Documento senza titolo
In solidarietà   con la Bolivia
Mobilitazione dei   Movimenti Sociali Latinoamericani   
Santa Cruz, Bolivia 23-25 ottobre   2008 
Incontro Internazionale di solidarietà con Bolivia, a Santa Cruz dal 23 al 25 ottobre   2008:
¡QUIEN SE LEVANTA CON BOLIVIA Y EVO SE LEVANTA POR TODOS LOS PUEBLOS Y PARA TODOS LOS TIEMPOS! 
"Chi per la Bolivia e per   Evo lo fanno per tutti i popoli e per tutte le   epoche"
 
1. Noi, degni abitanti di questo continente, Abya   Yala1, lottiamo da secoli per ristabilire il Sumak Kawsay  (vivere pienamente) che   ci è stato sottratto dagli invasori e dai colonizzatori. In ogni epoca essi   hanno assassinato i degni dirigenti e usurpato le ricchezze dei popoli e al   colmo della loro avidità hanno violato tutti i diritti umani e quelli della   Pachamama con la complicità e il sostegno dei membri delle gerarchie religiose,   che sono scesi a patti con il potere politico ed economico in tutte le epoche   storiche. 
2. A 516 anni dall'inizio della conquista del   nostro continente, i nuovi invasori e conquistatori stanno cercando di far   abortire il nuovo movimento di liberazione in America Latina, e dunque i   discendenti degli assassini e degli usurpatori ritornano con le loro politiche   neoliberiste provocando nuovi massacri e   razzie. 
3. L'imperialismo nordamericano e i settori   oligarchici dell'America Latina suoi alleati cercano di bloccare i processi di   liberazione in paesi come Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Paraguay e   Nicaragua. Gli oppressori lasciano dunque cadere le loro maschere di agnello per   rivelare appieno la propria natura di lupi voraci, pronti a tutto per salvare un   sistema politico, economico, sociale e culturale ormai vacillante. La Bolivia è   oggi vittima della massiccia offensiva di questi settori che credono di essere i   padroni del mondo e intendono appropriarsi per sempre dell'acqua, del gas, del   petrolio e della terra che appartengono al popolo   boliviano. 
4. In Bolivia i gruppi che formano la cosiddetta   "media luna"4 sono gruppi fascisti civico-prefettizi, eredi degli uomini che   avevano servito Hitler nel suo progetto di morte e che dopo la sconfitta del   1945 sono fuggiti in diversi paesi, tra cui la Bolivia. Questi gruppi sono incapaci di comprendere   che è giunta l'ora di restituire ciò che è stato rubato ai suoi legittimi   proprietari. Non sopportano che in Bolivia, per la prima volta nella   storia dell'America Latina, il popolo abbia eletto presidente, con più del 53%   dei voti, il fratello aymara Evo Morales Ayma, erede delle ribellioni di Tupac   Katari, Bartolina Sisa, Tupak Amaru e del Che Guevara; un figlio della Pachamama   che si è formato nella rivolta sociale alla luce del fuoco millenario della   foglia sacra della coca; un uomo che ha convocato la nuova Assemblea Costituente   e ha vinto in modo limpido e valoroso tutte le battaglie; che lotta per una vera   riforma agraria in un paese nel quale più dell'80% degli abitanti è povero e che   è stato confermato come presidente con il 67,4 % dei voti al referendum del 10   agosto; che ha nazionalizzato le risorse strategiche come il petrolio e il gas   naturale; che ha messo in atto delle misure di solidarietà sociale a favore dei   diseredati; che con un gesto degno ha espulso l'ambasciatore degli Stati Uniti a   La Paz , Philip Goldberg, che cospirava contro la sovranità della Bolivia e non   rispettava il diritto all'autodeterminazione dei popoli. Queste e altre misure   illustrano l'impegno irrevocabile di Evo a servire il popolo che lo ha eletto e   confermato nel suo incarico. 
5. Questi settori antidemocratici che non accettano la sconfitta e si   disperano all'idea di perdere i propri privilegi hanno promosso il piano di   divisione del paese per l'autonomia degli Stati di Santa Cruz, Tarija, Beni e   Pando, e hanno messo in atto una nuova fase del loro progetto golpista per mezzo   del gruppo terrorista battezzato "juventud cruceñista" (“gioventù di Santa   Cruz”), prendendo il controllo delle istituzioni pubbliche. Guidati dal   frenetico desiderio di destabilizzare il governo legittimo di Evo Morales,   massacrano e uccidono decine di indigeni e di contadini disarmati a Porvenir   (Pando), che con il loro sacrificio si aggiungono alle migliaia di eroi e di   martiri che hanno dato la vita per la riconquista definitiva del Sumak Kawsay   nel nostro continente. 
6. Di   fronte a questa situazione, in nome del grido d'amore e di ribellione della   Pachamama per il bene della giustizia, in nome delle donne e degli uomini che   desiderano lasciare ai propri figli e figlie un pianeta in cui vivere in   universale fratellanza esercitando il proprio diritto a una vita degna,   all'autodeterminazione dei popoli e nel rispetto della coesistenza   interculturale e multinazionale, per un mondo giusto e fraterno, facciamo   appello a tutte le organizzazioni indigene, afroamericane, contadine, operaie,   femminili, ai movimenti sociali e studenteschi, alle reti, agli intellettuali,   ai personaggi pubblici, alle amiche e agli amici delle cause rivoluzionarie,   perché partecipino all'Incontro internazionale di solidarietà con la Bolivia che   si terrà a Santa Cruz, Bolivia, dal 23 al 25 ottobre 2008, per unire le forze e   i cuori e testimoniare insieme davanti al mondo che la Bolivia non è sola nella   sua lotta. 
Perciò facciamo nostre queste parole del presidente Evo   Morales: “Mi sbaglierò spesso – e chi non si sbaglia mai? – ma nella lotta   contro la colonizzazione neoliberista non mi sbaglierò mai, non vi tradirò   mai” (Evo Morales, Umala, 3 maggio 2008) 
Appello lanciato   da: 
Confederación de   Pueblos de la Nacionalidad Kichwa del Ecuador/Confederazione dei popoli di   nazionalità kichwa dell'Ecuador (ECUARUNARI) –   Ecuador 
Confederación de   Nacionalidades Indígenas del Ecuador/Confederazione delle nazionalità indigenene   dell'Ecuador (CONAIE) - Ecuador 
Organización   Nacional Indígena de Colombia/Organizzazione nazionale indigena della Colombia   (ONIC) - Colombia 
Consejo de Todas   las Tierras/Consiglio di tutte le terre –   Cile 
Movimiento Sin   Tierra/Movimento dei Senza Terra (MST) -   Brasile 
Vía Campesina -   Brasile 
Tlaxcala, la rete   di traduttori per la diversità   linguistica
Per firmare l'appello e per maggiori   informazioni:
agenciaplurinacional@yahoo.com
todosconbolivia@yahoo.es
Telefax ECUARUNARI: (00593) 2580713
Teléfono ECUARUNARI: (00593) 2580700
 
http://www.ecuarunari.org/portal/en/node/12
Note 				di Tlaxcala
1) Abya Yala: è il nome scelto nel 1992 dalle nazioni indigene d'“America” per  indicare il continente invece di richiamarsi ad Amerigo Vespucci.  L'espressione “Abya Yala” viene dalla lingua dei kunas,  popolo indigeno di Panama e della Colombia che così chiamava l'America  prima dell'arrivo di Colombo. Le parole significano “Terra nel pieno  della sua maturità”. Il capo indigeno boliviano aymara Takir Mamani ha  proposto che tutti i popoli indigeni delle Americhe chiamino così le  loro terre d'origine, e utilizzino questa espressione nelle loro  dichiarazioni ufficiali, affermando che “dare nomi stranieri ai nostri  villaggi, alle nostre città e ai nostri continenti equivale ad  assoggettare la nostra identità alla volontà degli invasori e dei loro  eredi”. La proposta di Takir Mamani è stata accolta favorevolmente da  diversi settori. Il primo 				incontro continentale dei popoli e dei gruppi etnici d'Abya Yala si è tenuto a La Paz nell'ottobre 2006.
2)Sumak 				Kawsay: “buon vivere”, espressione di un concetto ancestrale degli indigeni  dell'Ecuador, del Perù e della Bolivia sulla maniera di stare al mondo  nel rispetto degli uomini e della natura, sulla cui introduzione nella  nuova Costituzione si sta attualmente discutendo in Ecuador per  segnalare una rottura con la concezione capitalista della società,  della crescita e dello sviluppo.
3)Pachamama: Terra-Madre nella civiltà Tiwanaku (V-XI secolo) e poi nella civiltà  inca, alla quale i quechua e gli aymara continuano a fare offerte (challa o pago)  il 1° agosto di ogni anno. È associata alla fecondità e dunque a una  donna e una madre generosa che cura e nutre i suoi figli. Il termine  deriva dalle parole quechua pacha, 				che significa sia "terra" che "tempo", e mama, "madre". 
4)Media 				Luna: mezzaluna, termine che designa i 4 dipartimenti della Bolivia orientale  i cui prefetti si sono messi a capo della rivolta “secessionista”  contro il governo.