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Una delegazione di Yaku ha partecipato in Uruguay insieme alla Comisión Nacional en Defensa del Agua y la Vida (CNDAV) alla manifestazione per rendere esecutive le norme che per la prima volta al mondo hanno sancito all’interno della costituzione di un Paese l’acqua come bene comune.
Era il 31 ottobre del 2004 quando in Uruguay il 64% della popolazione approva la riforma costituzionale a difesa dell’acqua, includendo l’acqua come diritto umano nella Costituzione e stabilendo le basi per una gestione esclusivamente pubblica, partecipativa e sostenibile.
Il referendum fu promosso dalla Comisión Nacional en Defensa del Agua y la Vida, formatasi nel 2002 come risposta alla firma di un accordo tra il governo uruguayano e il Fondo Monetario Internazionale, per l’ampliamento nell’intero paese della privatizzazione dei servizi di acqua potabile e fognatura.
Le privatizzazioni cominciarono nella regione di Maldonado, ad opera della multinazionale francese Suez Lyonnaise e della spagnola Aguas de Bilbao, con molte conseguenze negative: molti settori della popolazione non potevano accedere all’acqua potabile a causa degli alti costi del servizio, la qualità dell’acqua diminuì considerevolmente confrontata con la qualità offerta dalla compagnia statale dell’acqua (OSE).
Primo paese al mondo in cui un plebiscito popolare proclama l’acqua come un diritto umano, oggi l’Uruguay conta con quasi il 100% delle reti del servizio idrico gestite da imprese pubbliche.
Nel 2006 la francese Suez (attraverso Aguas de Barcelona) e la spagnola Aguas de Bilbao, furono costrette a rinunciare ai contratti che privatizzavano la gestione delle risorse idriche del paese, perchè incostituzionali.
L’impresa d’acqua della città di Maldonado tornò in mani pubbliche, togliendo la concessione a Uragua e formando un’impresa mista tra OSE e il Municipio del Dipartimento (Unità di Gestione Decentralizzata). Nella regione de Barra de Maldonado si formò un’impresa mista tra OSE e investitori privati uruguayani (SEINCO), sostituendosi a Aguas de la Costa.
La Comisión Nacional en Defensa del Agua y la Vida (CNDAV) continua oggi la battaglia per l’acqua, denunciando come anticostituzionale il mantenimento di capitale privato nel controllo e gestione del sistema idrico.
Nella giornata mondiale dell’acqua, 22 Marzo, la CNDAV lancia la campagna “Si al agua de canilla” (Si all’acqua del rubinetto”), per opporsi al crescente consumo di acqua in bottiglia, in un paese dove l’acqua del rubinetto ha la migliore qualità di tutta l’America Latina.
La CNDAV, insieme alla RedVIDA (Rete di Vigilanza Interamericana per la difesa e il diritto all’acqua), ha promosso associazioni pubblico-pubblico e pubblico-comunitario, sia a livello nazionale che internazionale, come forma per evitare i crediti condizionati e generalmente privatizzanti, delle istituzioni finanziarie internazionali. Oltre a numerosi casi all’interno dell’Uruguay, sono già nati accordi tra Uruguay e Bolivia, Venezuela, Cuba, Benin.
Con la riforma costituzionale fu creata la Dirección Nacional de Agua y Saneamiento, incaricata di formulare una originale Legge sull’Acqua: il progetto di legge include concetti avanzati in materia d’acqua come bene comune, diritti umani e meccanismi per la decisione collettiva nell’uso delle risorse idriche, basi per la sostenibilità.
La CNDAV chiede la rapida applicazione della legge perchè:
- Recepisce i pilastri della riforma costituzionale approvata dalla cittadinanza: accesso all’acqua e al servizio di fognatura come diritti umani fondamentali; il servizio pubblico di fognatura e distribuzione d’acqua per il consumo umano saranno prestati in modo diretto ed esclusivo da persone giuridiche statali;
- Rende possibile la partecipazione, effettiva e reale, degli utenti e della società civile, a livello nazionale, regionale e locale, attraverso la creazione di rispettivi Consigli;
- Stabilisce il coordinamento e la cooperazione nazionale e internazionale, nel settore pubblico, per la gestione sostenibile delle risorse idriche (accordi pubblico-pubblico);
- Persegue l’idea di unificare la competenza in materia di Politica Nazionale d’Acqua in un Ministero;
- Consacra la pubblicità dell’informazione in materia di risorse idriche;
- Prevede l’elaborazione di un Piano Nazionale d’Acqua, Ambiente e Territorio, con la partecipazione degli utenti e della società civile, approvato dal Parlamento.
“L’acqua è di tutti. 6 anni di lotta per il diritto umano all’acqua e la gestione sostenibile e partecipata delle risorse idriche.”