle tante vertenze territoriali aperte, il convegno a Bassiano e ancor più la manifestazione di domenica 16 ad Aprilia dicono come i tempi siano maturi per riversare sui territori l’enorme forza accumulata dal movimento dell’acqua a livello nazionale.
La bella manifestazione di Aprilia ha visivamente segnalato il carattere nazionale di una vertenza territoriale molto forte e partecipata; e, se per il comitato locale le oltre duemila persone presenti erano comunque inferiori alle aspettative, la partecipazione diretta di rappresentanti dei comitati laziali, toscani, umbri, abruzzesi, calabresi ha detto a tutti come ogni lotta territoriale per l’acqua è ormai lotta di ciascuno e di tutti insieme.
Come del resto reso evidente dall’altrettanto importante mobilitazione che il giorno precedente ha visto seimila persone in piazza a Pescara per la difesa dell’acqua e dei beni comuni.
A cavallo tra convegni e mobilitazioni, l’assemblea nazionale del Forum italiano dei movimenti per l’acqua di sabato 15 a Roma ha visto la partecipazione di oltre 80 persone rappresentanti di reti e di comitati provenienti da nove regioni diverse.
La ricchezza delle esperienze e l’intensità della discussione, ma soprattutto il clima entro il quale sono state reciprocamente scambiate, dimostra senz’ombra di dubbio il consolidamento avvenuto del nostro comune percorso.
Abbiamo collettivamente discusso di come rendere più forte il movimento per l’acqua, attraverso l’avvio dei gruppi di lavoro nazionali e la costruzione di “istituzioni di movimento” come l’osservatorio sull’acqua.
Abbiamo discusso di come aumentare la partecipazione, attraverso l’apertura a tutte/i del coordinamento nazionale, e di come approfondire il radicamento attraverso forum regionali che possano preparare l’appuntamento autunnale del secondo forum italiano dei movimenti per l’acqua. Abbiamo discusso di come aprire la nostra esperienza alle lotte e alle vertenze in campo sugli altri beni comuni, sul terreno della democrazia e della partecipazione dal basso.
Abbiamo deciso di lottare per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare e di aprire varchi concreti per la ripubblicizzazione a partire da alcune vertenze territoriali mature.
Ci siamo incontrati e riconosciuti.
La nuova fase comincia.