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ADOLFO PÉREZ ESQUIVEL: CONVERSAZIONE (VIRTUALE) CON OBAMA
A cura della Fondazione Neno Zanchetta, l'Honduras e gli USA secondo il Premio Nobel Esquivel
Adolfo Perez Esquivel
[10/09/2009 14.13.38]



Ciò che sta avvenendo in questi giorni in America latina è un test significativo per valutare i primi mesi della Presidenza Obama. Se il colpo di Stato in Honduras può essere stato interpretato come un tiro mancino della destra repubblicana e del Pentagono - che nel paese hanno solide amicizie e una agguerrita base militare[1] - per metterlo in difficoltà, il successivo annuncio della creazione di 3, diventate poi 5 e infine 7, basi militari statunitensi in Colombia desta più perplessità. E’ difficile non vederle iscritte in una precisa strategia politica. Come pure l’aumento in questi giorni dei fondi per le Ong di comodo della Cia, la USAID e la NED, destinati a “ripristinare la democrazia” in Venezuela, Bolivia ed Ecuador. I nostri servizi informativi sono riusciti a cogliere questa amichevole conversazione (virtuale, ovviamente), svoltasi al famosissimo Cafè Tortoni di Buenos Aires, fra il Premio Nobel per la Pace 1980 Adolfo Pérez Esquivel e il neopresidente Barak Obama. Le note sono una nostra aggiunta di chiarimento. Adolfo Pérez Esquivel* : Conversazione (virtuale) con Obama Ho invitato Obama a prendere un caffè nel tradizionale Café Tortoni, nella Av. De Mayo, a Buenos Aires. E’ arrivato da Washington assai agitato e preoccupato e mi ha raccontato che la Casa Bianca è piena di fantasmi e che ci sono giorni in cui non riesce a dormire perché questi fanno molto rumore e che la mattina, quando va alla Sala Ovale, trova tutto sottosopra. Io non credo nei fantasmi, però che ci sono ci sono. Caro Barak, sento che hai molti problemi; anche qui abbiamo i nostri fantasmi che percorrono il paese compiendo stragi e sconvolgendo tutto. Sono lieto che tu sia qui e che possiamo conversare tranquilli. Il caffè è buono. Pensavo di invitarti a bere un mate amaro dei nostri, però considerando che hai già molte amarezze come il colpo di stato in Honduras, non voglio aggiungerne altre. Hai bisogno di una guida spirituale che compia un esorcismo nella Casa Bianca e espella i fantasmi che ti stanno complicando così la vita. Ci sono i militari honduregni che corrono al trotto a Washington per informare che hanno adempito agli ordini di effettuare il golpe contro il Presidente Zelaya, come programmato. Chiedono la ricompensa e la pacca di approvazione sulle spalle, come i cani che aspettano che il padrone faccia loro una carezza e porga un osso. Ragazzo, questi fatti mettono in evidenza che arrivasti al governo, ma non al potere. Devi ammettere che ti hanno dato un calcio nel sedere; non hanno pietà. Com’è il caffè, non stai bene? Il golpe civile – militare in Honduras è una minaccia per tutto il continente, cercano di imporre la “ditta-blanda” (qui Esquivel gioca sul termine spagnolo dictadura trasformato in dicta-blanda) ed è un test per vedere la reazione dei governi e delle società. Mi è sembrato buono che tu abbia dichiarato di non riconoscere i membri della dittatura honduregna. E’ un chiaro gesto a difesa del diritto. Però sai che le cose non sono quello che sembrano, ciò che sembra non è la realtà. La segretaria di stato Hillary Clinton dice che Zelaya commetterebbe un’imprudenza se tornasse in Honduras. Dovrebbe sapere che la dignità ha i suoi costi e Zelaya non può restare tranquillo senza fare niente in attesa che Hillary dica ciò che dovrebbe fare. Tornare a permettere i colpi di Stato è pericoloso per tutti. E’ necessario prendere decisioni chiare e concrete, aiutare il presidente Zelaya a riassumere la carica di presidente dell’Honduras, senza condizioni né imposizioni del Pentagono, della Cia e del Dipartimento di Stato. Sei al corrente della brutale repressione dei militari honduregni contro il popolo? Per giustificare l’ingiustificabile, la dittatura di Micheletti[2] accusa il presidente venezuelano Hugo Chávez di tutti i mali. Sai bene che la CIA è specializzata nel destabilizzare i governi e provocare colpi di Stato. Non puoi ignorare ciò che succede. Dimmi Barak, perché vuoi che gli Stati uniti istallino tre basi militari in Colombia? Non mi dire che è per lottare contro il narcotraffico. Non lo credi né tu né nessun altro. Ho appena saputo che il tuo governo e il Comando Sud investono milioni di dollari per promuovere la “democrazia” in Venezuela, Bolivia ed Ecuador, paesi che stanno costruendo altri paradigmi di paesi, che non sono appunto quelli degli Stati uniti[3]. Dimmi Barak, continuerai la stessa politica dei precedenti governi, o vuoi cambiare e costruire una democrazia che comporti diritto e uguaglianza per tutti e il rispetto della vita e della dignità dei popoli? Ti suggerisco, anzichè investire tutti quei soldi destinati alla promozione della “democrazia che voi pensate”, di investirli per rafforzare la democrazia all’interno degli Stati uniti, che hanno abbastanza problemi di discriminazione, povertà, fame e disoccupazione. Ti sembra giusto, oppure no? Ho alle spalle molti anni di lavoro e di impegno con i popoli dell’America latina e alla mia età sono diffidente ; ho visto molti tradimenti, tentennamenti e paure. Un altro problema che ci fa male è Cuba. Dici che per cambiare la politica degli Stati uniti con Cuba, attendi gesti di cambiamento nell’isola. Il blocco che il tuo paese ha imposto in forma unilaterale e con la superbia del più forte è in atto da quasi 50 anni. Sembra che tu non abbia attorno a te consiglieri esperti, perché il continente latinoamericano già non è più molto malleabile e i popoli oggi sono protagonisti e non semplici spettatori. Il popolo cubano lo ha dimostrato e ora quello honduregno, dopo quello boliviano e quello venezuelano. Chi ora deve cambiare è il tuo governo che viola il diritto internazionale e impone sanzioni a un paese sovrano. Hai dimenticato tutte le risoluzioni Onu e dei paesi che reclamano la fine del blocco e il rispetto della sovranità del popolo cubano? Facciamo uno sforzo di memoria. Ricordi il presidente del tuo paese, John Kennedy, che riuscì perfino a sedurre la bella Marilyn? Fu questo ragazzo che ordinò di invadere Cuba, alla Baia dei Porci e organizzò una festa che finì male. Come puoi pretendere che cambi Cuba quando il tuo governo non cambia? Pensa un po’. Che accadrebbe se il tuo paese levasse il blocco a Cuba senza condizioni e desse vita a una nuova fase di relazioni basata sulla cooperazione e lo sviluppo dei popoli? Sembra futurologia politica. Ti chiedo : che accadrebbe se tu liberassi i 5 cubani imprigionati, cominciando a consentire alle loro mogli di visitarli, cosa che è impedita da 10 anni? Dici che è un problema in mano alla giustizia, che è necessario attendere, che ricevi molte pressioni. Di quale giustizia parli? Non intendo presentarti la fattura, come usiamo dire dalle nostre parti, ma solo ricordarti alcuni fatti e problemi della vita dei popoli. Ora ti racconto qualcosa di un tuo compatriota che dette un esempio di coerenza fra il dire e il fare, che influenzò molti nelle lotte sociali per la liberazione dei nostri popoli, praticando la resistenza civile, come fece il Mahatma Gandhi per la liberazione dell’India o Luther King, che ha lottato molto nella sua terra in difesa dei diritti civili e contro la discriminazione razziale. Sto parlando di Henry Thoreau che disse “ogni persona amante della libertà deve essere rispettosa della legge; deve rispettarla e farla rispettare – e, continua Thoreau -, però non tutte le leggi sono giuste, e le leggi ingiuste devono essere disobbedite fino alla loro annullazione”. Per essere coerente andò a finire in prigione assumendo la sfida di difendere la libertà rifiutando di pagare imposte ingiuste e immorali al governo degli Stati uniti che servivano a finanziare la guerra contro il Messico, al quale strapparono gran parte del territorio annettendoselo. Dimmi, chi ha deciso di istallare altre basi militari nordamericane in Colombia? Questo è pericoloso per il continente. Altro tema preoccupante è il Medio Oriente. Certo ti pesa nell’animo e nella coscienza il fatto che il tuo predecessore ti abbia lasciato la strada sbarrata e minata e che qualunque cosa tu tocchi….¡¡¡¡buuumm ¡!!!....esplode. Questa persona sì che ha fatto danni al tuo popolo e al mondo; è responsabile di crimine di difesa umanità. Ti narro una storia sufi. La ho appena letta in un giornale di quartiere, “La Batuta”. “La Peste stava recandosi a Bagdad quando incontrò Nasdurin, che gli chiese <>. <>. Dopo qualche tempo la Peste incontrò di nuovo Nasdurin che molto irritato gli disse: mi hai mentito. Dicesti che avresti ammazzato diecimila persone e ne hai ammazzate 100mila. E la peste rispose: <> La paura paralizza, e dalla paura alla codardia il passo è breve e ci colpisce e riduce i nostri meccanismi di difesa naturale. Obama, è ora di riflettere e di guardare al nostro interno, saper ascoltare il silenzio di Dio, che parla a ciascuno di noi. Quanti morti ha provocato la guerra scatenata dal tuo paese in Irak e Afganistan? In nome di ciò che è più perverso e inumano che si possa immaginare, la madre di tutte le violenze, il mentire, invocando la difesa della democrazia e il diritto dei popoli? Hanno colorato i fiumi di sangue e seminato la morte. Eduardo Galeano, questo grande scrittore uruguaiano, dice: “Naviga il navigante, sebbene sappia che mai toccherà le stelle che lo guidano. Ricordi che Hugo Chávez ti ha regalato il suo libro Le vene aperte dell’America latina. Lo hai letto? Non ancora? Questo si che mi preoccupa. Come puoi conoscere l’America latina se non conosci questo lavoro? Ragazzo, cerca di comprendere i popoli e di sapere quale è stata la politica del tuo paese in questo continente. Ti sconvolgerai. Il dramma che stanno vivendo Israele e Palestina è lungo e doloroso, ci duole che non si intraveda un orizzonte diverso e che morte e distruzione continuino a crescere. Israele, da vittima si è fatto carnefice violando il diritto del popolo palestinese, sottomettendolo alla violenza sociale e strutturale; costruendo un muro infame che danneggia tutta l’umanità e impedendo che i palestinesi abbiano una loro patria; il tuo paese è il principale alleato di Israele e finchè continuerà questa situazione di guerra e di instabilità, la Pace sarà assente in questa regione. E per ultimo, Barak, come vanno le cose in casa? La disoccupazione, il problema economico, gli immigranti…Non ti mancano i problemi. L’economia mondiale sta facendo acqua ed è disastrata. La crisi capitalista colpisce duro i più bisognosi, ma continua a salvare le banche invece dei popoli. E’ urgente tornare alla fonte e cominciare a pensare a un Nuovo contratto sociale a scala mondiale. Ne abbiamo bisogno, siamo al termine di un’epoca piagata da successi, errori ed orrori. Ricorda che la FAO segnala che ogni giorno più di 35.000 bambini muoiono di fame. Questo è ‘terrorismo economico’, di cui mai si parla ma che esiste nel mondo. Il tuo governo investe milioni di dollari in armi, in basi militari per dominare e distruggere e non per sconfiggere fame, disoccupazione, emarginazione, analfabetismo. Lo sai, Barak, di che colore è la fame? Gli affamati dicono che è gialla, che tutto si colora così, fino a che la morte non giunga a liberarli. Bene, stimato Barak, non si deve perdere la speranza, è necessario costruire la Pace, che non è un regalo, ma una conquista della coscienza e dello spirito. Ci sono molte risorse nella vita dei popoli. Sono rimaste molte cose di cui avremmo dovuto conversare. Torneremo a incontrarci in un’altra occasione. E’ stato un piacere parlare con te. La prossima volta ti aspetto con un mate amaro e tortas fritas. Con un fraterno abbraccio solidale di Pace e Bene. Buenos Aires, Café Tortoni, 2 Agosto del 2009 Adolfo Pérez Esquivel Adolfo Pérez Esquivel, argentino, è stato Premio Nobel della Pace nel 1980. Il presente testo, tradotto da aldo zanchetta, può essere riprodotto liberamente purchè si citi la fonte: America latina en Movimento - http://alainet.org/active/32246 [1] Data la stretta collaborazione fra gli Stati maggiori dei due paesi è difficile pensare che il comando della base militare statunitense di Soto Cano in Honduras fosse all’oscuro del golpe orchestrato da una delle forze armate più dipendenti dai finanziamenti e dall’assistenza tecnica statunitensi. E’ anche significativo che poche ore dopo il golpe il neonominato ministro degli esteri Enrique Ortez Colindres abbia potuto esprimersi così sul presidente Obama : “Lasciate che gli honduregni risolvano i propri problemi. Gli Stati uniti non sono i difensori della democrazia. Innanzi tutto il presidente della Repubblica, che rispetto, il negrito, non conosce dove sia Tegucigalpa. Noi invece sappiamo dove è Washington e siamo noi, un paese piccolo, un pigmeo democratico, a dover chiarire loro le idee e a dir loro, magari nel loro idioma, quello che sta accadendo”. Difficile non pensare a una provocazione concordata con qualcuno assai forte negli Stai uniti, no? Non risulta che il gran corrispondente per l’America latina, Omero Ciai, abbia fatto cenno a questo exploit, significativo assai. [2] Secondo fonti bene informate figlio di nostri conterranei emigrati dalla Garfagnana e in odore di essere sul libro paga dei narcotrafficanti honduregni (ndt) [3] Il bilancio preventivo 2010 per l’America latina di una delle due Ong di comodo della CIA, l’USAID, è stato fortemente aumentato, in particolare per i 5 paesi più invisi a Washington, facenti parte dell’accordo Alba. Bolivia da 86 milioni di dollari nel 2009 a 101 nel 2010; Ecuador da 35 a 38. Honduras da 43 a 68. Nicaragua da 27 a 65. Inoltre è stato rifinanziato per il 2010 con una dotazione di 3 miliardi di dollari un fondo speciale “per difendere e consolidare la democrazia rappresentativa in Nicaragua, Venezuela, Ecuador y Bolivia”. A questi vanno aggiunti 20 milioni di dollari per la “transizione alla democrazia” a Cuba. Vedi maggiori dettagli nel testo Sigue el dinero: La ofensiva imperial en América Latina se evidencia en dólares di Eva Golinger, www.rebelion.org/ noticia.php?id=89423.
Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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