Sindacati, organizzazioni sociali, contadine e universitari. Comitati dell’acqua e regantes. E la Coordinadora del Agua y la Vida. La popolazione cochabambina ha chiesto compatta il ripudio ufficiale del referendum autonomico lanciato da Santa Cruz lo scorso 4 maggio e il riconoscimento entro 90 giorni delle consultazioni costituzionali. Invocando la legalità. E chiedendo l’incriminazione dei prefetti separatisti. A cominciare da quello del proprio dipartimento, Manfred Reyes Villa.
Il 5 maggio scorso la città boliviana di Cochabamba è stata teatro di una impressionante manifestazione che ha visto mezzo milione di persone scendere nelle strade per dire no agli intenti separatisti che vogliono dividere il Paese.
Partendo da quattro punti diversi della città, le organizzazzioni sociali dei regantes con i comitè dell’acqua, dei contadini cocaleri, dei sindacati dei metalmeccanici e le organizzazioni universitarie insieme alla Coordinadora del Agua y la Vida, si sono dati appuntamento nella piazza centrale della città per chiamare il paese all’unità e ripudiare fortemente l’intento separatista dell’oligarchia cruceña e i gravi fatti di violenza conseguenti all’illegale referendum autonomico dello scorso 4 maggio. Al loro fianco, contadini ed organizzazioni indigene provenienti da ogni parte del dipartimento cochabambino.
Dopo quattro ore, il cabildo ha enunciato in 5 punti le urgenti richieste della popolazione:
1. rinuncia immediata dell’attuale prefetto Manfred Reyes Villa
2. Giudizio di responsabilità per i 4 prefetti della Mezza Luna (Manfred Reyes Villa-Cochabamba, Rubén Costas-Santa Cruz, Ernesto Suárez-Beni, Leopoldo Fernández-Pando, Mario Cossio-Tarija)
3. Esigere dal Congresso l’approvazione dei due referendum costituzionali in 90 giorni
4. Proclamazione dello stato di emergenza da parte delle organizzazioni sociali
5. dichiarazione di nullità dei risultati referendari di santa Cruz vista la loro illegalità
La concentrazione ha messo in evidenza la volontà del popolo di ripudiare la violenza e l’illegalità scaturitie dalla politica separatista dei prefetti dell’Oriente boliviano.
La stampa nazionale ha tentato, come sempre, di oscurare l’evento ed ha parlato della manifestazione solo come della concentrazione di cocaleri, contadini ed esponenti del Mas, riportando la partecipazione di massimo 40.000 persone, nonostante le immagini parlassero chiaramente di un’affluenza di almeno dieci volte superiore.
[maria eugenia flores – ubnoticias]