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INTERROGATIVI E DISASTRI SULLE DIGHE BRASILIANE IN AMAZZONIA
Luis Gomez
[02/09/2008 4.30.38]



Documento senza titolo

Quando le dighe idroelettriche di Jirau e San Antonio staranno operando ai massimi regimi, le acque brasiliane del rio Madera produrranno 6500 Mw di energia.  Più di quattro volte la potenza installata in tutta la Bolivia che, per il gigante sudamericano, rapresenteranno più o meno un aumento del 6,5% della sua produzione energetica. Perché? A quale prezzo? Due progetti industriali nel mezzo della foresta amazzonica dal costo di quasi 15 mila milioni di dollari devono avere un obiettivo importante, come ad esempio la diga Itaipù, che provvede al fabisogno energético del sud brasiliano… Però qual è lo scopo reale dei due progetti? Solo tre anni fa, quando gli studi e i documenti ambientali necessari erano pronti, il governo Lula ha lanciato sui media una campagna pubblicitaria sul progetto di generare energia elettrica nell’amazzonia. Così,  in un semplice spot televisvo di nove minuti e mezzo, un uomo assai piacevole in maniche di camicia, parlava di tutto quello che bisogna sapere riguardo alle due dighe nel rio Madera.

Prima di tutto: la produzione di energia pulita e rinnovabile è una attività che il Brasile non ha sviluppato come avrebbe dovuto… questo contando che, racconta l’uomo,  la quinta parte dell’acqua dolce mondiale si trova nall’interno del territorio brasiliano. Tuttavia il Brasile, essendo un’economía emergente, deve crescere e svilupparsi. E lo sviluppo è la via per creare equità sociale, e per questo ci vuole energia. Senza discutere a fondo il concetto di “sviluppo” del governo Lula, vale la pena sottolineare la forma statica e parziale di presentare i dati: almeno il 70% di questa “quinta parte di acqua dolce mondiale” arriva in (o esce dal) Brasile scorrendo sui grandi fiumi che nascono nelle Ande.

Il dato non è minore se riconosciamo che il rio Madera, affluente del rio Amazonas, si forma dall’unione di altri fiumi, soprattutto dal Madre de Dios e il Beni, che sorgono a loro volta nel territorio della Bolivia. Quindi, diciamo pure che questo bacino brasiliano che darà luce all’ industria, il commercio, le scuole, la strade e le case, è (per lo meno) un fenomeno bi-nazionale. Inoltre parte del rio Madera è frontiera nazionale tra i due paesi. Per quanto il signore dello spot televisivo insista, come lo fa il suo governo attravero l’ambasciata di La Paz,  che si tratta di progetti all’interno del territorio brasiliano, la costruzione di Jirau e San Antonio provocherà una catena di disastri imprescindibili (alcuni incontrollabili) che colpiranno il nord boliviano, forse in maniera irreversibile.

E attenzione, non lo dicono gli esperti boliviani o qualcuna delle varie organizzazioni internazionali... lo dice un esteso rapporto del Ministero dell’ambiente del Brasile. Analizzando lo studio di impatto ambientale (SIA) realizzato dall’Istituto Brasiliano dell’Ambiente (IBA), si evince che il lavoro di indagine svolto sul campo non è stato esaustivo né rigoroso e tantomeno chiaro. Un buon esempio sarebbe il surubì, pesce migrante del rio Madera, che è solito risalire la corrente per deporre le uova arrivando all’interno del terriorio bolivano.

La diga contiene appena un canale di passaggio pensato per i pesci che seguono la  corrente del fiume… e quindi i surubì che non potranno migrare comprometteranno la vita di centinaia di famiglie che in Bolivia, fuori dal territorio brasiliano, sopravvivono grazie alla pesca.  E quindi malgrado che il signore dello spot commerciale del governo Lula rassicuri che è stato fatto tutto nel rispetto della vita e dei diritti collettivi, la verità appare un’altra. La principale obiezione del rapporto summenzionato, condiviso anche dall’ex ministra Marina Silva, è fondamentale per comprendere il rischio che corre la regione e, soprattutto, il nord boliviano: nel realizzare tutti gli studi sul bacino del Madera, l’IBA e le altre istituzioni coinvolte hanno “dimenticato” di includere il ramo bi-nazionale, frutto dell’unione dei fiumi Mamoré e Beni ad esempio, in tutte le previsioni d’impatto ambientale, dalle innondazioni, alla migrazione dei pesci, ai danni alle speci native, fino alle sedimentazioni provocate dalle correnti in questa zona… in altre parole, nel fermare le correnti in alcune parti del proprio  territorio, il Brasile non si è preoccupato di calcore  gli effetti che questo causerà in Bolivia.

Comunque la costruzione delle dighe sta per iniziare, lavori che già sono stati appaltati a consorzi internazionali (come quello della Suez). Ma da quì ritorniamo alla domanda iniziale, perchè le dighe e l’ irresponsabilità evidente del Brasile non spiegano fino in fondo per quale scopo si vuole installare una tale capacità di generare elettricità per due Stati come quelli di Acre e Rondonia, attraverso i quali passa il rio Madera. Perchè il signore dello spot dice appena che l’eccedente elettrico andrà a supportare il Sistema integrato Nazionale del Brasile, e cioé al Sud industrializzato di São Paulo e Río de Janeiro. Qualcosa di poca importanza dal momento che immense riserve di gas naturale sono state scoperte a Santos, rendendo quindi superflua l’elettricità amazzonica. Ugualmente resta ancora senza risposta la domanda principale: Jirau e San Antonio produrranno il 400% in più dell’energia prodotta da tutta la Bolivia per un gruppo di 2.100.000 persone che equivale alla quinta parte della popolazione Boliviana (distribuita in un’estenzione territoriale equivalente alla metà della Bolivia, piena di foreste, territori vergini e indigeni). E quindi perché tanta energia per ottenere la luce dal rio Madera? Anche i documenti dell’Iniziativa per l’Integrazione Regionale Sudamericana (IIRSA) non chiariscono molto di più, salvo che tra Acre e Rondonia si aprirà un corridoio per il Perù e la Bolivia attraverso il quale passeranno le merci verso il resto del mondo. E’ evidente che le dighe sono vitali per il progetto generale di integrazione economica.

E’ impossibile determinare oggi quello che succederà domani. Anche se sappiamo che l’IIRSA è appoggiato e finanziato da grandi multinazionali come Monsanto, Sigenta e Cargil. Sappiamo anche che l’etanolo sarà il combustibile principale del Brasile (e del mondo). Sulla stessa linea, è importante ricordare che in Cina l’economia manifatturiera dipende dalle infrastrutture energetiche (come la diga Gargantas)… e, come dice il brasiliano dello spot, “questa energia a basso costo andrà a stimolare lo sviluppo locale e la crescita dell’industria”. Speriamo che Lula e le multinazionali non stiano imboccando questa strada. Le dighe possono compromettere irreparabilmente un grande fiume, il nord boliviano, e altre regioni, l’industrializzazione può distruggere l’Amazzonia intera. Tocchiamo “madera”.

 

Luis Gomez è giornalista e scrittore di origine messicana, risiede da numerosi anni a La Paz, Bolivia

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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