Documento senza titolo
Vi ricordate?, militari, funzionari di alto livello e lo stesso Presidente lo dissero “con prove”. Le tre menzogne del Secolo XXI: che l’Iraq aveva arme di distruzione di massa, che era alleato con i terroristi di Al’Qaeda che fecero l’attacco alle torri gemelle, e che bisognava ristabilire la democrazia dalle mani del dittatore Saddam Hussein. La verità: volevano il petrolio e basta. Non c’erano armi di distruzione di massa, né ci furono relazioni dell’Iraq con l’attacco alle torri gemelle né con Al’Qaeda, però dopo 1 milione di vittime civili, li convertirono in terroristi, né portarono la democrazia in una paese occupato, saccheggiato e sottomesso al punto che gli abitanti si convertono in bombe suicide per far esplodere la propria disperazione.
Oggi a mezzogiorno abbiamo visto per televisione un montaggio che ricorda in tutto gli scenari delle tre menzogne. Tende azzurre sullo sfondo, un Generale (Naranjo, comandante della Polizia), parlando con fermezza e convinzione. La Direttrice del DAS, il servizio segreto il cui predecessore lasciò il proprio carico per il carcere per aver montato falsi positivi e per fare campagna politica “per” Uribe e il Ministro della Protezione Sociale, coinvolto nella corruzione “per” la rielezione di Uribe, ma elevato al grado di impunità totale con decreto del Consiglio Superiore della Magistratura. Asseriscono che gli indigeni sono le FARC e agiscono con le FARC, e che di ciò hanno le prove. Inoltre che la Minga è politica, per fare opposizione al Governo. La prima affermazione è falsa, la seconda è vera e non è delitto. O non dovrebbe esserlo. O non lo sarebbe se in questo paese ci fosse un Governo democratico e non un regime di terrore. Il movimento indigeno è stato vittima di tutti gli attori armati. Questo, per informazione del pubblico manipolabile, include essere vittima delle FARC. Vittime vuol dire crimini, assassini, reclutamento forzato, intimidazioni, minacce. Una lista lunga e dolorosa di tutto questo. Il movimento indigeno non mette auto bombe, né tenta di far saltare in aria ponti. Il movimento indigeno non spara contro la forza pubblica e non si consegna ai poliziotti e ai soldati per così infiltrarsi e organizzare sabotaggi che confermino le “prove” dei ministri e generali. Il movimento indigeno piange i suoi morti e i suoi feriti, ma si dispiace per tutte le vittime, tutti i morti e tutti i feriti. Ci saranno indigeni nelle FARC e anche nell’esercito e useranno tutti i tipi di armi, però non appartengono al movimento indigeno e lo fanno fuori dal processo.
Oggi si è montato in televisione il pretesto per poter sterminare il processo. Se fossimo terroristi o delle FARC quindi potrebbero terminare con noi. Questa è precisamente la ragione per la quale ci costituiamo nella Minga. Perchè ci opponiamo ad essere segnalati come terroristi, narcotrafficanti. Siamo degni. Abbiamo un processo storico, Piani di Vita, territori e autonomia. Però per rubarci il territorio e distruggere il nostro processo ci indicano come terroristi e montano prove contro di noi. Il regime preferirebbe che non fossimo autonomi, né indigeni, né che rifiutassimo la lotta armata. Preferirebbe che non avessimo proposte che vadano più in la di noi stessi, né che intendessimo che la brama che orienta il progetto economico con la quale stanno distruggendo la vita, i diritti dei popoli e la giustizia, deve essere contrastata e sostituita affinché ci sia pace e giustizia. Preferirebbe che fossimo delle FARC per poterci eliminare e sfruttare poi le ricchezze dei nostri territori. Come FARC ci hanno trattato. Per questo ci attaccarono come contro la guerriglia e ci spararono come fossimo dei criminali. Per questo a questa stessa ora stanno dentro la riserva di La María Piendamó con ordine di sparare se si muove un indigeno. Per questo distrussero le case, le riempirono di pallottole e distrussero tutto. Così ci trattarono, a noi, civili, indigeni, degni, protestando pacificamente, come nemici in combattimento. Fanno la guerra contro il popolo. Tutta la macchina militare contro le comunità che osano essere dignitose e parlare. Qui chi parla, chi si oppone, chi si difende è oggetto di aggressioni militari a sangue e fuoco. È perfettamente chiaro e abbiamo prove: in Colombia, chicchessia che non obbedisce al regime e si sottomette all’impoverimento e al silenzio è guerrigliero e lo si attacca con la contro guerriglia. Assassini. Governo assassino. Regime assassino. Montature per assassinare. Quando fecero la montatura già stavano assassinando. Peggio che le menzogne dell’Iraq. Là almeno prima fecero la montatura e poi attaccarono.
A questo servì lo spettacolo di oggi. Ci attaccano, ci ammazzano, ci feriscono e ci umiliano durante due giorni per difendere una strada a costo di molte vite, però non hanno né il tempo, né le risorse né l’interesse di ascoltare ciò che ci obbliga a mobilitarci e a resistere. Non siamo terroristi e le “prove” che hanno, solo dimostrano la loro capacità a mentire e a usare il potere pubblico contro i popoli. Provano che è inevitabile mobilitarci. Provano che in qualsiasi modo ci ammazzano, cioè, sia che reclamiamo i nostri diritti e sia che stiamo zitti e impoveriti. Hanno convinti i creduloni che ci possono eliminare. Noi che capiamo e sappiamo e difendiamo la vita, ci dimostrarono che dobbiamo interrare i morti, piangere con dignità e continuare a lottare perchè la morte non è un’alternativa. Solamente la vita senza menzogne né montature lo è.
Traduzione di Cristina Coletto
Leggi l'articolo in castigliano pubblicato il 17 ottobre