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prima pagina > fuoco > america latina
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ADOLFO PÉREZ ESQUIVEL: CONVERSAZIONE (VIRTUALE) CON OBAMA
A cura della Fondazione Neno Zanchetta, l'Honduras e gli USA secondo il Premio Nobel Esquivel
Adolfo Perez Esquivel
[10/09/2009 14.13.38]
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Ciò che sta avvenendo in questi giorni in America latina è un test significativo per valutare i primi mesi della Presidenza Obama. Se il colpo di Stato in Honduras può essere stato interpretato come un tiro mancino della destra repubblicana e del Pentagono - che nel paese hanno solide amicizie e una agguerrita base militare[1] - per metterlo in difficoltà, il successivo annuncio della creazione di 3, diventate poi 5 e infine 7, basi militari statunitensi in Colombia desta più perplessità. E’ difficile non vederle iscritte in una precisa strategia politica. Come pure l’aumento in questi giorni dei fondi per le Ong di comodo della Cia, la USAID e la NED, destinati a “ripristinare la democrazia” in Venezuela, Bolivia ed Ecuador.
I nostri servizi informativi sono riusciti a cogliere questa amichevole conversazione (virtuale, ovviamente), svoltasi al famosissimo Cafè Tortoni di Buenos Aires, fra il Premio Nobel per la Pace 1980 Adolfo Pérez Esquivel e il neopresidente Barak Obama. Le note sono una nostra aggiunta di chiarimento.
Adolfo Pérez Esquivel* : Conversazione (virtuale) con Obama
Ho invitato Obama a prendere un caffè nel tradizionale Café Tortoni, nella Av. De Mayo, a Buenos Aires.
E’ arrivato da Washington assai agitato e preoccupato e mi ha raccontato che la Casa Bianca è piena di fantasmi e che ci sono giorni in cui non riesce a dormire perché questi fanno molto rumore e che la mattina, quando va alla Sala Ovale, trova tutto sottosopra. Io non credo nei fantasmi, però che ci sono ci sono.
Caro Barak, sento che hai molti problemi; anche qui abbiamo i nostri fantasmi che percorrono il paese compiendo stragi e sconvolgendo tutto. Sono lieto che tu sia qui e che possiamo conversare tranquilli. Il caffè è buono. Pensavo di invitarti a bere un mate amaro dei nostri, però considerando che hai già molte amarezze come il colpo di stato in Honduras, non voglio aggiungerne altre. Hai bisogno di una guida spirituale che compia un esorcismo nella Casa Bianca e espella i fantasmi che ti stanno complicando così la vita.
Ci sono i militari honduregni che corrono al trotto a Washington per informare che hanno adempito agli ordini di effettuare il golpe contro il Presidente Zelaya, come programmato. Chiedono la ricompensa e la pacca di approvazione sulle spalle, come i cani che aspettano che il padrone faccia loro una carezza e porga un osso.
Ragazzo, questi fatti mettono in evidenza che arrivasti al governo, ma non al potere. Devi ammettere che ti hanno dato un calcio nel sedere; non hanno pietà. Com’è il caffè, non stai bene?
Il golpe civile – militare in Honduras è una minaccia per tutto il continente, cercano di imporre la “ditta-blanda” (qui Esquivel gioca sul termine spagnolo dictadura trasformato in dicta-blanda) ed è un test per vedere la reazione dei governi e delle società. Mi è sembrato buono che tu abbia dichiarato di non riconoscere i membri della dittatura honduregna. E’ un chiaro gesto a difesa del diritto. Però sai che le cose non sono quello che sembrano, ciò che sembra non è la realtà. La segretaria di stato Hillary Clinton dice che Zelaya commetterebbe un’imprudenza se tornasse in Honduras.
Dovrebbe sapere che la dignità ha i suoi costi e Zelaya non può restare tranquillo senza fare niente in attesa che Hillary dica ciò che dovrebbe fare. Tornare a permettere i colpi di Stato è pericoloso per tutti.
E’ necessario prendere decisioni chiare e concrete, aiutare il presidente Zelaya a riassumere la carica di presidente dell’Honduras, senza condizioni né imposizioni del Pentagono, della Cia e del Dipartimento di Stato. Sei al corrente della brutale repressione dei militari honduregni contro il popolo? Per giustificare l’ingiustificabile, la dittatura di Micheletti[2] accusa il presidente venezuelano Hugo Chávez di tutti i mali. Sai bene che la CIA è specializzata nel destabilizzare i governi e provocare colpi di Stato. Non puoi ignorare ciò che succede.
Dimmi Barak, perché vuoi che gli Stati uniti istallino tre basi militari in Colombia? Non mi dire che è per lottare contro il narcotraffico. Non lo credi né tu né nessun altro.
Ho appena saputo che il tuo governo e il Comando Sud investono milioni di dollari per promuovere la “democrazia” in Venezuela, Bolivia ed Ecuador, paesi che stanno costruendo altri paradigmi di paesi, che non sono appunto quelli degli Stati uniti[3].
Dimmi Barak, continuerai la stessa politica dei precedenti governi, o vuoi cambiare e costruire una democrazia che comporti diritto e uguaglianza per tutti e il rispetto della vita e della dignità dei popoli? Ti suggerisco, anzichè investire tutti quei soldi destinati alla promozione della “democrazia che voi pensate”, di investirli per rafforzare la democrazia all’interno degli Stati uniti, che hanno abbastanza problemi di discriminazione, povertà, fame e disoccupazione. Ti sembra giusto, oppure no?
Ho alle spalle molti anni di lavoro e di impegno con i popoli dell’America latina e alla mia età sono diffidente ; ho visto molti tradimenti, tentennamenti e paure.
Un altro problema che ci fa male è Cuba. Dici che per cambiare la politica degli Stati uniti con Cuba, attendi gesti di cambiamento nell’isola. Il blocco che il tuo paese ha imposto in forma unilaterale e con la superbia del più forte è in atto da quasi 50 anni.
Sembra che tu non abbia attorno a te consiglieri esperti, perché il continente latinoamericano già non è più molto malleabile e i popoli oggi sono protagonisti e non semplici spettatori. Il popolo cubano lo ha dimostrato e ora quello honduregno, dopo quello boliviano e quello venezuelano.
Chi ora deve cambiare è il tuo governo che viola il diritto internazionale e impone sanzioni a un paese sovrano. Hai dimenticato tutte le risoluzioni Onu e dei paesi che reclamano la fine del blocco e il rispetto della sovranità del popolo cubano?
Facciamo uno sforzo di memoria. Ricordi il presidente del tuo paese, John Kennedy, che riuscì perfino a sedurre la bella Marilyn? Fu questo ragazzo che ordinò di invadere Cuba, alla Baia dei Porci e organizzò una festa che finì male. Come puoi pretendere che cambi Cuba quando il tuo governo non cambia?
Pensa un po’. Che accadrebbe se il tuo paese levasse il blocco a Cuba senza condizioni e desse vita a una nuova fase di relazioni basata sulla cooperazione e lo sviluppo dei popoli? Sembra futurologia politica. Ti chiedo : che accadrebbe se tu liberassi i 5 cubani imprigionati, cominciando a consentire alle loro mogli di visitarli, cosa che è impedita da 10 anni?
Dici che è un problema in mano alla giustizia, che è necessario attendere, che ricevi molte pressioni. Di quale giustizia parli? Non intendo presentarti la fattura, come usiamo dire dalle nostre parti, ma solo ricordarti alcuni fatti e problemi della vita dei popoli.
Ora ti racconto qualcosa di un tuo compatriota che dette un esempio di coerenza fra il dire e il fare, che influenzò molti nelle lotte sociali per la liberazione dei nostri popoli, praticando la resistenza civile, come fece il Mahatma Gandhi per la liberazione dell’India o Luther King, che ha lottato molto nella sua terra in difesa dei diritti civili e contro la discriminazione razziale. Sto parlando di Henry Thoreau che disse “ogni persona amante della libertà deve essere rispettosa della legge; deve rispettarla e farla rispettare – e, continua Thoreau -, però non tutte le leggi sono giuste, e le leggi ingiuste devono essere disobbedite fino alla loro annullazione”. Per essere coerente andò a finire in prigione assumendo la sfida di difendere la libertà rifiutando di pagare imposte ingiuste e immorali al governo degli Stati uniti che servivano a finanziare la guerra contro il Messico, al quale strapparono gran parte del territorio annettendoselo.
Dimmi, chi ha deciso di istallare altre basi militari nordamericane in Colombia? Questo è pericoloso per il continente.
Altro tema preoccupante è il Medio Oriente. Certo ti pesa nell’animo e nella coscienza il fatto che il tuo predecessore ti abbia lasciato la strada sbarrata e minata e che qualunque cosa tu tocchi….¡¡¡¡buuumm ¡!!!....esplode. Questa persona sì che ha fatto danni al tuo popolo e al mondo; è responsabile di crimine di difesa umanità.
Ti narro una storia sufi. La ho appena letta in un giornale di quartiere, “La Batuta”. “La Peste stava recandosi a Bagdad quando incontrò Nasdurin, che gli chiese < >. <>. Dopo qualche tempo la Peste incontrò di nuovo Nasdurin che molto irritato gli disse: mi hai mentito. Dicesti che avresti ammazzato diecimila persone e ne hai ammazzate 100mila. E la peste rispose: <> La paura paralizza, e dalla paura alla codardia il passo è breve e ci colpisce e riduce i nostri meccanismi di difesa naturale.
Obama, è ora di riflettere e di guardare al nostro interno, saper ascoltare il silenzio di Dio, che parla a ciascuno di noi. Quanti morti ha provocato la guerra scatenata dal tuo paese in Irak e Afganistan? In nome di ciò che è più perverso e inumano che si possa immaginare, la madre di tutte le violenze, il mentire, invocando la difesa della democrazia e il diritto dei popoli? Hanno colorato i fiumi di sangue e seminato la morte.
Eduardo Galeano, questo grande scrittore uruguaiano, dice: “Naviga il navigante, sebbene sappia che mai toccherà le stelle che lo guidano. Ricordi che Hugo Chávez ti ha regalato il suo libro Le vene aperte dell’America latina. Lo hai letto? Non ancora? Questo si che mi preoccupa. Come puoi conoscere l’America latina se non conosci questo lavoro? Ragazzo, cerca di comprendere i popoli e di sapere quale è stata la politica del tuo paese in questo continente. Ti sconvolgerai.
Il dramma che stanno vivendo Israele e Palestina è lungo e doloroso, ci duole che non si intraveda un orizzonte diverso e che morte e distruzione continuino a crescere. Israele, da vittima si è fatto carnefice violando il diritto del popolo palestinese, sottomettendolo alla violenza sociale e strutturale; costruendo un muro infame che danneggia tutta l’umanità e impedendo che i palestinesi abbiano una loro patria; il tuo paese è il principale alleato di Israele e finchè continuerà questa situazione di guerra e di instabilità, la Pace sarà assente in questa regione.
E per ultimo, Barak, come vanno le cose in casa? La disoccupazione, il problema economico, gli immigranti…Non ti mancano i problemi. L’economia mondiale sta facendo acqua ed è disastrata. La crisi capitalista colpisce duro i più bisognosi, ma continua a salvare le banche invece dei popoli. E’ urgente tornare alla fonte e cominciare a pensare a un Nuovo contratto sociale a scala mondiale. Ne abbiamo bisogno, siamo al termine di un’epoca piagata da successi, errori ed orrori. Ricorda che la FAO segnala che ogni giorno più di 35.000 bambini muoiono di fame. Questo è ‘terrorismo economico’, di cui mai si parla ma che esiste nel mondo.
Il tuo governo investe milioni di dollari in armi, in basi militari per dominare e distruggere e non per sconfiggere fame, disoccupazione, emarginazione, analfabetismo. Lo sai, Barak, di che colore è la fame? Gli affamati dicono che è gialla, che tutto si colora così, fino a che la morte non giunga a liberarli.
Bene, stimato Barak, non si deve perdere la speranza, è necessario costruire la Pace, che non è un regalo, ma una conquista della coscienza e dello spirito. Ci sono molte risorse nella vita dei popoli. Sono rimaste molte cose di cui avremmo dovuto conversare. Torneremo a incontrarci in un’altra occasione. E’ stato un piacere parlare con te. La prossima volta ti aspetto con un mate amaro e tortas fritas.
Con un fraterno abbraccio solidale di Pace e Bene.
Buenos Aires, Café Tortoni, 2 Agosto del 2009
Adolfo Pérez Esquivel
Adolfo Pérez Esquivel, argentino, è stato Premio Nobel della Pace nel 1980.
Il presente testo, tradotto da aldo zanchetta, può essere riprodotto liberamente purchè si citi la fonte: America latina en Movimento - http://alainet.org/active/32246
[1] Data la stretta collaborazione fra gli Stati maggiori dei due paesi è difficile pensare che il comando della base militare statunitense di Soto Cano in Honduras fosse all’oscuro del golpe orchestrato da una delle forze armate più dipendenti dai finanziamenti e dall’assistenza tecnica statunitensi. E’ anche significativo che poche ore dopo il golpe il neonominato ministro degli esteri Enrique Ortez Colindres abbia potuto esprimersi così sul presidente Obama : “Lasciate che gli honduregni risolvano i propri problemi. Gli Stati uniti non sono i difensori della democrazia. Innanzi tutto il presidente della Repubblica, che rispetto, il negrito, non conosce dove sia Tegucigalpa. Noi invece sappiamo dove è Washington e siamo noi, un paese piccolo, un pigmeo democratico, a dover chiarire loro le idee e a dir loro, magari nel loro idioma, quello che sta accadendo”. Difficile non pensare a una provocazione concordata con qualcuno assai forte negli Stai uniti, no? Non risulta che il gran corrispondente per l’America latina, Omero Ciai, abbia fatto cenno a questo exploit, significativo assai.
[2] Secondo fonti bene informate figlio di nostri conterranei emigrati dalla Garfagnana e in odore di essere sul libro paga dei narcotrafficanti honduregni (ndt)
[3] Il bilancio preventivo 2010 per l’America latina di una delle due Ong di comodo della CIA, l’USAID, è stato fortemente aumentato, in particolare per i 5 paesi più invisi a Washington, facenti parte dell’accordo Alba. Bolivia da 86 milioni di dollari nel 2009 a 101 nel 2010; Ecuador da 35 a 38. Honduras da 43 a 68. Nicaragua da 27 a 65. Inoltre è stato rifinanziato per il 2010 con una dotazione di 3 miliardi di dollari un fondo speciale “per difendere e consolidare la democrazia rappresentativa in Nicaragua, Venezuela, Ecuador y Bolivia”. A questi vanno aggiunti 20 milioni di dollari per la “transizione alla democrazia” a Cuba. Vedi maggiori dettagli nel testo Sigue el dinero: La ofensiva imperial en América Latina se evidencia en dólares di Eva Golinger, www.rebelion.org/ noticia.php?id=89423.
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