Di fronte alla situazione contingente, dovuta all’azione di imprese multinazionali nel territorio TCO che corrisponde alla proprietà indigena che rappresentiamo come Assemblea del Popolo Guaraní Itika Guasu (APG IG) e di fronte ad alcuni conflitti con il Ministero degli Idrocarburi, così come ad alcune attitudini razziste verso i nostri fratelli accadute nella località di Cuevo, a pochi km da Camiri, il Comitato Esecutivo della APG IG e dei Movimenti di Zona e Comunali, secondo le proprie competenze legittime e legali
DICHIARANO CHE:
I NOSTRI DIRITTI SONO IRRINUNCIABILI
I) che le nostre azioni in difesa degli interessi della APG IG si basa in ciò che è stabilito dalla legislazione internazionale, in special modo dall’Accordo169 della OIT che è stato raccolto dalla legislazione interna nel Luglio del 1991 e la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli Indigeni approvata nel settembre del 2007 e che per iniziativa dell’attuale Governo boliviano è Legge della Repubblica dal novembre 2007.
II) che così come espresso nel comunicato della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) del 25 aprile 2008, esistono strumenti internazionali che sono parte del Diritto Internazionale inerente ai diritti umani a cui aderisce la Repubblica boliviana e che sono al di sopra della stessa Costituzione Politica dello Stato e sono di applicazione obbligatoria da parte dei giudici e di ogni autorità governativa. Ci riferiamo molto, ma non tassativamente, alla Convenzione Americana sui Diritti Umani, alla Convenzione Supplementare sull’Abolizione della Schiavitù, la Tratta degli schiavi e le Istituzioni e Pratiche Analoghe alla Schiavitù, e dell’articolo 8 del Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici.
III) che va applicata la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Delinquenza Organizzata Transnazionale e il Protocollo per prevenire, reprimere e sanzionare la tratta di persone, specialmente donne e bambini, complementare alla precedente.
IV) che consideriamo i fatti accaduti il 13 aprile, nella località di Cuevo, a pochi chilometri da Camiri (dove una delegazione del popolo indigeno Guaraní è stata intercettata e attaccata selvaggiamente da un manipolo di gente alle istanze dei proprietari terrieri della regione) come una grave violazione delle norme anteriormente menzionate e, pertanto, fatti che hanno una chiara connotazione razzista, xenofoba e schiavista.
In tal senso, appoggiamo espressamente il sollecito della Commissione Interamericana dei Diritti Umani, che “condanna questi fatti e ricorda allo Stato boliviano il suo obbligo di prendere le misure necessarie per evitare che ciò si ripeta e per investigare e sanzionare i responsabili, in relazione ai diritti umani”.
Insieme a questo reclamo, esigiamo al Fiscal Generale della Repubblica che attui concordemente all’articolo 6 della Legge Organica del Ministero Pubblico, che ha per titolo “Obligatoriedad” e secondo il quale “il Ministero Pubblico, sotto la sua responsabilità, promuoverà un azione penale pubblica ogni volta che venga a conoscenza di un fatto punibile e esistano sufficienti elementi fattuali per verificare la sua commissione”.
Analogamente, chiediamo alle autorità giuridiche e giurisdizionali che procedano alla persecuzione penale dei responsabili di questi fatti, considerando che se nella pianificazione degli stessi, come abbiamo ragione di credere, parteciparono autorità che hanno l’obbligo di applicare la legislazione internazionale e nazionale, ciò dovrebbe essere un’aggravante nell’analisi della loro condotta e dovrebbe portare alla sospensione preventiva dalle loro funzioni fino a che siano valutate e scongiurate le loro responsabilità.
LE IMPRESE PETROLIFERE DEVONO RISPETTARE I NOSTRI DIRITTI
V) In relazione all’operato dell’impresa Transredes abbiamo comunicato al Ministro degli Idrocarburi la nostra intenzione affinché si rispetti l’attuale legislazione, il diritto di consulta e i nostri diritti come proprietari della TCO e, pertanto, si tenga in conto degli altri aspetti circa la sicurezza del nostro popolo.
Crediamo che sia lo Stato il soggetto che deve far rispettare la legge a quest’impresa, cosa che speriamo accada a partire del 1°maggio 2008, data nella quale il Governo si converte in azionista maggioritario della menzionata impresa.
Siamo in attesa di risposta delle lettere che abbiamo inviato a sua Eccellenza il Sr. Ministro di Idrocarburi esponendo i nostri reclami in forma dettagliata; queste lettere furono inviate il passato 21 aprile 2008 e il 23 aprile 2008 e, tra le varie questioni, si riferiscono all’operato dell’impresa Transredes.
VI) In relazione alla multinazionale ispano-argentina Repsol YPF S.A.:
a) Tuttora continuiamo senza ricevere risposta alcuna alla nostra lettera notariale inviata al Consiglio di Amministrazione di suddetta impresa, situata nella città di Madrid (Regno di Spagna), il passato 29 ottobre 2007 e che fu resa pubblica in un nostro comunicato del 11 marzo 2008, che è disponibile alla pagina web seguente: http://www.derechos.org/nizkor/bolivia/doc/apg3.html
A causa della mancata risposta ci troviamo senza un interlocutore giuridicamente valido in relazione alla nostra proposta di un accordo con suddetta multinazionale.
b) dato che il passato 9 aprile 2008 abbiamo ricevuto una lettera dalla UN E&P Bolivia, firmata dalla Repsol YPF Bolivia, abbiamo proceduto a chiedere, in data 23 aprile 2008, alla persona firmante di tale lettera che invii i suoi poteri registrati affinché vengano analizzati dai nostri assessori giuridici per conoscere la grandezza degli stessi e la constatazione della rappresentazione giuridico mercantile corretta.
c) nella stessa maniera abbiamo agito in relazione al Consiglio di Amministrazione di suddetta impresa locata nella città di Madrid, sollecitando un chiarimento in relazione alla UN E&P e abbiamo inviato, via fax, una lettera in data 23 aprile 2008.
Questa forma di agire è pratica abituale e normale nel mercato mercantile e nella negoziazione con società mercantili che, come nel caso della ispano-argentina Repsol YPF, hanno notificato alla Securities and Exchange Commisión (Washington, Usa) modifiche tanto nella sua struttura azionaria come nella sua organizzazione di filiali, esprimendo inoltre a tale commissione, riserve circa l’informazione giuridica presentata.
Tutt’oggi non abbiamo ricevuto risposta alcuna alla nostra sollecitazione.
IL GOVERNO BOLIVIANO CI DEVE UNA SPIEGAZIONE
VII) In relazione a queste questioni abbiamo preso i seguenti provvedimenti:
a) una riunione il passato 5 aprile 2008 con la Vicepresidenza della Repubblica e con il Ministero di Idrocarburi, ai quali abbiamo consegnato un dettagliato rapporto circa la complessità giuridica della nostra negoziazione con la ispano-argentina Repsol YPF.
Il governo, attraverso il Ministero di Idrocarburi, si è impegnato a informarci della scadenza necessaria che sollecitava i suoi servizi giuridici per realizzare uno studio approfondito di tali questioni, prima del 10 aprile 2008.
Nonostante abbiamo rammentato tale impegno in due lettere posteriori in data 21 e 23 aprile 2008, tutt’oggi, in data di questo comunicato, non abbiamo ricevuto risposta alcuna.
b) nella riunione portata a termine il passato 5 aprile sua Eccellenza Sr. Ministro di Idrocarburi si è impegnato a emettere immediatamente una Comunicazione Ufficiale sui cambiamenti introdotti da Transredes nel progetto GVT Fase II. Constatato il ritardo nell’emissione di suddetto comunicato, il passato 15 aprile abbiamo inviato un promemoria via fax a sua Eccellenza.
Tutt’oggi non abbiamo ricevuto risposta alcuna, né è stato reso pubblico il comunicato in questione.
VIII) In tutti questi documenti diretti alle imprese Transredes S.A., Repsol Boliva S.A., UN E&P Bolivia e/o Repsol YPF S.A., abbiamo espresso la nostra riserva giuridica nel senso che “consideriamo che non è stato risolto nessuno dei problemi pendenti, però desideriamo esprimere con forza che questa AGP IG non ha dato il suo consenso legale a nessun atto (che corrisponda al suo diritto alla consulta) in relazione a questo e qualsiasi altro progetto che colpisca i nostri diritti circa il territorio delle TCO”.
Nelle stesse modalità ci dirigiamo a sua Eccellenza il Sr. Ministro di Idrocarburi, inviando una copia di tutti questi documenti alla Vicepresidenza della Nazione e alla Difensora del Popolo per opportuna e pubblica notifica.
Tutt’oggi non abbiamo ricevuto risposta alcuna da parte delle autorità menzionate.
IX) è evidente che i nostri reclami hanno in ogni momento seguito le pratiche, la prassi e le norme mercantili ordinarie nel diritto mercantile nazionale e internazionale in relazione alle imprese in questione, e ciò è parte del nostro diritto come istituzione giuridica indipendente tanto dallo Stato che dalle imprese menzionate.
X) consideriamo che non è possibile continuare con una serie di situazioni che impediscono l’esercizio legittimo e legale dei nostri diritti e abbiamo chiesto espressamente alle autorità statali e governative l’adozione di misure adeguate per trovare soluzione a ognuno dei problemi che ci colpiscono gravemente.
XI) Avvertiamo tutte le parti in causa che utilizzeremo tutte le azioni legali di cui abbiamo diritto tanto contro i responsabili penali di pratiche razziste, xenofobe e schiaviste, che per ottenere risarcimenti dei danni subiti dalla nostra Comunità Indigena APG IG in conseguenza delle azioni delle imprese multinazionali o per le conseguenze dell’azione o omissione di attuazione da parte dei funzionari pubblici.
Entre Ríos, a 1 de mayo de 2008
Firmano per il Direttivo della APG IG
Never Barrientos, Presidente
Florentino Zeballos, Vicepresidente
Fernando Cuellar, Responsable Producción
Benito Arce, Responsable Salud
Gregorio Barrientos, Responsable Educación
Zacarías Cuellar, Responsable de Infraestructura
Benildo Vaca, Responsable de Recursos Naturales
Plácido Rojas, Responsable Comunicación
Jorge Delfin, Responsable de Tierra y Territorio
Mburuvichas Zonales
Justino Molina, Mburuvicha Zonal, Zona 1
Celestino Virela, Mburuvicha Zonal, Zona 2
Fabián Cayo, Mburuvicha Zonal, Zona 3