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DIECI CONSIGLI AI MILITANTI DI SINISTRA
Frei Betto
[13/04/2008 18.55.05]



1)MANTIENI VIVA L’INDIGNAZIONE
Verifica periodicamente se sei di sinistra. Adotta il criterio di Norberto Bobbio: la destra considera la diseguaglianza sociale tanto naturale quanto la differenza tra giorno e notte. La sinistra la vede come una aberrazione da estirpare

2)LA TESTA PENSA DOVE POGGIANO I PIEDI
Non si può essere di sinistra senza sporcarsi le scarpe nei luoghi in cui il popolo vive, soffre, lotta, si rallegra e celebra i suoi riti e le sue vittorie. La teoria senza la pratica fa il gioco della destra

3)NON VERGOGNARTI DI CREDERE NEL SOCIALISMO
Lo scandalo dell’Inquisizione non ha comportato che i cristiani abbandonassero i valori e le proposte del vangelo. Allo stesso modo il crollo del socialismo nell’Europa dell’Est non deve indurti a cancellare il socialismo dall’orizzonte della storia umana.
Il capitalismo, vigente da duecento anni, si è rivelato un fallimento per la maggior parte della popolazione mondiale

4)SII CRITICO SENZA PERDERE L’AUTOCRITICA
Molti militanti di sinistra passano allo schieramento politico opposto quando cominciano a cercare il pelo nell’uovo. Esclusi dal potere si inacidiscono e accusano i propri compagni e compagne di titubanze ed errori. Si comportano come puri e semplici spettatori o come giudici esterni e a poco a poco diventano parte del sistema. Autocritica non significa solo ammettere i propri errori ma anche permettere di essere criticato.

5)LA DIFFERENZA FRA MILITANTE E MILITONTO
Militonto è colui che si vanta di stare ovunque, di partecipare a tutti gli eventi. Il suo linguaggio è infarcito da luoghi comuni.
Il militante approfondisce i legami con il popolo, studia, riflette, medita; si specializza in un determinato campo, sviluppa particolari capacità, valorizza i rapporti interorganizzativi e i progetti comunitari

6)SII RIGOROSO NELL’ETICA DELLA MILITANZA
La sinistra agisce in base a principi. La destra in base agli interessi. Un militante di sinistra può perdere tutto meno che la morale. Quando diventa corrotto, corrompe anche la causa che difende. Rende così un prezioso servizio alla destra.Il vero militante di sinistra, come Gesù, Ghandi, Che guevara – è innanzitutto un servitore disposto a donare la propria vita per gli altri. Non si confonde con la poltrona che occupa

7)ALIMENTATI CON LA TRADIZIONE DI SINISTRA

8)PREFERISCI IL RISCHIO DI SBAGLIARE CON I POVERI PIUTTOSTO CHE LA PRETESA DI RAGGIUNGERE UN RISULTATO SENZA DI LORO
Vivere con i poveri non è facile. Innanzitutto c’è la tendenza ad idealizzarli. Poi si sopre che tra loro albergano gli stess vizi presenti nelle altre classi sociali. Non sono meglio o peggio di altri uomini. La differenza è solo che sono poveri. Per questo dobbiamo stare al loro fianco. Per una questione di giustizia. Un militante di sinistra non fa mai dei diritti dei poveri merce di scambio e sa imparare da loro.

9)DIFENDI SEMPRE L’OPPRESSO, ANCHE QUANDO APPAENTEMENTE NON SEMBRA AVER RAGIONE
In tutti i settori della società esistono i corrotti e i delinquenti. La differenza è che nell’elite, la corruzione avviene sotto protezione della legge

10)FAI DELLA PREGHIERA UN ANTIDOTO DELL’ALIENAZIONE
Parliamo come militanti e viviamo come borghesi.
Pregare è permettere che Dio sovverta la nostra esistenza insegnandoci ad amare così come amava Gesù, portando la libertà.


Intervista a Frei Betto
di Francesca Caprini [pubblicato su Left 11 aprile 2008]

La “fè” brasiliana trova in lui degna rappresentazione. Quella commistione di fede, e di allegria che anima la vita e ogni sua rappresentazione, in Brasile, frei Betto l’incarna con eleganza, misceladola ancora con lucidità politica, con il coraggio del religioso, con la speranza del combattente.
Nato 64 anni fa a Belo Horizonte, CarlosAlberto Libânio Christo poco dopo i vent’anni entra nell’ordine dei Domenicani ed è già frate quando si trova ad affrontare la dittatura di Getulio Vargas.
Ciò gli costa 4 anni di vita in carcere – a lui e a molti suoi confratelli - ma gli regala un’incrollabile forza di spirito: “Di buono in quel periodo c’era che potevo parlare liberamente contro il Governo – dice - tanto mica potevano mettermi dentro”.
Assiste al ritorno della democrazia nel suo Paese ma anche la permanenza – se non il peggioramento – dei suoi endemici problemi, primo fra tutti i 45 milioni di connazionali in fame cronica. Lavora nelle favelas e coi sem terra. Con Lula appena eletto presidente, diventa anche ministro e referente del grandioso progetto Fame Zero (che ora ha abbandonato). E’ un esponente della Teologia della Liberazione - movimento nato durante la conferenza episcopale latinoamericana (Celam) nel 1968 a Medellín, in Colombia, è giornalista, è scrittore. E’ uno insomma che interpreta il suo essere religioso in maniera tutt’altro che ascetica e totalmente intellettuale. Lo si vede anche dall’aspetto.
Lo incontriamo – molto serio, molto stanco, è appena sbarcato in Italia assieme all’amico e fotografo Toni Martin con il quale presenta la mostra fotografica “Benditas Fomes – fame di pane, sete di bellezza”, è circondato dal vociare gioioso della gente del Caffà Basaglia di Torino che ha organizzato una bella cena comunitaria per lui - e scosta appena gli occhiali. Quel tanto da far sgusciare uno sguardo sorridente, un approccio ironico al mondo e verso il casino delle tavolate che lo circonda. Camicia a quadri e pantalone in tinta. Del frate non ha molto. Anche le mani hanno movimenti decisi e non quella gestualità delicata propria degli uomini di preghiera.
“Muy bien” – parla anche spagnolo - “eccoci qua”. Già, eccoci qui con una delle persone che – nolente o volente – è diventato il simbolo del “cambio” latinoamericano, di quel fermento politico e culturale che dagli inizi del millennio, passando proprio per il brasiliano Porto Alegre, ha trovato in America Latina culla e cassa di risonanza , terreno fertilissimo per istanze indigene che aspettavano solo il tempo di alzare il capo e sbocciare, e caratteri indomiti per forgiare proposte solide e solide utopie contro il neoliberalismo, e quell’allegria, appunto, che scanzona il fatalismo. Gira il mondo per raccontare delle ferite insanabili che l’uomo sta infliggendo alla Natura, per appellarsi a quel briciolo di intelligenza che forse ci è rimasta per fermare uno scempio senza scampo. L’ecologia per lui è politica, è un’alternativa rivoluzionaria che vuole il ritorno ad uno stile di vita più umano, che superi le maglie del capitalismo. Da lui si erge il monito più severo contro un sistema che ha eretto a Dio il denaro, che ci priva del sogno e del desiderio perchè non sono monetizzabili, che lavora nelle menti dei bambini fin da quando sono piccoli per farne dei consumatori e che col consumismo si sta ingoiando anche la cultura, ormai regredita a mero intrettenimento. E l’auspicio del superamento del modello neoliberista soprattutto in America Latina, dove ancora si sogna.La fede è vista come orizzonte ultimo della politica, la preghiera come progetto personale che ingrandisce l’anima e ci fortifica contro il capitalismo.
Il socialismo è la risposta – “lo scandalo dell’inquisizione non ha comportato che i cristiani abbandonassero i valori del Vangelo. Allo stesso modo, il crollo del socialismo nell’Europa dell’est non deve indurre a cancellare il socialismo dall’orizzonte della storia umana” - Che Guevara, a cui Frei Betto scrisse anche un’intensa lettera postuma, pubblicata su La Jornada, è il nuovo San Francesco, il Brasile è il nuovo eden - non fosse per i cattivi politici - ma anche a Cuba non si sta mica male. Beccarlo in fallo è difficile, ogni tanto qualcuno ci tenta – non certo noi, noi siamo fra le schiere dei sostenitori sfegatati – ma con la favella dell’oratore e la cultura del seminarista – in cui sono finiti anche Freud, Marx, Marcos, Bobbio, tanto per citare i più banali – crea gentili e puntuali ragionamenti che spaziano ma non perdonano. Insomma: che ti chiedo,frei Betto, che non ti abbiano già chiesto?
Risolviamo: mangiamo assieme e chiacchieriamo. Ecco.

Fratello Betto: 50 libri tradotti in 30 paesi, che parlano di sviluppo, di fonti energetiche e loro conseguenze sociali, delle alternative al neoliberismo[citiamo ad es: “La musica nel cuore di un bambino”, “Uomo fra gli uomini”, “Battesimo di Sangue”, “La mosca azul”]. Sei un intellettuale atipico perché stai a contatto con la gente, lavori con i movimenti sociali, colleghi la teoria alla pratica. La domanda che quasi tutti le fanno appena si siede davanti ad un intervistatore è quasi sempre: “La Teologia della Liberazione è ancora attuale”?Perchè rompere le consuetudini…

Già [ride]…E’ viva nelle comunità. Il primo atto della TdL è la riflessione dei cristiani nelle comunità popolari, nelle Comunità ecclesiali di base.
Noi, che portiamo avanti la nostra missione nelle strade, tra i poveri, non abbiamo certo l’attenzione della Chiesa. Giovanni Paolo II aveva cominciato a capire, durante la seconda metà del suo pontificato: aveva dato una tiratina d’orecchio alla casa bianca – a George W. Bum, così come lo cita nel suo libro “Gli dei non hanno salvato l’America” - e anche verso il G8 era stato critico.

E invece, per essere originale, non ti chiedo del papa. So che non ti piace criticare la persona, ma l’istituzione, a cui – peraltro – non hai mai risparmiato severe critiche, in particolare per le prese di posizione che il Vaticano, anche nella storia recente, ha preso nei confronti delle guerre e del commercio d’armi.

L’attuale papa non ho avuto ancora il tempo per capirlo: di certo è che non sta condannando la guerra. Né la palese violazione della sovranità dell’Iraq da parte degli Stati Uniti – come quella europea nei paesi africani – che molto hanno del neocoloniale e sono pure, dicono, fatte in nome di Dio.
In ogni caso, in America Latina non sentiamo troppo l’influenza di Roma: la lasciamo a voi..noi pensiamo a lavorare nelle nostre strade, fra i nostri poveri.

Bene, grazie, a noi la Chiesa, allora. A te i movimenti sociali?

I movimenti sociali sono una soluzione per attuare solidarietà. Non bisogna arrivare all’estremo di pensare al mondo senza il denaro. Bisogna rapportarsi al denaro in un’altra maniera, con un’altra postura. Ma i movimenti sociali sono la maniera per democraticizzare la società.

E l’ecologia è forse quella di umanizzarla, e di salvarla. Parliamo di un problema che ti sta molto a cuore, dei biocombustibili, o come tu li chiami, necrocombustibili.
La canna da zucchero è basata sul latifondo. Gli agrocombustibili sono letali ecologicamente e socialmente: danneggiano l’ambiente, per coltivarli vengono usati prodotti chimici (agrotossici). Danneggiano le falde acquifere. La mano d’opera migrante per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero vive in situazioni di semischiavitù, contrattata da intermediari e pagata a tonnellate di prodotto raccolto al giorno – e si parla di 20 tonnellate al colpo. Con le prevedibili conseguenze di salute.

Il Brasile, come molti altri paesi, purtroppo, si accanisce tanto per l’etanolo finendo per favorire il latifondo nonostante il potenziale eolico e solare che ha

Già: noi avremmo l’energia eolica e quella solare, da sfruttare. Ma Lula non è propenso a cambiare lo stampo energetico del Paese. Noi non abbiamo gli uragani di Cuba, i ghiacciai della zona andina, i deserti del Cile…Non abbiamo catastrofi! Dio vuole reinventare il giardino dell’eden dal Brasile, l’unica disgrazia sono i cattivi politici…

Dio è Brasiliano…
Già, ma è in vacanza…

Qual è la situaz donne lavoratrici?

Le donne vengono pagate la metà degli uomini. O addirittura, vengono pagate attraverso il compagnio/marito (vuol dire che a volte non prendono niente).

Senza contare l’aumento che stanno avendo certi prodotti agricoli…

La FAO il 4 luglio del 2007 ha palesato come gli agrocombustibili nel decennio 2007- 2016 avranno un impatto deleterio sui beni di prima necessità. Nel primo semestre del 2007 gli alimenti costano già 3 volte di più, ed è un fenomeno mondiale, quello dell’aumento dei prezzi degli alimenti.
Il latte è aumentato del 15%. Il burro del 40%. In Messico il mais è aumentato addirittura del 60%, con conseguenti manifestazioni popolari. In Usa la produzione di mais è quasi totalmente dedicata alla produzione di etanolo. In Brasile molti coltivatori abbandonano le loro coltivazioni tradizionali per la canna da zucchero. Oltre 52 milioni di latinoamericani soffrono di malnutrizione, praticamente il 10% della popolazione del Continente.

Nel 2004 Lula aveva pubblicizzato un piano per controllare la deforestazione dell’Amazzonia. Che ne è stato?
Ha dovuto ammettere, proprio quest’anno, che questo piano non ha funzionato, sottoposto alle imposizioni delle attività industriali, minerarie, estrattive. E la coltivazione di soia. Dal ’90 – 2006 la coltivazione di soia è aumentata del 18% ogni anno. Il Brasile, ad esempio, ha 190 milioni di animali, praticamente una mucca per persona. E sono per esportazione. Lula ha dato più importanza al lucro immediato che alla lotta per la fame. Entro il 2030 perderemo almeno il 20% delle foreste (670.000 Km quad, 22 belgi), e vuole pavimentare 14.000 Km quadrati di strade e modificare i fiumi.

Tipo il caso del Rio San Francisco?
L’esempio lampante. Quel fiume è la maggior fonte di acqua di una delle zone più secche del Brasile. Noi ci opponiamo. Questo non vuol dire essere contro il progresso.

Un’immagine che ancora tutti noi abbiamo negli occhi: l’abbraccio di Bush a Lula durante la sua visita in Brasile nel 2007.
Dopo la crisi petrolifera del ’73 sembrava una buona idea, quella dell’agrocombustibile. L’abbraccio di cui parli è stato l’inizio dei guai. Nessuno si aspettava che l’agrofuel fosse così devastante. Lula ha avuto paura.
Evo Morales, presidente della Bolvia, la scorsa settimana ha detto “Noi non vogliamo padroni, ma partnership”.
Ma il Brasile con la Bolivia si è sempre comportato da padrone, come per l’acqua col Paraguay (V: acquifero Guaranì)

A proposito di Bolivia, il prossimo 4 maggio si vota per la legge sul latifondo. Il Brasile, con l’Argentina, è l’unico Paese latinoamericano che non ha ancora attuato una riforma agraria.
La nostra valente ministra per l’ambiente, Monica Silva, ha tentato più volte. Ogni giorno 3000 camion escono dall’Amazzonia portandosi dietro legno illegale per un prezzo di 10 pesos al metro cubo: qui è di 1000 euro. Bisogna fare attenzione a comprare! Il Brasile è il secondo esportatore mondiale di legname al mondo, è un ECOCIDIO! Il papa dovrebbe metterlo fra i peccati mortali! Ma la riforma agraria non si fa perché al potere c’è gente che non la vuole.
Marina Silva, discepola di Chico Mendez, assassinato nell’88 proprio per il suo impegno ecologista..
Esatto! Fu lui a sostenere che fosse proporio l’uomo il primo uomo in estinzione. La natura si ricicla dentro di noi. No all’ecologismo dei pinguini! La liturgia del riciclo della natura: noi mangiamo cose che sono morte per darci vita, per noi cristiani è un movimento eucaristico, che dalla morte va alla vita. “Vivere è un bacio sulla bocca della natura”….

Il Brasile è uno dei paesi con maggiori diseguaglianze fra la popolazione. Una delle scommesse di Lula era quella di ridurre questa diseguaglianza.
Ha ottenuto solo una piccola riduzione della povertà. Però attenzione: io sono critico nei confronti di Lula, ma non sono contro di lui. Per me rimane comunque il migliore, oggi, in America latiuna.Si è proposto di modificare le arcaiche strutture del Brasile, ma al Governo non ce l’ha fatta.

Che ne è stato del progetto fame Zero, del quale ti sei occupato in prima persona quando eri ministro del Governo Lula?

Ti faccio un esempio: uno dei 60 progetti di fame Zero che era il programma Borsa – Famiglia che raggiungeva ben 22 milioni di persone. 13 milioni di loro ottenevano il 50% del budget del progetto. Ad un certo punto hanno anche scoperto che queste persone votavano: il programma Borsa - famiglia è diventato a questo punto l’unico programma previdenziale (di fame zero non si parla più), e si è trasformato da programma emancipatorio a programma elelttorale.

Continui a fare politica, pur non facendo più parte del Governo?
Io non sono mai stato in un partito politico, ma faccio politica come apostolo di uno dei più famosi prigionieri politi.

Chi?
Beh, Gesù, ovviamente! Non mi pare sia morto in unos contro fra cammelli…nella mia concezione di cristianesimo NON SI Può NON FARE POLITICA, ma non necessariamente da dentro un partito politico

Per questo hai lasciato il programma fame Zero?
Il Governo lo ha modificato togliendogli ogni virtù. Dovevano essere fatti programmi di alfabetizzione, cooperazione, professionalizzazione. E dietro tutto questa, la riforma agraria. Come fanno le famiglie ad evolvere dalla loro condizione, non gli si dà accesso alla terra e alla professione?

Il Brasile, con Cina, India e Russia, è uno dei paesi “bric”, con il termine coniato da Goldman Sachs. C’è spazio nel tuo Paese per un ragionamento sugli stili di vita, abbracciando, ad esempio, le tesi di Latouche sulla decrescita, vista la generale consapevolezza dell'incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate. E ‘ possibile costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo?
Dovrebbe essere così. Ma non lo è. Lula non rappresenta il Brasile agricolo. Ad esempio, sta implementando un programma di credito a lungo termine come negli USA. Non sono mai state vendute così tante macchine nuove. A San Paolo ogni mese vendono vendute 550.000 auto. Una macchina ogni due persone. Con crediti anche a 90 mesi.
TEMO CHE IL FUTURO DEL BRASILE POSSA ESSERE COME IL PRESENTE DEGLI STATI UNITI. Temo la crisi.Purtroppo Lula non ha avuto coraggio

Altro grave problema del Brasile è la violenza, in particolare quella urbana.
Senza riforma agraria non la povertà continua ad aumentare. Le favelas aumentano, ogni anno muiono 40.000 persone assassinate. La violenza urbana è il risultato della miseria e della mancanza di educazione. 2 milioni e 300.000 ragazzi tra i 14 e i 24 anni nelle due principali città brasiliane non hanno finito nemmeno le elementari. L’80% degli assassini vengono da questa parte della popoalzione. Come l’80% degli assassinati. Con la povertà aumentano i problemi di salute, le epidemie.

La coperazione internazionale si occupa molto dei ninos de la calle.
La cooperazione internazionale deve concentrarsi su un lavoro preventivo della delinquenza giovanile, puntare più sull’infanzia e sull’educazione infantile. E’ importante indirizzare risorse sull’aumento della qualità della vita. Ti faccio un esempio: quando ero ministro un giorno entro nell’ufficio di Lula e vedo un modellino di un quartiere che un’impresa di costruzioni stava sottoponendo al presidente. Lo guardo e chiedo: dove sono i campi da calcio? E i giardini? Sono stato la rovina per quell’impresa, perché Lula lo rimandò indietro.

E dal punto di vista dell’attenzione internazionale le organizzazioni non governative possono dare?
In prigione eravamo soliti dire: sono più importanti 5 persone che manifestano davanti ad un’ambasciata brasiliana all’estero che 5000 qui in Brasile. E’ la sindrome del colonizzato, siamo molto rivolti verso l’estero. Tutto ciò che danneggia l’aspetto esterno del nostro Paese preoccupa molto il Gov. Lula.

Il tuo bilancio sul Governo Lula è dunque abbastanza negativo…
Nessun presidente prima di lui ha avuto il CAPITALE e L’APPOGGIO DEI MOVIMENTI SOCIALI. Poteva avere due gambe, e invece ha deciso di camminare su una gamba sola. Lula gode di una certa popolarità, molto più alta del suo stesso partito

Si è salvato dall’ondata di corruzione che ha investito il Pt (Partido dos trabalhadores), l’ultima in ordine di apparizione, quella legata alle consulenze d'oro della fondazione universitaria “Fundação de empreendimentos científicos e tecnológico” (Finatec, fondazione privata di studio e ricerca legata all'Università di Brasília). Come vedi il suo futuro prossimo?
Il Presidente è ad una impasse politica. Ha un gran prestigio ma non ha un successore. E nella sua ansia di rimanere al potere fa alleanze con l’opposizione (vedi Cardoso). I berlusconi brasiliani sono forti. Il Partito di Lula ha scelto il potere per il potere, e questo può portare alla catstrofe politica del ritorno dei conservatori.

Hai parlato molto del tema ambientale e dei pericoli che corre l’Amazzonia. Sulla salvaguardia delle popolazioni indigene?
Il Governo Brasiliano. Non sta attuando politiche specifiche per preservare le popolazioni indigene. Il capital non è compatibile con la preservazione indigena.

A parte le ombre del Governo Brasiliano, da un altro punto di vista sei uno dei sostenitori della grande aria di rinnovamento che sta soffiando in America Latina. Tanto che parli di “primavera democratica”.

Dopo tante dittature, il neoliberalismo che traduceva le politiche di Reagan e della Thatcher, adesso le vecchie oligarchie devono cedere il potere a queste facce di negro, di indio, di operaio! Io li difendo – Chavez, Morales, Lula, con le loro antipatie e i loro difetti - perché sono democraticamente eletti e lottano contro l’egemonia USA. Se non si operano queste strategie si tornerà alla lotta armata , e sarebbe una vera tragedia. Le lotte armate oggi interessano solo l’estrema destra e i fabbricanti di armi.

A parte in Colombia..
Infatti in Colombia la guerriglia continua.L’unica soluzione sarebbe quella di liberare gli ostaggi e trasformare le FARC e l’ELN in partiti politici, come già successo in Guatemala e in Salvador. Questo percorso stava già prendendo piede quando gli USA, per mero capriccio contro Chavez, hanno bloccato tutto. Uribe ha fatto un disastro!Lui non ha capito che noi la Colombia la vogliamo AIUTARE! Le Farc non hanno futuro ma hanno diritto ad un’uscita onorevole. Brasile, Argentina, Uruguay sono riusciti a debellare la lotta armata. La Colombia no…E’ difficile sperare che Bush abbia un briciolo di intelligenza…

E veniamo a Cuba…tutti pensano al dopo Castro, tu come lo vedi?
Molto bene. Il popolo cubano non vuole abbandonare il socialismo. Nemmeno i vescovi cattolici di Cuba vogliono il ritono al capitalismo. Non vogliono un futuro come il presente del Guatemala, o come i preti della Polonia, che ora sono senza cattolici perché andavano in chiesa solo per anticomunismo. A Cuba si sta realizzando quella partecipazione democratica e quella definanziarizzazione che forse stanno rendendo realtà il socialismo.

Forse allora ci siamo? Stiamo forse assistendo a quel famoso passo tra modernità e postmodernità di cui tu parli, però con la vittoria dell’uomo sul capitale? la riumanizzazione dei rapporti, la rivalorizzazione del sogno. Il rinascimento indigeno a cui stiamo assitendo inAmerica Latina
In Europa la parola utopia aveva perso non ha più senso. Per colpa della povera Hanna Arendt, che ha voluto la crasi tra nazismo e socialismo facendo dell’utopia un tabù. I giovani vedono il futuro come un’estensione del presente, non pensano alternative. In America Latina si può ricominciare a sognare.

A proposito di sogno…uno tuo qual è?
Che vinca Obama

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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