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RISPOSTA AL MINISTRO RONCHI
[05/05/2010 13.01.03]



Risposta al Ministro Ronchi, che sul manifesto il 28 aprile scorso attacca il Forum dell'Acqua: (http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/materiali/ufficiostampa/manifesto28-4-2.PDF) nella quale attacca il Forum Italiano dei Moviemnti per l'Acqua apostrofandoci come "ideologici". L’iniziativa promossa da un largo schieramento di forze associative e sociali per la raccolta delle firme per i 3 referendum abrogativi per l’acqua pubblica ha già avuto il pregio di riaprire ed allargare una discussione relativa all’utilizzo di un bene comune fondamentale com’è l’acqua e alla gestione del servizio idrico. In questo dibattito sono comparse anche diverse imprecisioni e, a volte, vere e proprie mistificazioni, che ci inducono a chiarire alcuni punti di fondo. Il primo: la privatizzazione del servizio idrico è in corso ormai da lungo tempo nel nostro Paese, da circa 15 anni in qua, tant’è che oggi si può dire la gestione del servizio è incardinata su una logica di tipo privatistico. Il punto di svolta avviene nella seconda metà degli anni ’90, quando alla gestione pubblica svolta da soggetti di diritto pubblico (Aziende speciali, Consorzi tra Comuni) si sostituisce progressivamente la gestione tramite società di capitali, in particolare S.p.A., che, com’è noto, sono soggetti di diritto privato e, come recita il codice civile, vengono costituite “per l'esercizio in comune di una attività economica allo scopo di dividerne gli utili”. E’ qui che si passa da un’idea di servizio pubblico, finalizzato al soddisfacimento degli interessi collettivi e imperniato su una logica economica di pareggio costi-ricavi anche con il ricorso alla fiscalità generale, ad un’impostazione mercatista, che assume come priorità la realizzazione del profitto e si finanzia con le tariffe e il ricorso al mercato e alla Borsa. E’ qui il discrimine e il passaggio di campo, che porta i sevizi presunti “a rilevanza economica” a differenziarsi dagli altri servizi pubblici che garantiscono fondamentali diritti di cittadinanza, come sanità, istruzione, sicurezza e che, non casualmente, non conoscono forme societarie di gestione (anche se qualcuno, preso dal furore ideologico neoliberista, prova a proporlo). Poi, si può discutere e distinguere sul grado di privatizzazione: ovviamente, le S.p.A. a totale capitale pubblico sono una forma blanda di essa, ben definita come privatizzazione formale, mentre le S.p.A. miste e quelle private, definite come privatizzazioni sostanziali, sono maggiormente piegate ad una logica mercatista. Ciò non toglie che tutte queste sono forme di gestione privatistica, con le conseguenze del caso. E dunque non si può sostenere che il servizio idrico non è privatizzato perché sono solo 7 le S.p.A. totalmente private che gestiscono il servizio: è più chiaro e rispondente alla realtà evidenziare che dei 110 soggetti che gestiscono il servizio idrico nei 69 Ambiti territoriali che hanno affidato il servizio tutte sono società di capitali, 106 S.p.A. e 4 srl. Poi, delle 106 S.p.A., 65 sono a totale capitale pubblico, 34 miste pubblico-privato e 7 totalmente private. Secondo punto: quello che produce l’art. 23 bis modificato dal decreto Ronchi è praticamente la privatizzazione totale del settore idrico. Infatti, la vera innovazione lì contenuta è il fatto di rendere residuali le 65 S.p.A. a totale capitale pubblico, che decadono alla fine del 2011 a meno che si trasformino in società miste con l’ingresso di un socio privato almeno per il 40%. Le forme normali di aggiudicazione del servizio idrico rimangono la gara o le S.p.A. miste, mentre le S.p.A. a totale pubblico, per rimanere in vita, devono passare attraverso una serie di ostacoli quasi insormontabili, e cioè dimostrare che non si può mettere il servizio idrico sul mercato (a riprova dell’ispirazione del decreto Ronchi) e avere il parere preventivo dell’Antitrust. Né si può continuare ad argomentare che alla gare possono partecipare soggetti “pubblici”, misti o privati: come già detto e ampiamente dimostrato, la gara non è un meccanismo che può costruire la concorrenza tra vari soggetti, perché il servizio idrico è un monopolio naturale e, invece, favorisce le grandi aggregazioni e alla fine determina la nascita di monopoli di tipo privatistico. E ciò perché, al di là di “normali” comportamenti collusivi e distorsivi, da mettere a maggior ragione in conto in un Paese a bassa legalità come il nostro, la gara nel settore idrico, per le sue caratteristiche, è costruita con scadenze lunghe e revisioni brevi: le concessioni durano 20-25 anni, mentre ogni 3 anni si possono ricalcolare tariffe, investimenti e le altre grandezze del servizio. Le condizioni ideali perché grandi potentati, magari multinazionali, possano fare “buone” offerte all’inizio e poi, grazie al fatto di detenere in modo pressoché esclusivo le informazioni sui costi e le modalità di erogazione del servizio, poter rinegoziare di fatto la situazione concordata. Del resto, se non si vuole essere ideologici, basta andare a guardare le esperienze concrete: è sufficiente andare oltreconfine, in Francia, dove il meccanismo della gara è molto utilizzato per vederne i risultati. Lì il numero di procedure di gara è molto elevato, circa 580 in media all’anno, visto che il sistema è molto frammentato. Ebbene, in quasi il 90% dei casi, la gara ha confermato i precedenti gestori che risultano essere, nella grandissima maggioranza, le 3 grandi multinazionali francesi del settore, Veolia, Suez e Saur. Viene allora aggiunto che, accanto alla gara, occorre predisporre una forte regolazione pubblica del servizio: anche qui, sempre per rifuggire dall’ideologia, basta dare un’occhiata al sistema inglese, dove, assieme alla gestione totalmente privatizzata, esiste la più forte e “preparata” autorità di regolazione pubblica, l’OFWAT . Peccato che i dati del servizio idrico inglese parlano di forti aumenti tariffari, sottoinvestimenti e un record negativo di “water povertà”, l’indicatore che misura l’insostenibilità del costo della fornitura d’acqua rispetto al reddito percepito: le famiglie inglesi che si trovano in questa situazione sono ormai circa il 10%. Infine, il terzo punto di fondo che vogliamo evidenziare è che esiste una strada alternativa per costruire un servizio idrico che risponda agli interessi generali dei cittadini, in termini di accesso universale, efficienza economica, qualità del servizio e costi contenuti. E’ quello che abbiamo già tracciato, come Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, quando predisponemmo nel 2007 la proposta di legge di iniziativa popolare per il governo e la gestione pubblica dell’acqua, sottoscritta da più di 400.000 cittadini e che giace colpevolmente nei cassetti della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, senza che nessuna forza politica presente in Parlamento si impegni sul serio perché perlomeno inizi la discussione su quel testo. Con quella proposta di legge, abbiamo individuato i 2 cardini fondamentali sui quali far poggiare il rilancio dell’idea del servizio idrico come reale servizio pubblico, e cioè una modalità di finanziamento del sistema che si possa avvalere anche della fiscalità generale e della finanza pubblica e l’indicazione della gestione del servizio attraverso la costruzione di un nuovo spazio pubblico partecipato. Non possiamo non notare come non ci si voglia confrontare con quest’impianto: si continua a dare per scontato che il finanziamento del servizio idrico passi unicamente attraverso la tariffa e il mercato, quando, invece, il ricorso parziale alla fiscalità garantisce un meccanismo più equo di ripartizione dei costi e la riattivazione della finanza pubblica è molto meno onerosa del ricorso al credito e, soprattutto, risponde molto di più al fatto di mettere in campo un nuovo ciclo di investimenti di cui il settore idrico ha assoluta necessità. Ancora, in questo schema cadrebbe il riconoscimento del profitto garantito ai soggetti gestori, con un evidente risparmio per i cittadini. Per quanto riguarda, poi, il modello gestionale, non abbiamo ancora sentito obiezioni forti e significative alla nostra proposta. Il nostro ragionamento si basa non semplicemente sul passaggio da una gestione privata ad una realmente pubblica, svolta da Enti di diritto pubblico. Quello che noi caldeggiamo non è puramente un cambio di natura giuridica dei soggetti gestori, ma un’idea più appropriata rispetto al fatto che l’acqua è bene comune e di proprietà collettiva. Occorre far sì che i soggetti concreti che producono e usufruiscono del servizio, i lavoratori e i cittadini, siano i reali protagonisti delle scelte di fondo che riguardano il servizio idrico, dalla fissazione delle tariffe alla decisione sugli investimenti. Non è un ragionamento astratto o velleitario: è quanto si è realizzato a Grenoble, in Francia, che, oltre a vantare la ripubblicizzazione del servizio idrico a Parigi dall’inizio di quest’anno, può farci vedere il percorso che è possibile intraprendere. A Grenoble, assieme alla ripubblicizzazione del servizio idrico avvenuta nel 2000, si è costituito il Comitato degli utenti, che è associato al Comune, sin dalle fasi preliminari, alle decisioni sulle scelte fondamentali: dopo 7 anni che si è proceduto alla ripubblicizzazione, le tariffe sono stabilizzate ad un livello almeno del 10% inferiore alla precedente gestione privata, gli investimenti sono triplicati e i posti di lavoro aumentati. Insomma: non siamo solo contro le privatizzazioni, ma portatori di una proposta di fondo perché il servizio idrico sia realmente un servizio pubblico, sottratto alle logiche del mercato e del profitto, meno costoso per i cittadini, più efficace e sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Anche per questo abbiamo promosso i 3 referendum per l’acqua pubblica: per fermare Ronchi e tutti i privatizzatori ma anche per produrre una vera alternativa ai modelli che si sono affermati da 15 anni in qua. Di ciò pensiamo valga la pena discutere.
Ultimo aggiornamento
23.10.2012 ore 20.44
AGENDA
Le nostre iniziative
ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità

In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L'acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni.

Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde con il significato stesso del ciclo generatore della Natura.

ILÊ BRASIL: acqua e ancestralità, che verrà presentato a Trento dal 25 al 28 ottobre 2012, fa parte di una delle attività proposte dal gemellaggio di due gruppi di ricerca teatrale: una italiana la Bottega Buffa CircoVacanti di Trento e una brasiliana la Cia Buffa de Teatro di Salvador Bahia.

Insieme a Yaku ed altre realtà trentine, per tre giorni affronterà questa tematica da diversi punti di vista - culturalu, politici, sociali- insieme a molti compagni di viaggio e con la partecipazione straordinaria di Ekedy Sinha, rappresentante del Terreiro Ilê Axé Iyá Nassô Oká–Bra.

Giovedì 25 alle ore 16.30, con ACQUA MATER, tavola rotonda presso l'Università di Lettere e Filosofia di Trento (Via Tomaso Gar, 14 ), parleremo di acqua partendo dal ruolo delle donne in tre paesi chiave: Brasile, Colombia, Mozambico, fra solidarietà, territori di conflitto e megaprogetti, come la diga di Belo Monte in Brasile.

Un confronto che vede anche noi, donne europee ed italiane, al centro di un movimento di presa di coscienza delle nostre responsabilità. A partire dalla dichiarazione delle donne del mondo, presenti al Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia.


Firenze 10+10

A dieci anni di distanza da quell'enorme spazio di discussione e dibattito aperto che fu il primo Forum Sociale Europeo, reti, gruppi e movimenti fiorentini hanno avviato un percorso inclusivo per costruire nella città un appuntamento con cui rimettere insieme legami, riflessioni e azioni intorno alla costruzione di un'Europa sociale e dei beni comuni, come risposta alla crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui siamo immersi.

Questo evento si svolgerà nell'arco di quattro giorni nel prossimo mese di novembre e vi troveranno spazio attività autorganizzate e incontri di convergenza finalizzati al lancio di azioni e campagne europee e del bacino del Mediterraneo.

Ci rivolgiamo perciò a tutti coloro che vogliono contribuire a costruire e progettare insieme il percorso collettivo verso Firenze 10 + 10, alle donne e agli uomini che furono con noi protagonisti del FSE del 2002, ma anche a tutti i gruppi e i soggetti sociali che si sono affacciati sulla scena nazionale ed internazionale nel corso dei dieci anni trascorsi: insieme abbiamo davanti un altro decennio di lavoro comune. A tutti chiediamo di aderire alla costruzione di Firenze 10 + 10 portando il proprio contenuto di azione e le reti di relazioni con cui ciascuno opera, indirizzato anche all'organizzazione di eventi preparatori di avvicinamento.

E' un grande impegno che ci aspetta ma anche una sfida attraente: ricostruire uno spazio di discussione e azione in una fase in cui sui territori si manifestano gli effetti dei tanti volti della crisi, ma dove si attivano anche numerose forme di conflitto sociale e di proposta alternativa, capaci di assumere anche dimensioni di massa; lo dimostrano, ad esempio, l'affermazione al referendum del 2011 sull'acqua, la rete di opposizione alle grandi opere inutili, il diffuso contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Sul sito www.firenze1010.eu, si possono trovare tutti i riferimenti per entrare in contatto con il gruppo di coordinamento, per conoscere luoghi e tempi degli incontri preparatori e per contribuire ai gruppi di lavoro a cui tutti possono fornire il loro apporto: programma; logistica; partecipazione e accoglienza; comunicazione; risorse.

Comitato promotore di “Firenze 10 + 10”

Contatto: info@firenze1010.eu


1 OTTOBRE ORE 13.30 CONFERENZA STAMPA / ORE 15.30 MANIFESTAZIONE IN CAMPIDOGLIO

La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


La difesa dei beni comuni in Colombia per una vita degna delle popolazioni

Con gli incontri con le istituzioni trentine – il Servizio Solidarietà della Provincia di Trento e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trento - che appoggiano il percorso della Commissione Justicia y Paz in Colombia, si è conclusa oggi la serie di incontri in Trentino “Acqua Giustizia e Pace – Beni comuni fra solidarietà e conflitto” che ha visto protagonista il sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, esecutivo della Commissione.

Lunedì sera, l'incontro pubblico presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, in Via San Marco, con la partecipazione di Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, dove era in procinto di partire per la Marcia della Pace: “La mia solidarietà a Padre Alberto Franco, religioso che con coraggio vive nella guerra al fianco delle popolazioni – ha detto Padre Zanotelli, lanciando un appello accorato alla responsabilità a chi vive nella parte ricca del pianeta: “L'Occidente deve cambiare stile di vita, vivere in maniera più sobria. Noi qui a Napoli lottiamo quotidianamente contro l'immondizia, se non riduciamo drasticamente la produzione di rifiuti verremmo sommersi. Se non ci attiviamo, per il Sud del mondo non c'è futuro”.


Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25 Justicia y Paz en Italia

Los bienes comúnes entre conflicto y solidaridad 

Desde el sábado 22 de septiembre al martes 25, el sacerdote colombiano Padre Alberto Franco, secretario ejecutivo de la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotá, estará presente en varias reuniones en el departamento  Trentino de Italia


Università estiva di Attac;

Università estiva di Attac: “Buttiamo a mare i mercanti!”

FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


FORUM SOCIALE URBANO NAPOLI

Il diritto alla città per la difesa dei beni comuni: (Napoli, 3-7 settembre 2012): mercoledì 5 settembre tavola rotonda "Acqua diritto di tutti?" con Alex Zanotelli, Francesca Caprini, Valerio Balzametti, Paolo Carsetti, Maurizio Montalto, Consiglia Salvio


SPICCHI D'ACQUA
Hidronotizie dall’Italia
No Eni? NO Party!

Da alcuni giorni sul programma del Forum sulla Cooperazione che si terrà il 1 e il 2 ottobre a Milano campeggiano gli sponsor dell’iniziativa, attesa da molti come uno spartiacque per la rinascita dell’aiuto allo sviluppo italiano. Tre società sono note a tutti: Microsoft, Banca Intesa e soprattutto Eni. 


Roma non si vende

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate dalla maggioranza di alemanno nell'assemblea capitolina, per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.


Vicenza: NO alla base militare

Vicenza i No dal Molin tagliano la rete della base, entrano nell'area facendo molte scritte sulle costruzioni e attaccando striscioni.


"Roma non si vende!"

L'ampia coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali che ha lanciato nelle scorse settimane la campagna cittadina di informazione e mobilitazione contro la manovra di bilancio della Giunta Alemanno, ha sottolineato durante la conferenza stampa tenutasi alle 15.30 di oggi in Piazza del Campidoglio, la gravità della scelta, di responsabilità del gabinetto del sindaco Alemanno, di vietare al corteo in programma per il prossimo sabato 5 di maggio l'arrivo in Piazza del Campidoglio.


In Abruzzo si ripubblicizza!

L’assemblea dei sindaci della provincia di Pescara, il 16 aprile 2012, ha votato per “ la trasformazione di ACA S.p.A. in house in azienda pubblica di diritto pubblico in considerazione che tale modello aziendale accresce le possibilità di controllo da parte dei soci e dei cittadini rispetto all’operato della azienda stessa e consentirebbe forme di partecipazione diretta alla gestione di lavoratori, cittadini ed associazioni di tutela ambientale” .

 


La Radio del CSO Bruno!

http://centrosocialebruno.it/node/17680


venerdì 23 febbraio conferenza stampa a Dolomiti energia

 

Per il lancio dell’importante iniziativa di martedì 28 febbraio, ovvero l’autoconvocazione cittadina presso il Consiglio Comunale di Trento,  il Coordinamento trentino Acqua bene Comune sul tetto di Dolomiti Energia!

 


 


la val di Susa inondata di colore
Una folla di oltre 75.000 persone ha marciato da Bussoleno a Susa sabato scorso, in un pomeriggio assolato e ventoso, quasi estivo.

No alla grande Multiutility del nord

Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo.

 


Al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua il Premio Personaggio Ambiente 2011!!!!

OJOS INQUIETOS
Sguardi sull’america latina
Terremoto Colombia

Il 30 Settembre 2012 forte scossa in Colombia fortunatamente molto profonda

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Central Hidroeléctrica Neltume en Panguipulli,

Representantes de las comunidades mapuche huilliche afectadas por el proyecto Central Hidroeléctrica Neltume que la transnacional Enel-Endesa proyecta instalar en Panguipulli, concurrirán a las embajadas de Italia y España este este Viernes 18 de Mayo a las 10:00 horas para entregar una solicitud a los respectivos Estados para que la empresa de capitales Españoles e Italianos desista de la construcción de la central hidroeléctrica

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Argentina, Cordoba: agua derecho fundamental

Reclamo por agua potable en Cañada Larga: La municipalidad de mina clavero aprovisiona  en camiones "agua no apta para el consumo humano", osea agua de pozo sin tratar , donde muchas familias la terminan consumiendo por no contar con otra opcion con los riesgos de salud que esto conlleva...

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rassegna stampa di Stop Enel 30 aprile a Roma

“Sono qui a Roma in rappresentanza di diversi movimenti della Colombia, in particolare l’Assoquimbo che sta difendendo il territorio contro le multinazionali Enel e Endesa. Di recente gli abitanti sono stati brutalmente fatti sgomberare dalla regione, anche attraverso una campagna che è stata coordinata con gli addetti alla sicurezza delle stesse aziende ma anche con agenti dello Stato, con un bilancio di diversi feriti, di cui uno grave

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Miles marchan por el Agua en Ecuador

"A mí no me diste, a mi no me diste, todo el Oro que a la China diste, luego me engañaste, luego me mentiste, con la derecha amaneciste… con las mineras amaneciste"

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MARCHA PLURINACIONAL POR EL AGUA, LA VIDA Y LA DIGNIDAD DE LOS PUEBLOS

In Ecuador dall'8 marzo, dai quattro punti cardinali del Paese: verso Quito per l'Acxqua e la vita.

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El Quimbo inundará seis municipios del Huila

Para construir la hidroeléctrica de El Quimbo, en el Huila, será necesario inundar un área mayor que el tamaño de Pereira. La obra, según sus opositores, se construirá a costa de diversas alteraciones y cambios sociales, ambientales, económicos y culturales, a seis municipios: Gigante, El Agrado, Garzón, Tesalia, Altamira y Paicol; cubriendo un total de 8.586 hectáreas que serían inundadas.

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LA TIERRA, EL AGUA Y LA RESISTENCIA

Lo que está sucediendo en América Latina en relación con los bienes comunes (agua, tierra, biodiversidad) es algo más que una sucesión de conflictos locales. Por momentos la intensidad de los enfrentamientos da la impresión de que marchamos hacia una conflagración general, que por ahora tiene expresiones locales y regionales, pero que se repiten en casi todos los países.

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INIZIA IN PERÙ LA GRANDE MARCIA NAZIONALE PER L’ACQUA E PER LA VITA

l 1° febbraio dalla regione di Cajamarca, nel nord del Perù, partirà la Marcia Nazionale per l’Acqua e per la Vita, che scenderà dalle montagne fino alla costa per arrivare a Lima il giorno 9.

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FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA

a scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

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