Documento senza titolo
Da lunedì scorso, 30  giugno, in Bolivia 21 persone sono in sciopero della fame per protestare contro  le gravi violazioni dei diritti lavorativi degli operai nel Paese. Fra gli  scioperanti, il sindacalista e attivista Oscar Olivera, che da dieci giorni,  assieme ai suoi compagni, si è installato nelle stanze della sede sindacale dei  Los Fabriles, nella Piazza 14 septiembre di Cochabamba. 
    Invitiamo le  organizzazioni, i movimenti e le persone che anche a titolo personale si  sentono vicini a questa importante battaglia in difesa dei diritti umani,  civili e lavorativi, a manifestare la propria solidarietà sottoscrivendo il  documento allegato, e dando visibilità a quanto sta accadendo in Bolivia. 
Lo  sciopero della fame in corso da dieci giorni in varie città in Bolvia è  iniziato dopo che l'impresa di calzature  Manaco, filiale a Cochabamba della multinazionale calzturiera Bata,  ha licenziato il proprio operaio Alejandro  Saravia, 54 anni, 27 dei quali passati a lavorare il cuoio  per la Manaco. Secondo  quanto riportato dagli operai e dai sindacalisti in lotta, Saravia è stato licenziato  senza giusta causa - e lasciato senza garanzie di mantenimento per se stesso e  per la propria famiglia - dopo essere stato richiamato dai suoi dirigenti per  presunte trasgressioni ai regolamenti interni della fabbrica.  
  La  vicenda singola di Alejandro Saravia ha dato inizio a tale, estrema, forma di  protesta, perché è simbola della situazione generale di molti operai in  Bolivia, ed è stata dettata dalla totale mancanza di appoggio e di protezione  da parte dello stesso sindacato degli operai della Manaco, definito in totale  asservimento all’industria stessa. Il licenziamento di Alejandro Saravia pare  essere stato solo l’ultima di numerose violazioni perpetrate dall’industria  Manaco nei confronti dei propri dipendenti, che non possono avvalersi né di  bonus di anzianità, né del pagamento degli strordinari, né di protezione  sindacale, e che godono di stipendi medi di circa 700 bolivianos mensili (circa  70 euro al mese), a fronte degli stipendi degli impiegati, anche di 30 volte  superiori. 
La protesta di Oscar  Olivera, anch’esso ex operaio e sindacalista alla Manaco per 30 anni, dei suoi  compagni, e dello stesso operaio Alejandro Saravia, vuole mettere in luce la  più ampia mancanza di tutela degli operai di tutta la Bolivia ed è un duro atto  d’accusa contro lo stesso Governo boliviano e si sta estendendo in altri parti  del Paese, ricevendo l’appoggio di sindacati ed operai di altre città  boliviane. 
Il  gruppo Bata vanta una rete capillare di 4.600 punti vendita in più di 50 paesi  nei 5 continenti. A questi si aggiungono le fabbriche di produzione  calzaturiera, le concerie, i reparti di meccanica industriale, i laboratori  controllo qualità, i centri di ricerca e sviluppo. La Manaco boliviana, presente  nel Paese da decenni, da quanto denunciato porta avanti una politica lavorativa  definita “dura” e coercitiva, e ad oggi non sta recedendo sulle sue decisioni  nonostante la tensione, in Bolivia, stia crescendo sensibilmente. 
Di seguito,  la lettera del Sindacato Los Fabriles di  Cochabamba da firmare ed inviare agli indirizzi riportati. 
Associazione YAKU – Roma, 10 luglio ‘08
Sorelle  e fratelli, 
Da  lunedì scorso, 30 giugno,  l’operaio  Alejandro Zarabia assieme a ex dirigenti dell’industria di scarpe MANACO, a  dirigenti della Federación de Trabajadores Fabriles de Cochabamba, il sindacato  metalmeccanico di Cochabamba, e ai dirigenti della Confederación General de  Trabajadores Fabriles de Bolivia, il sindacato nazionale boliviano, sono in  sciopero della fame per denunciare la violazione dei diritti dei lavoratori da  parte del sindacato dell’impresa MANACO e dei funzionari del Ministero del  Lavoro.
Alejandro  Zarabia è un operaio con 27 anni di esperienza nella lavorazione del cuoio  presso l’industria MANACO. Alla richiesta di aiuto al sindacato seguita al  proprio licenziamento senza giusta causa, è seguito un atteggiamento che ha  dimostrato pienamente la totale indifferenza da parte del sindacato stesso  verso i reali bisogni degli operai, e il totale asservimento del sindacato agli  intteressi dell’impresa. E’ altresì parso chiaro come l’impresa MANACO avesse  redatto contratti ingannevoli, tali da costringere il lavoratore a rinunciare  ai suoi stessi diritti. 
  Con  oggi sono 9 i giorni di sciopero della fame e gli scioperanti sono fisicamente  debilitati; ma saldi nello spirito, perché questo sciopero va molto più in là  della mera restituzione del lavoro al compagno Zarabia e della giusta lotta per  la difesa della dignità lavorativa. Per tutti loro questa è una battaglia molto  più grande: quella del recupero dell’identità, della dignità e dell’unità del  movimento operaio boliviano. 
  Queste  sono alcune delle ragioni per le quali oggi chiediamo la vostra solidarietà.
Assieme alla presente,  alleghiamo una lettera di solidarietà ai compagni in sciopero della fame, che  chiediamo  sia firmata da chi appoggia questa lotta, e rinviata ai seguenti  indirizzi: 
mbecerramatias@gmail.com o cklopez@gmail.com 
o via fax alla Federación de Trabajadores Fabriles  de Cochabamba al numero: 00591- 4- 4503530
 
per  maggiori informazioni, vi rimandiamo al sito latinoamericano http://www.ubnoticias.org/es
VERSIONE  ORIGINALE DALLA BOLIVIA
Hermanas y hermanos,
   
  Desde el lunes 30 de junio, el compañero  fabril  Alejandro Zarabia junto a ex  dirigentes de MANACO, dirigentes de la Federación de Trabajadores Fabriles de Cochabamba  y  dirigentes de la Confederación General  de Trabajadores Fabriles de Bolivia está en huelga de hambre exigiendo respeto  a los derechos de los trabajadores y denunciando la actitud del actual  sindicato de MANACO y de funcionaros del ministerio de Trabajo.
Alejandro Zarabia, trabajador de la sección de  corte de cuero, con 27 años de antigüedad, al ser despedido injustamente  solicitó ayuda de su sindicato, sin embargo, ellos demostraron estar al  servicio de los intereses de la empresa y no de los trabajadores.
 Además, se  comprobó que la empresa tiene contratos leoninos donde el trabajador tiene que  renunciar a sus derechos laborales.
  Hoy se cumplen 10 días de huelga de hambre,  nuestros compañeros se encuentran físicamente débiles; pero fuertes de espíritu  porque para ellos esta huelga va mucho más allá de la restitución del compañero  Zarabia y de ser una lucha por mejores condiciones de trabajo, para ellos ésta  es una lucha más grande: la de recuperar la identidad, la dignidad  y la unidad del movimiento obrero.
  Éstas son algunas de las razones por las que hoy  hacemos llegar este llamado de solidaridad.
  Adjunto al presente mensaje, enviamos una carta de  solidaridad con los compañeros en huelga que puede ser enviada vía mail a:
  mbecerramatias@gmail.com
cklopez@gmail.com 
o por fax a la Federación de  Trabajadores Fabriles de Cochabamba al: 00591- 4- 4503530
  Muchas gracias por su solidaridad,
 
 Para saber  más acerca del conflicto: http://www.ubnoticias.org/es