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L’energia della diga trasnazionale più produttiva al mondo mette a confronto Lugo e Lula. Un articolo di Frei Betto spiega le difficili relazioni e gli equilibri strategici di due Paesi in bilico tra tentazioni egemoniche, sovranità energetica e il processo d’integrazione economica del sud america.
"Il grande nodo nelle relazioni tra Brasile e Paraguay, che sarà al centro delle conversazioni tra Lugo e Lula, è la questione della diga idroelettrica di Itaipu"
L'8 aprile, il presidente Fernando Lugo farà la sua prima visita ufficiale in Brasile. Ex-arcivescovo cattolico, che mai aveva militato in un partito, si colloca tra i cristiani che si identificano con “l'opzione preferenziale per i poveri” e la Teologia della Liberazione.
A metà di Marzo, Leonardo Boff e io abbiamo partecipato, a Assunçion, alla Tavola del Dialogo Interreligioso, promossa dal Mercosur, come parte dell'agenda di interlocuzione dell'organismo con la società civile dell'America del Sud. Boff intervenne su l tema della preservazione ambientale e toccò a me parlare delle relazioni tra gli Stati e la religione.
Con 6 milioni di abitanti (40% in povertà e 20% in miseria), il Paraguay è stato governato, per 61 anni, da un unico partito, il Colorado, a cui apparteneva il generale Stroessner, la cui dittatura durò 35 anni (1954-1989).
Alla fine della dittatura, il Paraguay navigò nell'onda neoliberale dell' America del Sud (Collor, Menen, Fujimori etc.), diventando un enclave di corruzione, contrabbando e narcotraffico. Malgrado ciò a livello sociale ci fu una riorganizzazione dei movimenti popolari e sindacali che, spinti dalle Comunità Ecclesiali di base, minarono progressivamente l'egemonia dei “colorados” e crearono le condizioni per l'elezione di Lugo.
L'Alleanza patriottica per il Cambiamento, che ha appoggiato la candidatura di Lugo, riuniva 10 partiti politici e 20 movimenti sociali, articolati sotto l'emblematica Tekojoja (espresione guarani – lingua parlata dal 87% dei paraguaiani – che significa “vivere nell'uguaglianza”).
Oggi, Tekojoja si prepara a trasformarsi in un partito politico, con il grave rischio di cooptare nelle strutture dello Stato i leader popolari e di indebolire i movimenti sociali pregiudicandone l’autonomia, come è avvenuto in Brasile con i sindacati, troppo identificati con i partiti di governo.
Il PIL paraguaiano é di circa 14 miliardi di Dollari USA e l'inflazione attuale è del 10,3%.
La proposta prioritaria del governo Lugo é ridurre la povertà assoluta nei suoi 5 anni di mandato, assicurando al Paraguay la sovranità alimentare ed energetica.
La sua maggiore sfida é realizzare la Riforma Politica e Agraria e, così, combattere i due grandi problemi:la disoccupazione e l'emigrazione giovanile. Si calcola che solo in Brasile ci siano 500 mila paraguaiani, l'equivalente della regione metropolitana di Assunciòn.
Lugo vuole industrializzare il paese e incentivare la costruzione di abitazioni.
Il grande nodo nelle relazioni tra Brasile e Paraguay, che sarà al centro delle conversazioni tra Lugo e Lula, è la questione della diga idroelettrica di Itaipu
II Paraguay utilizza solo il 9,5% della sua quota del 50% di energia prodotta dalla centrale binazionale.
L'eccedente é venduto al Brasile, ma il Paraguai lamenta di ricevere un compenso annuale, circa 300 milioni di dollari USA, troppo basso e rivendica un aumento di 500 milioni di dollari all’anno.
Il Trattato di Itaipu fu firmato nel 1973 dai due governi dittatoriali: Stroessner per il Paraguai e Médici per il Brasile.
Itaipu possiede 12.600.000 kilowatt di potenza . Nel 2008, ha toccato il record mondiale di produzione di energia: 94.684.681.000 kw/h (sufficiente per tutta l'Argentina).
L' energia di Itaipu é acquistata dalle imprese Ande (Paraguai), Furnas e Eletrosul (Brasil).
In base al trattato, il Paraguay é obbligato a cedere al Brasile l'energia eccedente della sua quota del 50%, non al prezzo di mercato, ma a “un compenso monetario fissato dal Brasile”, equivalente a 8 dollari USA per ogni mw/h.
Così il Paraguay finanzia l'industria brasiliana ... Se il Paraguay potesse vendere la sua eccedenza all'Argentina, al Cile o all' Uruguay – deficitari di energia –, questi paesi pagherebbero da 35 a 40 dollari per ogni mw/h.
Il Brasile soffre di deficit di energia e tutta l'energia che capta da Itaipu corrisponde solo al 19% delle sue necessità.
In America Latina, solo al Paraguai avanza energia, che può esportare, ma il Trattato di Itaipu non gli permette di venderla nel libero mercato. Né può esportare l'eccedenza della centrale idroelettrica di Yacyretá: il Brasile impedisce la costruzione di una linea che colleghi Yacyretá a Itaipu.
E' in corso un negoziato diplomatico e un altro politico. In quello diplomatico il Brasile ha già accettato 4 dei 6 punti chiesti dal Paraguay.
La difficoltà è ora nel permettere al Paraguay di elevare il valore dell'energia esportata.
I negoziati proseguono e tutto indica che non saranno sottoposti ai parlamenti dei due Paesi, dov'è c'è forte resistenza a cambiare le clausole del Trattato.
La soluzione, eminentemente politica, sarà presa a livello degli esecutivi, ossia, per affermarsi come leader dell'attuale processo dell'integrazione sud-americana, il Brasile dovrà evitare qualsiasi tendenza imperialista e, nel difendere la propria sovranità, riconoscere i diritti della nazione paraguaiana.