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IL SOGNO DE LOS PUEBLOS
Tratto dal Manifesto dei Popoli del Morelos
[24/05/2009 14.24.08]



Noi, pueblos del Morelos, vogliamo che la crescita demografica delle città del Paese e del nostro Stato non sia alimentata dall’emigrazione verso le città causata dalle continue politiche anti-contadine. Né tantomeno dai processi coercitivi di riadattamento abitativo che tale crescita determina nella strabordante Città del Messico. Vogliamo, al contrario, che si costruiscano case e unità abitative che veramente rispondano in maniera sensata alla crescita della nostra popolazione, e alle reali possibilità di lavoro, senza la pressione dell’emigrazione forzata e dell’assalto delle imprese straniere, indifferenti alla morte de los pueblos. Per questo vogliamo che si costruiscano solo abitazioni veramente necessarie e in luoghi in cui non vengano distrutti i beni comuni ambientali che sono le nostre risorse naturali più preziose.

Vogliamo quindi che le campagne non continuino ad essere assassinate dalle politiche federali e statali, e che i nostri giovani invece di essere esclusi e costretti ad emigrare, possano lavorare e continuare ad amare la campagna. Sogniamo che sui nostri giovani non gravi più il peso del sospetto della delinquenza solo perché sono poveri, e che una parte di loro non sia più spinta nelle file dell’economia criminale e quindi all’auto-distruzione.

Sebbene i nostri popoli non abbiano il sostegno dello Stato per ottenere veri servizi comunitari, in realtà siamo comunità che possiedono risorse materiali e umane che ci possono permettere il riscatto e la gestione dei sistemi dei servizi idrici, dei rifiuti locali, di un’agricoltura senza sostanze chimiche, e lo stesso vale per la salute e l’educazione comunitaria. Di fronte all’emarginazione e al saccheggio illimitato dei beni, stiamo riscoprendo nel fondo di noi stessi il potere inaspettato dei nostri saperi locali, base per la costruzione della nostra autonomia territoriale e delle differenti esperienze di autogestione. 

Sogniamo collettivamente di bonificare i nostri fiumi, le gole e le cascate, riutilizzando semplici ed appropriate tecnologie che non siano costose e che per questo possano restare sotto l’amministrazione, la vigilanza e il controllo comunitario. Si evitano così che cattive gestioni collettive mettano le mani sui  pochi fondi comunitari della nostra cassa di risparmio o dalle nostre Unioni di Credito; e così gli abusi delle risorse o della mano d’opera, o l’uso fazioso, inefficiente, dilapidatorio e corrotto delle risorse messe a disposizione dal Governo. Però sogniamo anche di riscattare la gestione della nostra salute, educazione e cultura comunitaria; realizzare il riordinamento urbano comunitario, seguendo l’esempio dei nostri fratelli di San Antòn e Ocotepec; riuscire a sostituire le strutture igienico-sanitarie delle abitazioni, nei paesi e nelle comunità, attraverso l’utilizzo di tecniche gestionali collettive appropriate; vogliamo riuscire ad organizzare la gestione integrale delle acque residuali (con biofiltri e impianti di fitodepurazione) e riuscire ad elaborare, comunitariamente, dei programmi di riordinamento ecologico territoriale.

Per questo dovremmo essere determinati a gestire le nostre risorse senza lasciarle nelle mani di autorità che non sanno rispondere alla necessità e ai desideri de los pueblos. Autoformazione che, già lo sappiamo, può maturare con la collaborazione di ricercatori e professionisti che guardano con simpatia, disponibilità e rispetto i processi di riorganizzazione de los pueblos.

In questo re-incontro con noi stessi vediamo lo stato del Morelos come un luogo dove può prosperare la produzione di alimenti, fiori e animali senza sovrasfruttare, impoverire ed avvelenare le terre, senza ammalare o deformare geneticamente i nostri figli, in modo tale che ogni raccolto possa arricchire la fertilità dei suoli. Ugualmente immaginiamo uno sfruttamento razionale dei nostri boschi e una produzione agricola altamente produttiva e diversificata.

Vogliamo che le imprese immobiliari la smettano di “seminare” travi e lastre di cemento invece di mais. Che le grandi imprese non introducano più nelle nostre campagne semi transgenici. Che quelle tonnellate di plastica e di altri rifiuti dannosi per la vita non entrino più nelle nostre città. Che le nostre terre non vengano più violentate con la produzione di biocombustibili, che sono solo al servizio di automobili e delle metropoli.

Ci auspichiamo anche che le autorità del Governo ci diano retta e difendano le nostre attività agricole, perché abbiamo già compreso che solo così lo sviluppo turistico non porterà ad una maggiore distruzione ambientale. In tal modo anche la gestione dei nostri centri balneari, di ecoturismo e dei nostri servizi ambientali resterà nelle mani collettive dei popoli. Per questo confidiamo che la ricostruzione e la cura delle nostre risorse ci diano l’opportunità di ricostruire le nostre relazioni commerciali e l’opportunità di raggiungere il pieno impiego.

Come prima, anche ora continuiamo a sognare colline che potranno riempirsi di case popolari veramente belle, non miserabili come i quartieri periferici delle grandi città, né tutte uguali e di pessima qualità come le nuove unità abitative dell’area periurbana del Morelos.

Quindi, noi, pueblos del Morelos, non ci opponiamo al progresso, al processo di globalizzazione e al  “benestare” di tutti. Ma abbiamo la capacità di distinguere, in modo semplice e chiaro, cosa per sempre. Anche per questo sappiamo distinguere i processi di globalizzazione distruttiva (l’arrivo delle imprese multinazionali che fagocitano le piccole e medie imprese commerciali, che portano alla disoccupazione, che generano rifiuti tossici e difficilmente smaltibili, che distruggono l’identità e la memoria de los pueblos), da altri processi di globalizzazione che possano invece arricchirci (apportando saperi e pratiche differenti che rafforzino la cura dell’ambiente e la salute dei popoli).

Per questo non condividiamo l’idea che l’unico “progresso” possibile sia quello che ci propongono adesso le imprese multinazionali o i politici corrotti impegnati a privarci delle nostre terre, boschi e acque.

Sogniamo di trasmettere ai nostri figli il proverbio che i nostri padri una volta ci hanno trasmesso: “un bicchiere d’acqua non si nega a nessuno”. Con la stessa ostentata ambizione speriamo che un giorno - non molto lontano - si proibisca ai supermercati di venderci le loro merci dentro buste, pacchetti, involucri, e le bottiglie di plastica che impiegano migliaia di anni a biodegradarsi nelle nostre terre. Non pensiamo di dover pagare il prezzo del progresso, se questo vuol dire disporre di strumenti che si alimentano di infinite batterie elettriche che avvelenano le nostre acque e che quando bruciano riempiono i nostri polmoni di cancro, oppure smaltire migliaia e migliaia di pneumatici di auto che vengono bruciati nei forni dell’industria messicana del cemento.  

Sogniamo che i nostri politici impegnati a immaginare la soluzione ai problemi dello smaltimento dei rifiuti, perdano l’abitudine di pensare sempre a soluzioni tecniche in larga scala senza raggiungere alcun obiettivo nel lungo periodo. Per questo sogniamo programmi educativi in tutti i mezzi di comunicazione, che spieghino alla popolazione il sistema irrazionale globale del ciclo dei rifiuti adottato dalla nostra società predatrice, e la necessità di risolvere il problema, a partire dal riciclo dei prodotti irrimediabilmente nocivi come la plastica o i rifiuti ospedalieri.

Vogliamo che nei nostri paesi le autorità prendano in considerazione le persone anziane, e allo stesso modo che si occupino delle opportunità educative per i giovani, delle opportunità di lavoro e di igiene per tutti.

Vogliamo avere l’opportunità di continuare a lottare per i nostri figli. Abbiamo bisogno di essere sostenuti perché nei nostri paesi verdi ritorni la tranquillità, perché i nostri figli possano crescere in pace, con scuole e parchi dove correre e gridare, senza che si buttino nella droga. Per questo vogliamo spazi comunitari, come ad esempio i chioschi dove possa ritornare la musica collettiva. Senza videogiochi e schermi giganti. In realtà quello che in fondo vorremmo è la ricostruzione di luoghi d’incontro, feste e balli, dove la gente si possa incontrare per pensare, divertirsi e poter tornare a sognare collettivamente.

Vogliamo che le nostre origini non vengano dimenticate. Che vengano riscattate, a partire dalla costruzione delle nostre case e dei nostri paesi, le tradizioni che molti ancora praticano o ricordano. Che si possano diffondere, perchè ne venga colto il significato più profondo.

Come donne dei nostri popoli, vogliamo riscattare quello che abbiamo appreso dalle nostri madri e nonne. In modo tale che si possa continuare a diffondere tra i nostri popoli la saggezza dei nostri avi. Di fronte alla crescita di un consumo sempre più manipolato dobbiamo ricostruire una produzione alimentare sana che non  ci renda schiavi dei supermercati o di malattie come il diabete, i problemi cardiaci o il cancro. 

Anche se crediamo nella necessità dello sviluppo umano, non condividiamo l’attuale espansione delle mega unità abitative, delle aeree di servizio per il carburante, dei mega centri commerciali o i centri di pubblica utilità (come il centro Oxxo), delle antenne per la telefonia cellulare, dei call center, degli impianti di trattamento privati di acqua potabile ecc.. Insomma, non ci fidiamo degli speculatori immobiliari, di coloro che senza nessuna cautela sovraproducono abitazioni e immobili. Confidiamo ancora di meno nel loro modo euforico di investire, pensando solo ai propri interessi, indifferenti alle conseguenze sulle famiglie, costrette a vivere in quartieri urbani infami. Noi, pueblos del Morelos, non crediamo neanche che il progresso sia nella costruzione di nuove strade abusive come l’Autostrada del Sol, o nei progetti di prestanome che hanno il solo scopo di facilitare gli affari di politici e impresari avidi di denaro facile, o nelle attività dei narcotrafficanti o di altri delinquenti che riciclano denaro sporco.

Il nostro sogno è integrale, perché nel sogno ci immaginiamo radicati nel territorio, tessendo forme nuove di organizzazione insieme a quelle tradizionali, per essere capaci, tra tutti, di mantenere acqua, boschi, terreni fertili, salute e riserve per le prossime generazioni; per recuperare, come comunità, la nostra convivenza armonica; per ricostruire i legami e l’autonomia di ogni popolo, attraverso cui creare nostre leggi e regole per la gestione dell’acqua, della terra e dei rifiuti, rispettando i consigli e i diritti di tutti., con il fine di ottenere quella giustizia che fino ad ora i potenti ci hanno negato.

Sogniamo di poter determinare liberamente le nostre scelte, i progetti per l’uso e lo sfruttamento dei nostri territori e risorse, le nostre forme di organizzazione, la delimitazione delle circoscrizioni elettorali e l’elezione delle nostre autorità; tutto ciò a partire dalla conoscenza che abbiamo di noi stessi e con la piena coscienza della responsabilità che tutto questo implica: la gestione permanente della vigilanza popolare, della qualità dell’acqua, della terra e dell’aria; la pianificazione collettiva dello sviluppo urbano delle comunità e la soluzione integrale dei problemi sociali e ambientali.

La nostra aspirazione come quella di tanti altri popoli al mondo è quella di ottenere che nel Morelos nessun progetto di sviluppo si possa realizzare o pianificare senza il parere e l’approvazione dei popoli, perché sappiamo che è un nostro diritto decidere sulle nostre risorse e i nostri territori. Insomma il nostro sogno è che Morelos diventi un stato modello nella cura e nella conservazione del territorio, dei popoli e della giustizia.

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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