Documento senza titolo
La “direttiva sui rimpatri” approvata dall' Unione Europea lo scorso 18 giugno provoca un incidente diplomatico fra i due continenti. Le durissime reazioni dai capi di stato dell’America Latina, riuniti a Tucuman in Argentina , vengono raccolte nel documento comune ufficializzato ieri, primo luglio, che parla apertamente di "xenofobia" e boccia senza appello la politica europea sull'immigrazione. Saltano anche i negoziati Ue/Can previsti il prossimo 7 luglio. E dal sindacato operaio peruviano, una lettera aperta in difesa dei diritti dell'uomo.
"A nome del popolo della Bolivia di tutti i miei fratelli del continente e regioni del mondo come il Magreb e i Paesi africani faccio appello alla coscienza dei leader e ai deputati europei, ai cittadini e agli attivisti dell'Europa, affinché non si approvi in testo della "direttiva rimpatrio". Così come la conosciamo oggi è una direttiva della vergogna".
Così scriveveva il Presidente della Repubblica boliviana Evo Morales in una lettera aperta, il mese scorso.
A questa è seguito il durissimo documento dei paesi membri del Mercosur, riunitisi a Tucman, in Argentina il 30 giugno scorso, che condanna ufficialmente la recente direttiva europea sull'immigrazione. Il documento definisce «oltraggiosa» la normativa, e i Paesi membri affermano di «rifiutare ogni sforzo di criminalizzare la migrazione irregolare e altresì di rifiutare ogni politica migratoria restrittiva, in particolare contro donne e bambini che sono i settori più vulnerabili della società»
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Una bocciatura senza appello, che taccia come "xenofoba" la politica sull'immigrazione dell'Ue. La condanna all'ultima Direttiva europea è firmata dei presidenti Cristina Kirchner (Argentina), Luiz Inacio Lula da Silva (Brasile), Nicanor Duarte (Paraguay), Evo Morales (Bolivia), Hugo Chavez (Venezuela), Michelle Bachelet (Cile) e Tabar‚ Vazquez (Uruguay) e dei Ministri di Equador, Colombia e Perú che hanno partecipato al vertice conclusioni ieri in Argentina. Il comunicato sottolinea anche la "necessità di combattere il razzismo, la discriminazione, la xenofobia e tutte le altre forme di intolleranza". Lo stesso documento esprime preoccupazione anche per le sovvenzioni all'agricoltura e all'esportazione di prodotti agricoli da parte dei paesi industrializzati. ''Ancora una volta si alza il vento freddo della xenofobia a fornire false risposte alle sfide dell'economia e della societa'', ha detto il presidente brasiliano Lula, mentre il leader venezuelano Chavez si e' detto indignato, bollando la direttiva Ue come ''la legge dell'onta e dell'ignominia''. Il boliviano Morales ha addirittura ventilato l'ipotesi di misure di rappresaglia nei confronti dell'Unione europea, per esempio interrompendo i negoziati commerciali attualmente in corso fra Bruxelles e le comunita' andine.''I diritti dell'uomo, i diritti degli immigrati, devono essere rispettati. Le persone non emigrano per piacere, ma per necessita'', ha sottolineato il presidente uruguaiano Vazquez.
Nel frattempo la visita del presidente del senato boliviano Oscar Ortiz all'Alto rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza dell'Ue Javier Solana – che faceva parte dell'incontro tra Unione europea e Bolivia iniziato con la visita ufficiale del ministro degli esteri David Choquehuanca all'esecutivo di Bruxelles – si conclude con freddezza proprio in seguito all'approvazione da parte del parlamento europeo della "direttiva sui rimpatri" e viene seguita dalla notizia della sospensione dei negoziati Ue/Can previsto per la prossima settimana. I negoziati, iniziati nel 2006 ed in programma per il prossimo 7 luglio, prevedevano tematiche di «commercio, sviluppo sostenibile e proprietà intellettuale».
Sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente
LETTERA APERTA DI EVO MORALES
PRONUNCIAMENTO DEL SINDACATO DEI LAVORATORI PERUVIANO CONTRO LA DIRETTIVA UE SULL'IMMIGRAZIONE
Consejo Nacional de la CGTP
[01/07/2008 21.28.03]
Sul recente accordo preso dal parlamento europeo, chiamato erroneamente "Direttiva del ritorno degli immigrati illegali", sulla questione dei migranti irregolari, attraverso la quale si risolve politicamente una questione che è dall'accordo di Amsterdam del '97 che la UE deve risolvere, vogliamo porre in evidenza come:
questa questione segua le indicazioni che il vento di destra che sta spirando in Europa è riuscito ad imporre, e soddisfa i vari settori xenofobi che continuano ad esistere nel Vecchio Continente.
Oggi questi settori non tengono in alcun conto quando la migrazione seguiva rotte contrarie molti anni fa, la stessa migrazione che dall'Europa arrivava sulle coste latinoamericane e che ha formato il coacerbo di razze e nazionalità che vive oggi in America Latina, e che senza dubbio contribuisce alla grande ricchezza culturale di questo continente.
La migrazione che si muove oggi verso i paesi sviluppati ha origine in parte per la ricerca di nuovi spazi di sussistenza per la perdita di posti di lavoro, conseguenti alla distruzione della economia; dall'altra, per la ricerca di un futuro migliore per i propri figli, vista la precarietà dell'educazione e di sviluppo che in generale riserva il nostro continente alle nuove generazioni, e dovuti al modello economico in difesa delle grandi multinazionali che ci è stato imposto.
Questa migrazione verso l'Europa ha senza dubbio aiutato lo sviluppo di questo continente, e l'arricchimento dei grandi capitali e delle economie dei paesi sviluppati.
Di fronte a tutto questo, la Confederazione Generale dei Lavoratori del Perù (Confederación General de Trabajadores del Perú-CGTP), sottolinea:
a) Il proprio totale rifiuto alla possibilità prevista da questa norma, di detenere gli immigrati per 18 mesi, precisando come un internamento in qualsiasi centro, anche se specializzato, sia l'internamento in una prigione, visto che priva della libertà di circolazione le persone
b).La solidarietà con i lavoratori che eventualmente risultino danneggiati da questa norma discriminatoria che attenta ai diritti più elementari, e che vede coinvolti perfino i bambini.
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c).Come nella Cumbre ALC-UE, tenutasi a maggio in Lima, la faccenda non venisse nemmeno affrontata , privilegiando discussioni sul libero commercio, lasciando successivamente la questione nelle mani dei governi più retrogradi della UE.
E' inaccettabile che si pretenda di aprire i mercati per i prodotti, ma si chiudano per le persone, le quali a loro volta generano ricchezza.
Per tutto questo, noi della la CGTP chiediamo con forza che i governi latinoamericani, e specialmente il Perù, assumano una ferma difesa dei diritti fondamentali dei lavoratori e delle proprie famiglie.
La risposta del nostro governo deve essere una sola: mai più politiche aperte con chi non ci rispetta!
Il Consejo Nacional de la CGTP.
Mario Huamán Rivera Juan José Gorritti Valle
Secretario General Secretario de RR.II.