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LA COSTITUZIONE SECONDO MORALES
Francesca Caprini - da Left 23 gennaio
[25/01/2009 12.48.41]



Documento senza titolo

E’ il ‘62 e don Eduardo ha otto anni. Suo padre minatore, che sarebbe morto diciotto mesi dopo coi polmoni schiantati dalla polvere di stagno, cammina per  le strade di Orinoca e di nuovo si ferma e si toglie il cappello. Passa un padròn bianco - in verità è un criollo, un mezzosangue discendente dell’aristocrazia spagnola dei conquistadores. Sui marciapiedi loro, gli aymara, gli orgogliosi guerrieri delle Ande che costituiscono più di un terzo della popolazione boliviana  – con i quechuas degli altipiani centrali e i guaranìs delle “terre basse” amazzoniche fanno la popolazione più “indigena” dell’America meridionale - non possono camminare. Rimasto orfano, don Eduardo viene mandato a Cochabamba a lavorare. Quasi nello stesso periodo suo cugino Evo Morales, che fa il pastore di lama, sta andando in Argentina a raccogliere canne da zucchero per poche monete al giorno, un piatto di spaghetti fritti e una tazza di thè.

Meno di mezzo secolo dopo don Eduardo si appresta a camminare ben al centro della Avenida Ayacucho, una delle arterie che attraversano la sua città adottiva, per andare verso la sede della corte elettorale e votare per la Nuova Costituzione Politica dello Stato della Bolivia (CPE). E’ uno dei 3.891.397 cittadini boliviani – su una popolazione di circa 8 milioni - chiamati a rispondere il 25 gennaio al referendum popolare che chiede di approvare – o rifiutare -  il testo costituzionale, frutto del faticoso cammino dell’Assemblea Costituente iniziato due anni fa. Le previsioni parlano di una vittoria certa dei sì: oltre il 65%. Ma c’è che si spinge più in là, forte del granitico consenso popolare del Presidente, confermato ad agosto con oltre il 70% dei voti favorevoli.

Don Eduardo Yssa, che è diventato uno dei rappresentanti più importanti e rispettati dei Comités del Agua della Zona Sur di Cochabamba, dice che è un passo da gigante, quello che sta facendo la sua Bolivia. Non è un giudizio superficiale: è uno dei depositari della sabiduria – la antica saggezza -aymara. E’ un uomo che viene ascoltato. Essere referente dei comitati dell’acqua della zona sud di Cochabamba – zona poverissima, organizzata in 1200 comitati per gestire l’acqua delle famiglie – è una responsabilità. Al fianco del sindacalista Oscar Olivera, a volte davanti a lui, don Eduardo è stato uno dei protagonisti della Guerra dell’Acqua del 2000. E’ cugino di Evo Morales, il primo presidente indigeno della Bolivia, che non ha mai mancato di contestare, quando lo riteneva opportuno. Ma oggi vuole sottolineare la portata storica dell’evento:  “Questa Costituzione è un grande progresso per tutti i popoli oppressi della terra. Evo ha cumplido – riprendendo lo slogan elettorale di Morales “Evo cumple”, Evo realizza - Noi è da tempo che siamo preparati a questo, Evo stesso è il risultato delle mobilitazioni, dei morti, della resistenza del nostro popolo”.
Si pensa al cammino verso la democrazia di questo Paese incastonato fra le Ande e l’Amazzonia, il più povero del suo continente, che nel 2000 caccia a suon di proteste la multinazionale Bechtel al grido di “el agua ese nuestra, carajo!” (L’acqua è nostra, cavolo!), indicando così l’alternativa al capitalismo selvaggio dell’Occidente. Si pensa alla sanguinosa guerra del gas, tre anni più tardi, con l’intera “nazione aymara” a combattere il dittatore neoliberale Sanchez de Lozada. Ai cocaleros del Chapare, i raccoglitori di coca, massacrati dagli eserciti negli anni Novanta ed oltre, dai quali comincia a sorgere politicamente il sindacalista Evo Morales. Fino alla conflittualità recente, che ha costellato lo stesso governo socialista di Morales: oltre trenta morti in due anni e mezzo di mandato, la recrudescenza delle destre latifondiste e a maggioranza bianca impaurite dalla prospettiva di perdere i propri privilegi e inorridite dall’avanzata politica di quegli indigeni, di quei cholos, che hanno sempre servito nelle loro case e coltivato i loro campi, e che ora siedono in Parlamento masticando foglie di coca e indossando i ponchos rojos dei guerrieri. E che ora stanno realizzando quel progetto di stato socialista ed indigenista che la CPE ha in seno.
Le critiche alla nuova Costituzione, in verità, sono feroci e trasversali: l’ opposizione che mai ha fatto scemare la sua violenta campagna denigratoria, grida allo scandalo per l’impronta a suo dire razzista “al contrario” della CPE. Ampliamente sostenuta dall’establishment ecclesiastico boliviano, ha fatto suo lo slogan della Costituzione “anticristiana”: “Elige a Dios, vota no”, dicono gli spot televisivi e i poster in ogni angolo dell’Oriente boliviano: “Scegli Dio, vota no”. “Lo Stato assicura la libertà religiosa – spiega lo studioso Ardaya –  ma si propone di rafforzare le culture originarie come espressione dell’identità stessa della Bolivia”.
E’ dallo stesso bacino politico di Morales che vengono le stoccate più violente: “Si tratta di un progetto politico che vuole assicurare al MAS, il partito socialista al governo, un controllo assoluto”, viene detto. Da altre parti si grida al tradimento, perché l’Evo ha disatteso i principi rivoluzionari delle guerre del gas e dell’acqua che volevano la rifondazione dell’idea stessa di Stato, con il controllo sociale nelle mani del popolo. Ma sulla riforma agraria che si gioca la partità più importante: assieme alla Costituzione, viene sottoposta a referendum la spinosa questione della redistribuzione delle terre, uno dei cardini della campagna elettorale evista alle presidenziali. Un manipolo di famiglie vanta il possedimento di intere regioni del Paese: sono i militari, gli imprenditori, gli schiavisti che dittatura dopo dittatura, si sono accaparrati il potere agropecuario – ma anche idrocarburifero, petrolifero, minerario – della Bolivia. Il referendum chiede se porre il tetto a 5000 o 10.000 ettari di possedimento terriero. Ma – sorpresa delle trattative degli ultimi mesi – non ha posto la retroattività. Anzi. Il Governo Morales si è sfiancato a spiegare che la proprietà privata verrà protetta e riconosciuta. “Si protegge l’impresa privata e la si favorisce: questo è un principio neoliberale ed un’esprorpiazione del potere sociale”, commenta il sociologo aymara Pablo Mamani. Che aggiunge: “C’è la questione delle autonomie: quelle indigene chissà quando prenderanno vita. Mentre l’autonomia dei dipartimenti dell’Oriente boliviano [quelli secessionisti], già stanno mettendo in pratica i propri statuti autonomici”. Il tema delle autonomie – la CPE descrive uno stato plurinazionale socialista ed indigenista con il riconoscimento di 36 nazioni indigene –preoccupa coloro che non riescono a comprendere come un’impronta socialista e statalista possa andare a braccetto con l’idea indigena di  nazione. Le critiche non si fermano a questo. E don Eduardo lo sa bene. Lui si limita a sottolineare come la Nuova Costituzione boliviana sia il risultato di lotte in nome dei diritti ancestrali delle popolazioni indigene, della difesa dei beni comuni come l’acqua e la terra, del riscatto di cinque secoli di silenzio e sottomissione. Per loro, quelli che “de pie, nunca de rodillas” (mai sulle ginocchia, sempre in piedi), la democrazia, la politica, il mondo intero, è un processo, è un divenire. Pachacuti, lo chiamano: il cambiamento rivoluzionario dell’esistente. Cita, come sempre, la frase del grande guerriero indigenoTupac Katari, che nel 1781, poco prima di essere squartato dagli spagnoli per aver guidato la rivolta contro gli invasori, aveva detto :”Tornerò, e saremo milioni”. E pensa a suo padre, mentre cammino ben al centro della Ayacucho.

 

 

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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