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MANFRED REYES VILLA LASCIA COCHABAMBA. SI SALDA UN CONTO IN SOSPESO DAL GENNAIO DEL 2007
Francesca Caprini
[11/08/2008 4.07.27]



Documento senza titolo

Manfred Reyes Villa è ormai l'ex prefetto di Cochabamba.Nel referendum revocatorio di domenica scorsa, almeno il 63% della popolazione della Regione ha decretato la fine del suo mandato. Lanciando accuse di frodi elettorali, e facendo intendere fino all'ultimo che non avrebbe lasciato il suo incarico, nella giornata di ieri Reyes Villa ha docuto abbandonare i suoi uffici prefetturali e lasciare il posto, temporaneamente, al suo vice, Jhonny Ferrel.E mentre il senatore regantes Omar Fernandez ha già avviato le pratiche per una investigazione ufficiale sull'operato di Reyes Villa degli ultimi due anni, i cui conti sembrano presentare, secondo Fernandez, parecchie irregolarità, le organizzazioni sociali di Cochabamba hanno annunciato un prossimo incontro con il presidente Morales per designare il nuovo prefetto interino. Reyes Villa e’ un uomo politico dal passato pesante: formato militarmente alla Escuela de Las Americas, e’ stato affianco alle figure piu’ nefaste della recente storia boliviana: dal dittatore Banzer a Luis Garcia Mesa a Gonzalo Sanchez de Lozada. Come sindaco di Cochabamba, nel 2000, Reyes Villa indebito’ la cittadinanza – che sta ancora pagando – per oltre 40 milioni di dollari e fu protagonista della svendita dell’acqua pubblica all’impresa privata “Aguas del Tunari”. Cosa che porto’ alla sollevazione popolare della cosidetta “Guerra dell’Acqua” dell’aprile di quell’anno (repressa militarmente, un morto). Tre anni dopo era accanto al “Goni” – Sanchez de Lozada – che ordinava di sparare sulla folla di El Alto che chiedeva di recuperare le eccedenze economiche provenienti dalla svendita del gas boliviano: tra febbraio ed ottobre, quasi 100 morti. Molti aspettavano questo momento da tempo: esattamente dall'11 gennio 2007, il cosiddetto "enero negro", quando gli scontri fra diverse fazioni della cittadinanza - i contadini ed indigeni che manifestavano pacificamente da giorni vennero selvaggiamente attaccati dai componenti armati del Comitè Civico della città - lasciarono un saldo di tre morti e 400 feriti. Gravi furono le responsabilità del Prefetto. Per denunciare quelle che furono giornate di guerra civile, pubblicammo un articolo sul Manifesto, che alleghiamo.

Francesca Caprini – Il Manifesto

Cochabamba - 16 genn ’07

 

L’11 gennaio scorso a Cochabamba, Bolivia, un esercito irregolare di giovani appartenenti al movimento derechista “Joventud Democratica” in appoggio al prefetto della città Manfred Reyes Villa, ha attaccato con inaudita violenza, spalleggiato da gruppi di paramilitari provenienti da varie parti del Paese, da Santa Cruz in particolare - i manifestanti cocaleros che da giorni chiedevano le sue dimissioni. E’ stata una mattanza: in migliaia – circa tremila, armati di bastoni, mazze da baseball, catene e purtoppo anche pistole  - hanno affrontato i campesinos nella centrale Plaza de Las Banderas dove stavano manifestando. Due i morti – un cocalero colpito da una pallottola e un giovane della fazione opposta di nemmeno diciassette anni linciato dalla folla - 240 i feriti di cui 204 campesinos, fra i quali donne e bambini.
Reyes Villa e’ un uomo politico dal passato pesante: formato militarmente alla Escuela de Las Americas, e’ stato affianco alle figure piu’ nefaste della recente storia boliviana: dal dittatore Banzer a Luis Garcia Mesa a Gonzalo Sanchez de Lozada. Come sindaco di Cochabamba, nel 2000, Reyes Villa indebito’ la cittadinanza – che sta ancora pagando – per oltre 40 milioni di dollari e fu protagonista della svendita dell’acqua pubblica all’impresa privata “Aguas del Tunari”. Cosa che porto’ alla sollevazione popolare della cosidetta “Guerra dell’Acqua” dell’aprile di quell’anno (repressa militarmente, un morto). Tre anni dopo era accanto al “Goni” – Sanchez de Lozada – che ordinava di sparare sulla folla di El Alto che chiedeva di recuperare le eccedenze economiche provenienti dalla svendita del gas boliviano: tra febbraio ed ottobre, quasi 100 morti.

Con tutto questo, il ripudio della popolazione verso Reyes Villa era scattato definitivamente il 14 dicembre scorso. Il prefetto aveva annunciato di voler indire un referendum autonomico per Cochabamba. Si era unito cosi’alla filiera di dipartimenti boliviani in cui la destra e’ al potere - la cosidetta “Media Luna” , che con Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija sono la parte ricca del Paese (da sola produce piu’ del 50% del PIL nazionale) - che alla fine dell’anno passato avevano dichiarato un sedicente autogoverno per l’indipendenza. In barba al referendum nazionale che nel 2005 aveva rifiutato con il 54% l’autonomia regionale.
In contemporánea alle elezioni presidenziali del 2005 si tennero anche quelle delle prefetture. Fu allora che in quattro regioni su nove vinsero i partiti che una volta erano al governo – in particolare Podemos, Unidad Nacional, Movimento Nacionalista Rivolucionario. E fu allora che la Bolivia si ritrovo’ spaccata in due, in bilico fra un governo nazionale e uno regionale.

L’11 gennaio 2007 è una data che la Bolivia non dimenticherà. Dopo gli anni della dittatura militare di Banzer e di quella neoliberale di Gonzalo Sanchez de Lozada, il Paese andino stava finalmente assaggiando il sapore della democrazia e con il MAS al governo – il Movimento Al Socialismo – e l’ex sindacalista  Evo Morales e alla presidenza, era pronto per quello che era stato lo slogan di Morales stesso in campagna elettorale: per “el cambio”, il cambiamento.
La Bolivia e’ invece attraversata da una crisi profonda. E il giovedi’ nero di Cochabamba ne e’ stata la trágica dimostrazione. Il popolo boliviano, abituato a lottare contro eserciti in divisa si è trovato a lottare contro se stesso. E’ stata guerra civile.
Il marco razzista che l’ha contraddistinta – bande di giovani della borghesia “blanqueas” di Cochabamba e Santa Cruz in spedizioni punitive contro i contadini del Chapare – e’ stato impresso volontariamente dalle destre del Paese  che hanno scelto la lotta di razza e di classe come vessillo della loro crociata secesionista. E cio’ che e’ accaduto a Cochabamba potrebbe pericolosamente riproporsi in altre parti della Bolivia. Gia’ nella giornata di ieri violenti scontri hanno caratterizzato manifestazioni a Santa Cruz della Sierra. E a La Paz i movimenti sociali hanno dato 24 ore – che scadono oggi – al Prefetto della citta’.

I movimenti sociali che sono la base naturale del Governo Morales stanno mandando segnali discordanti. A Cochabamba dal 4 gennaio le sigle dei cocaleros – i coltivatori di coca – dei Regantes – coloro che storicamente gestiscono l’acqua potabile nelle zone rurali – i Comitati dell’Acqua, operai, minatori e contadini, stavano portando avanti una massiccia protesta contro la spinta separatista delle oligarchie del Paese. In 100.000 erano scesi nella Plaza 14 de Septiembre, iniziando una veglia permanente davanti agli uffici della Prefettura. L’8 gennaio la polizia aveva duramente represso la protesta, gassificando i manifestanti che avevano reagito dando alle fiamme la Prefettura. Tre giorni dopo, la tragedia annunciata.
Nella notte di ieri Garcia Linera aveva tentato di incanalare i movimenti verso la via della legalita’, riconoscendo la legittimita’ democrática del Prefetto e valutando di procedere con l’approvazione di un referéndum revocatorio. Il senatore del MAS Omar Fernandez, portavoce storico dei Regantes, dichiarava pero’ che la lotta dei movimenti sarebbe andata avanti.

Ieri pomeriggio, di nuovo le forze sociali e sindacali cochabambine si sono date appuntamento nella Plaza 14 de Septiembre e hanno púbblicamente rinnegato la potesta’ di Manfred Reyes Villa. Il quale, di fatto, se n’e’ gia’ andato, in fuga da venerdi’ a Santa Cruz sotto la protezione del collega  Ruben Costas. Lo ha seguito anche il prefetto di La Paz Jose’ Luis Paredes, costretto ad andarsene di nascosto scortato dalla polizia militare: i movimenti sociali di El Alto gli hanno dato 24 ore, che scadono oggi pomeriggio, per dimettersi. Lui, da parte sua, ha gia’ detto che sta prendendo “provvedimenti”.  
La piazza di Cochabamba ha ieri di fatto disconosciuto il “prefetto – assassino”, decretando un’investigazione sui fatti dell’11 gennaio. I dirigenti delle sigle sindacali piu’ vicine al MAS – fra cui il senatore Omar Fernandez – hanno cercato a lungo di prendere tempo. Ma il “cabildo popolare” della piazza – esasperato da due settimane di veglia , con scontri e morti – voleva l’elezione immediata di un nuovo prefetto. Le aree piu’ radicali dei movimenti hanno preso in mano la situazione eleggendo nella nottata un “Governo prefetturale rivoluzionario” in vece delle funzioni di Reyes Villa. Ma il viceministro per la Coordinazione con i Movimenti Sociali, Alfredo Rada, ha gia’ fatto sapere  che il Governo non riconoscera’ nessun governo popolare di fatto.

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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