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ELEZIONI, LOTTE INDIGENE, EFFETTI DELLA CRISI MONDIALE NEL CONTINENTE LATINOMAERICANO: UNA SITUAZIONE IN FORTE TENSIONE
Aldo Zanchetta
[02/12/2008 16.22.45]



Documento senza titolo

Edizione: 1 dicembre 2008

Le cose accadute in queste settimane in America latina e non commentate nel Mininotiziario sono molte. Ad esempio le elezioni in Nicaragua, su cui torneremo con una riflessione che riteniamo opportuna per gli equivoci e le contraddizioni messe in luce. Più importanti oggettivamente le elezioni in Venezuela che, confermando il gradimento popolare di Chavez e del Psuv, il “Partito socialista unificato venezuelano”, mostrano anche  alcuni suoi limiti e contraddizioni e la ripresa della destra conservatrice. Altri fatti notevoli su cui una riflessione sarebbe pure opportuna sono la crisi Argentina, dove il debito si riaffaccia prepotente; la sconfitta della coalizione di centro-sinistra nelle elezioni amministrative in Cile; la decisione di Correa di denunciare la parte illegittima del debito ecuadoriano; le tensioni nella comunità andina aventi origine nella diversità di posizioni verso le proposte europee per il Trattato di libero commercio in discussione; l’ aggravarsi della aggressività dei narcos messicani e delle tensioni addizionali in questo paese dovute al problema della privatizzazione della società petrolifera di stato, la Pemex. E altre ancora.

Un capitolo in evidenza è quello delle lotte indigene che si infiammano, dal Cile alla Colombia passando per il Perù, la Bolivia, l’ Ecuador, il Brasile. Questo sarà tema di un prossimo mininotiziario, senza dimenticare però i temi ora accennati.

La ripercussione in A.L. della crisi economica e finanziaria mondiale di cui abbiamo parlato in un precedente bollettino probabilmente farà riesplodere in molti paesi il problema del pagamento del debito estero e si acutizzeranno le conseguenze del calo dei prezzi delle materie prime che si ripercuoterà prima sulle riserve monetarie di questi paesi e poi sulle loro politiche sociali interne. Si riproporrà così il problema del modello di sviluppo "alternativo" capace di far uscire la regione dalla rinnovata dipendenza dalle ragioni dell’economia dello "sviluppo" imposta dall’ esterno con la "ri-primarizzazione" delle economie latinoamericane. La ricerca di una alternativa fra liberismo e statalismo sembra ancora difficile. Quella che segue è una riflessione sul problema di quale "nuova" economia a partire da un vecchio documento dei Sem Terra.

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[...] Una delle obiezioni fatte con frequenza di fronte alle critiche alle politiche di "sviluppo" ed alla affermazione della necessità di "uscire dallo sviluppo", è che questo discorso, nato al Centro, penalizzerebbe i paesi della Periferia che ancora sarebbero "in via di sviluppo". L’obiezione viene fatta sia da persone del Centro che della Periferia, queste ultime con la aggiunta dell’accusa del carattere ancora una volta colonialista di una simile proposta.

In realtà è vero che nei paesi "periferici" molti, governanti e persone, sono stati ammaliati dal mito dello sviluppo e continuano a reclamarlo. Mi sembra però che oggi sia in crescita nella periferia il numero di organizzazioni e di singoli leader popolari che, di fronte agli alti prezzi sociali e ambientali pagati a seguito delle politiche cosiddette di "sviluppo", sottopongono queste a dura critica controproponendo alternative concrete basate sulla storia e sulla cultura propria. Mi riferisco ad esempio agli zapatisti del Chiapas o alle organizzazioni andine che sempre più spesso parlano del “buen vivir” come alternativa all’idea occidentale di sviluppo.

Una delle prime elaborazioni convincenti di critica al mito dello "sviluppo" fatta dalla periferia e in cui mi imbattei anni fa, è quella della Consulta popular realizzata in Brasile nel lontano 1997. Era il periodo in cui in Brasile le organizzazioni sociali erano fortemente impegnate nell'elaborazione di un programma politico alternativo a quello neoliberista imposto al paese. Programma elaborato dal basso, basato sulle reali potenzialità del paese e in vista di una andata al potere delle stesse forze sociali. Infatti se c’era un paese che sembrava avere la forza economica e sociale per sganciarsi dal modello neoliberista, questo era il Brasile. A partire dagli anni ‘60 aveva preso corpo la "teoria della dipendenza" e si cercavano con passione le strade per rompere questo vincolo coloniale imposto dai paesi del Centro.

Fu così realizzata nell’arco di vari mesi una consultazione popolare capillare cui parteciparono movimenti contadini, sindacati, associazioni, organizzazioni cattoliche come la Pastorale della terra, intellettuali etc. Nel dicembre 1997 il più forte di questi movimenti, il Movimento Sem Terra, a conclusione della consultazione, organizzò a Itaici, nello stato di San Paolo, un incontro di tre giorni cui parteciparono centinaia di militanti in rappresentanza delle varie realtà che avevano dato vita alla consultazione. Dai vari contributi nacque un libro estremamente interessante, La opçao brasileira, l’"opzione brasiliana", che mi colpì molto per la forte elaborazione del progetto e che mi fece sperare che dal Brasile potesse nascere una alternativa concreta al sistema. Poco dopo le alleanze elettorali preparatorie al primo governo Lula mostrarono come la forza politica che avrebbe dovuto promuovere il progetto, il PT (partito dei lavoratori), di cui Lula era stato fondatore ed era leader, avesse deciso diversamente, optando per un percorso ben diverso.

Uno dei temi affrontati a Itaici fu quello del "mito dello sviluppo". Riporto letteralmente, in una mia traduzione, quanto su questo tema pubblicò la rivista Sem Terra (Anno I, n.3, 1998, pagg 51-52).

La terza tesi esaminata nella consultazione popolare fu quella del "mito dello sviluppo", oggetto di uno dei libri più importanti di Celso Furtado. Durante molti anni le forze popolari avevano dimenticato di esaminare a fondo l’affermazione che l’ industrializzazione avrebbe fatto del Brasile un paese del Primo Mondo. Ma ancor peggio: poco a poco questo discorso portò a confondere l’ idea socialista di uguaglianza con la promessa di consentire a tutta la popolazione un modello di consumo uguale a quello delle società consumiste del mondo sviluppato. Per le classi dominanti questo era "essenza di miele" perché il consumo esteso a tutti è proprio ciò che ingannevolmente promettono e che è termine di confronto che cercano di imporre come paradigma, al fine di mostrare la superiorità del loro modello di società a quello del socialismo.

La promessa di offrire alla popolazione un modello di consumo uguale a quello dei paesi ricchi è materialmente ed eticamente insostenibile. Materialmente perché la nostra economia non ha e non avrà, per secoli, risorse sufficienti per diffondere questo modello a tutta la popolazione. Eticamente perché questo modello di sviluppo può essere raggiunto solo allorché si sfruttano economie dipendenti (o, più precisamente, i popoli dei paesi sottosviluppati), quando si aggredisce la natura al punto di minacciare il suo equilibrio, quando si impone alla società uno stile di vita individualista e narcisista inseparabile da questo consumismo.

Le forze popolari rifuggirono dalla discussione di questo problema e pertanto, quando il mito dello sviluppo apparve nudo, restarono senza argomenti, sfidate provocatoriamente dalle classi dirigenti a presentare "alternative percorribili" viste le difficoltà che il loro modello economico incontra nell’ estendere il consumo a tutta la popolazione.

Lo sforzo di formulare una nuova strategia di lottare impone alle forze popolari l’obbligo di non alimentare illusioni. Quello che può essere responsabilmente proposto come piattaforma socialista è la riorganizzazione dell’ economia del paese con l’obbiettivo di fornire a tutti un livello di consumo compatibile con le necessità di una vita degna. Questo è possibile ed è ciò che dobbiamo valorizzare politicamente ed eticamente.”

In questo momento di crisi gravissima del modello neoliberista, queste conclusioni elaborate in tempi non sospetti (1997) da un movimento popolare nato dal riscatto dei più emarginati, possono indurci a delle riflessioni importanti. Ma soprattutto ci devono trattenere da giungere a conclusioni affrettate quando vogliamo sostenere lo "sviluppo" in nome dei diritti delle classi sociali più sfavorite della Periferia, le quali mostrano di saper elaborare e parlare a proprio nome. E ci deve anche far riflettere quando diciamo che parlare di ricalibrare i modelli di crescita e di consumo nel nostro paese non è ormai possibile perché la gente non comprenderebbe. Da questo discorso dei Sem Terra ci viene anche un forte ammonimento etico a non cercare il successo del proprio progetto ammantandolo di promesse non realizzabili.

Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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